Due stimati vaticanisti, in contemporanea, offrono anticipazioni di peso sulla prossima nomina del nuovo arcivescovo di Torino. Chi dei nostri lettori ha informazioni di rilievo per stilare un profilo dei candidati sotto indicati, specie in riferimento al loro orientamento ecclesiale? Peccato che i giornalisti ci diano solo raramente notizie utili a valutare l'indice di progressismo/tradizionalismo di un presule. Che, diciamolo chiaramente e senza ipocrisie, è uno degli elementi di giudizio assolutamente più significativi ed importanti nel valutare una personalità della Chiesa.
di Giacomo Galeazzi
La nuova «terna» per Torino è pronta. Il cardinale Marc Oullet ha completato il «supplemento di indagine», cioè l'ulteriore istruttoria sui candidati alla sostituzione di Severino Poletto. Dei tre nomi presentati al Pontefice dal prefetto uscente dei vescovi Giovanni Battista Re, rimarrà in corsa solo il vicepresidente Cei per il Nord, Cesare Nosiglia. Gli altri due (Giuseppe Versaldi e Giuseppe Bertello) cedono il passo a nomi finora mai emersi nel toto-nomine: Aldo Giordano (apprezzato in Vaticano soprattutto nel ruolo-chiave di segretario generale delle Conferenze episcopali europee e da due anni osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo) e Francesco Lambiasi (attuale vescovo di Rimini, ex assistente ecclesiastico dell’Azione cattolica).
Come da tempo previsto al vertice della piramide pontificia, il cambio della guardia ai vertici del dicastero dei Vescovi ha avuto pesanti ripercussioni su Torino, mutando radicalmente lo scenario nel complesso avvicendamento del cardinale Poletto. La rosa consegnata da Re (Versaldi, Bertello, Nosiglia) non aveva convinto Benedetto XVI che perciò ha chiesto una nuova terna a Ouellet appena insediato in Curia. Uscito di scena il suo primo candidato (Versaldi) il segretario di Stato Tarcisio Bertone punta adesso su Giordano, 56 enne diplomatico di Cuneo [un uomo di mondo...], per sbarrare la strada al ruiniano Nosiglia, sostenuto soprattutto dal capo della Chiesa italiana, Angelo Bagnasco.
Il terzo nome (Lambiasi) è stato designato dalla nunziatura vaticana in Italia ma ha minori chance anche perché è estremamente raro che un presule del centro-sud (è originario della diocesi di Latina) venga destinato ad una sede settentrionale. «Nosiglia ha buone possibilità ma ora il favorito è Giordano», spiega uno degli stretti collaboratori del Pontefice che oggi porterà a Castel Gandolfo il dossier.
Per l'ambasciatore papale a Strasburgo l’ascesa alla cattedra di San Massimo appare questione di settimane. L'unica alternativa realmente accreditata è Nosiglia, il favorito della Conferenza episcopale e l'ultimo ostacolo per Giordano nella corsa verso Torino.
Nato a Cuneo il 20 agosto 1954, Giordano è stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1979 nella diocesi di Cuneo. A suo vantaggio la giovane età: Giordano compie 56 anni venerdì prossimo. «Per Benedetto XVI Torino è l'ideale laboratorio pastorale dell'età post-moderna, quindi la prospettiva di un ventennio di governo episcopale rappresenta una garanzia di lavoro a lungo termine e in profondità- osservano in Curia-. Oltre che sul gradimento del Pontefice e del suo segretario don Georg Gaenswein, Giordano può contare su un altro sponsor decisivo».
L'uomo del Vaticano a Strasburgo, infatti, è entrato in sintonia nel suo servizio diplomatico con il suo «capo», il piemontese Bertone al quale il Pontefice riconosce una capillare conoscenza della realtà torinese e un ruolo fondamentale nella designazione del nuovo arcivescovo.
Fonte La Stampa, 18 agosto 2010, via Papa Ratzinger blog
di Giacomo Galeazzi
La nuova «terna» per Torino è pronta. Il cardinale Marc Oullet ha completato il «supplemento di indagine», cioè l'ulteriore istruttoria sui candidati alla sostituzione di Severino Poletto. Dei tre nomi presentati al Pontefice dal prefetto uscente dei vescovi Giovanni Battista Re, rimarrà in corsa solo il vicepresidente Cei per il Nord, Cesare Nosiglia. Gli altri due (Giuseppe Versaldi e Giuseppe Bertello) cedono il passo a nomi finora mai emersi nel toto-nomine: Aldo Giordano (apprezzato in Vaticano soprattutto nel ruolo-chiave di segretario generale delle Conferenze episcopali europee e da due anni osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo) e Francesco Lambiasi (attuale vescovo di Rimini, ex assistente ecclesiastico dell’Azione cattolica).
Come da tempo previsto al vertice della piramide pontificia, il cambio della guardia ai vertici del dicastero dei Vescovi ha avuto pesanti ripercussioni su Torino, mutando radicalmente lo scenario nel complesso avvicendamento del cardinale Poletto. La rosa consegnata da Re (Versaldi, Bertello, Nosiglia) non aveva convinto Benedetto XVI che perciò ha chiesto una nuova terna a Ouellet appena insediato in Curia. Uscito di scena il suo primo candidato (Versaldi) il segretario di Stato Tarcisio Bertone punta adesso su Giordano, 56 enne diplomatico di Cuneo [un uomo di mondo...], per sbarrare la strada al ruiniano Nosiglia, sostenuto soprattutto dal capo della Chiesa italiana, Angelo Bagnasco.
Il terzo nome (Lambiasi) è stato designato dalla nunziatura vaticana in Italia ma ha minori chance anche perché è estremamente raro che un presule del centro-sud (è originario della diocesi di Latina) venga destinato ad una sede settentrionale. «Nosiglia ha buone possibilità ma ora il favorito è Giordano», spiega uno degli stretti collaboratori del Pontefice che oggi porterà a Castel Gandolfo il dossier.
Per l'ambasciatore papale a Strasburgo l’ascesa alla cattedra di San Massimo appare questione di settimane. L'unica alternativa realmente accreditata è Nosiglia, il favorito della Conferenza episcopale e l'ultimo ostacolo per Giordano nella corsa verso Torino.
Nato a Cuneo il 20 agosto 1954, Giordano è stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1979 nella diocesi di Cuneo. A suo vantaggio la giovane età: Giordano compie 56 anni venerdì prossimo. «Per Benedetto XVI Torino è l'ideale laboratorio pastorale dell'età post-moderna, quindi la prospettiva di un ventennio di governo episcopale rappresenta una garanzia di lavoro a lungo termine e in profondità- osservano in Curia-. Oltre che sul gradimento del Pontefice e del suo segretario don Georg Gaenswein, Giordano può contare su un altro sponsor decisivo».
L'uomo del Vaticano a Strasburgo, infatti, è entrato in sintonia nel suo servizio diplomatico con il suo «capo», il piemontese Bertone al quale il Pontefice riconosce una capillare conoscenza della realtà torinese e un ruolo fondamentale nella designazione del nuovo arcivescovo.
Fonte La Stampa, 18 agosto 2010, via Papa Ratzinger blog
***
di Andrea Tornielli
Una delle decisioni che Benedetto XVI dovrà prendere al rientro da Castelgandolfo, sarà la nomina del nuovo arcivescovo di Torino. E nelle ultime settimane un nuovo importante nome si è aggiunto alla lista dei candidati già noti: quello di monsignor Aldo Giordano, 56 anni, originario di Cuneo, dal 2008 osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa di Strasburgo dopo essere stato dal 1993, per quindici anni, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (CCEE).
Giordano non è ancora vescovo, è giovane, e da due anni è entrato a far parte del servizio diplomatico della Santa Sede. Nell'ultima lista di candidati, inviata dal nunzio in Italia Giuseppe Bertello alla Santa Sede, è indicato al primo posto.
Sembra dunque tramontare, almeno per il momento, la candidatura del vescovo di Alessandria Giuseppe Versaldi, molto vicino al cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che lo ebbe come vicario nella diocesi di Vercelli e che lo avrebbe visto bene a guidare la diocesi cardinalizia del Piemonte e in futuro la stessa Cei.
Gli altri candidati, oltre a Versaldi, indicato come quarto nome nella lista del nunzio, sono il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, già assistente dell'Azione Cattolica, e il vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia, già vicegerente del cardinale Camillo Ruini a Roma, proposto dall’attuale presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco.
La nomina di un outsider come Giordano rappresenterebbe una novità (l’ultimo prelato ad essere nominato alla guida di una diocesi cardinalizia italiana senza essere già vescovo fu Carlo Maria Martini a Milano, ormai trent’anni fa) e il fatto che sia stato indicato come primo nella rosa della nunziatura sta a indicare che gode certamente anch’egli del gradimento della Segretario di Stato Bertone.
Anche se la nomina del nuovo arcivescovo di Torino dovesse essere annunciata il prossimo autunno, il prescelto difficilmente potrà rientrare nella rosa dei nuovi cardinali che Benedetto XVI creerà a fine novembre: gli italiani candidati alla porpora sono già tanti (in attesa, ci sono gli arcivescovi di Palermo e Firenze, Paolo Romeo e Giuseppe Betori, in Curia romana si va dal Prefetto dei santi Angelo Amato al Penitenziere maggiore Fortunato Baldelli, dal presidente della Prefettura per gli affari economici della Santa Sede Velasio De Paolis al «ministro della cultura» Gianfranco Ravasi) e il capoluogo piemontese potrebbe aspettare un turno.
Altre nomine imminenti in Vaticano sono quelle dei successori dei cardinali Franc Rodé e Claudio Hummes, rispettivamente Prefetti delle Congregazioni per i religiosi e per il clero, mentre potrebbe lasciare Roma anche il segretario della Prefettura degli affari economici, l’arcivescovo Vincenzo Di Mauro, destinato a fare il coadiutore a Vigevano.
Fonte: Il Giornale, 18 agosto 2010, via Papa Ratzinger blog
Buona giornata a tutti !!!
RispondiEliminaNon mi piacciono assolutamente questi giochi sulle successioni o sulle nomine vescovili : trattandosi di cose sacre io preferisco pensare all'ispirazione dello Spirito Santo nelle nomine vescovili o, almeno, voglio pensare alla Divina Provvidenza...
Trovo squallido pensare ai giochi di potere per quanto riguarda le sedi vescovili : una specie di simonia strisciante...
Una battuta finale : perchè non pescare anche nell'episcopato marchigiano uno dei successori delle sedi cardinalizie?
Per le Marche, monotematicamente orientate verso un'unica direzione, un cambiamento potrebbe essere salutare...
<span>ispirazione dello Spirito Santo nelle nomine vescovilI....</span>
RispondiEliminaeh ?? ....
:) .. :-D )))) :-D :-D .....
*DONT_KNOW* ma che , per caso, per lo Spirito Santo certe diocesi sono...."figlie di un dio minore" ?
<span> «Per Benedetto XVI Torino è l'ideale laboratorio pastorale dell'età post-moderna,....</span>
RispondiEliminascusate, qualcuno può spiegare questa affermazione di Galeazzi, nei seguenti punti:
- in che cosa consiste un <span> laboratorio pastorale</span>
- <span>perchè Torino</span> per il Papa sarebbe un laboratorio ideale
- che cosa si intende per <span>età post-moderna, ovvero qual è l'età moderna a cui si riferisce Galeazzi, dove comincia e dove finisce, e....</span>
<span>- da che cosa possiamo vedere di essere entrati nella POST-....... !</span>
Grazie a chiunque vorrà illuminarmi.
<span>«Per Benedetto XVI Torino è l'ideale laboratorio pastorale dell'età post-moderna,....
RispondiEliminascusate, qualcuno può spiegare questa affermazione di Galeazzi, nei seguenti punti:
- in che cosa consiste un <span> </span>laboratorio pastorale
- <span>perchè Torino</span> per il Papa sarebbe un laboratorio ideale
- che cosa si intende per età post-moderna,<span> ovvero qual è l'</span>età moderna <span>a cui si riferisce Galeazzi, </span></span>
<span><span> </span>dove comincia e dove finisce<span>, e....</span>
<span>- </span>da che cosa<span> possiamo vedere di essere</span> entrati nella POST-<span>....... !</span>
Grazie a chiunque vorrà illuminarmi.</span>
Con questa mia non voglio partire con pregiudizi, ma riporto la notizia tale e quale, anzi ve la leggete, perchè scritta dai giovani...
RispondiEliminaun grazie al "Padre Vescovo Lambiasi" con una Messa ROCK SULLA SPIAGGIA....un anno fa....
http://www.chihasetevengaame.it/evangelizzazione-2009/la-benedizione-del-pastore-mons-francesco-lambiasi
riguardo alla mia "conoscenza" ho preso due libri di questo Vescovo (scrive molto), nei quali la sua pastorale è abbastanza recettiva e, per essere una pastorale del dopo Concilio, nelle quali NON SI USA PIU' citare i Documenti di prima del Concilio... mi sembrano abbastanza pastosi e ragionevolmente ortodossi... ma non vedo alcun salto di qualità...
Mi pare che ci sia molto poco di cui stare allegri. Tutti questi candidati, in primis tal Giordano, mi sembra abbiano dei curricula assai "mondani" e orientati al moderno e ben poco al tradizionale e al "chiesastico", per non dire proprio nulla. Il fatto che non ci sia alcun riferimento alla "tempra" ecclesiastica di questi individui, alle loro eventuali predilezioni liturgiche e teologiche, ma si siano evidenziati soltanto i loro percorsi socio-politico-diplomatici, a mio avviso, indica, con tutta probabilità, che in loro non c'è nulla di legato alla tradizione. Che delusione...
RispondiEliminaquesto apprendiamo, tanto per essere realisti !
RispondiEliminameglio un'amara verità che una zuccherosa illusione....
e andiamo avanti così.... *DONT_KNOW*
Tu hai ragione Andrea.... sai bene che anch'io mi astengo da queste classifiche, tuttavia la situazione in cui vive la Chiesa è particolare e queste Nomine per le quali certamente DOBBIAMO PREGARE affinchè si veda la scelta dello Spirito Santo, sai bene che vengono anche lasciate da Dio nelle mani degli Uomini già inseriti nella Chiesa...
RispondiEliminaGesù stesso scelse Giuda ben sapendo a cosa andava incontro...e scelse Pietro, Gesù glielo disse chiaramente che il Padre scelse lui rivelandogli la risposta alla domanda "Chi credete che io sia?", eppure anche Pietro lo rinnegherà....
Senza dubbio c'è anche chi mediaticamente usa queste classifiche con un senso di prurito, ma quella delle Nomine era un interesse che ha sempre coinvolto anche i fedeli laici, basti pensare alla nomina di sant'Ambrogio a Milano.... o ad altri illustri Vescovi nella storia della Chiesa... ;)
Cercando in rete non ho trovato molto, e comunque niente di recente, che possa essere di aiuto a formarsi un'idea del pensiero di mons. Giordano. Infra qualche link:
RispondiEliminahttp://storico.radiovaticana.org/it1/storico/2008-06/210951_intervista_con_mons._aldo_giordano,_nominato_dal_papa_osservatore_permanente_della_santa_sede_presso_il_consiglio_d'europa.html
http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2009_111/rc_pc_migrants_pom111_giordano.html
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/04/colloquio-con-monsignor-aldo-giordano.html
http://www.agensir.it/pls/sir/V2_S2DOC_B.quotidiano?tema=Quotidiano&argomento=dettaglio&sezione=&data_ora=22/05/2010&id_oggetto=189566&id_session=guest&password=guest&quantita=
<span> nulla di legato alla tradizione. </span>
RispondiEliminaovvero: nessuno più si cura nè parla affatto di quel criterio fondamentale del pastore che e(ra) la SALUS ANIMARUM;
e che<span> tutta la Chiesa</span>, nei suoi alti ranghi e movimenti e posizioni e formae mentis di prelati, è ormai <span>riplasmata</span> in profondità dai modelli del mondo politico e/o sociale e cultural-secolare !
La sua andatura e il suo linguaggio seguono da vicino, pedissequamente quelli del mondo profano e dei suoi poteri e tatticismi e ideologismi: come da apertura storica conciliare, dalla quale "non si torna indietro" : è un dato di fatto quotidianamente monitorabile !
:(
<p><span><span>Cercando in rete non ho trovato molto, e comunque niente di recente, che possa essere di aiuto a formarsi un'idea del pensiero di mons. Giordano. Infra qualche link:
RispondiElimina</span></span><span><span>http://storico.radiovaticana.org/it1/storico/2008-06/210951_intervista_con_mons._aldo_giordano,_nominato_dal_papa_osservatore_permanente_della_santa_sede_presso_il_consiglio_d'europa.html</span></span><span><span>
</span></span><span><span>http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2009_111/rc_pc_migrants_pom111_giordano.html</span></span><span><span>
</span></span><span><span>http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/04/colloquio-con-monsignor-aldo-giordano.html</span></span><span><span><span>
http://www.agensir.it/pls/sir/V2_S2DOC_B.quotidiano?tema=Quotidiano&argomento=dettaglio&sezione=&data_ora=22/05/2010&id_oggetto=189566&id_session=guest&password=guest&quantita=</span></span></span></p>
dal link citato da Caterina:
RispondiEliminaRiccione, 14 agosto 2009
<p><span>Ieri sera la Messa Rock aveva un tocco particolare: a celebrare il pastore della diocesi di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi. Oltre 300 persone si sono collegate online per seguire da casa il momento di festa.</span>
</p><p><span>L’attesa del suo arrivo, carica di palpabile trepidazione, è stata ripagata da un paterno affetto: ci ha accolto nella nostra semplicità, noncurante dell’imbarazzo di alcuni, ci ha affidato alle mani di Maria e ci ha benedetti, confermandoci nella missione che stiamo portando avanti in questi giorni.</span><span></span>
</p><p><span>Una benedizione dolce che ci ha scaldato il cuore: “Grazie per quello che fate. Siete voi che dovete andare dai vostri coetanei e aiutarli ad uscire dalla tossicodipendenza,<span> .....</span></span>
</p><p>------------------
</p><p>the show must go on....
</p><p>PS, ma.... a parte l'immagine di una "nuova evangelizzazione balneare", come si è svolta la Messa rock a Riccione ? pare che venga così denominata, con tono di massima normalità ! <span> :( </span>
</p>
E che delusione, soprattutto, apprendere che a scegliere i futuri vescovi siano i segretari di stato, i presidenti della CEI e via discorrendo, in base a simpatie, conoscenze e preferenze personali, quando invece dovrebbe essere il Papa in persona a fare queste scelte, in base a rigorose considerazioni sull'ortodossia e sulla dottrina dei futuri vescovi. Altro che "laboratori pastorali del post-moderno" e altre idiozie simili. Stiamo parlando di pastori di anime, non di leader politici o sindacali! Scusate la rozzezza dei termini, ma mi viene proprio da dire: "che schifo"!
RispondiEliminaimportanza dei dettagli:
RispondiElimina<span> 300 persone si sono collegate online per seguire da casa il momento di festa.</span>
il<span> momento di festa</span>....che sarebbe la Messa, forse ? boh....
Grande chiarezza e consapevolezza da parte di chi riferisce l'evento!
tra l'altro l'accattivante termine "laboratorio", di stampo positivista, quasi la Chiesa fosse un campo d'indagine e MANIPOLAZIONI, oggetto alle scienze sperimentali -!- fa pensare che i fedeli siano.....cave da laboratorio, su cui fare "sperimentazioni pastorali":
RispondiEliminache altro può richiamare alla mente quell'espressione ?
l'HOMO FABER, superbo e antropocentrico, continua nella sua avanzata: protagonismo -etsi Deus non daretur-e manipolazione delle cose sacre (che in passato si affidavano in buona parte alla custodia della Provvidenza e dello Spirito Santo, con grande Fede....), così come iniziò la proterva manipolazione con stravolgimento della S. Messa !
Anche io continuo a credere nella Divina Provvidenza e nell'opera dello Spirito Santo...
RispondiEliminaQui a Torino non si capisce più nulla riguardo la nomina del vescovo, Poletto che prende impegni fino a novembre e sembra orientato a restare ancora qualche mese sul trono!
I nomi di Lambiase e Giordano spero siano un ulteriore dpistaggio... per altro nome!
Torino ha bisogno di SANTITA', non di laboratori...
Pare che Giordano sia focolarino... insomma se con Lambiase facciamo messe rock, con Giordano facciamo messe Gen... eh si che saremo nel post-moderno-post-concilio!!!!!
<span>tra l'altro l'accattivante termine "laboratorio", di stampo positivista, quasi la Chiesa fosse un campo d'indagine e MANIPOLAZIONI, oggetto alle scienze sperimentali -!- fa pensare che i fedeli siano.....cave da laboratorio, su cui fare "sperimentazioni pastorali":
RispondiEliminache altro può richiamare alla mente quell'espressione ?
l'HOMO FABER, superbo e antropocentrico, continua nella sua avanzata: protagonismo -etsi Deus non daretur-e manipolazione delle cose sacre (che in passato si affidavano in buona parte alla custodia della Provvidenza e dello Spirito Santo, con grande Fede....), così come iniziò la proterva manipolazione con stravolgimento della S. Messa.</span>
Guarda, l'unica cosa che penso di poter fare per poterti illuminare è quella di regalarti una lampadina..
RispondiElimina(Battuta..)
mai fu chiesto dal Signore a tutti i suoi figli un atto di Fede così grande e ripetuto ogni giorno per non lasciarsi abbattere dalla continua deriva della barca, tra sconvolgimenti della Chiesa e della sua Tradizione -della sua <span>anima,</span> come disse PioXII- che sembrano non finire mai !
RispondiEliminainfatti, le parole acquisite e comunemente usate pesano come pietre (miliari):
<span>post-moderno-post-concilio</span>
significa che il POST-CONCILIO è l'unica cosa che continua davvero, visibilmente e alla grande !
Quella è la sola continuità che possiamo toccare con mano !
:(
Dopo l'esperienza fallimentare degli episcopati modernisti di Poletto e Tettamanzi, che hanno svuotato chiese e seminari e protestantizzato e islamizzato le loro diocesi, che fa il nostro Vaticano? Nomina come loro successori personaggi ancora più squallidi, mondani e secolarizzati, che faranno sparire in pochi anni ogni traccia di cattolicità ancora rimasta.
RispondiEliminaE' perfettamente inutile che Benedetto XVI esalti a parole la mirabile figura di un eccelso Pontefice come S. Pio X (il quale esercitò appieno la sua autorità di supremo legislatore per "omnia instaurare in Christo") e poi, nei fatti, non sia minimamente in grado di imitarlo. Si metta anche lui a combattere il Modernismo, che oggi impera nella Chiesa a tutti livelli e la fa da padrone! Altro che storie!
Messa Rock è da intendersi l'uso delle chitarre, il battimano, la creatività durante la Messa stessa (preghiere improvvisate, sedersi per terra, insomma ESSERE SPONTANEI... ) ... una Messa PER I GIOVANI dove anche gli "anziani" sono benvenuti, basta che non criticano....
RispondiEliminaHo avuto questa esperienza, una mattinata di domenica sulle spiagge riminesi....
un richiamo religioso, senza dubbio, attraente se vogliamo, in mezzo a tanta bolgia turistica, da spiaggia e profana... ;)
c'è prima una sorta di invito che un gruppo di giovani fa appositamente per richiamare l'attenzione degli altri giovani... alla fine c'è la Messa, giovanile.... confesso che assistendovi non mi sono mai sentita così "vecchia" per come così viene inteso a chi è cresciuto sapendo che NON esiste una Messa DIVERSA PER OGNI OCCASIONE ma che esiste un unica Santa Messa che ahimè viene applicata in modi così talmente diversi da farti sentire FUORI DAL GIRO....
Non c'è un Cristo vivo e vero che unisce, MA LA BRAVURA DEL GRUPPO E LE SUE CAPACITA' DI AGGREGAZIONE....se il gruppo ci sa fare, raduna anche 200 giovani sulla spiaggia per la Messa....magari anche in costume, in bichini....ed anche abbraccicati come ho visto fare, sbaciucchiandosi tanto da farti sentire a disagio...
Purtroppo ai Pastori non interessa la qualità del gregge, ma la quantità.... oramai il valore di una Chiesa è registrato in base ai numeri....
Non sta a me giudicare le intenzioni, ed io mi guardo bene dal farlo, ma il Signore ci dice di non essere ciechi e di fare discernimento e questo faccio...
ma caro Francesco, per essere realisti: ce ne sono di migliori di quelli nominati ?
RispondiEliminao dobbiamo pensare che nel panorama ecclesiale i personaggi nominabili siano tutti simili tra loro ?
Se non ci sono alternative, il Papa che può fare ?
al contrario....le nuove nomine convergono sui vescovi capaci di AGGREGARE GRUPPI DI GIOVANI.... ;)
RispondiElimina<span>tra l'altro l'accattivante termine "laboratorio", di stampo positivista, quasi la Chiesa fosse un campo d'indagine e MANIPOLAZIONI, oggetto di studio/ricerca per le scienze sperimentali -!- fa pensare che i fedeli siano.....cave da laboratorio, su cui fare "sperimentazioni pastorali":
RispondiEliminache altro può richiamare alla mente quell'espressione ?
l'HOMO FABER, superbo e antropocentrico, continua nella sua avanzata: protagonismo -etsi Deus non daretur-e manipolazione delle cose sacre (che in passato si affidavano in buona parte alla custodia della Provvidenza e dello Spirito Santo, con grande Fede....), così come iniziò la proterva manipolazione con stravolgimento della S. Messa.</span>
<span>al contrario....le nuove nomine convergono sui vescovi capaci di AGGREGARE GRUPPI DI GIOVANI.... ;) </span>
RispondiEliminal'aspetto incoraggiante è che al momento i nuovi vescovi possibili alla guida di Torino sembrano non essere immischiati, almeno apparentemente, con il CNC...
PER LA REDAZIONE: scusate l'OT, ma vi segnalo l'articolo di DiGiacomo sull'Unità in merito alla Liturgia. Gradirei un vostro interessamento.
RispondiEliminabattuta davvero intelligente e costruttiva per un dialogo serio !
RispondiEliminamagra consolazione...e si direbbe anche "almeno per ora" ! ma se nessuno avrà il coraggio e la tempra di fare muro d'acciaio contro l'avanzata della nefasta falsa-chiesa divoratrice di parrocchie....poveri noi !
RispondiEliminaCaro And so on, e come si fa a rispondere seriamente o almeno in modo attendibile ad una sfilza di domande dal contenuto pressoché incomprensibile e non per colpa di chi le pone ma dell'autore del testo da cui è tratto il contenuto?
RispondiEliminaCaro "and so on", di ottimi candidati ce ne sono sicuramente. Tanto per fare un esempio, mi limito a citare mons. Oliveri, vescovo di Imperia, il quale sarebbe un eccelso arcivescovo di Torino o Milano. E comunque, non è necessario scegliere un futuro vescovo o arcivescovo soltanto tra coloro che hanno già ricevuto la consacrazione episcopale. Si potrebbe benissimo pescare tra tanti zelanti e santi sacerdoti che vivono il loro ministero in modo tradizionale, che celebrano la S. Messa di sempre. Senza poi contare i molti monsignori e sacerdoti già abbastanza famosi che potrebbero benissimo essere promossi ad importanti sedi episcopali: ad esempio don Nicola Bux, lo stesso mons. Guido Marini, ecc... Il vivaio in cui pescare è colmo di santi uomini...
RispondiEliminaVuoi dire questo?
RispondiEliminahttp://www.unita.it/news/don_filippo_di_giacomo/102531/unaltra_messa_possibile
Si vede che Peppone non ne può proprio più ... o per parafrasare, "se questi taceranno, griderà l'Unità"
caro Dante, cerchiamo di capire:
RispondiEliminaGaleazzi, che tipo di linguaggio sta usando ? si tratta di risalire alle origini, al<span> bandolo</span> della matassa linguistica che avviluppa tutti noi, da 45 anni, vaticanisti compresi, per provare a dipanarla !
Io per TORINO spero ancora che venga nominato OLIVERI...altrimenti regalatecelo a Palermo, ché ne abbiamo tanto bisogno!
RispondiEliminaracconta Caterina:
RispondiElimina<span>alle MESSE PER I GIOVANI ....anche gli "anziani" sono benvenuti, basta che non criticano....</span>
OVVERO
<span>Vietato criticare = vietato segnalare errori,</span>
<span>vietato discernere il bene dal male, </span>
<span>vietato insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori.....</span>
perchè la chiesa NON DEVE usare l'arma del rigore, ma la medicina della Misericordia !
....e le opere di Misericordia spirituale SONO BANDITE, in nome del CONCILIO !
<span><span> :( </span> </span>
<span>racconta Caterina:
RispondiElimina<span>alle MESSE PER I GIOVANI ....anche gli "anziani" sono benvenuti, basta che non criticano....</span>
OVVERO
<span>Vietato criticare = vietato segnalare errori,</span>
<span>vietato discernere il bene dal male, </span>
<span>vietato insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori.....</span>
perchè la Chiesa NON DEVE usare l'arma del rigore, ma la medicina della Misericordia !
....e le opere di Misericordia spirituale SONO BANDITE, in nome del CONCILIO !
<span><span> :( </span> </span></span>
Il Papa non conosce personalmente tutti i candidati vescovi. C'è una Congregazione ad hoc. Le segnalazioni in linea generale vengon dagli Ordinari che indicano alcuni loro sacerdoti ritenuti degni, oppure da organismi e autorità della Curia Romana. Per i trasferimenti di vscovi a cattedre più importanti la Congregazione per i vescovi dovrebbe aver pezze d'appoggio importanti.
RispondiEliminaHa ragione Francesco quando chiede che sia valutata la capacità pastorale e la sicura fede dei candidati. Ma il Papa non può far altro che fidarsi dei collaboratori. Son questi ultimi il vero problema.
Certe nomine di Benedetto XVI alla testa di alcune Congregazioni m'han fatto a suo tempo rizzar i capelli. Si tratta di personaggi le cui posizioni a lui avrebbero dovuto esser ben noti: ad es. Hummes e Levada.
<span>Il Papa non conosce personalmente tutti i candidati vescovi. C'è una Congregazione ad hoc. Le segnalazioni in linea generale vengon dagli Ordinari che indicano alcuni loro sacerdoti ritenuti degni, oppure da organismi e autorità della Curia Romana. Per i trasferimenti a cattedre più importanti la Congregazione per i vescovi dovrebbe aver pezze d'appoggio importanti.
RispondiEliminaHa ragione Francesco quando chiede che sia valutata la capacità pastorale e la sicura fede dei candidati. Ma il Papa non può far altro che fidarsi dei collaboratori. Son questi ultimi il vero problema.
Certe nomine di Benedetto XVI alla testa di alcune Congregazioni m'han fatto a suo tempo rizzar i capelli. Si tratta di personaggi le cui posizioni a lui avrebbero dovuto esser ben note: ad es. Hummes e Levada.</span>
egr. Moscatelli, legga bene,
RispondiEliminasoprattutto queesto passaggio dell'art. citato:
<span> "....la riforma ratzingeriana sia già opera all’interno della Chiesa grazie alla sua ars celebrandi, ai canti che sta reintroducendo nello spazio liturgico, alle omelie con le quali tenta di recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”. </span>
<span>Che si esprime anche con una liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni </span>
<span>che parla di vita alla morte, di acqua al deserto, di identità all’alienazione, di futuro al cupio dissolvi parossistico della nostra modernità."</span>
Lei non riesce a vedere quanto quel discorso sia irrimediabilmente stritolato e asservito dalla TRAPPOLA HEGELIANA, nel concetto espresso:
<span>liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni ?</span>
? non vedete tutti come la Chiesa docente e discente non riescono a liberarsi da questo funesto invincibile
INGRANAGGIO messo in moto dal Concilio stesso ?
<span>egr. Moscatelli, legga bene,
RispondiEliminasoprattutto questo passaggio dell'art. citato:
<span> "....l</span>a riforma ratzingeriana sia già opera all’interno della Chiesa grazie alla sua ars celebrandi, ai canti che sta reintroducendo nello spazio liturgico, alle omelie con le quali tenta di recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”.
<span>Che si esprime anche con una liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni </span>
<span>che parla di vita alla morte, di acqua al deserto, di identità all’alienazione, di futuro al cupio dissolvi parossistico della nostra modernità."</span> </span>
<span>---------------------</span>
<span>Lei copme migliaia di fedeli, clero e laici, non riesce a vedere quanto quel discorso sia irrimediabilmente <span>stritolato e asservito dalla TRAPPOLA HEGELIANA</span>, nel concetto così espresso:
<span>liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni ?</span>
? non vedete tutti come la Chiesa docente e discente non riescono a liberarsi da questo funesto invincibile
INGRANAGGIO messo in moto dal Concilio stesso ?</span>
<span><span>egr. Moscatelli, legga bene,
RispondiEliminasoprattutto questo passaggio dell'art. citato:
<span> "....l</span>a riforma ratzingeriana sia già opera all’interno della Chiesa grazie alla sua ars celebrandi, ai canti che sta reintroducendo nello spazio liturgico, alle omelie con le quali tenta di recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”.
<span>Che si esprime anche con una liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni </span>
<span>che parla di vita alla morte, di acqua al deserto, di identità all’alienazione, di futuro al cupio dissolvi parossistico della nostra modernità."</span> </span>
<span>---------------------</span>
<span>Lei come migliaia di fedeli, clero e laici, non riesce a vedere quanto quel discorso sia irrimediabilmente <span>stritolato e asservito dalla TRAPPOLA HEGELIANA</span>, nel concetto così espresso:
<span>liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni ?</span>
? non vedete tutti come la Chiesa docente e discente non riescono a liberarsi da questo funesto invincibile
INGRANAGGIO messo in moto dal Concilio stesso ?</span></span>
:(
La Chiesa, nel linguaggio e nell'azione appare come prigioniera di Hegel!
(tranne pochi o tanti uomini noti a Dio solo, che rimangono vigilanti nella vera Fede, scevra da certe riletture della storia, della Dottrina e della Liturgia !....)
pijate na pausa
RispondiEliminacosa vuole che gridi l'Unità, se non il grido dei disperati che hanno ucciso la Fede essi per primi, al seguito di coloro che inneggiarono allo stalinismo, manifestando la realtà di quel castigo annunciato dalla Madonna nel 1917 con quelle parole:
RispondiElimina"La Russia spargerà nel mondo i suoi errori" !
....e adesso questi ciechi gridano, battendo disperatamente a tentoni contro i muri di MENZOGNA che essi stessi hanno eretto, divulgando il<span> verbo marx-leninista da mille cattedre, intorno alle anime spaurite</span>, dal 1917 al 1968 e via dicendo...intorno alla Chiesa e al mondo che vivevano della luce diretta (o riflessa dalla Roma Cattolica), di Cristo Signore !
costoro non sono altro che ciechi che si fanno guide di ciechi , rimasticando il loro consunto verbo
della <span>contrapposizione tra opposti estremi, tra cui trovare una fantomatica via di mezzo,</span>
come una impossibile VIA DI MEZZO TRA VERITA' E MENZOGNA, una sintesi che è solo una nuova perpetua menzogna !
Ma pensi che Galeazzi comprenda a fondo il significato di tutte quelle espressioni? Io nutro qualche dubbio. E il dubbio si estende anche alle mie capacità di comprensione, perché quell'espressioni posson dir tutto e nulla, poco o molto, posson esser auspicio di novità in progress o di ritorno alla vera pastorale, ad una vita religiosa che si inserisca nel mondo moderno e post-moderno (quale?) per adeguarvisi o per rigemerarlo.
RispondiEliminaCapisco dove vuoi arrivar con la tua domanda, e potrei anche dir che son d'accordo, anzi lo dico.
Ma la risposta a tutte quelle domande, non sapendo con precisione cosa sottendono - io potrei anche sbagliare, no? - io non mi reputo in grado di darla, e non per colpa di chi le ha poste, ripeto, e per questo preferisco una battuta anziché disperdermi nei meandri del fumo. Non c'è già abbastanza confusione?
Non fare il luterano, Andrea. I giochi di potere dentro la Chiesa, come dentro qualsiasi altra struttura umana, sono la regola da secoli. Non è bello, ma fare gli struzzi o le anime belle non serve a nulla. La Chiesa è anche questo.
RispondiElimina-Un laboratorio pastorale dev'essere un'officina in cui si tosano pecore e si mungono vacche a scopo sperimentale.
RispondiElimina-Torino potrebbe essere un buon terreno per la cospicua presenza di capri: espiatori, come i poveri diavoli della Misericordia, o solforosi, come la massa degli occultisti.
-L'età moderna è quella cui Trento avrebbe cercato di mettere una pezza. L'età postmoderna è quella cui il Vaticano II avrebbe cercato di togliere la pezza messa da Trento.
-Possiamo vedere che siamo entrati nella post- dallo yeye nelle chiese.
La consacrazioine episcopale può cambiare in meglio ed in peggio i candidati. Non fidatevi troppo di tutti coloro che passano per "tradizionalisti" o comunque vicini a tal mondo ecclesiale, perché spesso seguon il vento e cambian diirezione facilmente. Una promozione di mons. Oliveri l'auspico anch'io.
RispondiEliminaconosco personalmente don Aldo Giordano, sacerdote integerrimo e di profonda spiritualità; con una vasta preparazione filosofica e teologica secondo la ratio studiorum ecclesiastica e delle discipline profane, ottimo conoscitore delle principali lingue europee, particolarmente del tedesco... Non vedo l'impedimento per il suo essere sacerdote diocesano che segue la spiritualità del movimento dei focolari, anzi attesta la sua più profonda esigenza di vivere il sacerdozio in modo pieno, infatti la spiritualità del focolare non si sovrappone alla specifica vocazione, ma l'aiuta a viverla nella più profonda radicalità. Di questi tempi, nei quali molti sacerdoti e consacrati, si sentano arrivati... tutto ciò è una benedizione! Per chi è preoccupato delle messe gen che il possibile Arcivescovo potrebbe celebrare, conoscendolo dagli anni novanta, in vari campi scuola... non ne ho mai viste celebrare, anzi ho visto che con molta dignità a compunzione celebrava o concelebrava, come comanda il Novus Ordo.
RispondiElimina<span>pijate na pausa</span>
RispondiElimina<span>respira n'attimino</span>
Galeazzi, che tipo di linguaggio sta usando ?
RispondiEliminaIl linguaggio adatto agli adepti del Socvat-II che come quelli del Socing utilizzano, da cinquant'anni, la neolingua e il bispensiero.
faRSI prendere per matto. nominando vescovo un Francescano dell'Immacolata(o uno di Gricigliano) .Costoro, il giorno dopo la presa di possesso della diocesi, o si adegua, o impazziscono a sua volta.
RispondiEliminama perché lo sta scoprendo adesso che Ratzinger è hegeliano?
RispondiEliminaattenzione!Più sono "tradizionali" più sono soggetti a continui esami di fedeltà al Concilio
RispondiEliminaPS Che il Papa ha un progetto di riforma liturgica, la quale potrebbe essere iniziata con il motu proprio Summorum Pontificum, e che una liturgia chiara aiuta il popolo di Dio a rimanere tale non sembrano averlo capito i vari Melloni e Sodi; tocca leggere l'Unità per sentirlo. Si cerchi di leggere l'articolo tenendo in mente che non è stato scritto da un "tradizionalista".
RispondiEliminaQui fra poco si dirà che le opere di carità (dar da mangiare agli affamati ecc) sono improntate da hegelianesimo, un po' di calma ...
RispondiEliminacari amici, non meravigliatevi più di tanto se sentite parlare di Laboratorio della pastorale. Galeazzi deve aver attinto necessariamente al modo di parlare che contraddistingue vescovi, vicari, teologi, semplici preti (formati da quei teologi su testi di altri teologi...). Qualcuno sopra gha richiamato il concetto di homo faber. E' proprio così. Chiaramente alla base di tutto c'è la svolta antropologica della teologia, che ha in Rahner il suo esponente di spicco. Il vero laboratorio si è avuto tra le meningi del padre di ogni possibile teologia. Perchè se si parte dall'uomo, tutto è possibile! da quel pensiero deriva l'idea, tutta sociologica, che la pastorale debba essere la proposta della fede là dove l'uomo vive. In questo incontro, la Chiesa realizza se stessa. La pastorale sganciata dalla dommatica è divenuto uno degli idoli cui prostrarsi. Questi labortatori interessano diocesi intere ed addirittura regioni. L'intento è buono, ma i presupposti sono falsi e perciò non possono condurre proprio a nulla. Convegni, dibattiti, lettere pastorali, unità pastorali...Si è fatto di tutto e di più per agganciare i lontani (tutti battezzati, peraltro). Forse bisognerebbe ripartire da Cristo e dall'identità della fede. Le messe rock sono l'espressione liturgica di questa pastorale, tutta fondata sul compromesso: tu mi dai un pò del tuo tempo e io ti dò un quarto di Vangelo! Così la pastorale, che dovrebbe essere lo strumento pratico per condurre le anime a Cristo, è diventata...pastorizia. E a me non risulta che si si dedica alla pastorizia, conduca anime. Galeazzi non sa che Ratzinger ha sempre concepito la pastorale nei termini di derivazione dommatica propri della teologia preconciliare. Emblematica la battuta ad un giovane prete di Roma in uno dei passati incontri annuali: "Apprendo adesso che esiste una pastorale integrata" (o qualcosa del genere). Ma Galeazzi vive a Torino, la città di quell'enorme "water" (perdonatemi!) pensato per essere la Concattedrale. Avete mai visto l'orribile volto sindonico che si staglia sulla parete? Ecco i frutti dei nostri laboratori...Vuoti contenitori. Sono vuote le teste, sono vuote le opere che pensano, perchè i cuori sono vuoti dell'autentico amore per la Chiesa! Perchè non vanno ad impiantare i loro laboratori nei villaggi sperduti della Cina? E' troppo comodo discettare quando non si paga nula per la fedeltà alla Chiesa! E i vescovi, che hanno studiato su certi testi, sono i ripetitori di certe idee. Andate a vedere sui siti i discorsi di ingresso nelle diocesi! C'è da rabbrividire. La scaletta è più o meno identica. Si apre con la comunione e si chiude con i saluti deferenti anche a chi non vuole saperne di fede! "Perdonateci se esistiamo anche noi cattolici. Vedrete che in'intesa la troveremo sempre. Insieme daremo slancio alla nostra società civile" (le parole, chiaramente, sono mie!) Sbagliano le grandi imprese a non assumere come consiglieri i nostri pastoralisti!
RispondiElimina<span>siamo entrati nella post-....</span>
RispondiEliminaah sì ?
:-D ))) :-D :-D :-D :-D :-D )))))
beato ottimismo (ingenuo) !.......
Concordo con quanti auspicano la promozione di Oliveri. Alcune sedi sono estremamente importanti, perchè influiscono sul governo generale della Chiesa. Non bisogna dare la porpora a ragione della sede, ma bisogna mandare nella sede chi è degno della porpora. Bisogna finirla con lo spettacolo indecoroso di cardinali che deturpano il senso della porpora. Dovrebbero dare la vita per la fede, e quindi anche per il Vicario di Cristo, ed invece tornano a crocifiggere Pietro! Cirenei, non crocifissori! Ora, l'uomo si distingue per le idee. E queste si conoscono anzitempo. Altrimenti, come osserva Dante, è facile cambiare posizione.
RispondiEliminaPersonalmente dissento completamente da quanto in questo caso osserva Andrea C., perché l'argomento ha l'apparenza di ingenuo fideismo.
RispondiEliminaLa storia ci dice chiaramente come funzionano queste cose: l'intervento della Provvidenza non cancella certo l'operare umano, ma lo presuppone. E di quest'ultimo, quindi, è opportuno informarsi e dare conto.
Speruma bin! (speriamo in bene)
RispondiElimina...ho capito...solo una cosa....questi signori....amano solo il potere e' la bella vita!!!!!!!!!!!!!!!......
RispondiEliminaSoprattutto, direi, si dovrebbe dar la porpora, indipendentemente dalla sede, a chi effettivamente è disposto a versar il sangue per Cristo.
RispondiEliminaCari concittadini torinesi, e anime buone che si vogliono aggiungere, prendiamoci l' impegno di dire
RispondiEliminaun rosario al giorno perchè venga fatta la scelta migliore, non un arcivescovo tradizionalista, ma un arcivescovo santo, che rivolti la diocesi come un calzino, che faccia rifiorire il seminario, che ridia dignità alla liturgia, che sappia correggere, con amore e fermezza, gli eterodossi ed i disobbedienti.
La nomina non è stata ancora fatta. e la preghiera può molto.
Rileggendo l'articolo di Galeazzi, mi sono accorto che il termine laboratorio pastorale non era stato impiegato dal giornalista, bensì da lui riferito. E il fatto che l'abbiano usato in Curia, la dice lunga.. :) .
RispondiEliminaCaro Guido, dicendo quello che hai detto, senza rendertene conto hai affermato che a Torino ci vuole un arcivescovo tradizionalista, o, almeno, amante della tradizone. Infatti, a me non risulta nè che sia possibile essere santi e catto-progressisti contemporaneamente, nè che il cattolicesimo progressista alla Martini, Tettamanzi, Poletto, Schoenborn ecc.... sia in grado di far rinascere e risplendere una comunità, una diocesi o una parrocchia disastrate: al contrario, fa morire ciò che di cattolico è rimasto. Secondo te, è forse un caso che i seminari di Milano e Torino siano vuoti? O non è forse il frutto di decenni di progressismo cattolico perpetrato da indegni pastori?! Dunque, il Vaticano, che vuole per Torino o per Milano? La rinascita del cattolicesimo o la sua dipartita definitiva? Se vuole la prima cosa, si decida a promuovere Oliveri. Se preferisce la seconda, nomini pure i vari Giordano, Nosiglia, Lambiasi e compagnia cantante. Ma sappia che era stato messo in guardia dai cattolici sinceri e autentici quali ci reputiamo essere anche noi; cattolici rigorosamente non adulti, ma piuttosto bambini, però veri.
RispondiEliminaRispondendo al buon Silvanus, vorrei dire che la descrizione da lui fatta di don Aldo Giordano corrisponde a quella di un ecclesiastico mediocre, bonaccione, modesto, ma non necessariamente all'altezza di reggere una diocesi così importante e così bisognosa di un restauro in senso tradizionale come Torino. Diocesi stanche, come sempre sono quelle lungamente rette da vescovi ultraprogressisti, hanno bisogno di una sola tipologia di pastori: santi, tradizionali e restauratori. "INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO" ha ricordato ieri Benedetto XVI. E allora colga l'occasione per mettere in pratica ciò che predica, altro che "laboratorio pastorale post-moderno" a altre scemenze varie. SANTITA', DOTTRINA, ORTODOSSIA E MOTU PROPRIO: ecco l'identikit per i futuri, sani pastori della Chiesa. Tutto il resto è...noia.
Ho capito. Continuerò a pensare che il laboratorio pastorale sia un caseificio.
RispondiElimina"Non vedo l'impedimento per il suo essere sacerdote diocesano che segue la spiritualità del movimento dei focolari, anzi attesta la sua più profonda esigenza di vivere il sacerdozio in modo pieno, infatti la spiritualità del focolare non si sovrappone alla specifica vocazione, ma l'aiuta a viverla nella più profonda radicalità."
RispondiElimina*DONT_KNOW* *DONT_KNOW* =-X =-X =-X ...nel focolare ci vien bene la rosticciana.
Non abbiamo bisogno di gente invaghita da questa o quella radicale utopia, convinti d'esser quasi anemometri (banderuole è troppo negativo) tesi a catturare la direzione nella quale soffierebbe lo Spirito.
C'è bisogno di santi Sacerdoti e santi Vescovi. Che aderiscano principalmente, essenzialmente, necessariamente alla Tradizione cattolica. Tutto il resto è aria fritta, anzi inquinata.
Vorrei ricordare che Mons. Oliveri è Vescovo di Albenga....
RispondiEliminaChe per Lambiasi ci siano le zampe di Chiamparino? A Rimini i "gruppi della diocesi" infarciti di amministratori cattocomunisti vengono convocati dalla diocesi per discutere del Piano regolatore.......
RispondiEliminaTanto Oliveri non va da nessuna parte.
RispondiEliminaguardi Moscatelli, lei sta equivocando:
RispondiEliminail commento che precede il suo qui sopra si riferisce alla liturgia concepita come contrapposizione di TESI E ANTITESI, tipica dell'hegelismo, ed è quello che fa una strana impressione nell'articolo !
era esattamente quello che volevo dire più sopra.
RispondiEliminaPurtroppo, ritengo che tu abbia ragione.
RispondiEliminaSe l essere tradizionalista e sinonimo di buon vescovo devo dire come veneto, che il vescovo di Vicenza e poco disponibile con chi chiede di celebrare con il rito antico;pochi mesi fa ha vietato la messa nella val d alpone nonostante ci fossse un bel numero di richieste.Avrà avuto anche delle ragioni visto che, purtroppo, tanti confondono la partecipazione alla messa tridentina come un prolungamento della loro fede politica(un po nera!!!!)tuttavia la realtà è che intanto la messa...non cè.
RispondiEliminaNon dobbiamo stupirci...sotto GP II i vescovi li sceglievano Dino Boffo e Wanda
RispondiEliminaSe non scelgono mons. Oliveri o mons. Versaldi fra pochi anni ci ritroveremo a Torino un arcivescovo come Tettamanzi.
RispondiEliminaIl gran potere dà alla testa.Il papa è circuito da questi agnelli travestiti da lupacchiotti...
Che tristezza. Evidentemente Oliveri deve essere troppo reazionario per incontrare il favore dell'ambiguità della Curia Vaticana, Wellé compreso. Tanto si sa che sono altri a comandare (leggasi il Presenzialista per eccellenza).
RispondiEliminaPovera Chiesa.
E' noto a tutti che Nosiglia è anti Motu Proprio. Mi domando che senso potrebbe avere, da parte di Benedetto XVI, compiere un atto di autolesionismo come nominare lui o altri simili a lui come futuro arcivescovo di Torino. Un arcivescovo che partirebbe già col piede sbagliato, perchè non in linea con l'orientamento del Papa.
RispondiEliminaIn ogni caso, anche Giordano, Lambiasi e Versaldi sono sullo stesso livello: nessuno ha accolto il Motu Proprio di Benedetto XVI, tutti loro se ne strafregano altamente, quando non lo osteggiano.
Caro Elio, adesso, invece, i vescovi li scelgono Bertone e Bagnasco in base alle loro predilezioni e simpatie personali. Naturalmente, i nuovi vescovi non sono mai in linea con l'orientamento del Papa. Infatti, quasi nessuno dei nuovi vescovi nominati si distingue per la propria simpatia verso il Motu Proprio, la qual cosa dovrebbe invece essere la più importante di tutte. Poi, però, Benedetto XVI non si lamenti per l'ostilità dei vescovi verso di lui (come nel caso di Schoenborn), dal momento che è lui che dovrebbe scieglierseli.
RispondiEliminaQui a Torino ci vorrebbe un arcivescovo non solo tradizionalista, ma pure esorcista...
RispondiEliminaBuon Elio: ci vorrebbe un arcivescovo come Oliveri a Torino, non come Versaldi. Credo tu abbia sbagliato ad indicare quest'ultimo come un buon candidato. Non mi risulta, infatti, nè che egli sia in linea con l'orientamento teologico e liturgico di Benedetto XVI, nè che abbia accolto benevolmente il Motu Proprio papale. Ritengo che Versaldi, Nosiglia, Giordano e Lambiasi siano tutti da scartare rigorosamente perchè contrari a Benedetto XVI ed eccessivamente progressisti (per non dire modernisti) nella propria linea di pensiero e di condotta. Bertello non lo conosco, non saprei dare un giudizio.
RispondiEliminahttp://wdtprs.com/blog/2010/08/card-ouellet-prefect-for-bishops-on-how-bishops-should-teach/
RispondiElimina"But in the recent interview, Ouellet said that in addition to fearlessly preaching the teachings of the Church, bishops must embrace them deeply. “Then you have the power of conviction,” he said."
potrebbero tentare con un laboratorio genetico per la clonazione di mons. Oliveri....
RispondiEliminaMons. Lambiasi è uno dei pochi vesvcovi residenziali italiani ad avere celebrato la S. Messa antica
RispondiEliminahttp://cordialiter.blogspot.com/2010/08/in-difesa-di-mons-francesco-lambiasi.html
Preghiamo molto, perchè questi nomi sono davvero tragici. Ho visto molte critiche su Giordano e Lambiasi, ma il più pericoloso a me pare Nosiglia; forse nessuno conosce le condizioni in cui versa la diocesi ed il seminario di Vicenza. Accadono cose che non hanno più niente di cristiano (non dico cattolico). Tra questi, il migliore pare Lambiasi, che poi è uno di quelli a cui va bene tutto, a livello liturgico. Non credo ostacolerebbe l'uso del Messale antico in diocesi, al contrario di Nosiglia.
RispondiEliminaNon ne sarei così sicuro.
RispondiEliminaTroppo facile!
RispondiElimina