Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

giovedì 19 agosto 2010

L'Unità: "Un'altra messa è possibile"

di don Filippo Di Giacomo

Il 28 giugno del 2007, il cardinale Bertone annunciandolo, aveva messo le mani avanti. Nell’avvertire il mondo cattolico dell’imminente «motu proprio Summorum pontificum», la legge con la quale Benedetto XVI liberalizzava la celebrazione della messa secondo il messale promulgato da Giovanni XXIII nel 1962, il segretario di Stato vaticano avvisava che: «la forma liturgica pre-conciliare è una grande ricchezza per tutta la Chiesa». Sembra che, neanche quella volta, il primo collaboratore del Papa sia stato molto ascoltato. Infatti, allo scadere dei tre anni di vigenza del motu proprio, ciò che si raccoglie nella messe di discussioni che hanno accompagnato la nascita e la vita del documento è il diffuso sospetto che la decisione ratzingeriana sia stata tutta maturata all’interno di una teologia aristocratica, benevolmente viziata da un’opzione estetico-culturale. D’altronde, il 15 aprile del 1997, presentando due suoi libri, l’allora prefetto della dottrina della fede sembrava essersi guadagnato i gradi di capofila di questa tendenza teologica dichiarando che la liturgia del post Concilio Vaticano II «ha comportato una rottura nella storia della liturgia, le cui conseguenze potevano essere solo tragiche. Si è fatto a pezzi l’edificio antico e se ne è costruito un altro».

Tanto è bastato per far pensare a tutto l’orbe mediatico che Benedetto XVI (che tra l’altro, è stato fatto cardinale da Papa Montini) rimettesse totalmente in discussione gli stilemi di una riforma liturgica, operata dal Concilio Vaticano II che, secondo le parole di Paolo VI, era stata attuata per connettere l’intero popolo di Dio «a una sorgente fecondissima di civiltà e soprattutto di bellezza». Le future decisioni sul prosieguo delle norme fin qui protette con il motu proprio Summorum pontificum rischiano di far riapparire il Papa come “il grande incompreso” da parte dei suoi confratelli vescovi. Anche se paradossale, il fatto non è per nulla strano. I vescovi, come il resto del mondo, hanno iniziato a conoscere Joseph Ratzinger solo qualche giorno prima della sua elezione. Quando è uscito dal cono d’ombra di Giovanni Paolo II, è apparso come il pastore gentile capace di dare senso all’immane autoconvocazione del popolo cattolico accorso intorno alla salma di Giovanni Paolo II. Ratzinger che parlava a nome di tutti, guardando il cielo è stata un’immagine gradita, apprezzata ma, come hanno dimostrato l’equivoco di Ratisbona e gli altri presunti incidenti di percorso del suo pontificato, non compiutamente memorizzata. Forse perché, appena diventato Benedetto XVI, il peso dei suoi libri e dei suoi articoli teologici, peraltro spesso mal letti e peggio interpretati, gli è stato subito caricato sulle spalle.

La liturgia del post-Concilio ci ha permesso di vedere, sull’altare pontificale di Giovanni Paolo II, rappresentazioni dell’intero caleidoscopio di lingue e di culture dell’orbe cattolico. Su quello di Benedetto XVI ci viene spiegato che esse contenevano tutte qualcosa di più profondo anche degli irripetibili gesti del grande Papa polacco. E proprio perché testimoniati così generosamente dal cristiano Karol Wojtyla, quel “qualcosa” (per i distratti: si chiama Gesù Cristo) va visto, riconosciuto e testimoniato.

Saper usare il messale e la liturgia come sono stati consegnati alla Chiesa dal Concilio è - e se l’intento riesce lo sarà di più - una cosa seria per il cattolicesimo contemporaneo, poiché avrà ricadute evidenti anche sul suo modo di essere presente nel mondo. In fondo, al motu proprio Summorum pontificum possono essere riconosciuti, nei suoi tre anni di vita, almeno due benefici. Il primo: ha permesso a molti cattolici di comprendere che la vera “scopa ratzingeriana” era la sua serena immagine pastorale ai tempi della sede vacante. E dopo più di un lustro dalla sua elezione a Papa, tra coloro che hanno avuto modo di seguirlo durante tutte le sue apparizioni pubbliche inizia a circolare il convincimento che la riforma ratzingeriana sia già opera all’interno della Chiesa grazie alla sua ars celebrandi, ai canti che sta reintroducendo nello spazio liturgico, alle omelie con le quali tenta di recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”. Che si esprime anche con una liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni che parla di vita alla morte, di acqua al deserto, di identità all’alienazione, di futuro al cupio dissolvi parossistico della nostra modernità. La seconda considerazione che si impone riguarda il “popolo di Dio”, una realtà che per Papa Benedetto non esiste come acquisita, ma si costruisce grazie ad un’azione pastorale animata da persone e strutture che condividono una chiara prospettiva religiosa. Oggi, forse, questa sembra un’ingenuità. In futuro, è probabile che la chiameremo “profezia”.

Fonte: L'Unità 19 agosto 2010

83 commenti:

  1. .............sono..solo.......parole....parole............parole..................intanto continua....la presa in giro....di 50 anni...di questa messa assurda....insipida.....pensate un po'...il nostro sacerdote in 20 minuti...celebra la messa per i defunti!!!!! Che fretta!!!! Ripeto....solo parole........................................................

    RispondiElimina
  2. non ho capito: ma è un articolo apparso sul quotidiano l'Unità?

    RispondiElimina
  3. Non ricordo, intervistando chi, Vittorio Messori, nel suo Inchiesta sul cristianesimo si sentì rispondere da un professore ateo che a lui andava bene l'autodistruzione della Chiesa, nella scelerata demolizione della sua liturgia!
    Mi par di comprendere che anche gli atei, quelli convinti nemici della cristianità, si sia senti preoccupati (e, forse lo sono ancora) per la riforma liturgica. Tutto quello che ha più di 50 anni (me compreso :) ) cade sotto il vincolo della soprintendenza. Non si può manomettere niente! Eppure, un "edificio" che vantava ben 1500 anni (dico MILLECINQUECENTO) è stato raso al suolo per collocare, sullo stesso spazio, il ridicolo!
    Ogni persona di buon senso (atei compresi) non sono certamente entusiasti di questo.
    Ma l'opera pregievole che si fa su questo sito riuscirà a mutare parere. Siamone certi! Dio non abbandona il suo gregge e noi, di questo gregge, se non vogliamo assurgere a ruoli di pastori, facciamo almeno i "cani" che aiutano il pastore a contenere il gregge ;)

    RispondiElimina
  4. Non ricordo, intervistando chi, Vittorio Messori, nel suo Inchiesta sul cristianesimo si sentì rispondere da un professore ateo che a lui andava bene l'autodistruzione della Chiesa, nella scelerata demolizione della sua liturgia!
    Mi par di comprendere che anche gli atei, quelli convinti nemici della cristianità, si sia senti preoccupati (e, forse lo sono ancora) per la riforma liturgica. Tutto quello che ha più di 50 anni (me compreso :) ) cade sotto il vincolo della soprintendenza. Non si può manomettere niente! Eppure, un "edificio" che vantava ben 1500 anni (dico MILLECINQUECENTO) è stato raso al suolo per collocare, sullo stesso spazio, il ridicolo!
    Ogni persona di buon senso (atei compresi) non sono certamente entusiasti di questo.
    Ma l'opera pregievole che si fa su questo sito riuscirà a mutare parere. Siamone certi! Dio non abbandona il suo gregge e noi, di questo gregge, se non vogliamo assurgere a ruoli di pastori, facciamo almeno i "cani" che aiutano il pastore a contenere il gregge ;)

    RispondiElimina
  5. <span>Non ricordo, intervistando chi, Vittorio Messori, nel suo Inchiesta sul cristianesimo si sentì rispondere da un professore ateo che a lui andava bene l'autodistruzione della Chiesa, nella scelerata demolizione della sua liturgia!  
    Mi par di comprendere che anche gli atei, quelli convinti nemici della cristianità, si siano sentiti preoccupati (e, forse lo sono ancora) per la riforma liturgica. Tutto quello che ha più di 50 anni (me compreso :) ) cade sotto il vincolo della soprintendenza. Non si può manomettere niente! Eppure, un "edificio" che vantava ben 1500 anni (dico MILLECINQUECENTO) è stato raso al suolo per collocare, sullo stesso spazio, il ridicolo!  
    Ogni persona di buon senso (atei compresi) non sono certamente entusiasti di questo.  
    Ma l'opera pregievole, che si fa su questo sito, riuscirà a mutare parere. Siamone certi! Dio non abbandona il suo gregge e noi, di questo gregge, se non vogliamo assurgere a ruoli di pastori, facciamo almeno i "cani" che aiutano il pastore a contenere il gregge ;) </span>

    RispondiElimina
  6. La creazione a tavolino, avvalendosi della consulenza di eretici, di quella che chiami messa assurda e insipida, cioè il N.O.M. di Giovanni Montini, era - dopo il superconcilio - indispensabile.
    Lex orandi, lex credendi.
    Essendo stata cambiata la dottrina occorreva adeguare alla nuova la liturgia.
    Non c'era scampo.
    Vogliono adesso modificarla? facciano pure...
    Spero però che il Papa di ormai tante Chiese che nulla hanno a che spartire l'una con l'altra, eviti di metter mano anche alla S.Messa di sempre, quella dei Cattolici.

    RispondiElimina
  7. La creazione a tavolino, avvalendosi della consulenza di eretici, di quella che chiami messa assurda e insipida, cioè il N.O.M. di Giovanni Montini, era - dopo il superconcilio - indispensabile.
    Lex orandi, lex credendi.
    Essendo stata cambiata la dottrina occorreva una nuova liturgia.
    Non c'era scampo.
    Vogliono adesso modificarla? facciano pure... Cose loro.
    Spero solo che il Papa di ormai tante Chiese che nulla hanno a che spartire l'una con l'altra, eviti di metter mano anche alla S.Messa di sempre, quella dei Cattolici.

    RispondiElimina
  8. ma anche prima ci erano tanti preti che celebravano la santa messa per i defunti ogni gioorno quando era possibile per essere piú veloci e non faceva piú de 15-20 minuti...questa fretta non é una frutta della messa postconciliare.........anzi la fretta nelle messe nel rito "straordinario" mi fa patire lo stesso anche oggi

    RispondiElimina
  9. "...recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”.

    Ecco la prova del nove: s'è confuso nell'errore di sbaglio! ;)  La controcultura è quella anticlericale. L'Occidente (quindi il migliore prodotto dell'ingegno umano) è cristiano....
    Evvabbè ma da un presbitero che scrive e è pagato da un giornale di scomunicati....

    RispondiElimina
  10. Sarebbe il caso di cancellare due o tre copie del messaggio di Joseph.
    Quanto all'articolo, è sicuramente equivoco, ma sul Secolo d'Italia non ho letto commenti più intelligenti sull'argomento. In ogni caso, è un fatto che la liturgia non è solo ritualità, trine, merletti e formalismi, ma è sostanza ed è centrale nella vita della Chiesa. Se ne sono accorti anche i comunisti.

    RispondiElimina
  11. <span>"...recuperare alla fede cattolica la sua natura di “controcultura”. 
     
    Ecco la prova del nove: s'è confuso nell'errore di sbaglio! ;) e così facendo ha dichiarato il suo condizionamento che manda a ber ponci ogni sua presunta credibilità. L'Occidente (quindi il migliore prodotto dell'ingegno umano) è cristiano, il suo bagaglio di valori e acquisizioni deriva da solide basi cattoliche; pure il laicismo e il relativismo  (se fossero </span><span>valori).... 
    Evvabbè ma da uno che scrive ed è pagato da un giornale di scomunicati.... </span>
    <span>Discorsi da Sagra del Totano Fritto o da Festa dell'Unità (a proposito, la fanno ancora?)....</span>

    RispondiElimina
  12. .................che grande GRAZIA.............ricevuta...............................

    RispondiElimina
  13. joseph è prete
    io cardinale

    tiramo ddù somme

    RispondiElimina
  14. Alcuni giorni fa passeggiando per Bressanone-Brixen,ho incontrato una schiera di giovani e meno giovani sacerdoti in tonaca.Avevano visi cosí belli e radiosi che il cuore ha cominciato a battermi forte per l´emozione. Alla fine ho fermato i due ultimi della fila e ho chisto loro da dove venissero. Da tutto il mondo mi hanno risposto.Ho espresso loro la mia grande gioia nel vederli vestiti con l`abito talare e ho pregato loro di tornare alla Tradizione che mi manca tanto.Parlateci di Dio ho detto loro con le lacrime agli occhi, non voglio sacerdoti che mi parlano di problemi sociali,vorrei tanto che nelle nostre chiese ci parlaste di Dio.Ho promesso loro preghiere per il loro ministero e li ho salutati con la vecchia formula SIA LODATO GESÙ CRISTO. SEMPRE SIA LODATO hanno risposto entrambi.Poi lí sulla strada davanti a tutti mi hanno impartito la benedizione. Che giornata...

    RispondiElimina
  15. Il Secolo d'Italia è il miglior giornale in circolazione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  16. chiedo scusa sono un po imbranato col pc ormai avendo passato :-[ i 50 perdonatemi almeno per la tutela che ho dalla soprintendenza

    RispondiElimina
  17. Commento incomprensibile.
    Visti gli errori di lingua presenti nel post  precedente, che non posson attribuirsi a sviste di battitura, Joseph o è straniero o non è prete. Quel "supplet ecclesiam" con l'accusativo,  poi, mi ricorda qualcun altro che già l'ha scritto più d'una volta. Saranno coincidenze?

    RispondiElimina
  18. Leggo: una riforma liturgica, operata dal Concilio Vaticano II che, secondo le parole di Paolo VI, era stata attuata per connettere l’intero popolo di Dio «a una sorgente fecondissima di civiltà e soprattutto di bellezza»

    Il Sacrificio di Cristo ridotto, nella mens di Paolo VI a dimensioni puramente umane, per quanto nobili: civiltà e bellezza. E non è neppur vero che il NO esprima tanta nobiltà e bellezza.
    E il solito imganno per i gonzi: la riforma liturgica operata dal Vaticano II.
    Un articolo verboso il cui reale significato mi sfugge.

    RispondiElimina
  19. <span>Leggo: una riforma liturgica, operata dal Concilio Vaticano II che, secondo le parole di Paolo VI, era stata attuata per connettere l’intero popolo di Dio «a una sorgente fecondissima di civiltà e soprattutto di bellezza» 
     
    Il Sacrificio di Cristo ridotto, nella mens di Paolo VI, a dimensioni puramente umane, per quanto nobili: civiltà e bellezza. E non è neppur vero che il NO esprima tanta nobiltà e bellezza. 
    E il solito imganno per i gonzi: la riforma liturgica operata dal Vaticano II. 
    Un articolo verboso il cui reale significato mi sfugge.</span>

    RispondiElimina
  20. <p><span><span>Nei giorni scorsi ho avuto la grande fortuna di assistere per due volte alla Santa messa nell’Antico Rito celebrata dai monaci benedettini di Norcia. Un’esperienza straordinaria: un gruppo di giovani monaci, nessuno italiano purtroppo, tutti nati dopo le tragiche riforme ma che celebrano la messa di sempre con autentica sacralità, in una chiesa dalla quale sono scomparsi (immagino negli anni passati) l’antico altare e la balaustra. <span> </span></span></span></p>

    RispondiElimina
  21. Scusate ma cos'è tutto questo interesse de "l'Unità" per la messa antica??? Si sta forse muovendo qualcosa???

    RispondiElimina
  22. Il tuo giudizio non stupisce.

    RispondiElimina
  23. Proprio sicuri che si tratta d'interesse?

    RispondiElimina
  24. L'articolo coglie, nella sua verbosità, che

    - nella Messa c'è più dello show di wojtyliana memoria;
    - che il Santo Padre vuole chiarire la vera natura della Messa;
    - che l'ars celebrandi influisce sulla percezione che il cattolico ha di sé e che va rafforzata l'identità cattolica per far si che il cattolico resti tale;
    - che nel magistero del Santo Padre appaiono proposte di cura ai mali della società che non sono basate sull'adattamento della Chiesa al secolo, ma viceversa;
    - che la riscoperta della liturgia e il rafforzamento dell'identità dei fedeli cattolici, punti essenziali della "riforma ratzingeriana" sono stati resi possibili dal motu proprio SP.

    Ricordando che l'autore non è "tradizionalista" mi sembra che abbia colto il programma di questo pontificato meglio di molti altri commentatori.

    RispondiElimina
  25. Ed infatti, Sant'Alfonso Maria dei Liguori, Dottore della Chiesa, aveva chiaramente avuto a scrivere che cadeva in peccato mortale quel sacerdote che avesse inpiegato meno di mezz'ora nel celebrare la Santa Messa. Qualcuno saprebbe dirmi se l'indicazione possa considerarsi ancora vigente, in costanza del Novus Ordo?

    RispondiElimina
  26. <span>Ed infatti, Sant'Alfonso Maria dei Liguori, Dottore della Chiesa, aveva chiaramente avuto a scrivere che avrebbe versato in peccato mortale quel sacerdote che avesse impiegato meno di mezz'ora nel celebrare la Santa Messa. Qualcuno saprebbe dirmi se l'indicazione possa considerarsi ancora vigente, nella costanza del Novus Ordo?</span>

    RispondiElimina
  27. ...interesse può darsi, quanto quello di Caìno che cercava d'intuire cosa intendesse fare Abèle.

    RispondiElimina
  28. Forse non hai capito: l'Istriano intendeva la messa esequiale che, oltre alla messa, omelia compresa, prevede anche il rito dell'assoluzione al tumulo.
    Nel rito antico, nei giorni feriali, come tu dici, la celebrazione della Messa in suffragio dei defunti era ed è più "veloce" perché, salvo casi particolari, si tratta di una Messa "privata" in cui alcune parti vengon omesse come da rubriche.
    I preti non celebravan la Messa quando potevano per esser più veloci! CerchIiamo d'esser seri

    RispondiElimina
  29. <span>Forse non hai capito: l'Istriano intendeva la messa esequiale che, oltre alla messa, omelia compresa, prevede anche il rito dell'assoluzione al tumulo. 
    Nel rito antico, nei giorni feriali, come tu dici, la celebrazione della Messa in suffragio dei defunti era ed è più "veloce" perché, salvo casi particolari, si tratta di una Messa "privata" in cui alcune parti vengon omesse come da rubriche. 
    I preti non celebravan la Messa quando potevano per esser più veloci! Cerchiamo d'esser seri.</span>

    RispondiElimina
  30. E, infatti, tale giornale non è forse l'organo quasi personale di un certo politico, che ricopre un importante incarico istituzionale, il quale sosteneva, a spada tratta, la necessità dell' "ora di islamismo" nelle scuole ? Probabilmente (staminali permettendolo) si tratta davvero di un cristiano così solerte, da avvertire l'improrogabile esigenza etica di trasporre nella politica le analoghe indicazioni del presule di un'importante città del Nord Italia.

    RispondiElimina
  31. O, piuttosto, di timore?

    RispondiElimina
  32. Se non fosse scritto da un prete (che strano, però), e se non contenesse contraddizioni vistose sull'operato del Papa, rileggerei in questo modo (da manuale di partito, alias vecchio indottrinamento di Botteghe oscure): "Attenzione, questo si è messo in testa di ridare la spiritualità ai cattolici. Se continuiamo così, ci saranno ricadute preoccupanti. La Chiesa del post Concilio ci ha dato il dialogo, il Gesù socialista, i cattocomunisti, gli ingenui che hanno appoggiato le nostre decisioni parlamentari. Qui rischiamo di perdere consensi. E potere.
    E i movimenti cattolici impegnati nel sociale non  saranno più cellule depoliticizzate del partito, e preti parleranno poco di libertà di coscienza. E spariranno i cattolici adulti che abbiamo allevato con tanta dedizione". Potremmo continuare! Ha ragione Dante: siamo sicuri che si tratti di interesse? Semmai i vecchi volponi possono aver capito, almeno esteriormente o per ricordi di infanzia,che la lex orandi è la lex credendi. Ma ciò dimostra proprio che solo a partire dalla liturgia abbiamo un'identità ed un'ossatura, e siamo capaci di opporci con la stessa vita alle menzogne di sempre rivestite di salsa moderna e democratica.

    RispondiElimina
  33. Nobis quoque peccatoribus19 agosto 2010 alle ore 16:44

    L'Unita', il Foglio,  la Repubblica (ricordo che nel 2007 pubblico' un paginone sul VO con una bellissima immagine coram Deo)

    Per fortuna che ci sono Famiglia Cristiana e Don Sciortino (col cravattino) ad occuparsi di politica.

    FdS

    RispondiElimina
  34. Lo stesso don Di Giacomo nel 2007  scriveva questo sulla Stampa:

    http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/06/un-esemplare-articolo-di-filippo-di.html

    RispondiElimina
  35. Caro Peter quello che tu noti è vero, ma la cosa un po'inquietante è proprio quel significante sfuggente dell'articolo che anche Pastorelli fa notare. Nella migliore tradizione modernista dice e non dice, ammicca e sfrucuglia, ma non svela fino in fondo dove vuole andare a parare. Un colpo alla botte e uno al cerchio.

    RispondiElimina
  36. Già, quella stessa "Famiglia Cristiana" che, nel suo ultimo numero (a quanto leggo da "Il Giornale" di oggi), è riuscita persino a segnalare come raccomandabile un film che conteneva delle esplicite bestemmie ...  

    RispondiElimina
  37. Qui il punto non è ciò che scrive don Di Giacomo, che in questo ultimo caso reputo mancare di linearità argomentativa, ma le pagine che ospitano (o che hanno sollecitato) il suo intervento. Ma davvero qualcuno pensa che gente istruita nelle scuole di partito, che ha creduto nel mondo nuovo come noi crediamo in quello che verrà, possa di colpo diventare rispettosa del cattolicesimo? L'apparente rispetto nasce dal fatto che, almeno nel nostro paese, l'episcopato è stato sempre palesemente di sinistra e che la maggior parte dei cattolici che fanno rumore guardano a quella parte politica. Il disprezzo per la Chiesa è ancora saldamente radicato nelle menti. Questo Papa è visto con un astio che ha pochi precedenti. Provate a chiedere ad intellettuali e professionisti di sinistra come abbiano vissuto lo scandalo della pedofilia. Io ho sentito giudizi sprezzanti sul Papa e il ricorso concorde al dirottamento dell'otto per mille (altro pallino dei comunisti italiani: o vi allineate o vi tagliamo i fondi!). Qualche anno fa non ricomparve anche in Italia il grido "morte ai preti?". O sposiamo il cattolicesimo democratico e temperato che a loro piace, o siamo fritti. E' solo questione di tempo! Perdonatemi se vi sembro eccessivamente pessimista, ma alcune idee non sono mai morte. Sono semplicemente congelate in vista di tempi migliori.

    RispondiElimina
  38. <span>
    <p>eccellente sempre don64 !
    </p><p>su ognuna delle sue affermazioni descrittive della realtà attuale post-CVII sarebbe opportuno aprire un capitolo da approfondire in lungo e in largo, per dare un quadro completo di com'è ridotta la Chiesa da 45 anni, e per farne prendere coscienza anche a chi è ancora intorpidito e non si rende conto del caos in cui viviamo
    </p><p>Riporto una tra le tante ottime sue constatazioni nel precedente post:
    </p><p><span>Convegni, dibattiti, lettere pastorali, unità pastorali......Si è fatto di tutto e di più per agganciare i lontani (tutti battezzati, peraltro). Forse bisognerebbe ripartire da Cristo e dall'identità della fede</span>
    </p><p>questa amara in particolare mi ricorda quella battuta piena di sconforto di A. Socci:
    </p><p>"Il Verbo si è fatto carta" !
    </p></span>

    RispondiElimina
  39. Un'altra Messa non solo è possibile ma è necessaria! (giusto per riprendere uno slogan di fine anni 90 del compagno Fausto Bertinotti) :-P

    RispondiElimina
  40. Non credo che all'Unità abbiano ben compreso la gravità della questione né l'entità delle forze in campo (cosa, tra l'altro difficilissima anche per un cd. cattolico contemporaneo "normodotato"). Di conseguenza se la loro fosse paura sarebbe solo un riflesso pavloviano...

    RispondiElimina
  41. bravo Moscardò : specialmente quando lo guardava con occhio geloso perchè si accorgeva che i sacrifici di Abele erano più graditi al Signore dei suoi !

    RispondiElimina
  42. E se si ripristinasse quella di S.Pio V, come unica Messa, non sarebbe ancora meglio?

    RispondiElimina
  43. ... o che s'è impegnata a "sdoganare cattolicamente" la pratica naturista (insomma andare al mare a ... mele all'aria).

    RispondiElimina
  44. <span>E spariranno i cattolici adulti che abbiamo allevato con tanta dedizione.</span>
    quella è la grande paura per cui hanno deciso di vigilare, per impedire in tutti i modi che rifiorisca la Tradizione, mediante una scelta radicale: chi ama la Tradizione ama veramente Cristo, come ha dimostrato quel sacerdote Joseph (ore 14) nella sua commovente testimonianza, di aver sentito un richiamo profondo  che la Messa di sempre ha suscitato nel suo cuore, intorpidito da decenni di celebrazioni NO che non lo coinvolgevano mai così totalmente  !

    RispondiElimina
  45. Concordo. Leggendo l'articolo si avverte un brividino lungo la schiena, non tanto per chi l'ha scritto, ma per le pagine che l'hanno ospitato. Certo poi chi l'ha scritto ha la responsabilità di averlo scritto così.

    RispondiElimina
  46. Se l'unità si preoccupa tanto della messa in latino è perché non ha proprio niente di meglio... credo

    RispondiElimina
  47. è esattamente quello che dicevo stamattina, che non ci servono insegnamenti dai maestri dell<span> l'Unità, e da tutti i disperati ideologi del 19.-20.mo secolo che hanno ucciso la Fede con la menzogna comunista e il suo materialismo storico, così come tutte le utopie di paradisi terreni senza Dio, neanche se ci provano ad abbagliarci con slogan ed insegne luccicanti del tipo "Nuova civiltà dell'amore" e simili... !</span>

    RispondiElimina
  48. Impossibile che non abbia niente di meglio, basta poco per essere meglio della nuova messa.... credo. ;)

    RispondiElimina
  49. "popolo di Dio che si costruisce grazie ad un'azione pastorale, ecc. ec.. bla bla bla.."??? 
    antropocentrismo, velleitarismo, parole al vento...
    o non è il Signore, con la sua Presenza e la sua Opera perpetuata da quella Messa, che costruisce il suo "Corpo mistico", cioè la Chiesa? Quel popolo, come dicevano gli ebrei, è diventato "Corpo mistico di Cristo", dicono e vivono i cattolici

    RispondiElimina
  50. ma potrà mai ricordare e parlare del Corpo Mistico un prete che scrive sull'Unità, e si esprime con quella assurda definizione <span>"liturgia ricca di antitesi e di contrapposizioni",</span>
    indice sicuro di una ideologia retrostante ben nota, per nulla cattolica, ma che ha permeato di sè il linguaggio di tanti ecclesiastici post CVII, come hanno già evidenziato don64 e Moscardò (circa la "controcultura"....) ?

    RispondiElimina
  51. Caro Concilium docet, quella espressa con la lapidaria constatazione di Socci, nonchè con il grido d'allarme lanciato dall'allora Cardinale Ratzinger, è la tremenda realtà. Se vogliamo, è la riproposizione dell'antico e vero male del cristianesimo: la gnosi. Certo, oggi si utilizzano mezzi sofisticati, ma la sostanza resta identica: svuotare il senso dell'incarnazione, cioè sopprimere la Carne. S. Agostino lo aveva percepito da par suo, consegnandoci una formula che sintetizza l'eterna sfida: "Questo è l'orrendo e occulto veleno del vostro errore, che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel suo esempio e non nel dono della Sua Persona". Noi non proponiamo più la persona di Cristo, ma il suo esempio. Non ci interessa la carne, ma che possiamo essere accolti dal mondo, che possiamo instaurare il dialogo con tutti. Abbiamo rispetto di chiunque guardi a Cristo come ad un modello di buone maniere e ad un maestro di umanità. Questa è la gnosi di oggi. Questo è il Cristo a cui guarda l'Unità. E noi ci lasciamo attirare in questo gioco cretino e privo di contenuti. Riusciamo a canonizzare chiunque abbia detto qualcosa su Cristo o abbia raffigurato Cristo. Parliamo anche noi di valori, etc. etc. Ma dov'è la Carne? Lo annunciava Peguy: un cristianesimo senza Cristo! Ci siamo in pieno!

    RispondiElimina
  52. un consiglio da amico: il Giornale lascialo perdere ... guarda cosa sta facendo con Fini...lo stesso stile usato col povero Boffo...se poi lo confronti con Famiglia Cristiana (in meglio addirittura) allora vuol dire che ti sei già rovinato il cervello (che è quel pezzo del corpo umano con il quale alcuni pensano e producono idee ...)

    RispondiElimina
  53. è tutto verissimo, don64, questo tremendo scarnificare  la figura di Nostro Signore per renderla "virtuale", astratta, intellettuale, ideologizzata, finchè un giorno Egli sarà....ritenuto solo un simbolo, come temeva Pio XII nella sua premonizione del 1936 !
    Grazie per aver magistralmente ampliato l'argomento, a vantaggio mio e di tutti i presenti !

    RispondiElimina
  54. <span>è tutto verissimo, don64, questo tremendo scarnificare  la figura di Nostro Signore per renderla "virtuale", astratta, intellettuale, ideologizzata, finchè un giorno Egli sarà....ritenuto solo un simbolo, come temeva Pio XII nella sua premonizione del 1936 ! 
    Grazie per aver magistralmente esplicitato ed ampliato l'argomento, a vantaggio mio e di tutti i presenti : Dio voglia che i cattolici piccoli e grandi, aprano presto gli occhi su questo stravolgimento della Persona di Nostro Signore che avanza in modo insidioso tra di noi, quasi impercettibile ai più, ma fin troppo efficace !</span>

    RispondiElimina
  55. Ci si posson veder tante cose in quest'articolo. Ognuno quelle che preferisce.

    RispondiElimina
  56. Dice un'inesattezza, don 64. I vescovi non sono stati sempre di sinistra.

    RispondiElimina
  57. <span>guarda cosa sta facendo con Fini...</span>

    maggio55, sei per caso un ammiratore dell'ineffabile Giankippà?

    RispondiElimina
  58. Verificare la verità leggendo Famiglia Cristiana non è così difficile come trovare chi si nasconde dietro un gioco di scatole cinesi-monegasche.

    RispondiElimina
  59. non lo so pero' è uno che ha il coraggio di dire che finalmente l'epoca di un certo tipo di economia è finita...magari se aspettava la fine legislatura per dirla era meglio perchè a oggi nessuno (se non Berlusconi) è in grado di governare la nazione...con idee finalmente un po' nuove e pulite ci sarebbe Vendola ma figuriamoci se in Italia si manda al governo un omosessuale (e di sinistra)

    RispondiElimina
  60. ricorda il caso del povero Boffo... se quello è buon giornalismo parliamo pure di altre cose perchè partiamo da regole etiche diverse...molto

    RispondiElimina
  61. E cattolico con amante.

    RispondiElimina
  62. Qui non si parla di buon o cattivo giornalismo: si sta dicendo che Famiglia Cristiana ha consigliato la visione di un film in cui si bestemmia. E' vero o no? Consultar Famiglia Cristiana, ho scritto, non è difficile come scoprir chi c'è dietro le società off shore della casa di Montecarlo.

    RispondiElimina
  63. Per Dante. Il sempre si riferisce agli ultimi decenni (con qualche eccezione e qualche ingenuità di troppo: vedi l'aver decretato la morte del partito dei cattolici. Ma questo è solo un giudizio personale, ovviamente).

    RispondiElimina
  64. OK. Ma delusioni, e pesantissime, son venute anche da chi non era di sinistra. E quanto al partito dei cattolici, se è miseramente crollato è perché aveva in sé un baco politico e morale che l'ha roso sino alle ultime radici.

    RispondiElimina
  65. Mi scuso per l'OT (che non si ripeterà :) )

    Ho ascoltato stasera Feltri. Ha definito, in sostanza, Gankippà TRE VOLTE TRADITORE (mi  è tornato in mente, chissà perchè, Galeazzo Ciano). Non son sicuro di riportare esattamente perchè l'ho ascoltato mentre facevo altro, mi sembra comunque che la sostanza fosse questa: TRADITORE quale cofondatore del PDL , TRADITORE degli elettori, TRADITORE del programma sottoposto dal governo agli elettori.
    Conclusione: richiesta di dimissioni.

    Dissento dall'attribuzione a Giankippà di coraggio. Penso che nella sua carriera politica mai, dico mai, ne abbia dimostrato. Come mai ha dimostrato altro se non la capacità, questa sì che ha dell'incredibile, di sciorinare luoghi comuni, frasi fatte e becera retorica.
    Idee? Programmi? Niente. MAI. Il vuoto.
    Un uomo che non crede in nulla e che ha sempre agito (come del resto i suoi colleghi politicanti, TUTTI) solo al fine di ricavarne vantaggi personali.

    RispondiElimina
  66. @maggio55

    Mi scuso con tutti per l'OT (che non si ripeterà :) )  
     
    Ho ascoltato stasera Feltri. Ha definito, in sostanza, Gankippà TRE VOLTE TRADITORE (mi  è tornato in mente, chissà perchè, Galeazzo Ciano). Non son sicuro di riportare esattamente perchè l'ho ascoltato mentre facevo altro, mi sembra comunque che la sostanza fosse questa: TRADITORE quale cofondatore del PDL , TRADITORE degli elettori, TRADITORE del programma sottoposto dal governo agli elettori.  
    Conclusione: richiesta di dimissioni.  
     
    Dissento dall'attribuzione a Giankippà di coraggio. Penso che nella sua carriera politica mai, dico mai, ne abbia dimostrato. Come mai ha dimostrato altro se non la capacità, questa sì che ha dell'incredibile, di sciorinare luoghi comuni, frasi fatte e becera retorica.  
    Idee? Programmi? Niente. MAI. Il vuoto.  
    Un uomo che non crede in nulla e che ha sempre agito (come del resto i suoi colleghi politicanti, TUTTI) solo al fine di ricavarne vantaggi personali.

    RispondiElimina
  67. @maggio55 
     
    Mi scuso con tutti per l'OT (che non si ripeterà :) )   
      
    Ho ascoltato stasera Feltri. Ha definito, in sostanza, Gankippà TRE VOLTE TRADITORE (mi  è tornato in mente, chissà perchè, Galeazzo Ciano). Non son sicuro di riportare esattamente perchè l'ho ascoltato mentre facevo altro, mi sembra comunque che la sostanza, tralascio le motivazioni, fosse questa: TRADITORE del PDL, TRADITORE degli elettori, TRADITORE del governo.   
    Conclusione: richiesta di dimissioni.   
      
    Dissento dall'attribuzione a Giankippà di coraggio. Penso che nella sua carriera politica mai, dico mai, ne abbia dimostrato. Come mai ha dimostrato altro se non la capacità, questa sì che ha dell'incredibile, di sciorinare luoghi comuni, frasi fatte e becera retorica.
    In campo economico poi, da uno servilmente disponibile (inutile specificare chi fa pressioni in tal senso), in compagnia della quasi totalità della pseudo opposizione, a togliere allo Stato quel poco che rimane di possibilità di controllo su aziende quali l'ENI per completare la svendita dello Stato, non ci si può aspettare altro che il peggio.  
    Idee? Programmi? Niente. MAI. Il vuoto.   
    Un uomo che non crede in nulla e che ha sempre agito (come del resto i suoi colleghi politicanti, TUTTI) solo al fine di ricavare vantaggi personali.

    RispondiElimina
  68. Cari amici della Redazione la prossima volta lasciate perdere gli articoli di don Di Giacomo.... ve lo dice uno che ne sa qualcosa...
    lasciate perdere.....

    RispondiElimina
  69. sarebbe interessante sapere cosa la Redazione pensa di questo articolo

    RispondiElimina
  70. ....che si arrovellava nella cultura (anche se catacombale - Evola, Guenon, Mishima, Junger, Drieu la Rochelle, Brassillach, ...) ammise di aver deciso di iscriversi al MSI dopo aver visto "Berretti Verdi" di John Waine. Cosa pretendete! La kippà è stata la giusta fine del suo processo di maturazione. E ora deve sorbirsi gli attacchi di uno come Feltri. Rob da mat.

    RispondiElimina
  71. Una bella notizia: uno dei postulanti (quelli con il mantello senza tonaca) è italiano, ci ho scambiato qualche parola. Io a inizio mese sono andata a Norcia appositamente, ho fatto tutto un giro nel centro Italia finendo con un paio digiorni a Norcia. La basilica è stata spogliata del suo altare originale in seguito alla "riforma" anche perchè i benedettini erano già estinti.Quelli di ora sono presenti da meno di10anni sul territorio. I monaci cantano tutto in gregoriano, persino il graduale tutti i giorni, senza fretta, in stupendo ordine e devozione, fanno un meraviglioso servizio anche per le confessioni e... se gli porti una teca con l'ostia senza glutine non ti fanno problemi al momento della comunione!!! ;-)

    RispondiElimina
  72. Mi scusi gentile maggio 55, ma debbo proprio complimentarmi con Lei per il Suo davvero inusitato coraggio e la Sua letteralmente incommensurabile Carità cristiana: è davvero difficile trovare oggi (salvo che nell'estrema sinistra dipietresco-vendoliana; Bertinotti e D'Alema, che sono persone più accorte e, per lo più, si limitano a tacere) chi riesca a trovare l'ardimento di difendere una certa persona (circa la quale, personalmente, mi ritrovo a concordare con il giudizio reso dal Sig. Cesare qui sopra).

    Quanto al mio cervello - del quale Lei si è preso la gentile cura di descrivermi l'appropriata funzione - mi permetto di metterLa a parte del segreto di come esso venga comunemente considerato adeguato alle attività professionali (di carattere eminentemente intellettuale, ahinoi!) che sono uso svolgere; tutto questo, ovviamente, senza intendere accampare la minima presunzione di potermi anche solo lontamente avvicinare al livello di quello che ha l'onore di decorare il Suo così singolare intelletto.

    RispondiElimina
  73. Il baco, forse, (se intendiamo riferirci a "popolari" e "democristiani") di non aver mai propugnato la Dottrina sociale della Chiesa o programmi di sostanza effettivamente cattolica ...

    RispondiElimina
  74. Nobis quoque peccatoribus20 agosto 2010 alle ore 02:07

    Non sapevo che l'unita' avesse un proprio cappellano.

    FdS

    RispondiElimina
  75. liturgia multi-color20 agosto 2010 alle ore 07:09

    don Di Giacomo puntualizza, al centro del suo discorso, ciò a cui tutti assistiamo,  la variegata espressione multiculturale delle Liturgia seguita al Concilio, che aumentano a dismisura le loro "varietà", secondo il<span> pluralismo</span> che le ha generate:
    <span>"La liturgia del post-Concilio ci ha permesso di vedere, sull’altare pontificale di Giovanni Paolo II, rappresentazioni dell’intero<span> caleidoscopio di lingue e di culture </span>dell’orbe cattolico."</span>
    Liturgia sempre più varia e diversamente celebrata, come sappiamo e vediamo, in via di frammentarsi e moltiplicarsi all'infinito in diversissime forme CREATIVE, come vediamo nelle PERFORMANCES impensabili ma ben attivate da gruppi capaci di aggregare, come ha raccontato Caterina, e catalizzare l'attenzione del pubblico (popolo) il coinvolgimento emotivo e l'audience con....
    "tutto quanto fa spettacolo", vedi la messa sulla spiaggia, anche con gente in bikini...: è la deriva della creatività seguita alla ROTTURA di schemi e regole, libertà da ogni freno...e questo anche il lettore dell'Unità dovrà rilevarlo, se si sofferma su questo punto!

    RispondiElimina
  76. liturgia multi-color20 agosto 2010 alle ore 07:11

    <span>don Di Giacomo puntualizza, al centro del suo discorso, ciò a cui tutti assistiamo,  la variegata espressione multiculturale delle Liturgia seguita al Concilio, che aumenta a dismisura le sue "varietà", secondo il <span>pluralismo</span> che le ha generate:  
    "La liturgia del post-Concilio ci ha permesso di vedere, sull’altare pontificale di Giovanni Paolo II, rappresentazioni dell’intero<span> caleidoscopio di lingue e di culture </span>dell’orbe cattolico."  
    Liturgia sempre più varia e diversamente celebrata, come sappiamo e vediamo, in via di frammentarsi e moltiplicarsi all'infinito in diversissime forme CREATIVE, come vediamo nelle PERFORMANCES impensabili ma ben attivate da gruppi capaci di aggregare, come ha raccontato Caterina, e catalizzare l'attenzione del pubblico (popolo) il coinvolgimento emotivo e l'audience con....  
    "tutto quanto fa spettacolo", vedi la messa sulla spiaggia, anche con gente in bikini...: è la deriva inarrestabile della creatività seguita alla ROTTURA di schemi e regole, <span>libertà da ogni freno.</span>..(vietato vietare) e questo anche il lettore dell'Unità dovrà rilevarlo, se si sofferma su questo punto!</span>

    RispondiElimina
  77. subito dopo egli confronta tale liturgia multi-color con l'intento dell'attuale pontificato dicendo:
    <span>" Su quello di Benedetto XVI ci viene spiegato che esse contenevano tutte <span>qualcosa di più profondo </span>anche degli irripetibili gesti del grande Papa polacco. E proprio perché testimoniati così generosamente dal cristiano Karol Wojtyla,  <span>quel “qualcosa” (per i distratti: si chiama Gesù Cristo)</span> va visto, riconosciuto e testimoniato."</span>
    ----------------------
    ooh.....magnifica sua bontà....di averlo nominato e messo in rilievo, sia pure sotto il nome indefinito di  
                          QUALCOSA  !
    .....pensando alla totale emarginazione dei Tabernacoli, alla scomparsa del senso del Sacrificio della Croce, all'antropocentrismo sempre più sfacciato nelle omeli e nelle  messe-show....
    aver detto  <span>quel QUALCOSA.....</span>
    è già  qualcosa    !     <span> :( </span>

    RispondiElimina
  78. Gentile ospite:
    Bertinotti e D'alema? Tacciono? E meno male! Sarebbe bene che lo facessero anche per il futuro e purtroppo su D'alema non ci scommetterei (che rimanga fermo e zitto). In quanto al riferimento al Giornale ti rammento sempre il grande livello di qualità giornalistica usata verso Boffo ... mi vengono in mente anche le altezze raggiunte da Panorama con l'articolo sui preti gay ma ormai anche da sinistra ci hanno abituato al fatto che il gossip rende di più dei fatti e quindi avanti savoia.
    Comunque se il giornalismo del Il Giornale ti (sui blog è più simpatico dare del tu...soprattutto se si usano nickname anonimi) aggrada di più come metodo per stuzzicare le idee mi cheto poichè i presupposti di partenza fra di noi sono troppo diversi... 
    (Mi sovviene anche di  quando Feltri pubblico' a puntate e commento' il Corano dimostrando grande cultura storiografica e esegetica...)
    A Fini si deve riconoscere il coraggio di dire finalmente che il sistema economica aum-aum degli anni precedenti (mattone e mattone e mattone...che è stata anche la ricetta proposta per superare la crisi economica degli ultimi mesi).
    A Fini pero' bisogna domandare anche: ma che ..... hai fatto finora? Tutta codesta onestà dov'era negli anni passati? 
    Anche "il mio singolare intelletto" svolge attività professionali (tecniche ahinoi!) ma lo uso anche per attività manuali (ho un poderuccio di viti e olivi), per attività formative in parrocchia e (dimenticavo) per leggere i giornali.

    RispondiElimina
  79. ...anche il cribbio dice di essere cattolico con amante(i)

    RispondiElimina
  80. <span>Gentile ospite:  
    Bertinotti e D'alema? Tacciono? E meno male! Sarebbe bene che lo facessero anche per il futuro e purtroppo su D'alema non ci scommetterei (che rimanga fermo e zitto). In quanto al riferimento al Giornale ti rammento sempre il grande livello di qualità giornalistica usata verso Boffo ... mi vengono in mente anche le altezze raggiunte da Panorama con l'articolo sui preti gay ma ormai anche da sinistra ci hanno abituato al fatto che il gossip rende di più dei fatti e quindi avanti savoia.  
    Comunque se il giornalismo del Il Giornale ti (sui blog è più simpatico dare del tu...soprattutto se si usano nickname anonimi) aggrada di più come metodo per stuzzicare le idee mi cheto poichè i presupposti di partenza fra di noi sono troppo diversi...   
    (Mi sovviene anche di  quando Feltri pubblico' a puntate e commento' il Corano dimostrando grande cultura storiografica e esegetica...)  
    A Fini si deve riconoscere il coraggio di dire finalmente che il sistema economica aum-aum degli anni precedenti (mattone e mattone e mattone...che è stata anche la ricetta proposta per superare la crisi economica degli ultimi mesi) deve finire perchè ha spazzato via l'etica dal sistema sociale.
    A Fini pero' bisogna domandare anche: ma che ....zo hai fatto finora? Tutta codesta onestà e lucidità dov'era negli anni passati?   
    Anche "il mio singolare intelletto" svolge attività professionali (tecniche ahinoi!) ma lo uso anche per attività manuali (coltivo un poderuccio di viti e olivi), per attività formative in parrocchia, per attività ludiche "familiari" (anche se convivo) e (dimenticavo) per leggere i giornali.</span>

    RispondiElimina
  81. ci puo' essere di peggio: ci sono altri giornali cattolici che consigliani di leggere gli articoli di don Nitoglia...forse è meglio abituare la gente ad ascoltare una bestemmia...

    RispondiElimina
  82. Ed infatti gli intellettuali di sinistra, quando si professano cattolici, hanno bisogno o dele messe rock, coinvolgenti a livello di epidermide come un concerto, o di omelie destrutturanti (che buttano giù, cioè, l'edificio gerarchico ed istituzionale). Alla base c'è sempre l'idea di un popolo che deve esere liberato in senso contingente e storico. Il che rappresenta l'esatto equivalente, nel nostro linguaggio, della comunità che celebra se stessa o del popolo che finalmente ha riacquisito...se stesso. Mi convinco sempre più che l'effetto devastante del postconcilio sia nato dal connubio tra il Sessantotto, con tutto ciò che lo ha fondato in termini di idee, e la convinzione che l'intento pastorale del Vaticano II significasse l'adeguamento a quel mondo nuovo prospettato da simili visioni. Il Sessantotto ha esaurito la sua carica, e noi ci siamo ritrovati con il mondo nuovo da progettare. Paradossalmente, sono alcune "comunità" cristiane che cercano di tradurre oggi quanto il comunismo non ha saputo realizzare. Ecco perchè ci accarezzano e ci tengono buoni. Don Gallo, per esempio, usa termini che nemmeno Bersani e compagni adottano più in maniera palese (ma li pensano e sognano ogni notte di vederli realizzati...). I veri frustrati della storia sono i cattocomunisti. La loro parola non è profezia; è soltanto rabbia! Se qualche vescovo cominciasse a zittirli, forse vedremmo sparire presto anche le carezze dell'Unità. E invece diamo l'impressione che nella Chiesa ci sia libertà per tutti e che il Papa, in fondo, è ascoltato soltanto da una cerchia di bigotti. E così si alimenta il sogno dell'avvenire nuovo...Mostruoso che proprio noi prestiamo il fianco!

    RispondiElimina