Dopo i fatti del coro di Cremona (vedi qui), continuano le picconate che certo clero istupidito e degradato assesta al patrimonio artistico di cui la Chiesa, e i fedeli con lei, portavan fino a pochi decenni fa gran vanto e fierezza. Se Dostojevskij si chiedeva: "Quale bellezza salverà il mondo?", noi siamo costretti a domandarci: "Quale sconcezza lo vuol condurre a perdizione?"
Il parroco: «Ho chiesto di fare generi più popolari per la messa»
Il coro parrocchiale di San Paolo non canterà più nella chiesa di via Carducci.
L'ultima messa a cui hanno cantato è stata quella del 21 febbraio, la prima di Quaresima. Poi basta. Niente triduo, niente Pasqua di Resurrezione. Niente più Gloria di Charles Gounod. Niente più Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, quattro voci in do maggiore. Niente più Mozart. Niente più Adoramus te Criste, Stabat Mater. Niente più prove nella chiesa di San Paolo, via Carducci, cuore del quartiere Italia, dove risiedono pure la società di San Paolo con una decina di religiosi e le Pie Discepole del Divin Maestro che aiutano nell'animazione liturgica. «Non siamo più stati messi nelle condizioni di cantare», dice il direttore Luigi Ceola, che abita a Isola Vicentina e guida il coro parrocchiale da 15 anni. «Invitati a cambiare repertorio - spiega - a scegliere canti più popolari, che coinvolgessero tutta l'assemblea». «Cacciati in pratica», dicono i coristi.
Il coro parrocchiale di San Paolo, voci adulte maschili e femminili, canta da 30 anni nelle celebrazioni più importanti della chiesa, un gruppetto di mezza età, animati anche dalla voglia di stare insieme. Hanno sempre cantato, una volta al mese e sempre nelle feste più importanti, come Natale, l'ultima cena, il venerdì santo, Pasqua. Musica sacra, impegnativa, latino. Più da ascoltare che non da seguire con le parole. Era sempre stato così: prima con mons. Antonio Corrà oggi parroco a Cologna Veneta, poi con don Flavio Lista, che ora è parroco a Isola. Quattro anni fa è arrivato don Luca Trentin, classe 1961, per cinque anni era stato in missione in Brasile.
Un prete con le sue idee, uno "tosto", uno di quelli che insieme ad altri sacerdoti della Diocesi non si era certo tirato indietro nell'esprimere la sua posizione contro il Dal Molin, tanto per dirne una. In parrocchia c'è chi non esita a chiamarlo il prete dei "No".
Anche in fatto di musica. Sono seguiti recenti confronti, conditi da carteggi, anche lettere anonime, assemblee. Il parroco, supportato dal consiglio pastorale, racconta di aver sollecitato il responsabile del coro a comprendere il valore del coinvolgimento della comunità anche attraverso i canti, chiedendogli di frequentare i corsi diocesani di formazione per i cori, uno dei quali l'anno scorso tenuto proprio a San Paolo, facendo presente l'utilità di accordarsi su canti validi da imparare e cantare poi in tutte le messe. «Ha rifiutato l'invito - dice - dicendo che sapeva già di cosa parlavano».
Il direttore chiede se c'è proprio bisogno di modificare il repertorio del coro, considerando che non è presente a tutte le messe, con il rischio così di abbandonare un patrimonio consolidato, «che dovrà essere sostituito e quindi dimenticato», ricominciando da zero. Un corista, A.B. dice di soffrire per la situazione. Scrive che all'inizio il coro «è stato in qualche modo accettato dal "giovane" parroco, poi sopportato e ultimamente non più desiderato perché gli non piace il canto sacro tradizionale». Conclusione: il coro ha lasciato l'attività a San Paolo, non farà più le prove in chiesa. E non si sa il suo destino.
«Per ora rimango in contatto con il gruppo», dice il direttore. Domenica cantano alla messa delle 11 nel Duomo di Gallio. Altra diocesi. Più avanti si vedrà. Don Luca Trentin racconta di aver fatto diversi passi perchè il coro continuasse a cantare. Ma sul punto di partenza era stato chiaro: l'obiettivo era di condurre ad una maggiore partecipazione alla messa dei fedeli. «Il coro però - afferma il parroco - ha preferito mantenere la propria identità, non ritrovandosi in quanto gli veniva chiesto, ha fatto altre scelte». Di fatto «ha continuato a cantare fino a prima di Pasqua, quindi per 4 anni anni con la mia presenza, le sollecitazioni ad un cambiamento d'impostazione coerente con le indicazioni liturgiche non li trovava d'accordo, in particolare il direttore. Richiamati a prendere una posizione, hanno optato per continuare come hanno sempre fatto, ma altrove». «L'animazione delle messe per ora continua come prima - risponde il parroco - tenendo comunque conto che il coro cantava solo alcune volte, in attesa di capire il loro orientamento. Una modalità più precisa verrà presa all'inizio del prossimo anno pastorale».
Luigi Ceola difende l'attività del coro «composto da parrocchiani cresciuti frequentando la chiesa e con l'idea che fosse indispensabile la presenza di un certo tipo di canto per solennizzare le feste». E ancora: «Per chi pensa che i testi in latino siano un problema, faccio notare che il repertorio proposto a livello diocesano per il prossimo convegno sui cori parrocchiali prevede la gran parte di canti con testo latino oltre che qualche melodia gregoriana». Poi allarga il ragionamento: «Il problema non è il repertorio del coro, è l'estrema passività dell'assemblea, non solo sul canto». E chiude: «Cambiare il repertorio, significa azzerare quello che c'è. Se ciò accadesse in tutte le chiese sarebbe un vero e proprio delitto contro la musica sacra vera. Sarebbe come togliere i quadri di Giotto o di Michelangelo dai muri delle basiliche». R.B.
Fonte: Il Giornale di Vicenza
La madre dei cretini è sempre incinta.
RispondiEliminaLa categoria dei Sacerdoti ex missionari sono quelli più difficili da gestire.
RispondiEliminaAncora esaltati dalla bellissima esperienza missionaria, sono convinti che la Chiesa in patria, necessiti delle loro "cure" liturgiche per ripartire. E allora, avanti con canti tribali, casule arcobaleno, interminabili processioni dei doni, preghiere dei fedeli di carattere sociale e via discorrendo.
( Peggio sono i Sacerdoti che non avendo mai vissuto l'esperienza missionaria, vogliono imitarla nelle loro parrocchie. )
Caro don Trentin, va bene che ogni Parroco vuole mettere un suo tocco personale nella Liturgia. Accettiamo pure che tutti i Rettori vogliano personalizzare l'arredo interno della chiesa con l'aggiunta di indispensabili cartelloni colorati.
Sopportiamo, che ad ogni cambio di gestione parrocchiale, sia l'intera comunità cristiana ad adattarsi alle esigenze del Pastore, e non viceversa.
Ma porca gallina zoppa ! Questi poveri coristi cantano un paio d'ore al mese! Che fastidio mai daranno a Lei e all'assemblea !?
Cerchi piuttosto di unire la comunità affidatale, che a dividerla fa sempre tempo.
Penso che il fattaccio abbia bisogno solo di solidarietà nei confronti del Maestro e del Coro.
RispondiEliminaDovremmo cercare di invitare il Coro nelle nostre chiese , limitatamente alle difficoltà legate alla distanza.
<span><span>Da qualche anno ho inserito nel mio “<span><span>curriculum personale</span></span>” questa frase “ <span>Nel 1985 </span>( Andrea Carradori<span>) è stato cacciato insieme al Coro “Domenico Silverj” dal Parroco dell’allora Basilica Cattedrale di Tolentino dove svolgevano volontariato liturgico da 15 anni con l’accusa di eseguire musiche borghesi ed in latino</span>”.</span></span>
A Pila di Perugia da un anno preciso è successa la stessa identica cosa: un coro che cantava da 26 anni è stato liquidato su due piedi con le stesse motivazioni e pretesti. Ogni tentativo di risolvere la situazione coi preti attuali gestori della parrocchia si è infranto su un muro di gomma.
RispondiEliminaIl fatto che il nuovo parroco del paese, quello che ha cacciato il coro amante del latino, sia nato nel 1961 dimostra che i sacerdoti delle nuove generazioni non sono affatto migliori o più sensibili alla Tradizione rispetto a coloro che hanno vissuto in prima persona i mitici anni del pseudo-concilio. Anzi, direi che hanno ricevuto la propria formazione in seminari disastrati e imbevuti di mitologia post-conciliare e sono venuti su con la classica mentalità del pastore protestanto ovvero il grande santone tuttofare impegnato nel sociale e nel "vogliamoci bene".
RispondiEliminaPersonalmente, ho smesso di frequentare la mia parrocchia del duomo cittadino (Mirano Veneto) quando è andato in pensione il vecchio arciprete ordinato nel 1946, Mons. Facchinello, il quale indossava sempre la talare e sedeva affiancato alla parete laterale del presbiterio durante la S. Messa.
L'attuale arciprete, al contrario, ordinato nel 1962, veste abiti civili, adopera squallidi camicioni bianchi in luogo della tenuta corale e siede "in trono" nell'abside durante la liturgia della Parola. Inutile dire che, appena arrivato, ha fatto togliere tutti gli antichi tabernacoli di marmo dagli altari laterali della navata e ha riempito la Chiesa di striscioni colorati. Questi sono i preti del dopo concilio! E sono convinto che il prossimo arciprete sarà peggiore di questo!
nei seminari si fuma troppa maria ed ecco i risultati....
RispondiElimina<span><span>in seminari disastrati e imbevuti di mitologia post-conciliare e sono venuti su con la classica mentalità del pastore protestante</span>
RispondiElimina<span>il regime infatti è ormai fortissimo:</span> ha indottrinato per 45 anni tutti con le catechesi e formazioni sacerdotali catto-protestanti, sostenuto (affiancato) nella scuola statale da una classe docente relativista e anticlericale (cattolica per anagrafe, ma nemica della Chiesa, conarmi didattiche e libri di testo uniformemente anticristiani), quindi....
di che cosa meravigliarsi ?
I novatores picconatori della Tradizione hanno okkupato <span>tutti i posti chiave della comunicazione e dell'educazione, </span>come possiamo allora sperare che questa Chiesa possa risanare la mentalità diffusa anti-Tradizione, passata da padri a figli, da ex-allievi 68ini divenuti maestri a loro volta del verbo anti-cattolico, questa Chiesa che essa stessa ha alzato il vessillo del "tutto nuovo, tutto migliore, vietato vietare":questa Chiesa, che ha scatenato la malattia dentro di sè, -eliminando difese e anticorpi millenari, presenti solo nella Tradizione- come potrà guarire se stessa e tutti quelli che ha contagiato ?
<span>Chi libererà la Chiesa dal regime</span> al quale essa stessa ha spalancato le porte nei "formidabili anni '60" con le vaste aperture, ben più larghe che fessure- favorendone l'insediamento trionfale al suo interno ?</span>
E che Mons. Regazzo non è certo tra i peggiori, per lo meno per fama! L'importante è che non smantelli lo splendido tabernacolo dell'Altar Maggiore!!
RispondiElimina<span><span>Questi poveri coristi cantano un paio d'ore al mese! Che fastidio mai daranno a Lei e all'assemblea !? </span>
RispondiElimina<span> eh beh...caro Mantovano, </span>
<span>lei deve pur capire che il regime per rimaner forte, NON TOLLERA CONCORRENTI!</span>
<span>esso ha bisogno di eliminare IMPLACABILMENTE ogni mimima traccia culturale che ricordi l'esistenza di un Sacro perenne, non soggetto alle mode e che riporti alla Tradizione, quella iniziata dal Salvatore stesso nella consegna a Pietro della Sua Chiesa:</span>
tutto, proprio tutto ciò che sa di tradizionale va picconato, smantellato e cacciato via senza pietà!
tutto quello che riporterebbe al vero senso del Sacro Eterno, alla bellezza di Dio che suscitano quei canti sacri nel cuore di chi si trova ad ascoltare, anche passando lì per caso... tutto ciò deve SCOMPARIRE DALLE CHIESE !
Dentro le chiese deve regnare l'uomo con i suoi canti frivoli, scialbi e sentimental-popolari, di specie folk (=popolo):
<span>Il Popolo nominato sovrano della Chiesa</span> (o convocato come "<span>assemblea"</span>, da quando lo hanno chiamato "popolo di Dio", cfr. "el pueblo unido"....), l'uomo al centro delle chiese e della Chiesa, NON PIU' CRISTO!
<span>Questo vuole il regime, ancora da 45 anni, e questo va fatto, volere o nolere !</span>
E ciò dimostra che la volontà del Papa non conta e non conterà di fatto più nulla....
(perchè quelli che la Redazione chiama "pretonzoli" sono fedeli servi-esecutori del vero Potere, che ascoso, a "comun danno" della Chiesa impera....)
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Dunque il picconamento inaugurato dal 1965 continua alla grande: viva il Concilio !</span>
musiche borghesi in latino? :'( allora passate alle musiche aristocratiche in greco O:-)
RispondiEliminaha fatto togliere i tabernacoli di marmo dagli altari laterali? >:o >:o >:o >:o è un assassinio artistico che grida vendetta al cospetto di Dio :'( :'( ! le Belle Arti erano d'accordo oppure regolarmente non ne sapevano nulla?
RispondiEliminaInvano sperare in un provvedimento disciplinare da pate dell'ordinario diocesano.
RispondiEliminaFaran musiche sud-americane, tipo: non es el tango, non es la congha, quest'è la rumba del cocoricò, cocoricò,cocoricò...i due ultimi cocoricò gorgheggiati a cocodè
RispondiEliminaMa il Vescovo, mons. Nosiglia, che fa'? Che dice?
RispondiEliminaForse sta pensando ad altro? A possibili valigie verso Torino?
Gesù, Gesù, Gesù!
caro Pastorelli....
RispondiEliminadavvero lei regala...riso amaro !
<span>Ma perché mai lo sciagurato parroco, in luogo d'impicciarsi di questioni musicali che non comprende e di fiancheggiare i locali "no global", non se ne ritorna rapidamente in missione, laddove la sua sensibilità musicale e liturgica, potendosi adeguatamente esplicare nei contesti dell'inculturazione, troverebbe una più adeguata collocazione, fra i bonghi e le melodie tribali? Forse che non lo riuscissero più a sopportare nemmeno lì?
RispondiElimina<span>PROPOSTA</span>: annunciamo pubblicamente di aver aperto, per il superiore bene delle anime, una pubblica sottoscrizione, per dotare l'indegno sullodato di un biglietto <span>di sola andata</span> per una qualunque terra di missione di sua scelta.</span>
Caro e illustre Ospite delle 12,22 perchè mai i fedeli cattolici dell'amato Brasile, dove ho trovato molta più dignità liturgica e dottrinale che in Italia, dovranno sopportare nuovamente preti che democraticamente impongono le loro idee?
RispondiEliminaRicordo, per lì'appunto, che a San Paolo del Brasile in una parrocchia un prete, di origini italiane, impose i canterelli della triste stagione sessantottina.
Parlai con il coro e con l'organista.
Essi, come anche i fedeli, sarebbero stati assai contenti di poter eseguire musiche decisamente più serie.
Il "democratico" parroco rifiutò di prendere persino in considerazione tale proposta che veniva, questa si, dalla base !!!
Illustre Ospite preti come quello del vincentino e come quello della parrocchia di San Paolo d B andrebbero mandati, con biglietto AR, in un monastero , possibilmente di antica osservanza, per riflettere sulla loro missione sacerdotale.
Fra la povera gente nelle missioni faranno più del male : a se stessi e soprattutto ai fedeli !
le sollecitazioni ad un cambiamento d'impostazione coerente con <span>le indicazioni liturgiche</span> non li trovava d'accordo, in particolare il
RispondiEliminadirettore
Avevo sottovalutato l'importanza dell'aspetto musicale nell'attuale situazione di sfacelo.
Il canto gregoriano e il repertorio sacro posseggono tesori di una bellezza giustamente sovrumana. Non mi stupisce che don Luca Trentin se ne senta minacciato.
Un grazie particolare al Prof. Carradori per l'opera svolta senza timore delle avversita'.
FdS
........sarebbe ora.....di cacciare..fuori questi..preti...stupidi....arroganti....ignoranti!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaE' sempre la stessa storia! Ma come può fare una corale (che in quanto tale canta a più voci) ad animare le cosiddette Messe comunitarie? Mi sembra proprio che certi Sacerdoti non capiscono un tubero. A meno che.......
RispondiEliminaCaro Olatus Rooc, in effetti è mia intenzione inviare una segnalazione alla competente soprintendenza, non è ammissibile che preziosi tabernacoli marmorei del '700 vengano asportati dagli altari e riposti in magazzino (dove nessuno può apprezzarli) per le manie post-conciliari di un monsignore imbevuto di miti sessantottardi.
RispondiEliminaPer la precisione, vorrei puntualizzare che il pretonzolo ha lasciato al suo posto un solo tabernacolo, quello che decora la mensa dell'altare che conserva una pala dipinta da Giambattista Tiepolo e raffigurante "Il miracolo di S. Antonio". Ciò significa che, in teoria, egli sa riconoscere ciò che è artisticamente di valore, mentre se ne strafrega del valore liturgico degli oggetti. Purtroppo l'iconoclastia è una malattia diffusissima nei sacerdoti del post-concilio ed è difficilissima da debellare, dal momento che si è insinuata come un virus nei cuori del 99% degli attuali preti e vescovi.
Al buon Federico vorrei gentilmente chiedere, dal momento che suppongo sia anch'egli di Mirano, di volersi mettere in contatto con me e, successivamente, con altri eventuali nostri concittadini per formare un piccolo gruppo legato alla Messa VO e per fare una richiesta ufficiale al nostro parrco. Che ne dici? Fino a stamattina credevo di essere l'unico miranese legato alla Tradizione e devo dire che è sempre stato un mio sogno poter partecipare alla Messa di sempre nella mia chiesa parrocchiale (senza dover necessariamente recarmi a Venezia o a Padova). Se sei d'accordo, fammelo sapere attraverso questo blog e ti farò avere il mio numero telefonico. Teoricamente, stando a quanto stabilisce il Motu Proprio, sono sufficienti tre persone per costituire un gruppo stabile e, quindi, per obbligare il parroco a concederla (a meno di impedimenti insuperabili). Questo è l'unico modo per sdoganare la S. Messa Gregoriana e per farla diffondere a tutti i livelli tra il popolo cattolico.
Dio ci scampi.
RispondiEliminaE così i pastori continuano a disperdere le pecore. siamo davvero nei tempi preannunciati alla Salette?
RispondiEliminaGrazie " Nobis quoque".
RispondiEliminaMi dolgo quotidianamente di non aver "scelto la parte migliore" restando laico e facendo così violenza ad ogni cellula del mio DNA.
Mi ha consolato, però, un Sacerdote che mi ha fatto capire che attraverso questo forzato mio stato posso operare con una particolare libertà che mi sarebbe stata impossibile se avessi seguito fino in fondo il mio cuore e la mia mente verso la sublime ascesa sacerdotale.
Questa libertà ha avuto rafforzamento quando, vincendo i concorsi, sono diventato insegnante statale, quindi dipendo direttamente dal Ministero.
Diversamente alcuni miei carissimi e valenti amici insegnanti di Religione che vengono alla Messa NO nascosti, come i seminaristi, in cantoria. Debbono mangiare . Io invece lavoro con lo Stato e non ho bisogno di nascondermi MAI !
La mia "battaglia" per la buona Liturgia e per la Musica Sacra è vecchia comeme .
Grazie ai contatti, in età adolescenziale, con UNA VOCE sono rimasto fedele alla Tradizione anche se, come Maestro di Cappella, non ho mai dismesso l'ideale di far cantare ANCHE i fedeli, i fedeli hanno il sacrosanento diritto di partecipare attivamente alla Liturgia anche attraverso il canto. Questo vale per anche per l'antica liturgia.
Quando c'è un coro, tuttavia, i fedeli possono prendere parte attiva attraverso l'ascolto che diviene preghiera e supplica.
Come insegnante di educazione musicale affermo che una buona parte dell'attuale irrequietezza dei ragazzi adolescenti è provocata dagli ambienti ecclesiali che frequentano : anche nei piccoli paesi hanno ridotto la Santa Liturgia come una specie di festa sfrenata senza alcuna spinta verticale.
Le uniche "contestazioni" che ho nel mio lavoro corale con i ragazzi della scuola non vengono dagli stranieri non cattolici ( sempre di più) ma dagli ambienti catechistici frequentati dagli alunni.
Siamo stati vittime della prepotenza organizzata di consorterie clericali che ci hanno imposto , con una specie di vacatio legis, stili e comportamenti che non hanno alcuna base ecclesiale ( neppure nel Concilio Vaticano II ).
Ora tocca a noi reagire !
Gentile Prof. Carradori,
RispondiEliminala buona musica occupa una parte importante della mia vita. Sin dai tempi della prima comunione ho capito che era impossibile sentirla a Messa e cosi' ci ho fatto semplicemente un fregaccio sopra. La Sua battaglia prova pero' il contrario e questo lascia aperta la speranza.
Non si tratta della musica nelle chiese, ma della musica nella Liturgia.
Al giorno d'oggi non dover nulla alle ubbie di parroci e ordinari e dalle loro piccole vendette rappresenta un gran dono perche' consente di aiutare veramente molte persone.
FdS
ma si, consegnamo pennelli e tempere all'assemblea, rimuoviamo quelle inutili opere d'arte commissionate dalla chiesa pre-conciliare, e sostituiamoli con più democratiche e compartecipanti e concelebranti opere pittoriche dell'assemblea. è la stessa cosa!
RispondiEliminaMi dispiace, ma sono di Scorzè....cioè, se vuoi una mano ci sono volentierissimo, ma credo che le tre persone debbano essere della parrocchia...che, tra l'altro, nella fattispecie è la più grande della Diocesi, quindi qualche altro Tridentino c'è di sicuro! Comunque se vuoi contattarmi scrivimi pure si federicomichielan@libero.it!
RispondiEliminaC'è un sistema per iniziare a liberarsi da questa gentaglia post-conciliare che chiede di costruire una nuova chiesa cattolica . Oggi le curie sono zeppe di commissioni pastorali inerenti questo e quello , ad esempio quella sui mass media oppure quella liturgica .....
RispondiEliminaSi chiede al vescovo, visto i tanti abusi , di costituire una commissione disciplinare che abbia aspetti morali . Tre o quattro secerdoti e molti laici , che segnalano gli abusi di qualsiasi natura al vescovo .
Si scoprirà con rammarico che prima di arrivare ad un arbitrio liturgico , questi sono arrivati ad un arbitrio morale . Si scorpira i loro computer zeppi di materialeèpornografixo e che frequentano donnette o saune ......
Il problema piu grave sara la sorpresa di trovare anche dei vescovi implicati....
Tra la nube oscura del vulcano islandese e la marea nera nel golfo del Messico, non fa specie che la dissoluzione, la putredine avanzi, repentinamente fino alle nostre coste. Credo che -- a parte la questione liturgica, di importanza fondamentale per abituare i cuori alla vera adorazione, piuttosto che ad un teatrino catto-luterano -- il mestiere di prete sia molto difficile. Per farla breve, per essere un vero sacerdote, non basta celebrare la Vera Messa, con tutti i crismi, gli inchini e le formule corrette, ma occorre un'ampiezza del cuore che deve sorgere sì dalla dottrina, ma anche dall'esperienza e dalla Grazia. Questo é difficile! Ci vogliono gli uomini per far rinascere la Chiesa, non basta la "Tradizione". Uomini mediocri non saranno neanche utili alla rinascita della Tradizione. La mediocrità diviene freddezza, paura, formalismo. Abbiamo bisogno di persone illuminate. Basta con la mediocrità! Ma la mediocrità é la caratteristica del nostro tempo, anche nella politica. Gli uomini che oggi si occupano di politica in prima persona, 50 anni fa sarebbero stati i portaborse dei Togliatti, dei Nenni, dei De Gasperi, degli Almirante. Tanto più da un sacerdote oggi si richiede molto, proprio per la crisi estrema del tempo e la sua forma para-apocalittica. In campo tradizionalista ci vogliono uomini speciali che sappiano ravvivare gli animi con coraggio, mettendosi in gioco fino in fondo. Di questo genere di uomini avrebbe bisogno la Chiesa anche e soprattutto in campo tradizionalista, e fino ad ora non li abbiamo visti proprio.
RispondiEliminaVecchio bel film, con due attrici in fiore, Silvana Mangano e Doris Dowling. La Mangano - morta anzitempo - oggi oggi avrebbe potuto far la chierichetta, la lettrice, l'animatrice con quei pantalonciini e la maglietta tesa. Specie nelle messe da spiaggia.
RispondiEliminaHo vissuto la stessa vicenda anch'io nella mia parrocchia - che si trova in provincia di Perugia - poco tempo fà. Da noi però la 'tolleranza' del giovane sacerdote (nel frattempo già 'ricollocato' in altra sede) durò solo qualche mese. Poi, un casus belli qualsiasi, che se si fosse voluto poteva essere tranquillamente risolto senza traumi, fu utilizzato - non tanto o non solo dal pretino - per muovere al coro gregorian/polifonico che c'era le solite accuse che gli amici Vicentini ben conoscono: canti troppo elaborati, polifonia inaccessibile al popolo, eccessivo 'latinorum'.... ma la cosa che a noi fece (e tuttora fa) più male fu l'accusa di esibizionismo ed élitarismo.
RispondiEliminaIl risultato fu ovviamente lo sradicamento di quell'esperienza (che in totale - considerando tante diverse persone che si sono alternate nel tempo - durava da 26 anni).... ma se parlate con coloro che ci hanno di fatto cacciato, vi diranno che formalmente ce ne siamo voulti andare noi.
Chi di voi oggi partecipasse alla messa centrale domenicale nella mia parrocchia, assisterà ad un alternarsi di canti di vari tipi: dal genere 'missionario' accompagnato da chitarra e triangolo, fino al grgoriano in latino (MA NON CI AVEVANO DETTO CHE NON ANDAVA BENE ??? ah è vero: loro lo acconpagnano con la chitarra, quindi evidcentemente va bene): il tutto rafforzato da uno/una o più solisti che 'si aiutano' con un bel microfono (!) per imporre meglio la loro voce su ciò che resta del popolo (MA NON CI AVEVANO DETTO CHE IL NOSTRO ESIBIZIONISMO GREGORIAN-POLIFONICO ANNICHILIVA LA PARTECIPAZIONE 'ATTIVA' DEL POPOLO ?).
Dimenticavo: naturalmente alla messa non canta praticamente alcun popolano... ma naturalmente nessun Liturgo Patentato è venuto a scusarsi con gli sfrattati!
Io sono di Perugia...se vuoi (vuole), può chiedere alla redazione la mia email...ci vedremo alla Santa Messa del 15 maggio? Saluti, e, in relazione alla vicenda, massima solidarietà!
RispondiEliminaPer Astrolex
RispondiEliminaCome pensa di trovare, soprattutto in campo tradizionalista, "uomini ... che sappiano ravvivare gli animi con coraggio ecc" se , sul nascere, i pochi individui, che per un disegno arcano della Provvidenza sono stati vocati a tal scopo, ricevono, nel migliore dei casi, il disprezzo ed il dileggio proprio negli ambienti che essi vorrebbero aiutare ?
C'è bisogno almeno di un poco di terreno fertile per permettere alla pianticella di nascere e svilupparsi.
E' vero che ora con Internet e la nostra costante presenza tante realtà ed individui hanno potuto conoscersi ed avvicinarsi ( io penso di avere su facebook almeno l'80/100 delle "amicizie" nel campo della tradizione cattolica) ma se al ragazzo che un parrocchia qualsiasi si da del pazzo nel momento in cui manifesta il desiderio di togliere dagli scatoloni le pianete o di far suonare l'organo ... come pensa che quel poveretto possa coraggiosamente approfondire la questione del decoro liturgico ?
Un seminarista mi diceva, affranto, " Non ci permettono di prendere dimestichezza con le cose di Dio" !
Quanto all'espressione sulla "mediocrità" io penso che solo il Signore può giudicare quanto sia utile una persona piuttosto che un'altra.
Non si può e non si deve fare un raffronto con la situazione ecclesiale e quella politica.
Non sta a noi giudicare se una persona umana sia o no mediocre.
Nostro compito è quello di adorare il Signore con umiltà e profondo senso di devozione dopo esserci pentiti dei nostri peccati!
Senza l'umiltà ed il riconoscimento dei propri peccati non si può servire Dio.
Non mi fido degli "uomini speciali" .... anzi li rifuggo !
Mi fido, invece, degli uomini umili che cercano, attraverso l'obbedienza ed il nascondimento del proprio ego, di seguire i disegni di Dio !
Caro 'robdealb91' ti ringrazio per le tue parole di solidarietà, ma spero soprattutto che tu possa razionalmente comprendere... Non chiederò la tua email alla redazione.... cerca di comprendermi.... Chissà forse ci incontreremo e ci conosceremo lo stesso, a Dio piacendo. Quanto al 15 maggio: non ci sarò, in quanto sarò in viaggio altrove (ma sappi che nonostante tutto io non ho abbandonato la frequentazione della mia Parrocchia, ci mancherebbe! ... solo che dopodomani devo andare via). Ciao.
RispondiElimina<p><span>Questa storia caramellosa che non abbiamo bisogno di eroi, geni, e uomini speciali l'abbiamo già sentita e non commuove più nessuno... Nasce dall'antifascismo, ed é dunque una specie di motto demagogico della sinistra che vuole schiacciare le vette e la naturale tendenza dell’uomo a migliorarsi e dare un contributo all’altezza a cui può giungere! Si tratta di pura demagogia ed è la legge dei mediocri che invidiano i migliori, la stessa invidia che fu così bruciante nei Sommi Sacerdoti ebraici nei confronti di Gesù. Non si può non riconoscere la grandezza di Alcuni anche e soprattutto nell’ambito della storia della Chiesa (ricorda i Santi?). Un esempio per tutti?? Padre Pio! Ed é vero che la sua grandezza in generale provocò invidia e rifiuto, proprio sulla falsariga di un malinteso concetto di umiltà (la vita di Padre Pio e le prove estreme a cui fu sottoposto da parte della Chiesa stessa).</span>
RispondiElimina</p><p><span>Io -- per fare un esempio -- riconosco la grandezza di Friedrich Hölderlin e non mi sogno neanche di pensare che il birraio di Lauffen am Neckar potesse svolgere una funzione superiore alla sua nel disegno divino, non ostante la sua imperscrutabilità.</span>
</p><p><span>Pensare questo non è solo stupido ma profondamente deviante come lo é la cultura dell’antifascismo.</span>
</p>
i cristiani anonimi lasciamoli al Card. Tettamanzi ed al priore di Bose!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
Perchè "ci mancherebbe?"
RispondiEliminaPersonalmente mi sono riconciliato con la liturgia quando ho smesso di frequentare la mia parrocchia, nauseato da chitarrine, abusi e innovazioni inutii.
Trovati una bella messa more antiquo e vai lì: la tua anima ne trarrà beneficio
Perchè continuate ad "animare"" la nuova messa?????
RispondiEliminaA Vicenza sicuramente la SS. Messa Tridentina avrà che d'accogliervi a braccia aperte!!!
Come sempre detto in tutti i post riguardanti la musica sacra il lavoro c'è...... e tanto!!! MA non nella messa nuova!!! Sveglia!! Sveglia!!
Caro 'Ospite', devo dire che la tua osservazione coglie nel segno.
RispondiEliminaMi chiedo però se sia giusto dare campo libero alla prepotenza e all'incoerenza, senza perseverare fino all'ultima speranza nella propria testimonianza, anche nel proprio microcosmo....
Comunque ciao, e grazie di aver letto il mio commento e di avergli dedicato un pensiero.