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Lavanda dei piedi in S. Pietro.
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Lavanda dei piedi in S. Pietro.
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Lavanda dei piedi in S. Pietro
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Sepolcro in Duomo
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Sepolcro in S. Pietro
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Sepolcro in S. Pietro
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Sepolcro in S. Pietro - Cartelami.
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Coro S. Pietro
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Coro S. Caterina
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Coro Ss.ma Trinità
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Antico Giovedì Santo
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Calata dalla Croce
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Calata dalla Croce
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Calata dalla Croce
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Processione del Cristo morto
dopo la calata
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dopo la calata
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La Settimana Santa a Porto Maurizio (antico comune confluito nel 1923 nella odierna Imperia) è da sempre il fulcro centrale della vita di fede delle Confraternite cittadine (fortunatamente la riforma conciliare – grazie alla ferrea volontà del Parroco Mons. Drago – le ha risparmiate insieme a tutte le loro secolari tradizioni) ancora oggi attive e prospere (anzi bisogna aggiungere che negli ultimi anni ad Imperia ne sono state rivitalizzate svariate ferme da anni).
In particolare l’attenzione va posta sulle paraliturgie del Giovedì Santo e del Venerdì Santo:
· La lavanda dei piedi ai confratelli di San Pietro
· La visita ai Sepolcri del Giovedì Santo da parte della Confraternita di San Pietro Apostolo (coro solo maschile), di Santa Caterina d’Alessandria (coro solo femminile) e della Santissima Trinità in Monte Calvario (coro misto)
· La Calata dalla Croce
· La Via Crucis al Monte Calvario
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In particolare l’attenzione va posta sulle paraliturgie del Giovedì Santo e del Venerdì Santo:
· La lavanda dei piedi ai confratelli di San Pietro
· La visita ai Sepolcri del Giovedì Santo da parte della Confraternita di San Pietro Apostolo (coro solo maschile), di Santa Caterina d’Alessandria (coro solo femminile) e della Santissima Trinità in Monte Calvario (coro misto)
· La Calata dalla Croce
· La Via Crucis al Monte Calvario
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LAVANDA DEI PIEDI AI CONFRATELLI DI SAN PIETRO
La Lavanda dei Piedi ai Confratelli
La lavanda dei piedi ai confratelli, molto diffusa tra le confraternite nel medioevo, è rimasta oggi in uso unicamente alla Confraternita di San Pietro.
Il Giovedì Santo il Priore, lasciati i propri simboli di comando, imitando Nostro Signore, si accosta a dodici confratelli lavando i loro piedi in gesto di umiltà.
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SEPOLCRI IN ALCUNE CHIESE
La Visita ai Sepolcri
In tutte le Chiese ed Oratori di Porto Maurizio (Basilica di San Maurizio, Oratorio di Santa Caterina, Chiesa dei Padri Cappuccini, Chiesa dell’Ave Maris Stella di Borgo Marina, Oratorio di San Pietro, Chiesa delle Clarisse, Cappella della Casa Natale di San Leonardo, Parrocchia di San Giuseppe, Chiesa delle Carmelitane) al termine della funzione in Coena Domini il sacerdote ripone la Santissima Eucarestia nell’altare della Riposizione, tradizionalmente chiamato “Sepolcro”.
Le tre confraternite, seguendo ciascuna un proprio itinerario che si conclude in Duomo, visitano le varie chiese ove eseguono gli antichi canti della passione (Miserere, Stabat Mater ed altri canti) tipici della tradizione religiosa portorina.
La Lavanda dei Piedi ai Confratelli
La lavanda dei piedi ai confratelli, molto diffusa tra le confraternite nel medioevo, è rimasta oggi in uso unicamente alla Confraternita di San Pietro.
Il Giovedì Santo il Priore, lasciati i propri simboli di comando, imitando Nostro Signore, si accosta a dodici confratelli lavando i loro piedi in gesto di umiltà.
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SEPOLCRI IN ALCUNE CHIESE
La Visita ai Sepolcri
In tutte le Chiese ed Oratori di Porto Maurizio (Basilica di San Maurizio, Oratorio di Santa Caterina, Chiesa dei Padri Cappuccini, Chiesa dell’Ave Maris Stella di Borgo Marina, Oratorio di San Pietro, Chiesa delle Clarisse, Cappella della Casa Natale di San Leonardo, Parrocchia di San Giuseppe, Chiesa delle Carmelitane) al termine della funzione in Coena Domini il sacerdote ripone la Santissima Eucarestia nell’altare della Riposizione, tradizionalmente chiamato “Sepolcro”.
Le tre confraternite, seguendo ciascuna un proprio itinerario che si conclude in Duomo, visitano le varie chiese ove eseguono gli antichi canti della passione (Miserere, Stabat Mater ed altri canti) tipici della tradizione religiosa portorina.
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DETTAGLIO CARTELAME DI SAN PIETRO
Gli altari sono allestiti secondo tradizione con gran uso di fiori, piante e di grano messo a germogliare ad inizio quaresima. Di particolare rilievo artistico, l’uso di “cartelami” quali apparati scenografici realizzati ad hoc nel Seicento.
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I CORI DELLE TRE CONFRATERNITE
DETTAGLIO CARTELAME DI SAN PIETRO
Gli altari sono allestiti secondo tradizione con gran uso di fiori, piante e di grano messo a germogliare ad inizio quaresima. Di particolare rilievo artistico, l’uso di “cartelami” quali apparati scenografici realizzati ad hoc nel Seicento.
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I CORI DELLE TRE CONFRATERNITE
Presso ogni altare i confratelli e le consorelle sostano in preghiera e con il loro canto, tramandato in forma orale da almeno cinquecento anni, esprimono la loro adorazione al Mistero Eucaristico ed ai Patimenti che Nostro Signore ha sopportato per la nostra redenzione.
Il legame e l’amore dei portorini per la visita è tale che durante il tempo di guerra, considerata la ridotta presenza di coristi in quanto in parte alle armi, superando le antiche rivalità tra confraternite, i cori maschili si fusero temporaneamente, piuttosto che saltare il giro.
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IL CRISTO MORTO IN CROCE
La Calata dalla Croce
Il Venerdì Santo, terminati i riti canonici, i Confratelli della Santissima Trinità salgono sull’altare maggiore del Duomo che già dalla Domenica delle Palme è stato trasformato in un Monte Calvario (cartapesta e legno) ove svettano le tre croci.
Nel silenzio assoluto e nella penombra della Basilica (presenti di solito due-tremila persone) i confratelli, tolti dalla statua del Cristo Morto gli oggetti della passione (il titolus, la corona di spine) procedono a togliere i chiodi ed a staccare il Signore dalla Croce (il corpo ha le braccia semoventi per cui l’effetto scenico è particolarmente suggestivo e non pochi si commuovono).
Terminato questo rito il solo clero accompagnato dalle confraternite esce per una processione sulla piazza (il popolo tradizionalmente assiste dai gradini della Basilica) ove vengono portati tutti gli oggetti della Passione, il Cristo Morto ed una copia della Sindone di Torino datata 1676 (extracta ab originali).
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L’ORATORIO DI MONTE CALVARIO
La Via Crucis al Monte Calvario
Alla sera del Venerdì Santo, partendo dalla Chiesa delle Carmelitane (ora Parrocchia di San Benedetto Revelli), inerpicandosi per una lunga e stretta salita lungo la quale già dal 1700 sono posizionate le stazioni della Via Crucis, si raggiunge la sommità del Monte Calvario e l’Oratorio della Santa Croce, sede della Confraternita della Santissima Trinità, ove vengono custoditi un antichissimo Cristo Morto e la Reliquia della Santa Croce.
La storia di questa Chiesa merita un accenno: verso la fine del XVII secolo un sacerdote portorino, don Bartolomeo Bruno, andò in pio pellegrinaggio in Terrasanta (cosa non facile in quegli anni).
Al suo rientro in patria, con al seguito un pugno di pietre del vero Monte Calvario e con un Cristo Morto in cartapesta acquistato a Lucca, decise di proporre ai suoi concittadini una profonda devozione alla Passione del Signore.
Ideò una Via Christi in 5 stazioni (che non a realizzare) e fece edificare sulla cima del Monte Gagliardone (una collina a poca distanza dal centro storico portorino) una Chiesa che dedicò alla Santa Croce (essendo entrato in possesso di una Reliquia della Vera Croce) e sotto il cui altare sotterrò quel pugno di pietre di Gerusalemme.
Il monte cambio nome e da Monte Gagliardone divenne Monte Calvario.
Fondò anche la Confraternita della Santissima Trinità per il riscatto degli schiavi (a cui donò la chiesa) e fu un profondo zelatore e diffusore del culto della Passione del Signore.
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Noi tutti oggi conosciamo la Via Crucis, nelle classiche 14 stazioni, così come ce la propose nel Settecento il nostro grande concittadino San Leonardo da Porto Maurizio.
Lui, l’Apostolo della Via Crucis, era un grande frequentatore del Monte Calvario e da quel don Bruno (che era testimone di nozze di suo papà) apprese l’amore per la Passione che poi portò in tutte le sue missioni.
L’INVITO E’ PER TUTTI AD UNIRVI CON NOI NELLA PREGHIERA E, SE POSSIBILE, DI VENIRE FISICAMENTE
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Il legame e l’amore dei portorini per la visita è tale che durante il tempo di guerra, considerata la ridotta presenza di coristi in quanto in parte alle armi, superando le antiche rivalità tra confraternite, i cori maschili si fusero temporaneamente, piuttosto che saltare il giro.
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IL CRISTO MORTO IN CROCE
La Calata dalla Croce
Il Venerdì Santo, terminati i riti canonici, i Confratelli della Santissima Trinità salgono sull’altare maggiore del Duomo che già dalla Domenica delle Palme è stato trasformato in un Monte Calvario (cartapesta e legno) ove svettano le tre croci.
Nel silenzio assoluto e nella penombra della Basilica (presenti di solito due-tremila persone) i confratelli, tolti dalla statua del Cristo Morto gli oggetti della passione (il titolus, la corona di spine) procedono a togliere i chiodi ed a staccare il Signore dalla Croce (il corpo ha le braccia semoventi per cui l’effetto scenico è particolarmente suggestivo e non pochi si commuovono).
Terminato questo rito il solo clero accompagnato dalle confraternite esce per una processione sulla piazza (il popolo tradizionalmente assiste dai gradini della Basilica) ove vengono portati tutti gli oggetti della Passione, il Cristo Morto ed una copia della Sindone di Torino datata 1676 (extracta ab originali).
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L’ORATORIO DI MONTE CALVARIO
La Via Crucis al Monte Calvario
Alla sera del Venerdì Santo, partendo dalla Chiesa delle Carmelitane (ora Parrocchia di San Benedetto Revelli), inerpicandosi per una lunga e stretta salita lungo la quale già dal 1700 sono posizionate le stazioni della Via Crucis, si raggiunge la sommità del Monte Calvario e l’Oratorio della Santa Croce, sede della Confraternita della Santissima Trinità, ove vengono custoditi un antichissimo Cristo Morto e la Reliquia della Santa Croce.
La storia di questa Chiesa merita un accenno: verso la fine del XVII secolo un sacerdote portorino, don Bartolomeo Bruno, andò in pio pellegrinaggio in Terrasanta (cosa non facile in quegli anni).
Al suo rientro in patria, con al seguito un pugno di pietre del vero Monte Calvario e con un Cristo Morto in cartapesta acquistato a Lucca, decise di proporre ai suoi concittadini una profonda devozione alla Passione del Signore.
Ideò una Via Christi in 5 stazioni (che non a realizzare) e fece edificare sulla cima del Monte Gagliardone (una collina a poca distanza dal centro storico portorino) una Chiesa che dedicò alla Santa Croce (essendo entrato in possesso di una Reliquia della Vera Croce) e sotto il cui altare sotterrò quel pugno di pietre di Gerusalemme.
Il monte cambio nome e da Monte Gagliardone divenne Monte Calvario.
Fondò anche la Confraternita della Santissima Trinità per il riscatto degli schiavi (a cui donò la chiesa) e fu un profondo zelatore e diffusore del culto della Passione del Signore.
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Noi tutti oggi conosciamo la Via Crucis, nelle classiche 14 stazioni, così come ce la propose nel Settecento il nostro grande concittadino San Leonardo da Porto Maurizio.
Lui, l’Apostolo della Via Crucis, era un grande frequentatore del Monte Calvario e da quel don Bruno (che era testimone di nozze di suo papà) apprese l’amore per la Passione che poi portò in tutte le sue missioni.
L’INVITO E’ PER TUTTI AD UNIRVI CON NOI NELLA PREGHIERA E, SE POSSIBILE, DI VENIRE FISICAMENTE
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Si ringrazia Luca Bracco per le foto e il dettagliato articolo.
Bravi, bravi, bravi! Per fare in modo che le cose abbiano un senso ci vuole poco: basta assecondarne la natura. E quando si è persa memoria di essa, affidarsi alla Tradizione, che ne è custode affidabile e sicura. Tutto il resto, le speculazioni filologiche, sociologiche, psicologiche, son foglie secche per il grande falò.
RispondiEliminaottimo. altro che altrove....
RispondiEliminaIl sepolcro di San Pietro è proprio come si faceva da noi, solp vasi di grano bianco grmogliato. Continuate confratelli che Dio vi benedica!
RispondiEliminaSplendide! Grandeur et beauté — on ne le répétera jamais assez — du vrai catholicisme! Barrès, ce vieux mécréant, disait n'aimer «que ce qui dure». Eh bien, ici, il serait tombé à genoux…
RispondiEliminaMerci aux chrétiens de Porto Maurizio!
Il giorno delle ceneri o pochi giorni dopo si mette a germogliare del grano nell'oscurità. In alcuni luoghi si usa anche mettere semi di lenticchia o veccia (hanno dei ricci essendo leguminose e sono molto belli) o altri semi, ma soprattutto grano.
RispondiEliminaAlcune confraternite ne facevano di bellissimi mettendo i semi di grano su più strati, uno strato di semi, un pò di terra, uno strato di semi e un pò di terra (poca), questo fino a quattro-cinque strati, in modo che le foglie spuntino ad altezze diverse ed il "sepolcro" (così si chiamava anche il vaso).
Non deve mai vedere la luce, nemmeno quando lo si innaffia, sennò diventa verde in poche ore sul sepolcro e cambia colore il giorno dopo, metre deve durare fino al venerdì santo.
Quelli che hanno seminato in ritardo per accellerare possono innaffiare con acqua leggermente tiepida.
Recuperiamo anche queste tradizioni ovunque! Era l'uso di Roma, è il nostro.
Complimenti! Avanti così! Nella mia diocesi della Sicilia occidentale un Vescovo (oggi emerito) nei primi anni '90 ha abolito tutto ciò! :'(
RispondiEliminachi...ama...il...bello....ama anche GESU'......LUI e' la bellezza assoluta!
RispondiEliminaSi noti che la confraternita della Santissima Trinità porta sullo scapolare la croce rosso-azzurra dell'Ordine trinitario.
RispondiEliminaSi portiamo l'abito trinitario. La Confraternita, eretta canonicamente nel 1706 da parte del Vescovo di Albenga, è stata immediatamente affiliata all'Ordine Trinitario dal suo procuratore generale. Nel ponente ligure erano parecchie le confraternite trinitarie in quanto qui era molto sentito il problema del riscatto degli schiavi cristiani fatti dai mori (che nel settecento erano ancora frequenti). Attualmente solo la Trinità di Imperia e quella di Albenga (che porta la croce trinitaria su una spalla) hanno visibilmente il loro legame con l'Ordine sui loro abiti.
RispondiEliminaPS: anche la Confraternita di San Giovanni de Matha di Savona ha la croce trinitaria (ma quella dell'antica osservanza) sullo scapolare e sulla mantellina.
RispondiEliminaNelle foto che vedete la mantellina dei trinitari (che è nera con la croce) non appare in quanto in segno di mestizia per la Passione del Signore essa non viene portata il giovedi e il venerdi santo.
<p><span>Cinque anni fa moriva Giovanni Paolo II, il Papa polacco che conquistò il cuore della gente</span>
RispondiElimina</p><p><span>Cinque anni fa moriva Papa Giovanni Paolo II, il pontefice che più di ogni altro (forse solo con Giovanni XXIII) riuscì a catturare l’amore della gente. Quando il Papa polacco morì, il 2 aprile 2005, lasciò milioni di fedeli in lacrime e da allora il suo ricordo è rimasto sempre vivo, tanto che la sua tomba è meta di pellegrinaggio di migliaia di fedeli ogni anno. Moltissimi i messaggi a lui indirizzati che adesso sono stati raccolti in un libro di Elisabetta Loiacono, dal titolo “Caro signor papa”. La testimonianza del desiderio di persone di ogni età e origine, di parlare con Papa Woytjla "come se fosse vivo".</span>
</p><p><span>E c’è ancora chi lo disprezza chiamandolo San Tosubito! Possono questi (in)fedeli esprimersi in questo modo?</span></p>
cerca di non essere emotivo perche' l'albero si giudica dai frutti.
RispondiElimina<p><span>Bella la spiegazione circa i vasi per il sepolcro.</span>
RispondiElimina</p><p><span>Voglio precisare che in Sardegna tale usanza è tutt’ora in auge.</span>
</p><p><span>I vasi con i germogli di grano abbondano in questa giornata nei Sepocri allestiti già dal giovedì santo. In Sardegna, questi vasi, vengono allestiti con un lume all’interno; i germogli poi vengono cinti di un nastro di seta rosso a simboleggiare la passione del signore. I germogli richiamano la parabola del chicco caduto nella buona terra, ma soprattutto la morte e la risurrezione di Gesù. “Se il chicco di frumento non cade nella terra e non muore, rimane solo, se muore crescerà”… il riferimento evangelico è ovvio!</span>
</p><p><span>Qualche studioso di tradizioni popolari fa risalire questa usanza ai giardini di Adone e a quelli pensili di babilonia…</span>
</p><p><span>Chi volesse dare un’occhiata a queste belle tradizioni visiti il seguente linck:</span>
</p><p><span>http://www.scanomontiferro.it/static.php?page=chidasanta</span></p>
Essendo Venerdì santo, ci asteniamo dal rispondere a questo commento OT come meritertebbe.
RispondiEliminaper chi desidera approfondire l'argomento
RispondiEliminawww.confraternitadisanpietro.org
grazie per i commenti
il sepolcro 2010 col simbolo della "Scala Santa"
RispondiEliminaDalla nostra ultima visita a Porto Maurizio abbiamo "esportato" a Trieste la bella via Crucis di s. Leonardo, con gran gioia dei fedeli, assieme alle strofe poetiche composte dal Santo : "L'orme sanguigne ... Vi prego o Gesù buono, per la Vostra Passion, darmi il Perdono"! Concludendo, con il dolcissimo "Dio Vi salvi, Regina" ...
RispondiEliminami piacciono queste tradizioni
RispondiEliminaGracias Por Existir
RispondiElimina