LA STRADA DELLA BELLEZZA CHE PORTA A DIO
Un’intervista allo storico ed esperto di Arte Sacra Stefano Chiappalone
a cura di Maurizio Brunetti
Per il numero e la sistematicità degli interventi magisteriali sulla via pulchritudinis, la strada della bellezza che porta a Dio, è lecito supporre che la salvaguardia del bello nella liturgia e nell’Arte Sacra diventeranno, accanto alla sfida contro il relativismo, uno dei pilastri del Pontificato di papa Benedetto XVI. Ne parliamo con Stefano Chiappalone, giovane storico, giornalista e socio di Alleanza Cattolica, promotore con altri laici di un Appello a Sua Santità Papa Benedetto XVI per il ritorno a un’Arte sacra autenticamente cattolica che circola su Internet dal mese di novembre.
M. BRUNETTI: Anch’io ho sottoscritto l’Appello che lei ha promosso insieme, tra gli altri, allo scrittore Martin Mosebach e all’architetto Nikos Salingaros e che ha superato in pochi giorni il migliaio di adesioni tramite Internet. Ci racconta che cosa vi ha spinto a elaborarlo?
S. CHIAPPALONE: Per secoli, gli edifici sacri, dalle grandi basiliche romane alle più piccole chiese di paese, hanno comunicato la bellezza della fede cristiana e in qualche modo «catechizzato» con la loro sola presenza. L’architettura stessa è una predicazione muta che nei secoli ha parlato un linguaggio inconfondibilmente cattolico: le chiese parlano del Dio uno e trino, di Cristo incarnato, morto e risorto per noi, della remissione dei peccati, della risurrezione della carne e della vita eterna.
Da alcuni decenni, tuttavia, tanti edifici di culto si distinguono per la ricercata stravaganza delle forme e per la palese incapacità di parlare di Dio. Di qui la decisione - in margine ad un seminario tenuto mesi fa nei locali della Pontificia Commissione per i Beni Culturali - di riunire le riflessioni espresse allora in un testo che poi è diventato l’Appello, al fine di riportare all’attenzione la questione e sostenere il Pontefice nella sua “buona battaglia” per la liturgia e per la bellezza nell’arte sacra. Dal sito http://appelloalpapa.blogspot.com se ne può scaricare il testo.
M. BRUNETTI: Lei dice che gli stili in voga nel passato prossimo poco si armonizzano con le verità della fede?
S. CHIAPPALONE: Nell’Appello proviamo ad argomentare quanto l’astrattismo sia contrario alla logica dell’Incarnazione. Inoltre, durante le celebrazioni, ove non fosse proprio possibile eseguire canti gregoriani, o polifonici o musica organistica, crediamo che il silenzio sarebbe di gran lunga preferibile alla musica pop, brutta e cantata male, a cui sono assuefatte le comunità parrocchiali.
La Chiesa si è sempre confrontata con gli stili che ha incontrato sul proprio cammino, dall’arte paleocristiana al barocco. Se però in passato l’arte si lasciava fecondare dal Vangelo, adesso avviene l’esatto contrario: la liturgia è subordinata ad un arte che, piaccia o no, soffre di analfabetismo religioso e che di conseguenza non riesce a comunicare se non un vago spiritualismo. È anche vero che le scelte di costruire tante chiese modello Ikea - non riconoscibili come tali dall’esterno e, qualche volta, persino dall’interno –, o di apportare radicali modifiche a chiese antiche, oppure di eseguire i canti schitarrati a cui prima facevo riferimento, sono spesso motivate dalla volontà di rompere con il passato. Negli ultimi quarant’anni, sembra sia stata questa la preoccupazione di tanti devoti parroci spinti più dal timore di non essere abbastanza moderni, che dall’ansia di evangelizzare. Il risultato è che il sale della terra finisce per vergognarsi del proprio sapore… Anche senza scomodare i Progetti Pilota ad alto livello, persino i sacerdoti meno smaniosi di novità si sono sentiti in dovere di prostrarsi allo spirito dei tempi convinti di seguire lo Spirito del Concilio…
M. BRUNETTI: …che poi, invece, ne era l’Anti-Spirito, come lo chiamò, da cardinale, Joseph Ratzinger nel 1985.
S. CHIAPPALONE Venti anni dopo, la stessa persona è ritornata sull’argomento da Papa e, quindi, con autorevolezza ancora maggiore: l’interpretazione del Concilio tramite l’«ermeneutica della discontinuità e della rottura» è, seppur dominante, errata; l’opposizione tra una Chiesa pre- e una post-conciliare è arbitraria e mira ad introdurre la dittatura del relativismo all’interno della Chiesa, nella dottrina, nella morale, nella liturgia ecc. Curiosamente, rimarrebbe in piedi quell’unico dogma che consiste nel dover farla finita con il passato. Un’ideologia in nome del quale si sono rimossi altari, tabernacoli e balaustre arrivando a sfigurare anche cattedrali storiche come, ad esempio, quella di Pisa. Quanto accaduto nell’arte sacra è, appunto, l’“epifania” di quella cattiva ermeneutica. La lettura dei documenti del Vaticano II riserba sorprese: la costituzione Sacrosantum Concilium deprecava espressamente molti degli scempi compiuti successivamente proprio in nome del Concilio.
Altari su cui per secoli si è celebrato il Sacrificio, se non sono stati smantellati, sono ora ridotti a schienale del celebrante o a mensole per fiori, nonostante non sia mai stato obbligatorio celebrare la Messa, anche nella forma ordinaria, rivolti al popolo: ne parla un documento della Congregazione per il Culto Divino del 2000 e lo insegna Benedetto XVI quando decide di celebrare rivolto ad Deum.
M. BRUNETTI: Uno sguardo al futuro. Vi sono segnali di speranza?
S. CHIAPPALONE: Personalmente, li individuo nel buon senso comune che non è mai del tutto sparito dal cuore dei fedeli. La risposta più cattolica a qualsiasi tentativo di annacquare (anche visivamente) la fede è costituita dalle folle di pellegrini che continuano a recarsi a pregare nei santuari – e non certo per vedere la nuova chiesa del Divino Amore o quella di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo. Un altro motivo di speranza è la ritrovata attenzione alla dimensione contemplativa della liturgia. Gli scritti del card. Joseph Ratzinger credo siano stati determinanti. La sua prefazione a “Rivolti al Signore” di padre Uwe M. Lang ha sancito idealmente la riapertura del dibattito sulle modalità concrete della riforma liturgica e la fine del monopolio culturale di quel mondo cattolico “progressista”, interessato più a stravolgere la Chiesa che ad annunciare Cristo. Alcuni architetti ricominciano a costruire belle chiese che sono davvero «segni e simboli delle realtà celesti» come raccomanda il messale. Vorrei, in conclusione, ancora una volta precisare che l’attenzione alla bellezza non è un vezzo da esteti poiché la Bellezza scaturita dal cristianesimo può parlare ai cuori più direttamente di qualsiasi predica. Del resto, come insegna Benedetto XVI nella Sacramentum Caritatis, «la bellezza, (…), non è un fattore decorativo dell'azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua rivelazione».
nel mio browser non si apre l'immagine che avete inserito: come mai ?
RispondiEliminaParole sante, ma, appunto, solo parole! A farla da padrona nella Chiesa, oggi come oggi, è ancora di gran lunga l'ermeneutica della rottura, non quella della continuità. Non mi pare che si intravvedano spiragli di luce all'orizzonte per il momento. Credo che tanta acqua dovrà ancora passare sotto ai ponti prima che le cose inizino ad andare secondo gli auspici di Benedetto XVI, a meno che egli non decida di imporre alcuni cambiamenti per decreto, come molti vorrebbero. Comunque, quasi tutte le nuove chiese che vengono costruite attualmente sono ancora molto brutte e moderne, non vedo segnali di cambiamento. Neanche per la musica sacra.
RispondiElimina"Alcuni architetti ricominciano a costruire belle chiese che sono davvero segni e simboli delle realtà celesti" Qualcuno potrebbeper cortesia farmi degli esempi concreti di queste nuove "belle" chiese? Temo che lo iato fra arte moderna e religione non sia in alcun modo sanabile
RispondiElimina<span>a meno che egli non decida di imporre alcuni cambiamenti per decreto,</span>
RispondiElimina...tutto come sempre:
si propone, ma non si impone...
e l'intellighentia artistica, manovrata dal Potere, traduce: ognuno faccia come ritiene più consono alla sua visione personale, al suo estro creativo: l'Arte non ha leggi al di sopra di se stessa...
(come dire: "il bello assoluto non esiste, bello è ciò che piace";
ma ...magari tenessero conto che alla gente certi orrori non piacciono proprio, come i famosi cubi-chiese, o le chiese spogliate di ornamenti, con i tabernacoli nascosti o ridotti a "ufo": ce li impongono e basta! se sono approvati dal vescovo-sovrano...)
....il Papa propone e l'artista dispone...(o il committente)
RispondiEliminabuon senso comune che non è mai del tutto sparito dal cuore dei fedeli.
RispondiEliminaah, l'ottimo studioso Chiappalone ci crede? beh, ciò è confortante...
ma, giovane com'è (e beato lui, pieno di belle speranze...) forse non ha mai sentito il detto popolare, anch'esso scaturito dal buonsenso antichissimo della gente comune, che dice:
Contro la forza la ragion non vale !
buon senso comune che non è mai del tutto sparito dal cuore dei fedeli.<span> </span>
RispondiElimina<span>
ah, l'ottimo studioso Chiappalone ci crede? beh, ciò è confortante...
ma, giovane com'è (e beato lui, pieno di belle speranze...) forse non ha mai sentito il detto popolare, anch'esso scaturito dal buonsenso antichissimo della gente comune, che dice:
Contro la forza la ragion non vale !</span>
la palese incapacità di parlare di Dio.
RispondiEliminama ormai da parte mia è più che un sospetto: diciamo che gli edifici sacri mostrano ormai
la NON VOLONTA' programmata di parlare di Dio, ma di favorire il narcisismo dell'uomo, che entrando nella chiesa, -anche nella chiesa- deve pensare ancora e sempre solo a se stesso e alle proprie inclinazioni, passioni e incombenze materiali e transeunti, fossero pure passioni estetiche...:
e la chiesa, tutt'al più, finisce per diventare simile ad un museo:
ricordo di qualcos'altro che fu...
(e tra poco, così continuando a gettare sui sacri edifici sale scipito, nessuno ricorderà più che cos'era una chiesa.....)
ho lo stesso problema
RispondiEliminaLe difficoltà di "produrre" arte sacra sono oggettive e vanno oltre la cattiva o buona volontà dei committenti.
RispondiEliminaL'elemento fondamentale dell'architettura cristiana è stato, nei secoli, il sistema colonna ( o pilastro ) - arco. Esprimeva il senso della riunificazione di due elementi distinti attraverso "pezzi" posti in tensione. E' solo un caso che l'autorità religiosa suprema sia stata chiamata "pontifex"? La tensione era percepita come espansione verso l'esterno e insieme come raccoglimento interno, creando una specie di "alvo" protettivo.
Il cemento armato ha cambiato la situazione in modo radicale. La configurazione più ovvia che ne deriva è ad angoli retti ( tranne che per gli edifici di dimensioni grandissime, come la sala Nervi ). L'angolo retto è quasi introvabile in natura: diciamo che è una espressione della "fredda" razionalità umana ( come gli assi cartesiani ). All'opposto, una proliferazione di forme pullulanti sa più di Induismo che di Cristianesimo ( quello che mi permetto di pensare della "Sagrada familia" di Gaudì, peraltro un sant'uomo ).D'altronde, costruire archi in cemento armato sa di falso ( come in certi edifici turistici sulle coste ). Un modo per dare un senso di "ulteriorità" ai rettangoli potrebbe essere una incorniciatura multipla o spigoli con asse divergente. Modello di riferimento ( butto lì un nome ) Borromini. C'è poi il problema dell'articolazione dello spazio. Le chiese moderne son tutte o quasi tutte caratterizzate da uno spazio unitario, per dare il senso della "sala dell'assemblea" ( ahimè, insenso protestante ); invece quelle tradizionali erano "scompartimentate" in navate laterali e cappelle. In tal modo si dava il senso della presenza, nell'anima, di spazi differenziati, alcuni più luminosi, altri più riposti e oscuri ( anche per Freud la psiche è "a tre piani", di cui uno seminterrato e uno sotterraneo ). Da qui il senso di raccoglimento interiore. D'altra parte le cappelle laterali si giustificano solo come luoghi di culto della Madonna o di un santo, in effige dipinta o scolpita. Come giustificarne l'ideazione ( e la spesa di realizzazione ) se il culto di Maria e dei santi è messo in sordina o abolito di fatto? Il segno artistico, come quello grafico studiato dai grafologi "non perdona": ciò che non esprime una dimensione profonda della personalità risulta inevitabilmente falso. Occorre allora che il ritorno alle forme tradizionali ( per quanto possibile nell'era del cemento armato ) sia accompagnato da una riacquisizione nell'animo dell'artista del senso dell'oggettività del fatto religioso. Un altro problema è quallo della "carnalità". Oggi nelle chiese, se si vuole sfuggire all'"eresia dell'informe" ci si butta sulla "spiritualizzata" forma bizantina. Troppo spiritualizzata, direi, tanto da rischiare l'astratto geometrismo. La religiosità cattolica si esprime nella consistenza della corporeità. Una Madonna magari di fattura non eccelsa ( come quella di Medjugorie ) ma con un "pathos" aiuta il fedele a deporre ai suoi piedi la propria drammatica interiorità.
...e perchè per forza la Madonna di <span>Medjugorie ? Non è sempre bella quella di Fatima (ah no, è vero, sembra piangere...) oppure quella di Lourdes, o quella della Medaglia miracolosa ?
RispondiElimina</span>
scusi, Franco,
RispondiEliminami sembra di vedere nella sua analisi, in parte condivisibile, una contraddizione: lei parla all'inizio di difficoltà oggettive dell'arte sacra, spiegandone i motivi con i materiali attuali dell'edillizia, e induce quindi i profani (come me) a pensare che la svolta su forme fredde e squadrate, simili ad hangar e magazzini, sia ineluttabile, e allora questo significherebbe che la materia domina lo spirito (semplificando)...;
poi, alla fine, ammette che l'artista deve ritrovare l<span>'oggettività del fatto religioso. </span>
Ma, fuori dalle definizioni astratte, CHE COSA intende lei per FATTO RELIGIOSO ?
E, in definitiva quale delle due "parti" deve governare l'altra, la materia o lo spirito ?
Non si può non inserire la crisi della Chiesa Cattolica all'interno di una fase critica, di decadimento, che ha investito l'intero Occidente e che - per Sedlmayr ha iniziato a farsi vedere drammaticamente nell'arte dalla fine del Settecento. Io come pittore ho iniziato a guardare il "visibile" già molti anni fa, ed oggi dipingo la figura umana e la natura ispirandomi alla spiritualità espressa dai pittori inglesi di fine Ottocento, da Rossetti a Waterhouse. La Liturgia vera, quella "di sempre" della Chiesa Cattolica è di una tale bellezza e verità che non può che incantare, commuovere, sorprendere, convertire. Essa è la base di ogni arte, ogni arte dovrebbe sorgere per accompagnarla, come fu per Josquin Des Prez. Evidentemente Arte Sacra è la grande arte, e non basta che sia un compendio del Catechismo. Grandi Anime disperate come Caravaggio o Mozart, come Gesualdo da Venosa, Rimbaud o Trakl dai loro "inferni" personali seppero donare al mondo la loro sconvolgente testimonianza di conversione.
RispondiEliminaCerto quegli ingombri istallati dinanzi agli altari andrebbero abbattuti, questo è il mio sogno. Quelle mense luterane spoglie sono il segno del decadimento, non a caso ostruiscono la via al Tabernacolo.
Mi sembra che sia l'ultima in ordine di apparizione. Poi la Madonna è Madonna sempre!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
PS ci sarebbe anche la Madonna di Civitavecchia!
Complimenti vivissimi caro Stefano, la tua chiarezza è cristallina! ;) Un caro abbraccio!
RispondiEliminaBartimeo, guardi che le apparizioni di Medjugorie sono una bufala, e anche un colossale business. Legga, se vuole aprire gli occhi:
RispondiEliminahttp://marcocorvaglia.blog.lastampa.it
(significativo che il card. Schoenborn di recente si è lì recato, senza consultare il Vescovo locale...)
<span>
RispondiElimina<p>qualche esempio positivo: http://www.newliturgicalmovement.org/2010/01/other-modern-renovating-cathedral-of-st.html
</p><p>
</p><p>http://www.newliturgicalmovement.org/2009/10/other-modern-christ-king-la-crosse.html
</p></span>
http://www.stroik.com/
RispondiEliminaGli anni settanta sono finiti,oggi non si costruiscono più palazzi detti dei "geometri", con le loro brutte e tristi sagome. In moltissime zone d'Italia si è tornati a fare case con cornicioni, mostre alle finestre, tegole all'antica, mattoni in cotto, piccoli accorgimenti estetici e linee più in "stile". Tutto ciò non si registra affatto per la costruzione delle chiese i cui stilemi architettonici sono fissi a quanto di più brutto ci abbiano dato gli anni sessanta e settanta. Esistono nuovissimi quartieri con case che hanno accenni barocchi, tinte giallo di napoli e balconate in ferro battuto artistiche, anche gli arredi oggi s'ispirano al bello e alle forme passate. Il risveglio artistico poi è enorme per quanto riguarda le pavimentazioni, in alcuni centri commerciali si vedono pavimenti con tarsie di marmi policromi; ma nelle chiese regna il BRUTTO.
RispondiEliminama..anche le chiese....come la nostra..stile barocco......l' hanno rovinata.....tolte le balaustre....tolta la tela bellissima sull' altare grande....e cosi via.....tutto grazie ai preti!!!!!
RispondiEliminascusate ancora il mio sfogo.....e quelle mense...come le chiamano....fanno schifo!!!!!!! quante chiese rovinate!!!!! Ma si rendono conto!!! Andare in chiesa a fare....???? Sembra..detto da noi in Istria...andar in osteria!!! Vergogna!
RispondiEliminae per finire...sono contento..per la mancanza di preti....almeno chiudono le chiese...e non le devastano piu'!!!!!!!
RispondiEliminaOspite ma questa "cassazione" è frutto di una qualche sentenza pontificia o del suo essere "pontefice"?
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
PS poi la Stampa...il giornale degli eredi di Cavour. Allora mi citi la repubblica che l'è stess! Dai! Un po' di fiducia nel non constat...
caro Bartimeo, non conta "chi" lo dice, ma "che cosa" dice! ha provato a leggere gli studi del prof. Corvaglia e conseguenti commenti di osservatori e/o fedeli disillusi, dopo aver (ri)cominciato ad usare la retta ragione ? provi, senza prevenzioni pro o contro !
RispondiEliminaLa fede non è fideismo !
1) Ho fatto riferimento alla statua della Madonna di Medjugorie perchè ho in casa diverse immaginette, ma non avevo nessuna intenzione di fare propaganda a favore. Sono stato sul posto due volte, ma non mi sento in grado di pronunciarmi al cento per cento. E' grave che il vescovo si sia pronunciato contro, ma è un fatto che sia a favore padre Livio di Radio Maria, un uomo per me decismente autorevole e molto più colto di quel che non sembri, dato il suo taglio "popolaresco" ( però efficacissimo, da quaresimalista del Seicento ). Ho incontrato la "veggente" Vizka, che ha abbracciatio tutti quelli del mio gruppo: per me quella ragazza non mentiva. Il viso era gioioso e lo sguardo appariva limpido. C'è anche il caso della apparizioni alle Ghiaie di Bonate ( Bg ) nel 1944. La piccola veggente subì pressioni fortissime dalla curia perchè ritrattasse, e lo fece. Ora Angelo Maria Tintori, un importante mariologo e storico delle apparizioni, sembra esprimere parere favorevole. Non so perchè il cardinale Schonborn venga tacciato di progressismo dissolvente; so solo che ha osato pronunciarsi al massimo livello ( "New Yorck Times", mi sembra) contro il fondamentalimo darwinista.
RispondiElimina2)Sul problema dell'arte cristiana oggi posso essermi espresso confusamente, non essendo nè un architetto, nè un filosofo. Ci ho pensato su, e penso di poter abbozzare questa risposta. Un tempo, con una tecnologia meno potente e pervasiva, gli uomini potevano utilizzare i materiali naturali solo in modo parziale. Così gli elementi dell'edilizia conservavano almeno in parte il simbolismo che li connotava originariamente. Ad esempio la colonna antica rifletteva con la sua rastremazione la sua originaria condizione di tronco d'albero ( con la connotazione dei numerosi simbolismi, ad es.l'albero-uomo, l'albero collegamento terra - cielo...); lo "scabro" della pietra viva denunciava la drammaticità della sua origine geologica... Il cemento armato è invece un materiale in larghissima misura artificiale. Lo si potrebbe colare in forme assai varie, anche tendenzialmente scultoree, ma i costi inducono a scegliere quelle più "economiche", secondo il principio che il segmento di linea retta è il più breve fra due punti. Credo che per ottenere dal c. a. effetti intensamente espressivi occorra sobbarcarsi spese molto forti ( come presumibilmente è avvenuto per la bellissima e convincente chiesa dell'Autostrada del Sole non lontano da Firenze, a forma di tenda con moto ascensionale verso l'alto ). Per fare questo sistematicamente occorrerebbe spendere molto ogni volta. Nel Medioevo lo si faceva, un po' per motivi di prestigio cittadino, ma soprattutto per entusiasmo religioso ( vedi la cosiddetta "crociata delle cattedrali" nella Francia del '200 ). Alla costruzione del Duomo di Milano contribuirono volontariamente tutte le categorie della cittadinanza, comprese le prostitute. Oggi non si vuole pagare caro per tiepidezza religiosa, perchè la casa di Dio ( e del suo popolo ) è sentita come meno cara affettivamente. Ecco perciò le chiese degli hinterland metropolitani come scatole di fiammiferi. La materia domina lo spirito se lo spirito è affievolito.
3) L'arte religiosa autentica nasce solo quando l'"immaginario religioso" è sceso nel profondo della psiche. Per questo moltissimi dei canti religiosi postconciliari funzionano poco: vengono fuori più dal cervello che dal cuore. Un artista ateo o agnostico non può produrre opere autenticamente religiose più di quanto un credente conservatore possa produrre opere inneggiati al comunismo. Le opere del Beato Angelico potevano essere prodotte solo da un santo. L'immaginario religioso è abitato da forme "archetipe" ( il cerchio, la raggiera di luce, il cielo stellato, la caverna... ) che entrano nel [...]
La fede non è fideismo...la fede non è razionalismo...la fede non è, ancor meno, irrazionalismo!
RispondiEliminaQuindi! In attesa di una UFFICIALE presa di posizione, cosa sempre fatta, dalla Santa Sede, ricordo il in dubiis libertas ( se non sbaglio Sant'Agostino).
Poi sui fedeli che riacquistano la ragione...come Odifreddi?
Dai! quando uno abbandona, a prescindere dai motivi, c'è sempre la tendenza ad un certo sputacchiare nel piatto in cui si è mangiato. Non sindaco se giustamente o no!
Matteo Dellanoce
PS Sul chi dice le cose...se si tratta di Stampa, Corriere e Repubblica...non c'è differenza tra chi e cosa!
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RispondiEliminax Bartimeo
RispondiElimina<span>Anche il Cardinale Saraiva scettico sulle apparizioni di Medjugorje: “L’ultima parola spetta alla Santa Sede ma non hanno nulla a che vedere con Fatima: potrebbe essere un inganno del demonio”</span>
su
http://www.papanews.it/dettaglio_interviste.asp?IdNews=13702
anch'io
RispondiElimina<span>Il cambiamento dei materiali rende veramente ineluttabile il cambiamento del modo di costruire edifici per il culto. Però va tenuto in conto che ciò che si "perde" in estetica o estetismo o pseudo-sacertà, si guadagna in una idea veramente cristiana dell'aula liturgica, lontana da ogni influsso precristiano o veterotestamentario. L'aula in cemento, unica, senza ambienti "in" (presbiterio) e ambienti "out" (aula, cioè luogo dell'Assemblea) garantisce meglio questa rivoluzione: non è il luogo che fa l'Assemblea, è l'Assemblea che fa il luogo. Non è sufficiente che l’altare sia girato per rappresentare questa rivoluzione; è importante ma non basta. Un altare girato, ma come quello di S. Ambrogio, è comunque compatibile con la visione neo-tridentina.
RispondiEliminaIl segno vero della riforma è il ministero dell'assemblea e della la presidenza liturgica, che deve incarnare i 3 ministeri di Gesù: (profetico, sacerdotale e regale) e contemporaneamente deve guidare l’Assemblea là convocata. Ciò prima non era valorizzato:
- la Parola di Dio non svolgeva la sua funzione, non essendo proclamata e venerata, ma solo sussurrata;
- l’omelia era un dettare direttive, indipendentemente dalle concrete sensibilità dei fedeli;
- la liturgia eucaristica faceva la figura di un rito sacrale, con i suoi gesti iniziatici e la lingua incomprensibile;
- la lontananza clericale costringeva i fedeli alle pie (?) pratiche;
- la regalità cristica era concepita come lontanissima dal modello evangelico (servizio verso gli ultimi, nascondimento, umile lettura dei segni dei tempi).
Nelle intenzioni della riforma , doveva essere cancellato il ritualismo e il clericalismo: la partecipazione dell’Assemblea (non semplice appendice del corpo sacerdotale) e inculturazione delle parole e dei gesti (soprattutto nella struttura mentale secolare dell’uomo d’oggi). Il SEGNO di questa rivoluzione, è stato il sovvertimento delle pregresse priorità nella disposizione degli spazi per le funzioni celebrative:
1. primo soggetto è l’Assemblea,
2. infatti i singoli spazi funzionali sono comunque propaggini dell’Assemblea, quindi
3. l’ambone e la mensa non sono clericalmente “ad Deum”, ma per il popolo e verso il popolo
4. ciò che non è funzionale alla comunità nell’esercizio del suo ministero celebrante (tabernacolo in primo luogo) sta al di fuori del perimetro assembleare
5. il ministero presidenziale incarna i 3 ministeri di Gesù e guida l’Assemblea: per queste funzioni DEVE essere sovraordinato anche materialmente (forma, dimensioni, altezza rispetto al pavimento):
ecco perché è giusto che la SEDE sia preminente; ancora di più deve esserlo se trattasi di CATTEDRA EPISCOPALE.
Per fortuna ciò è diventato prassi comune, nonstante segni preoccupanti di ritorno al passato.</span>
Alcuni gruppi religiosi cattolici chiamano il potere ecclesiastico attuale "Vatican II sect" ovvero "la setta del Vaticano II"!
RispondiEliminaMolto interessante il sito http://www.mostholyfamilymonastery.com/ (in inglese) che raccoglie una mole gigantesca di documenti sul decadimento cattolico dal Vaticano II in poi. Spicca nell'immensità della documentazione la foto di Paolo VI che indossa il pettorale di ephod, indossato dai massoni e dai grandi Sacerdoti ebrei come Kaipha. Terribile l'ecumenismo che diviene tradimento della fede. E' nel diritto dell'uomo quello di resistere, di non accettare il tradimento. lo sviamento, l'abominio. Questo fu poi il problema del Nazismo: la responsabilità individuale è più importante della fedeltà ai propri superiori, ad un partito, ecc. Aveva torto Sandro Pertini quando disse che "era meglio avere torto dentro il partito che ragione fuori". Poi il senso di disagio di fronte a quella "messa", a quegli addobbi e posture, a quel clero viene direttamente dalla propria più intima coscienza.
E la vera messa emana luce.
<span>Alcuni gruppi religiosi cattolici chiamano il potere ecclesiastico attuale "Vatican II sect" ovvero "la setta del Vaticano II"!
RispondiEliminaMolto interessante il sito http://www.mostholyfamilymonastery.com/ (in inglese) che raccoglie una mole gigantesca di documenti sul decadimento cattolico dal Vaticano II in poi. Spicca nell'immensità della documentazione la foto di Paolo VI che indossa il pettorale di ephod, quello dei massoni e dei grandi Sacerdoti ebrei come Kaipha. Terribile l'ecumenismo che diviene tradimento della fede. E' nel diritto dell'uomo quello di resistere, di non accettare il tradimento. lo sviamento, l'abominio. Questo fu poi il problema del Nazismo: la responsabilità individuale è più importante della fedeltà ai propri superiori, ad un partito, ecc. Aveva torto Sandro Pertini quando disse che "era meglio avere torto dentro il partito che ragione fuori". Comprendete a chi alludo...</span>
<span>Poi il senso di disagio di fronte a quella "messa", a quegli addobbi e posture, a quel clero viene direttamente dalla propria più intima coscienza.
E la vera messa emana luce.</span>
Non che io abbia voglia di organizzare un sondaggio per sapere chi crede o chi non crede in Medjugorie. L'unica cosa è che io non sono così sicuro che non lo siano. Anzi ho più motivi per credere che non credere!
RispondiEliminaMi sembra che GPII fosse molto orientato a credere! O sabglio?
Ribadisco. In dubiis libertas!
Matteo Dellanoce
<span>Gentile amico, io non ho minimamente toccato la questione delle "apparizioni" di</span> <span>Medjugorie. Comunque se debbo dire una parola sul punto, lo stile di vita dei "veggenti", l'attività dei sacerdoti chiacchierati che li circondano, la posizione dei vescovi del luogo profondamente ostile al fenomeno ecc, rendono la questione molto dubbia.. La vita -- ad esempio -- di Marthe Robin fu invero più consona ad una santa stigmatizzata che vedeva Maria.</span>
RispondiEliminaCari saluti.
Sono abbastanza d'accordo con don Mercenaro, perchè l'idea conciliare dell'architeturo è in breve questa: non uno spazio prefabbricato e definitivo, ma uno spazio polivalente e flessibile. Prima del Concilio le chiese erano pensate secondo l'idea del tempio di Gerusalemme, oggi invece - secondo l'intuizione conciliare - secondo il modello della tenda dell'Esodo. come dice l'inno eucaristico "il tuo popolo in cammino, cerca in te la guida, sulla strada verso il Regno".
RispondiEliminad. Mercenaro, i tuoi interventi hanno un merito indiscutibile. Teorizzano e rendono palese quello che è, effettivamente, il programma spesso inconfessato della maggior parte dei liturgisti, "vil razza dannata", per citare il Rigoletto.
RispondiEliminaE bravo Don Mercenaro! L'Assemblea, infatti, partecipa così tanto che non c'è più. Mi compiaccio, poi, dell'uso illuminante di termini come rivoluzione e sovvertimento. La dicono lunga sull'ermeneutica della continuità di cui sento sempre cianciare.
RispondiEliminaOttimo, quindi! Ora abbiamo una liturgia democratica, repubblicana, a-rituale e popolare. Ma il popolo, appunto, non c'è.
Vede, io non ho fatto il seminario e in questo campo mi muovo a tentoni, con quel poco che ricordo della dottrina dei miei anni verdissimi. Seguo poi quello che mi dice l'esperienza della vita vissuta e di quello che ho visto vivere da altri molto più sfortunati di me in molte parti del mondo, dove la sopravvivenza è frutto, se va bene, di una costante e diuturna lotta giornaliera (lotta in senso stretto).
Vede, per quel volgo, distratto, stanco, sporco e, se va male, spaventato, violentato e affamato, la faccenda è un po' diversa. Non sente le parole, ma vede i fatti, non crede alle favole ma si identifica nei miti, poggia la sua fede sulla speranza (materiale e spirituale).
Cerca dei simboli dietro i quali raggrupparsi, perchè l'unione fa la forza anche quando si cerca la sopravvivenza individuale.
La cattiva notizia, quindi, è che nonostante il luminoso progresso tecnico che ha interessato la nostra fettina di mondo, siamo ancora (per me, per fortuna) come i nostri nonni e bisnonni. Col progresso è cambiato il nostro modo di presentarci e di comportarci, a pancia piena. Ma quando la pancia (in questo caso, non in senso stretto) è vuota, tutto torna più o meno come prima.
Guardi la ex Jugoslavia. Avrebbe mai detto che in (in) Europa - dove si indossano i Jeans di D&G con 4 dita di c... fuori, ci si impasticca allegramente in discoteca e si fanno le manifestazioni a favore di qualsiasi pace autoreferenziata (anche ingiusta, anche rinunciataria, anche liberticida) - ci si sarebbe scannati per anni gli uni gli altri, in nome spesso di retaggi storici che risalgono al 1300 (è il caso di quella ex nazione, appunto)?
La chiesa, quindi, deve rassegnarsi a comunicare il suo messaggio anche con i simboli, se non vuole che i suoi fedeli si accodino a qualche altra bandiera. E quale migliore simbolo di una liturgia di secoli o millenni, identica per tutti, che ci accomuna per di più con le generazioni passate? Grazie ad essa, le nostre famiglie e le nostre comunità (anche le nostre assemblee) diventano qualcosa di molto più ampio e nobile, includendo anche le persone passate, coi loro dolori, le loro gioie ed ideali.
Si rassegni, quindi, e faccia un bagno d'umiltà.
Esca dall'aula liturgica e torni in chiesa.
Come dice d. Mercenaro si e' trattato di una"rivoluzione", difficilmente compatibile con la dottrina cattolica.
RispondiEliminaE' sempre e' solo Dio quello che conta e nelle Chiese autenticamente cattoliche si sa dov'e'.
I luoghi protestanti menzionati da Mercanaro per la sua assemplea ricordano una stazione ferroviaria dove si attende il diretto sola andata per l'inferno (corse puntuali e frequenti).
Extra ecclesiam (con il Vicario di Cristo ed il depositum fidei) nulla salus.
FdS
Don Mercenaro, non è vero che le lezioni scritturistiche sono sussurrate, esse sono o lette con tono chiaro o cantate. Il Vangelo , nella messa con diacono e suddiacono, viene cantato non verso il popolo ma verso la parete di nord perchè il giudizio di Dio dovrebbe, seconto l'A. T., venire dalla tramontana; il diacono, anche in Ippolito Romano, faceva scendere il battezzando nel fonte con la faccia verso settentrione.La messa che noi oggi stiamo riscoprendo a piccoli gruppi numerosi, è partecipata consapevolmente, tutti leggono in traduzione la ricchezza dei testi delle messe, sanno distinguere i vari momenti liturgici. La messa antica oggi, non quella di ieri, ma quella che oggi si vive, è un'esperienza seria, partecipata e voluta scientemente e molto fruttuosa spiritualmente.
RispondiEliminaA d. Mercenaro. Sono esterefatto della sicurezza tetragona con cui Lei propone soluzioni che non sono cattoliche; tanto più se "d." vuol dire "don". Lei considera un progresso il rifiuto di ogni riferimento veterotestamentario? Ma se il Vangelo ne è pieno! Pensi solo all'episodio dei pellegrini di Emmaus, in cui Gesù risorto spiega ai due simpatizzanti scoraggiati la lunga serie delle profezie che a lui si riferiscono! E il Dio che chiama "Padre" chi è se non il Dio di Israele? Dovrebbe esserle noto che una delle eresie più pericolose del II secolo fu quella di Marcione, che considerava il Dio dell'A.T. ( creatore ) talmente crudele da dichiararlo un altro Dio rispetto a quello del Nuovo Testamento. La Grande Chiesa ( quella cattolica ! ) rifiutò nettamente questa posizione. Così pure relativamente agli elementi precristiani. I "progressisti" sono per il dialogo e le convergenze e commistioni "latitudinarie" con tutte le religioni possibili e immaginabili; perchè lei allora ha orrore per i culti precristiani? In essi si trovano anticipazioni imponenti del Cristianesimo, che non le ha rigettate in toto, ma assunte e trasfigurate, ad esempio nel culto dei santi e nella "iperdulìa" nei confronti della Vergine Maria. Devo supporre che lei, come Kung, storce il naso di fronte alla Mariologia? ( Giusto, nella sua chiesa-aula c'è posto per la Madonna e per i santi? ).Lei ricorda che il prete-psicanalista Eugen Drewermann, uscito dalla Chiesa sbattendo la porta, è un grande estimatore della religione egiziana? Così lei trova che le meraviglie artistiche prodotte dall'Editto di Milano al Settecento ( concordo con la periodizzazione di Sedlmayr ) non siano l'espressione di una religiosità rigogliosa? Io ho segnalato l'esigenza delle cappelle laterali in relazione all'interiorità anche nell'era del cemento armato. Lei con la sua "assemblea" dell'interiorità non sa che farsene ? Dunque la "pietà" e il suo grado superiore, la mistica, sono da buttare via? Mah! E la "Gerusalemme celeste" dell'Apocalisse, termine ultimo del dramma dell'umanità pellegrina, somiglia alla sua "aula" o a un tempio "sacrale"? Sto studiando due mistiche tedesche, Anna Katharina Emmerick e Therese Neumann, entrambe stimmatizzate e con visioni della Passione, a cui partecipavano interiormente e fisicamente. Come mai potevano immedesimarsi a tal punto nella vita di Gesù se da popolane tedesche avevano solo la messa in latino e le pie ( "?" )pratiche?
RispondiElimina<p>Gentile Amico,
RispondiElimina</p><p>effettivamente "d." dovrebbe stare per "don". Ma che vuol dire "mercenaro"? Nell'acuto tentativo di un'analisi semantico-simbolica.... Potrebbe essere uno pseudonimo a caratterizzare una vocazione del cuore. Chissà!
</p><p>Comunque a parte tutte le disquisizioni dotte é un fatto che parroci e vescovi abbiano boicottato e boicottino la vera Messa. Temono il suo propagarsi. La censurano. Fanno sentire un'esclusione che rende i Cattolici legati alla Tradizione come lebbrosi di cui ci si vergogna, senza per nulla considerare né il Motu Proprio di Papa Benedetto "Summorum Pontificum", né la meno nota, ma non meno importante Lettera Apostolica "Ecclesia Dei" di Papa Giovanni Paolo II del 2 Luglio 1988, in cui tra l'altro si precisa:
</p><p>"<span>A tutti questi fedeli cattolici, che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della traditione latina, desidero manifestare anche la mia volontà - alla quale chiedo che si associno quelle dei Vescovi e di tutti coloro che svolgono nella Chiesa il ministero pastorale - di facilitare la loro comunione ecclesiale, mediante le misure necessarie per garantire il rispetto delle loro giuste aspirazioni.<span>.</span></span>
</p><p><span><span> E' già sin troppo elegante che a certi individui sia concesso tanto spazio qui in questo sito dedicato alla vera Messa, quando nelle loro chiese non c'è spazio per noi, non ostante la volontà espressa così chiaramente da due Papi!!!! Ma è proprio necessario dover occuparci di loro? La loro riproposizione scandalosa delle idee del Vaticano II, le loro balordaggini sulla loro messa catto-luterana? I dibattiti si fanno con scambio delle sedi, ma le loro sono del tutto serrate alla nostra Liturgia e dunque a noi.</span></span>
</p>