Un estratto di un'intervista radiofonica al card. Rodé, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica. A quanto pare, considerato che certi ordini religiosi sono fucina di derive liturgiche, è arrivato il momento di metter la mordacchia.
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– La Congregazione è anche impegnata su una riflessione sull’importanza della preghiera…
Card. Rodé - Alcuni dicono che oggi i religiosi e le religiose pregano troppo poco. Io non lo so, non so se sia vero e certo mi auguro che non lo sia. La preghiera presenta oggi delle difficoltà, che forse in un tempo passato, in un tempo in cui il ritmo della vita era un po’ più umano e non c’era tanto stress, non c’era tanto rumore, forse la preghiera, il raccoglimento, la concentrazione, il pensiero, la mente che si elevava verso Dio erano molto più facili. Oggi in un mondo così movimentato come il nostro, la preghiera diventa certamente più difficile. Noi dobbiamo mettere l’accento sulla assoluta necessità della preghiera nella vita spirituale di un consacrato e di una consacrata. Questo vogliamo cercare di farlo con la realizzazione di un documento che stiamo preparando. C’è poi anche un altro punto di vista: il cardinale Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha avuto l’idea – che mi ha proposto – di fare un documento interdicasteriale, con una prima parte affidata al nostro dicastero ed una seconda curata dal dicastero per il Culto Divino, sulla formazione liturgica dei religiosi e delle religiose. Anche questo mi sembra di grande importanza perché da una parte c’è una certa “ignoranza”, una certa mancanza di conoscenza e di formazione liturgica nei giovani religiosi e religiose; dall’altra ci sono anche delle fantasie liturgiche che non sono sempre di buon gusto e che non corrispondono al desiderio e alla volontà della Chiesa e allo spirito stesso della Liturgia. Certi correttivi appaiono, dunque, necessari. Questa parte sarà compito della Congregazione per il Culto Divino e faremo insieme un documento unico, composto da due parti, quella relativa alla preghiera e quella relativa alla formazione liturgica. Io penso che ambedue le parti siano necessarie e saranno – mi auguro – di profitto per la vita spirituale dei religiosi e delle religiose
Fonte: Radio Vaticana, via Cantuale Antonianum
Fonte: Radio Vaticana, via Cantuale Antonianum
Ecco bravi era ora. Magari una copia con urgenza inviatela al Parroco-Priore di Goito MN e alle sue Suore Orsoline che si sono inventati il Vangelo animato durante la S. Messa detta "dei fanciulli".
RispondiEliminadocumenti, documenti,ancora documenti in preparazione: parole, parole, parole, ancora parole. La documentite, assieme all'assemblearite è la malattia più vistosa che la Chiesa s'è beccata dopo il concilio.
RispondiEliminaIl mio ex parroco mi diceva: "come faccio a leggere tutti i documenti che mi arrivano e che provengono da decine e decine di uffici o dei mille uffici della Cei e dei mille uffici diocesani; per leggerli tutti non dovrei fare altro che leggere dalla mattina alla sera" .
gli ho detto: e come fa?mi ha risposto: "semplice, non li leggo".
verissimo......solo..parole...parole....
RispondiElimina<span>"dall’altra ci sono anche delle fantasie liturgiche che non sono sempre di buon gusto"</span>
RispondiEliminaPerché, esistono fantasie liturgiche di buon gusto? :)
Si parla dei religiosi e delle religiose.... ma nei seminari diocesani cosa si fa? La Sacra Congregazione dell'educazione Cattolica e dei Seminari dove sta? Come mai non si fa sentire? Eppure il clero secolare rappresenta nel mondo la fascia più larga tra le fila dei chierici.... forse si ritiene che in codesti luoghi di formazione iniziati con il Sacro Concilio di Trento e tanto benedetti dai Pontefici e di Vescovi non si insidia forse il morbo del modernismo che non solo ha traviato il cuore di tanti ma che ha permesso la distruzione non solo dell'antica ma anche della nuova liturgia? Tamburelli.... chitarrine... batti mani urla e schiamazi.... altari abbattuti. paramenti Sacri nascosti e sostituiti con con altri meno Sacri in therital.... allora dov'è la congregazione del culto Divino???? Si parla del motu proprio Summorum Pontificum... ci si lamenta che i preti non conoscono il rito della Messa di sempre o che non sanno più il latino, si discute tanto alla dottrina della fede e all'ecclesia Dei per colmare quete lacune... si cerca di accontentare uno e l'altro e non si pensa alla cosa più ovvia da fare ovvero rendere i Seminari Diocesani o almeno quello che vi rimane bi-formalisti, daltronde non sono due forme diverse dello stesso rito Romano? Di cosa si ha paura? Vi prego datemi voi una risposta.... firmato un seminarista molto amareggiato e in crisi....
RispondiEliminaEffettivamente sembra che gli sforzi delle commissioni diocesane, interregionali, della Conferenza episcopale, delle varie Congregazioni siano finalizzati prevalentemente alla produzione di documenti.
RispondiEliminaCaro Benedikt, come ripeto spesso nei miei commenti certi cambiamenti liturgici e dottrinali, come il biritualismo da te enunciato o anche la cosiddetta riforma della riforma tanto nominata dallo stesso Papa dovrebbero essere imposti per decreto, non semplicemente auspicati. Con gli auspici, le speranze e i buoni esempi non si va da nessuna parte perchè la stragrande maggioranza dell'alto e basso clero è conciliarista, progressista, modernista e quindi contraria a cambiamenti che vadano nella direzione di una sana restaurazione. Tempo fa si era parlato di alcuni provvedimenti che la Congregazione per il Culto Divino, su auspicio del Papa, avrebbe avuto in animo di prendere come antidoto contro la deriva liturgica(ad es. celebrazione del Canone in latino e versus Deum durante la Messa, comunione obbligatoria sulla lingua e in ginocchio, ecc...). Poi, però, il cardinale Canizares ha smentito tutto questo e siamo rimasti tutti molto delusi e amareggiati. Sarebbe così semplice, certi problemi gravissimi sarebbero risolvibili semplicemente con un decreto del Papa, ma, evidentemente, le cose troppo semplici spaventano e si preferisce percorrere la via più lunga, incerta e insidiosa.
RispondiEliminaProdurre documenti è la cosa più semplice che esista. si tacita la coscienza e si va oltre. E' esattamente la stessa storia che succede con il Parlamento italiano: si approvano decine di leggi ma nessuno si preoccupa della loro applicazione. Si tratta di una malattia assai diffusa e temo incurabile
RispondiEliminaComunque, buon Benedikt, io dt consiglio caldamente e di tutto cuore di diventare presto sacerdote, un santo sacerdote come il curato d'Ars. Non appena sarai divenuto parroco e potrai quindi muoverti liberamente, inizia ad applicare tu stesso, nella tua parrocchia, le direttive emanate dal Santo Padre nella Summorum Pontificum e inizia a celebrare almeno una Santa Messa domenicale nella forma straordinaria, così come tu stesso giustamente auspichi quando parli di bi-formalismo. Vedrai (ne sono sicuro) che tanti buoni frutti non tarderanno a farsi vedere. Ti accorgerai che la frequenza del popolo alle sacre funzioni crescerà vistosamente e tanta santità di vita e di fede si propagherà tra i fedeli. Applica una sana pastorale di stampo tradizionale, educa i tuoi parrocchiani alla bellezza e alle virtù dei riti tradizionali, celebra un Novus Ordo devoto e rispettoso della tradizione liturgica, adoperando paramenti e suppellettili decorosi (anch'essi educano molto più di tante vuote parole). Non scoraggiarti, prega il Signore di rafforzare la tua fede e di spronare il tuo zelo pastoale. Tanti carissimi auguri e... ad multos annos!
RispondiEliminaAllora mi appello a nostro Signore Gesù Cristo!!!!!!!!!! O Signore Gesù Cristo Re e Signore della Chiesa rinnovo alla tua presenza la mia adesione incondizionata al tuo Vicario sula Terra il Papa, in lui ci hai voluto mostrare il cammino sicuro e certo che dobbiamo seguire in mezzo al disorientamento all'inquietudine e allo sgomento, credo fermamente che per mezzo suo tu ci governi istruisci e santifichi e che sotto il suo vincastro formiamo la vera Chiesa una Santa Cattolica e Apostolica, concedici la Grazia di amare di vivere e diffondere come figli fedeli i suoi insegnamenti, difendilo dalle calunnie e dalle malvagità, placa i venti erosivi dell'infedeltà e della disobbedienza e concedici che attorno a lui la tua Chiesa si conservi unita, ferma nel credere e nell'operare e sia strumento efficace della tue Redenzione. Amen
RispondiElimina<span>Allora mi appello a nostro Signore Gesù Cristo!!!!!!!!!! O Signore Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, mio creatore e redentore perchè sei tu e perchè ti amo soppra ogni cosa rinnovo alla tua presenza la mia adesione incondizionata al tuo Vicario sula Terra il Papa, in lui ci hai voluto mostrare il cammino sicuro e certo che dobbiamo seguire in mezzo al disorientamento all'inquietudine e allo sgomento, credo fermamente che per mezzo suo tu ci governi istruisci e santifichi e che sotto il suo vincastro formiamo la vera Chiesa una Santa Cattolica e Apostolica, concedici la Grazia di amare di vivere e diffondere come figli fedeli i suoi insegnamenti, difendilo dalle calunnie e dalle malvagità, placa i venti erosivi dell'infedeltà e della disobbedienza e concedici che attorno a lui la tua Chiesa si conservi unita, ferma nel credere e nell'operare e sia strumento efficace della tue Redenzione. Amen</span>
RispondiEliminabenedetto benedikt, salga al Cuore di Dio la tua preghiera,
RispondiEliminaperchè Lui porge sempre l'orecchio ai puri e umili di cuore!
(solo una piccola osservazione: ricordo bene che ...il Pastore portava anche il bastone, ecco...: "Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. » (Salmo 23)
quel bastone serviva per caso per tener lontani i lupi...o per che altro ?.... )
Per Memoranda
RispondiEliminacon il vincastro, o pastorale, si possono anche acchiappare le pecorelle più furbe. Ecco perchè ha la forma di ricciolo. Il pastore un tempo si serviva del ricciolo del vincastro per prendere le pecore più riottose per il collo o per le zampe con la parte più stretta. Se non sbaglio, infatti, su questo antico uso si basa anche una vecchia norma per la quale un Vescovo fuori dalla propia diocesi dovrebbe tenere il pastorale girato verso se stesso. Non dovrebbe,in teoria, aver potere sulle pecore di un altro pastore quantomeno per rispetto per il suo operato!
Piccoli simboli ritenuti superflui dai novatores ovviamente.
Anche le persone più serie che occupan cariche prestigiose ed onerose ai vertici della Chiesa, come il card. Rodé, a volte parlan senza molto riflettere e senza contar prima sino a 10.
RispondiEliminaCome fa, lui che è il Prefetto della Congregazione per i religiosi a non sapere se i religiosi preghino molto meno di un tempo? Ma lo sa, lo sa benissimo: una risposta retorica la sua, ed anche arrampicata sulla comoda attenuante, naturalmente sociologica: i tempi eccessivamente movimentati. La società che muta, il solito apritisesamo.
Ma i religiosi e le religiose non dovrebbero laciarsi prendere dai ritmi frenetici del mondo, e, anche se impegnati (inevitabilmente? tutti?) in attività caritative, sociali ecc., dovrebbero saper ritagliarsi tutti gli spazi necessari per la preghiera come previsto dalle loro "regole".
Non sono i tempi che mutano a distoglier dalla preghiera, ma l'obiettivo più mondano che si pongon i religiosi e le religiose.
Io ricordo le suore vincenziane, quelle con "le ali bianche" in testa che le facevan tanto angeli in terra, impegnatissime negli ospedali: non mancavano mai alle preghiere della comunità né trascuravan le devozioni private.
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RispondiEliminaCaro Benedikt! Resisti e abbi sempre fiducia in Dio! Le cose pian piano stanno cambiando! Anch'io sono stato scoraggiato molte volte, ma il Signore non ci lascia soli! Restiamo uniti nella preghiera!
RispondiEliminaquando i buoi sono scappati, si chiude la stalla
RispondiEliminaDue cose: perchè mai anziche incoraggiare i carismi, si pensa solo a incoraggiare la loro repressione , mordacchie comprese?
RispondiEliminaEpperchè rifiutare l'impegno sociale dei religiosi: essi fanno il lavoro dei samaritani ... vi piacciono sacerdoti e leviti, ditemi, ditemi ...
Ma le hanno ancora le "ali" le suore vincenziane?
RispondiEliminaNo, caro Filippo, alle suore vincenziane le ali sono state tarpate, e oggi vestono con un abito azzurrino appena sotto il ginocchio e un semplice velo da cui non disdegnano di far saltar fuori qualche ciocca di capelli. E poi il cardinal Rodé non si capacita del fatto che dal 1965 ad oggi i religiosi si siano ridotti ad un terzo!
RispondiEliminaPASTOR ILLE, la mordacchia andrebbe messa a quelli che leggono e non capiscono, che s'inventano carismi che non hanno e mai potranno avere perché appunto se li creano da se stessi. I veri religiosi di vita attiva han sempre saputo contemperare preghiera e dono di sé agli altri.
RispondiEliminaPer i veri religiosi di vita attiva - e non voglio qui parlare di quelli di vita contemplativa - prima viene Dio e poi gli uomini, i fratelli nei quali vedono Cristo. E se non pregassero come loro obbligo d'amore per Dio, non avrebbero neppure l'amore e la pietà dei samaritani.
I veri sacerdoti, i veri leviti ed i veri farisei son quelli che crogiolano in mare di parole vane, vano paravento al nulla interno.
... e, in effetti, così come recitava un'antica dottrina giuridica: la buona legge non è quella che esprime sublimi idealità, ma quella che può trovare nel concreto un'immediata ed integrale applicazione...
RispondiEliminaVerra un giorno, finalmente, speriamo non lontano, in cui per regola, ai religiosi sarà impedito di mettersi costumi medievali o ottocenteschi che li fanno somigliare a dei teatranti...Se non accadrà dai vertici accadrà, per tutti, dalla base. Speriamo solo che non ci voglia troppo
RispondiEliminaBuona idea: li si farà vestire da infermieri, per indicare la loro funzione di soccorso ai sofferenti ? In costume adamitico (circostanze climatiche permettendo) per suggerire la loro totale astrazione dalle cose del mondo? Oppure (perché no?) da parastatali cassintegrati, per meglio sottolineare la loro vicinanza ideale con i soggetti materialmente bisognosi?
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