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martedì 8 dicembre 2009

Convulsioni anglicane: ora pure la vescova lesbica

Sicuramente il card. Mahony di Los Angeles, uno dei vescovi più progressisti e liturgoclasti d'America (leggine qui), sarà contento di trovarsi agli incontri ecumenici con questa nuova collega e la sua gentile compagna. Povero Williams di Canterbury!


Washington, 7. Per la prima volta gli episcopaliani, il ramo americano della Comunione anglicana, ha eletto vescovo ausiliare di Los Angeles un vescovo apertamente omosessuale. Il reverendo Mary Glasspool [nella foto], 55 anni, che da più di vent'anni anni ha una relazione con un'altra donna, è stata eletta vescovo nel corso della tradizionale convention annuale della diocesi: ha ottenuto 153 voti tra gli esponenti del clero e 203 voti dagli esponenti laici, ottenendo così la maggioranza richiesta dei suffragi. Insieme con Glasspool un'altra donna, Diane Jardine Bruce, 53 anni, è stata eletta vescovo ausiliare della diocesi di Los Angeles. Secondo quanto riferisce il "Los Angeles Times", è la prima volta in 114 anni che delle donne vengono elette vescovo della diocesi. La scelta di Mary Glasspool dovrà ora essere convalidata dai vescovi delle 108 diocesi episcopali del Paese. La notizia dell'elezione della Glasspool è stata commentata con allarme dal primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, il quale si è detto preoccupato per l'elezione a vescovo di una donna apertamente omosessuale. "L'elezione apre questioni molto serie, non solo per la Chiesa episcopale e il suo posto nella Comunione anglicana, ma per l'intera Comunione", ha spiegato l'arcivescovo in un intervento pubblicato sul sito in rete. Il processo di selezione del vescovo episcopaliano di Los Angeles è stato completato solo in parte, ha però ricordato Williams: "L'elezione deve essere confermata, o potrebbe essere rigettata, dai vescovi diocesani e dalle commissioni diocesane in carica". In ogni caso, ha spiegato il primate anglicano, tale decisione "avrà implicazioni molto importanti. I vescovi della Comunione hanno collettivamente riconosciuto che un periodo di cortese restrizione riguardo alle azioni che possono essere contrarie al sentire della Comunione stessa è necessario, se si vogliono mantenere i nostri legami di mutuo affetto". La nomina di Los Angeles arriva dopo che gli episcopaliani - circa due milioni di fedeli negli Stati Uniti - nel luglio dello scorso anno hanno tolto il bando alla consacrazione di vescovi omosessuali, posto quattro anni fa. Divergenze su questo tipo di scelta si erano verificate già nel 2003, con la nomina del primo vescovo omosessuale, Gene Robinson del New Hampshire.
Fonte: L'Osservatore romano 8 dicembre 2009

66 commenti:

  1. All’interno della Chiesa cattolica, l’omo-sessualità, tanto maschile quanto femminile, è un dato di fatto, così come fuori di essa. Non è né buona né cattiva. Semplicemente è: la vita ci ha fatto così, e così dobbiamo accettarla, come un elemento della nostra complessa e affascinante esistenza. Se un cristiano si vergogna degli omosessuali, si vergogna di Dio stesso, bestemmia la vita complessa e meravigliosa che questo Dio ha creato.
    Tutti sanno che nel clero (e nella vita religiosa) la percentuale degli omosessuali è più alta che nel resto della società, forse proprio per il tipo di vita celibe dei suoi membri e anche per una forma speciale di filantropia e di sensibilità riguardo alla vita che loro mostrano. Considero aberrante, se fosse vera, la notizia diffusa da alcuni mezzi di comunicazione, in cui si dice che alte istanze del Vaticano, dirette da un cardinale che ha presieduto il Dicastero del Clero, vogliono proibire agli omosessuali l’accesso ai seminari e alle funzioni ministeriali di presbitero e vescovo. Come riusciranno a distinguere gli uni e gli altri? Che faranno con le migliaia di presbiteri e di vescovi omosessuali che esercitano con pieno rispetto il loro ministero? Il problema non è che i ministri siano o no omosessuali, ma che esercitino bene il loro compito evangelico, secondo la parola di Gesù e la vita delle loro comunità, in libertà gioiosa e nel servizio all’uomo.
    Quello che mi preoccupa non sono gli omosessuali, ma la forma di vita della Chiesa. Sono convinto che, almeno in Occidente, è finita una fase clericale del cristianesimo.

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  2. "Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi gli uni per gli altri, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento" (Lettera ai Romani, 1, 26-27).

    Più chiaro di così... Qui davvero non c'è proprio discussione, a meno di buttare nel cestino il Nuovo Testamento.

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  3. Non solo il Nuovo Testamento ma anche la ragione.
    L'omosessualità è negazione della relazione d'amore! E' amare non un altro ma se stessi! In sintesi è cercare in un "lo stesso" ciò che non si trova in sè! E' impossessarsi rubando all'altro non ciò che ci completa (uomo-donna) ma ciò che mi completa. E' sommo egoismo! E l'egoismo distrugge le civiltà perchè si fonda non sul giusto razionale e relazionale ma sul gusto individuale ( leggere Nietzsche! sconfiggeremo il cristianesimo con il gusto. Tradotto ci suicideremo!).
    E' negazione della comunione e della comunicazione. E' da un lato aggressività e dall'altro passività! Nulla a che vedere con la necessaria assertività che fa la diversità via della comunione. Il diverso nella omosessualità è da odiare e detestare. io basto a me!
    E' negazione dell'amore e paura della piena relazione sessuale ( un omosessuale è sessuofobo!).
    Se le parole hanno un senso l'omosessualità è la massima espressione della separazione di ciò che nasce unito.
    Quindi come può unirsi a Dio chi lo disprezza talmente tanto da negare l'altro umano? La castità sacerdotale è amore profondo per Dio è rimanere nella sua relazione e non è generatrice di omosessualità ma pienezza del sacrificio umano per l'uomo. Rinunciare ad una parte della propria umanità non per sè ma per donarla all'uomo attraverso Dio!
    Poi il giudizio sarà di Dio! Ma non si può tollerale l'intolleranza. Ciò sottindende che anche chi li vuole eliminare non vada tollerato. Qui non è questione di sola scriptura ma anche di ragione! Amare l'odio! Siamo arrivati a tanto?
    Matteo Dellanoce

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  4. don concilio sta davvero delirando, diffamando e calunniando!

    E' falso che nel Clero l'omosessualità sia così elevata, al contrario già il CESNUR diede indicazioni a riguardo di uno 0,01% direi che don concilio sta davvero diffamando e calpestando il comandamendo sulla falsa testimonianza!

    Va distinto invece l'essere omosessuali a causa di PATOLOGIE dall'atto omosessuale che è da condannare ed è intrensicamente "cattivo" ossia DISORDINATO...

    Non è vero che "siamo fatti così" omosessuali NON si nasce lo si diventa...questo è l'unico dato certo fornito DALLA SCIENZA...
    Il ragionamento di don concilio è talmente grave da giungere a giustificare perfino la pedofilia... infatti in Olanda è nato il primo partito pedofilo....

    Un cristiano NON deve vergognarsi della PERSONA PATOLOGICAMENTE coinvolta con l'omosessualità, anzi deve amare la persona e AIUTARLA, ma deve condannare ogni atto disordinato alla natura...

    E don concilio è rimasto indietro perchè il Documento che vieta agli omosessuali di accedere nei seminari è già stato varato da qualche anno, firmato dall'allora card. Ratzinger e rifirmato da Giovanni Paolo II...

    segue un passo del testo della Chiesa...

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  5. http://www.zammerumaskil.com/catechesi/documenti-catechesi/lettera-ai-vescovi-della-chiesa-cattolica-sulla-cura-pastorale-delle-persone-omosessuali.html

    7. La Chiesa, obbediente al Signore che l'ha fondata e le ha fatto dono della vita sacramentale, celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell'unione amorosa e donatrice di vita dell'uomo e della donna. È solo nella relazione coniugale che l'uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto. Pertanto una persona che si comporta in modo omosessuale agisce immoralmente.

    Scegliere un'attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L'attività omosessuale non esprime un'unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un'esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l'essenza stessa della vita cristiana. Ciò non significa che le persone omosessuali non siano spesso generose e non facciano dono di se stesse, ma quando si impegnano in un'attività omosessuale esse rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall'autocompiacimento.

    Come accade per ogni altro disordine morale, l'attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l'omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico.

    8. L'insegnamento della Chiesa di oggi è quindi in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione. Anche se il mondo di oggi è da molti punti di vista veramente cambiato, la comunità cristiana è consapevole del legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l'hanno preceduta "nel segno della fede".

    Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all'interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all'interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un'ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.

    I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all'insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.

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  6. continua da sopra ^__^

    9. Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

    È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

    La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l'opinione, secondo la quale l'attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l'espressione sessuale dell'amore coniugale, ha un'incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo.

    10. Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev'essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.

    Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l'attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano.

    eh!
    ^__^

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  7. Ma sticazzi degli episcopaliani no?...Avranno 20 fedeli si e no e si postano pure gli articoli?
    Qui mi sembra che si voglia veramente incitare la rissa...

    Detto questo, la questione è semplicissima. L' omosessualità non è un problema in sè. Lo è quando esso si trasforma in pratica dell' atto omosessuale.
    Ergo, il prete cattolico omosessuale, finchè non pratica, non ha alcuna differenza rispetto a quello eterosessuale.
    Entrambi preti, entrambi peccatori in quanto uomini.

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  8. Don Concilio,

    ricordo che tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio vi e' appunto il peccato impuro contro natura.
    Che tali tendenze esistano e' un fatto, ma cio' non toglie che sia appunto un peccato particolarmente grave. Il cristiano come tale le deve vincere tramite la preghiera ed i sacramenti e quindi non praticare e non farne l'apologia come fatto di natura, ma appunto contro natura.
    L'esaltazione e il tentativo di "giustificare" e quindi promuovere tali atti fanno parte del tentativo di inversione e capovolgimento satanico della morale per l'instaurazione di uno stato di cose piu' gradito al principe di questo mondo, che tuttavia non prevarra'.
    Cristo Signore ha stabilito il sacerdozio ministeriale ed il nostro santo clero, che si contrappone al secolo, per permetterci di vincere attraverso i sacramenti il peccato.
    Don concilio dimostra che i modernisti marciano sotto le bandiere del summenzionato senza saperlo.
    FdS

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  9. l'omosessualita' a livello di tentazione non e' ovviamente peccato. ma la tentazione va respinta sempre perche' il Signore operi con la giusta visione delle cose in materia sessuale e spinga ad aderire alla vera felicita'. cime per tutte le tentazioni , anch'essa si ridurra' al lumicino. il regno di Dio e' dei forti(violenti diceva il Vangelo una tempo). Gianluigi.

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  10. Ovviemnte buona Immacolata Concezione a tutti. L'iimacolata per definizione guida a tutte le inclinazioni immacolate.Gianluigi

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  11. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  12. Rammento che, se anche la tendenza omosessuale non è di per se peccato (ma una croce), la Chiesa - anche nei suoi più recenti documenti - vieta di accettare candidati al sacerdozio con forti tendenze omosessuali.
    AMDG
    Luigi C

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  13. 0,01 % di omosessuali nel clero? Dobbiamo ridere? E' una barzelletta immagino!
    Caterina svegliati per favore....

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  14. Confermo inoltre quello che ha detto Caterina: tutte le ricerche statistiche ci dicono che, non solo gli omosessuali nel clero cattolico sono nella media con gli altri uomini, ma anche che i reati di pedofilia\omosessualità da parte di preti cattolici celibatari sono in numero uguale a quelli di clero non celibatario (pastori protestanti, rabbini, etc).
    AMDG
    Luigi C

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  15. Facciamo chiarezza una volta per tutte: tutti concordiamo sul fatto che l'omofilia (cioè l'inclinazione, la tendenza) sia generalmente un fattore innato, costituzionale e spesso con una componente ereditaria e genetica. Logicamente, quindi, non si può fare una colpa a chi si sente attratto fisicamente verso individui del suo stesso genere: se è nato così, purtroppo non ci si può far nulla.
    Ben diverso è il discorso che riguarda l'esercizio attivo di questa sua tendenza innata. E' la messa in pratica dell'omosessualità ad essere qualcosa di disordinato e di non consentito dai dettami della Chiesa. Pertanto, chi nasce con queste inclinazioni omofiliache è chiamato alla castità. D'altronde, è chiamato alla castità qualunque cattolico non legittimamente coniugato, di conseguenza la stessa cosa vale anche per chi ha inclinazioni verso l'omosessualità.
    Mantenendosi casto, può anch'egli aspirare alla santità come qualunque altro fedele, anzi, consapevole che Dio gli ha affidato un sacrificio ancor più grande.
    Tutto questo, naturalmente, vale per i fedeli laici come per gli aspiranti sacerdoti: il punto essenziale è il mantenimento della castità, non le tendenze, le inclinazioni, che sono naturalmente innate!

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  16. Vorrei sapere dalla redazione cosa c'era di offensivo nel post delle 14:23, avendolo letto non mi pareva contrario alla fede ne al buon gusto, altri post contrari al Santo Padre e alla morale cattolica non vengono censurati, come mai? Grazie.

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  17. Il fatto che sia innata e genetica nasce agli inzi degli anni 70 con il club di Roma....fino ad allora era ( ed a mio modo di vedere è9 un problema comportamentale. e che un comportamento sia di natura genetico è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra.
    Quando si parla di queste cose stimao sul piano scientifico e non ideologico.
    Per cortesia si intende!
    Se uno nasce maschio è maschio se uno nasce femmina è femmina! Poi se uno si comporta da femmian pur essendo maschio questo non ha nulla a che fare con la genetica. Sociobiologia anni 70!
    Un po' di serietà scientifica. Manca solo l'intervento di Al Gore o di Obama e poi scopriamo che si nasce geneticamente così o cosa!
    Matteo Dellanoce

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  18. All'anonimo che si lamenta della censura.

    C'era questa frase offensiva contro due altri commentatori:
    "voi siete persone estremamente volgari e sprezzanti...."

    Più che sufficiente per la cancellazione.

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  19. IN RISPOSTA ALLA REDAZIONE...DETTO DA C.C 1)Ma sticazzi degli episcopaliani no?...Avranno 20 fedeli si e no e si postano pure gli articoli?
    Qui mi sembra che si voglia veramente incitare la rissa...
    QUESTA AFFERMAZIONE NON E' SPREZZANTE E VOLGARE?
    DETTO DA DON CONCILIO 2) Tutti sanno che nel clero (e nella vita religiosa) la percentuale degli omosessuali è più alta che nel resto della società, forse proprio per il tipo di vita celibe dei suoi membri e anche per una forma speciale di filantropia e di sensibilità riguardo alla vita che loro mostrano.
    QUESTA AFFARMAZIONE NON E' SPREZZANTE E VOLGARE E MANIFESTAMENTE CONTRARIA AL CLERO? ATTENDO UNA RISPOSTA.... GRAZIE PER LA GENTILEZZA.

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  20. Quoto ovviamente Francesco.
    Per il resto ribadisco la mia perplessità nel postare notizie di questo tipo, che nulla aggiungono nulla tolgono a situazioni che esistono già da decenni, se non secoli, nella nostra società.

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  21. Mi rivolgo principalmente a Caterina, con la quale mi trovo sì in totale disaccordo, ma che anche ammiro per la completezza dei suoi commenti e che quindi ringrazio, perché mi aiuta ancora una volta ad approfondire il discorso e a mettere alla prova le mie convinzioni. Prima di tutto credo sia necessario considerare che la comunità scientifica ha definitivamente chiarito che l’omosessualità non è una patologia, ma al massimo può esserlo un orientamento sessuale ego-distonico, vale a dire, in poche parole, l’incapacità di accettare se stessi, la natura del proprio orientamento sessuale, e questo può valere per qual si voglia orientamento sessuale (ricordiamo che non sono solo due). Questo è importante perché ci aiuta a capire che non è contro natura. Concetto, per altro, che detesto perché estremamente fuorviante: non è forse “contro natura” il celibato? Non è forse contro natura l’autoflagellazione ed il dolore auto inferto che i numerari della Compagnia delle Opere praticano regolarmente, e che, pare, li porta spesso a dover ricorrere a psicofarmaci? E ancora, cosa c’è di più naturale della reazione fisica alla stimolazione di una zona erogena? Sono solo esempi, ma che ci aiutano a capire che l’etichetta “comportamento disordinato, contro natura” è arbitraria e non chiarificante. Per cui un modo proficuo di analizzare la cosa potrebbe essere dal punto di vista della tradizione: le parole di San Paolo che sono state citate al inizio sono estremamente illuminanti in proposito. Tuttavia, e qui sarebbe credo doveroso interrogarsi, alla luce delle nuove scoperte scientifiche non è forse più corretto recuperare la tradizione non svincolandola dal contesto culturale e sociale in cui essa ha avuto luogo?
    “Scegliere un'attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale.”
    Qui secondo me si trova il secondo snodo centrale della questione: il significato dell’atto sessuale. A mio avviso, e non solo mio, limitare tale atto al fine procreativo significa davvero ridurne drasticamente il carico simbolico e comunicativo. Pensiamo alla comunicazione non verbale che avviene in un bacio, quanti significati intensi ed inesprimibili vengono veicolati da questo gesto. Non è un gesto direttamente connesso al processo della procreazione, tuttavia può essere espressione di amore. E così l’atto sessuale, che coinvolge tutto un complesso sistema di passioni, tenerezze, intimità, fiducia, stimoli, ha innegabilmente una funzione comunicativa, prova ne sia che può comunicare amore ma anche paura, fastidio, rabbia. Per tanto non appare corretto restringerne il fine al solo atto procreativo. Possiamo anche capovolgere il discorso, e dire che la funzione procreativa non dà valore di per sé all'atto, con due esempi estremi: chiunque qui converrà che un rapporto sessuale tra consanguinei non può che essere considerato una bestialità, tuttavia a livello “naturale” non impedisce la procreazione. Così come non si può negare la profondità e la sincerità di un amore di una persona semplicemente perché questa è sterile: l’impedimento naturale a procreare non nega la possibilità di donarsi, o di trasmettere vita: “L'attività omosessuale non esprime un'unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un'esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l'essenza stessa della vita cristiana.” Questa affermazione può essere valida solo se consideriamo il grande comandamento a vivere la vita nel segno della donazione e della trasmissione della vita stessa il semplice procreare, avere un figlio. Ma non è così, è molto molto di più, si tratta di un percorso intriso di fatica e sacrificio ma anche gioia che va oltre il "fare un figlio" (come purtroppo dimostrano i tanti figli non voluti o maltrattati) e che quindi può essere espresso e condiviso anche da una coppia che biologicamente sia impossibilitata a procreare.
    Marco

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  22. "che nulla aggiungono nulla tolgono a situazioni che esistono già da decenni, se non secoli, nella nostra società"

    Ah sì? Secoli fa c'erano i vescovi lesbiche?

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  23. Dagli anglicani il discorso si allarga e in ogni commento vedo, modestamente, un margine di verità e di 'disordine'.

    Il vizio de sexto - etero e omo - c'è sempre stato nella S. Chiesa, in misura certamente minore. Un tempo c'era più il 'senso dello scrupolo', una coscienza più sensibile, la società era diversa. Oggi si viene più allo scoperto, senza vergogna, senza pudore...
    Personalmente non ho difficoltà nell'ammettere che un chierico possa portare il peso di una croce, quale è quella dell'omosessualità. La Grazia di Dio opera ed è una preziosa risorsa che solo il cristiano conosce. Ma non di rado disordini di questo tipo generano frustrazione e difficoltà di...normale socializzazione e possono sfociare il disordini ben più gravi.
    Ma se accetta il suo limite, lo vive - non lo fugge, ne sarebbe inesorabilmente inseguito e resterebbe vittima - per amore di Cristo, penso che anche le espressioni di di tanti santi sull'argomanto potrebbero addolcirsi.

    Mi lascerei soprattutto interrogare da quest'ennesima bravata degli amici anglicani e constatare con amarezza che anche nella Chiesa Cattolica c'è chi la pensa come loro.

    [per inciso...: una delle accuse ai chierici amanti della liturgia Tradizionale o di alcuni istituti Ecclesia Dei è quella di essere un po'...claudicanti... Non è infrequente. E' una leggenda vaticana da sfatare]

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  24. A)Non ho letto tutto l' intervento di Caterina. Ho letto però quest' ultimo intervento di Marco.

    Una sola nota per dover di cronaca: si parla dell' Opus Dei, non della compagnia delle opere. Ti sei confuso, comunque ci siamo capiti.

    1)Non amo neanch' io il termine "contro natura". E' tremendamente equivoco. In sè non vuol dire nulla. Infatti si parla, molto più correttemente, di atto disordinato, ossia contro l' ordine naturale. Sembrano piccolezze, ma così si comprendono le cose. Altrimenti è facile trovarsi in equivoci.

    2)L' atto sessuale, insegna la Chiesa, non ha il solo fine procreativo, bensì due fini complementari. Quello procreativo e quello unitivo. La riduzione quindi dell' atto sessuale a solo fine procreativo è del tutto arbitraria.


    3)Detto questo, l' atto omosessuale rimane comunque disordinato. In esso infatti, l' impossibilità alla procreazione non è accidentale(sterilità), bensì proprio "strutturale".
    Oltretutto nel caso dell' atto omosessuale non si può parlare di amore coniugale proprio in virtù dell' assenza di sacramento.
    Altimenti per assurdo, potremmo avere il caso di due donne che si sposano SENZA COPULA MA COMUNQUE POSSIBILMENTE FECEONDABILI.
    Ma questa è un assurdità logica

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  25. B)CAPITOLO STERILITA': COSA DICE LA CHIESA?

    1)Se la persona è già sterile ed è noto la chiesa sconsiglia il matrimonio ma non può impedirlo

    -nè in fieri(che deve ancora avvenire)

    -nè in facto esse(già avvenuto)

    Infatti ciò che conta è l'unione copulativa che avvenga humano modoe in questo caso NON c' è coscienza viziosa della coppia in quanto alla procreazione.

    2)Persona impotente, quindi incapace di penetrazione o donna incapace di farsi penetrare(si tratta di una patologia di carattere psichico, non ne ricordo il nome) la Chiesa vieta il Matrimonio.
    Nel caso tale problema sia sorto in seguito a matrimonio non consumato, la Chiesa su richiesta lo dichiara rato e non consumato.


    Spero di non aver sbagliato nella fretta nulla e spero di essermi spiegato bene.

    Ringrazio Marco per aver portato il dibattito su un piano interessante.

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  26. ANONIMO MI DICE

    "Ah sì? Secoli fa c'erano i vescovi lesbiche?"

    Ma vede che lei ama la rissa e la caciara?...
    Secondo lei infatti il problema è nella Lesbicità del soggetto.
    Non sul fatto che sia donna e una donna non può essere ordinata.

    Come se una chiesa protestante anglicana, quindi eretica, quindi scismatica, possa essere considerata "cattiva al 50%" se ordina vescovesse donne normali, è "cattiva al 100%" se le ordina anche lesbiche.

    Delirante!

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  27. Qui sembra che il problema degli anglicani e dei protestanti siano le lesbiche e i gay.

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  28. Ringrazio per la correzione sul punto Opus dei/Compagnia delle Opere. Continuo a credere però che richiamarsi ad una ipotetica legge o ordine naturale e considerare l’omosessualità una trasgressione a tale ordine non sia utile a nessuno. Come già detto non può essere l’ordine naturale di cui sono esperti gli scienziati, che appunto concordano per un’altra opinione. E risulterebbe comunque un ordine incoerente ed arbitrario se escludesse l’omosessualità ed includesse pratiche autolesive. Per tanto cambiargli nome non cambia la natura del concetto. Conoscevo gli impedimenti relativi al matrimonio per persone impossibilitate naturalmente alla procreazione, tuttavia non credo sia considerabile una prova o dimostrazione del concetto, ma semplicemente la conseguenza promanata dalla medesima ratio che è alla base della considerazione dell’orientamento omosessuale come orientamento incompleto. Mi spiego: il fatto che il matrimonio a chi non sia in grado di procreare sia sconsigliato o vietato, a seconda dei casi, è conseguenza di una particolare visione dell’amore e dell’atto sessuale, non il contrario, cioè che siccome il matrimonio a queste persone è vietato allora l’atto sessuale ha questo particolare valore. E, in effetti, allarga il problema invece che restringerlo. CC ci dimostra a quali conseguenze ci porta questa particolare visione dell’atto sessuale, per cui una persona biologicamente impossibilitata a procreare non potrà mai godere della gioia e della benedizione di un matrimonio, né può essere considerata capace di vivere il donarsi cristiano in modo pieno. Infine non si risolve il problema comunicativo. Non si può negare il valore di significante, la funzione di veicolante di messaggi che qualsiasi nostro gesto, dalle carezze fino all’atto sessuale, possiedono. Questa funzione ha valore a sé, indipendente dal processo procreativo (tanto è vero che non viene meno con l’avanzare dell’età).
    “Ma non di rado disordini di questo tipo generano frustrazione e difficoltà di...normale socializzazione e possono sfociare il disordini ben più gravi.” Ribadendo che disordini, se ci si riferisce a sentimenti di orientamento non eterosessuale (ma non sono sicuro di aver capito se Don Luigi intendesse questo), non dovrebbe essere il termine corretto, quello evidenziato è un problema reale. Il disturbo di cui si è parlato sopra, vale a dire dell’incapacità di accettare il proprio orientamento, e che a sua volta ingenera una serie di problemi, purtroppo è spesso anche causa dell’ambiente sociale oppressivo che ancora giudica l’omosessualità come un problema, una malattia. Concordo col fatto che la provocazione anglicana in questo caso sia stata grossolana ed eccessiva, tuttavia aiuta a riflettere su alcune questioni tutt’altro che risolte.
    Marco

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  29. Gianni (ministro OFS)8 dicembre 2009 alle ore 18:57

    Secondo voi è meglio un "vescovo" (cosí, tanto per dire...) donna lesbica o un sacerdote della chiesa cattolica romana neocatecumenale, che cerca di azzerare la vostra coscienza?
    La vostra opinione é gradita....

    http://marcodaviano.wordpress.com/2009/12/02/ii-domenica-di-avvento/#comments

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  30. Dal punto di vista dell'etica cristiana il problema non è di tipo medico (l'omosessualità è una malattia o no, è di origine genetica o no), e non è nemmeno di tipo legale: l'etica cristiana non vieta certi comportamenti per il gusto di vietarli, o per imporsi alle coscienze. Il fatto fondamentale è che l'omosessualità, come altri comportamenti sbagliati, rende infelice chi la pratica. Naturalmente qualcuno potrà ricavarne piacere sul momento, ma il risultato finale è comunque l'infelicità, già terrena ancor prima che eterna. In questo senso è contro natura ("natura" non va inteso nel senso che il termine ha nei documentari di Superquark!). Bisogna capovolgere l'idea oggi purtroppo corrente che la Chiesa sia "cattiva" verso gli omosessuali e voglia il loro male: al contrario, vuole il loro bene terreno e ultraterreno. Chi invece strizza loro l'occhio e dice che va tutto bene è un pessimo consigliere che arreca loro gravissimo nocumento.

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  31. Scusate l'intromissione ma ricordo che i rapporti sessuali una volta erano conseniti solo tra all'interno del matrimonio. E' cambiato qualcosa?

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  32. Nessuna caciara, caro amico. Anche l'"ordinazione" delle donne presso i protestanti è fenomeno molto recente. E nessuno vuol dire che sia cosa normale. Ma converrà che l'ordinazione di omosessuali è un passo ulteriore che suscita stupore. Avremo forse in futuro che so io i preti e i vescovi di due anni di età, magari appellandosi al "sinite parvulos ad me venire"? La curiosità ha diritto di cittadinanza, non le pare?

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  33. Mi permetto di osservare che anche l'omosessualità fosse genetica e si nascesse così, questo non significherebbe che essa sia "normale".
    Per dire, io sono disabile e ho una malattia genetica che ha diverse conseguenze a livello scheletrico, muscolare, respiratorio ecc. ecc., sono nato così, ma da un punto di vista patologico non mi posso certo definire "normale".
    A livello genetico l'anomalità esiste eccome e che un qualcosa abbia base genetica non lo rende magicamente cosa buona e giusta.

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  34. Caro Marco,
    Forse mi sono spiegato male.
    Una persona sterile può sposarsi. Un omosessuale no.
    E poichè sono vietati i rapporti sessuali prematrimoniali, non si pone neppure il problema non potendosi due maschi o due donne sposarsi.

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  35. Concordo con Burighel nel suo ultimo intervento.
    Infatti io dissi che "contro natura" è equivoco, ma non che l' atto omosessuale fosse ordinato.
    Tutt' altro. E' disordinato e l' origine di tale disordine non c' entra nulla.

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  36. “Concordo con Burighel nel suo ultimo intervento. Infatti io dissi che "contro natura" è equivoco, ma non che l' atto omosessuale fosse ordinato. Tutt' altro. E' disordinato e l' origine di tale disordine non c' entra nulla”
    Sia lei che il signor Burighel dimenticate che l’omosessualità non è una patologia, né una anomalia. Per tanto “disordinato” è un aggettivo privo di senso, perché non fa riferimento a nessun ordine chiaro o coerente.
    “Il fatto fondamentale è che l'omosessualità, come altri comportamenti sbagliati, rende infelice chi la pratica.” Non è l’omosessualità, purtroppo, che rende felici o infelici. Un rapporto d’amore vissuto in modo sano e pieno, totalizzante, è fonte di felicità in qualsiasi caso. Il fatto che l’omosessualità non sia una malattia non è un mero “fatto medico”, ci aiuta a capire che psicologicamente una persona che ha la possibilità di vivere con serenità il suo orientamento sessuale è una persona mentalmente sana e che può quindi condurre una vita felice. Il problema è che fin tanto che si mantiene un tessuto sociale che normalizza il concetto di “omosessualità=anomalia”, sarà sempre difficile per questa minoranza vivere serenamente. Aggiungo che nella vocazione al sacerdozio la funzione procreativa non ha importanza, il che dimostra ulteriormente che la natura omosessuale non è in contraddizione con il concetto di amore cristiano né impedisce ad una persona di vivere una vita in Cristo di donazione piena.
    Marco

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  37. Ma come secondo quale ordine?...
    La penetrazione anale è disordinata perchè l' ano non è pertugio nato per quello.

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  38. "Nella vocazione al sacerdozio la funzione procreativa non ha importanza, il che dimostra ulteriormente che la natura omosessuale non è in contraddizione con il concetto di amore cristiano né impedisce ad una persona di vivere una vita in Cristo di donazione piena".
    Caro Marco, non so se lei è e vuol diventare sacerdote, ma secondo lei una vita di "donazione piena" a Cristo consente altri rapporti, eterosessuali od omosessuali che siano?
    Ma che donazione "piena" sarebbe? Caro amico, io credo lei abbia bisogno di far chiarezza e di non ascoltare più le molte sirene delle potenti lobby pro-omosessuali.

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  39. Scusate ma sono allibito da certi commenti. Come si fa a dire che l'atto omosessuale non è contro natura? Ma se il catechismo l'ha sempre definito così e come peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
    E come si fa a paragonarlo all'atto sessuale normale, anche fuori dal matrimonio: l'atto sessuale adulterino tra uomo e donna è un abuso di una cosa buona; l'atto omosessuale è intrinsecamente perverso.

    Forse faremmo meglio a parlare meno di candelieri dell'altare e leggere più di teologia morale della Chiesa, ritornando al diritto naturale.

    Scusate la durezza ma sono veramente sconcertato da certi sofismi che ho letto.

    I pederasti, come li chiamava mio padre, prima che un peccato compiono un atto contro natura ed illustri psicologi sostengono ancora che è una malattia. Con loro ne erano convinti, tra i non cattolici, Freud e Lacan. Infine la sparizione dell'omosessualità come malattia, decisa un trentennio fa dagli psicologi americani, fu fatta su pressione dei gruppi di pressione omosessualisti.
    AMDG
    Luigi C

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  40. Calma calma, per piacere non agitiamoci e cerchiamo di non usare termini troppo roboanti.
    Dire che l'atto omosessuale è "perverso" significa anche dare un giudizio sulla morale della persona, dire che è un atto "contro natura" è fare una valutazione dell'atto in sé senza necessariamente giudicare la persona.
    Conosco omosessuali più casti e sobri di tanti eterosessuali, questi sì concretamente perversi anche se i loro atti sessuali non sono in sé tecnicamente "contro natura".

    E poi, se proprio volessimo mettere i puntini sulle i, oltre all'omosessualità in generale, anche la sodomia e la fellatio tra eterosessuali sarebbero tecnicamente "contro natura": anche la bocca oltre all'ano non è certo "pertugio nato per quello" (C.C dixit ;-D) e ciò vale indipendentemente dal sesso o dalle preferenze sessuali di chi lo pratica o riceve.
    Ora, detto questo, se penso a una ipotetica madre di famiglia, affettuosa coi figli e col marito che magari a questo, in uno slancio di passione nell'intimità del loro talamo, gli pratica una fellatio, io sinceramente non me la sentirei di parlare di "perversione".

    Tutto questo per dire che ci si può parlare di sessualità, "etero" o "omo" che sia, senza per forza cadere in giudizi morali sulle persone, che può essere eventualmente compito d'altri fare, non nostro e sicuramente non in questa sede. :-)

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  41. Caro Marco (rispondo al tuo messaggio delle 16,34)

    ringraziandoti per il dialogo costruttivo ^__^ vengo a dirti cge il concetto di patologia, nell'omosessualità non è stato affatto sconfessato dalla scienza, ma solo dai medici favorevoli a tale inclinazione...
    Non esiste per la verità un bollettino medico ufficiale ed indubbiamente ognuno tira l'acqua al suo mulino, ma basta capire cosa intendiamo per PATOLOGIA e si comprenderà che l'omosessualità lo è...

    Intanto suggerisco un approfondimento anche a questo testo:
    http://www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&sid=1314

    Patologia deriva da PATIRE=MALATTIA E logos=discorso di dottrina...;-)
    è LA SCIENZA che si occupa DEI DISORDINI RELATIVI ALLA DISPOSIZIONE DEGLI ORGANI UMANI E DELLE LORO FUNZIONI...
    ergo se ragioniamo=logos...con onestà, stiamo parlando di una PATOLOGIA nel puro senso del termine...
    ^__^

    Ora noi non siamo scienziati, ma semplicemente CRISTIANI-CATTOLICI ergo san Paolo quando parlava e condannava L'ATTO OMOSESSUALE non si rivolgeva ai dotti ma alle comunità, alla gente, ai fedeli a chi voleva capire....
    ^__^

    san Paolo viveva in un epoca in cui, per i greci (ma anche per i romani) l'omosessualità per quanto non fosse legittimata con le leggi, era molto diffusa....ai tempi di san Paolo uno studente-ragazzo che voleva proggredire negli studi DOVEVA SOGGIACERE con il suo maestro se questi glielo chiedeva...non dava di scandalo la cosa perchè era LA MENTALITA' che l'aveva ufficializzata...
    ma san Paolo ha parole durissime e classifica l'atto omosessuale, fra i più abominevoli E PERVERSI...

    L'omosessualità E' PERVERSIONE...
    è un atto CONTRO NATURA ed è un atto fine a se stesso egoista, è ovvio che tale implicazione ricade anche sulle coppie etero che sposandosi, per esempio RINMUNCIANO ad avere figli...;-)
    anche questo è un atto egoista, ma l'atto omosessuale DEGRADA L'UOMO...

    Ora la Persona coinvolta deve essere AIUTATA, sostenuta non nel compiere gli atti CONTRO NATURA, ma a resistervi...

    Quando san Paolo dice di COMBATTERE LA BUONA BATTAGLIA e chiarisce che essa non è contro le persone, sottolinea proprie LE NOSTRE CATTIVE INCLINAZIONI...fare battaglia contro LE NOSTRE STESSE PERVERSIONI...il perchè è detto: SIAMO TEMPIO DELLO SPIRITO...ergo possiamo farcela, possiamo combattere queste perversioni, possiamo vincere...

    Uscire dall'omosessualità SI PUO':
    ecco un sito di ex... che può aiutare a capire:

    http://omosessualitaeidentita.blogspot.com/2009/04/omosessualita-toccare-lanima-femminile.html

    le testimonianze:

    http://omosessualitaeidentita.blogspot.com/search/label/Testimonianze%20di%20ex%20omosessuali

    infine suggerisco di riflettere sul documento firmato allora dal Cardinale Ratzinger e che è un testo che vuole proprio aiutare queste persone contro invece LA STRUMENTALIZZAZIONE delle lobby omosessualiste che le vogliono sfruttare...

    Non dimentichiamo che TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO, DI ESSERE AIUTATI E DI ESSERE SALVATI... ognuno nelle sue piccole o grandi perversioni che siano...ma sempre di perversioni si tratta quando si va a minare il fondamento del Matrimonio e della Famiglia intesa NELLA LEGGE NATURALE...

    Fraternamente CaterinaLD

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  42. Marco ha detto...

    Un rapporto d’amore vissuto in modo sano e pieno, totalizzante, è fonte di felicità in qualsiasi caso

    *********************

    se così fosse NON si dovrebbe chiamarlo neppure omosessuale ^__^ basti pensare all'Amore di Gesù per i suoi discepoli ;-)
    o all'amore dei Santi...

    Isaia ci rammenta di non scambiare ciò che è male in bene...ergo si dia il nome in modo corretto: l'amore omosessuale è PERVERSIONE...
    l'amore per la Persona è Cristiano...

    ^__^

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  43. Concordo con Burighel con due appunti

    -Come già detto sopra, farei una specificazione ulteriore.
    Si tratta di atto disordinato. Non va contro la natura, ma contro l' ordine naturale. La differenza è forse sottile, ma c' è.
    Punto su questa cosa perchè altrimenti di fronte all' obiezione non si è capaci di dare risposta adeguata.
    D' altronde la chiesa parla proprio di disordine.

    -La sodomia tra etero sessuali è certamente perversa e contro l' ordine naturale.
    Sulla fellatio il discorso è differente.
    La mia argomentazione che tu metti tra parentesi è infatti decisamente sbrigativa.
    Le labbra non sono fatte neppure per baciarsi d' altronde.

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  44. Chiedo scusa per la risposta sbrigativa sui pertugi prima. Pensavo di cavarmela, ma mi han beccato prima.


    In realtà l' esser contro l' ordine naturale dell' atto sodomitico sta nel fatto che esso esclude il fine procreativo. Se notate quanto detto da me prima infatti, i due fini sono tali ma non divisibili, se non da qualcosa che è esterno e non dipendente dalla coppia.
    Nel caso poi sia omosessuale c' è anche un altro fatto: banalmente...i due soggetti partecipanti sono dello stesso sesso!.

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  45. @C.C
    Rispondo ai due appunti:

    - sì, senza dubbio "ordine naturale" è una dizione più precisa che solo "natura";

    - ovviamente era una spiegazione sbrigativa e se proprio vogliamo dirlo anche un po' fisicista.
    La mia ansia era solo richiamare a un uso un po' meno lapidario (GV 8,7 vale sempre) delle parole. :-)

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  46. A Gianni (ministro OFS),

    riguardo ad ambedue i soggetti occorre fare molta attenzione, ma nel primo caso de jure e nel secondo de fide (che richiede il possesso di elementi basilari di Catechismo).

    FdS

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  47. So che la Chiesa tradizionalmente ha definito i comportamenti omosessuali degli atti"contro natura". Ma in effetti non credo che sia così, nel senso che è scientificamente provato che i comportamenti omosessuali rappresentano un fenomeno presente anche nel resto del regno animale. Quindi dal punto di vista cristiano sarebbe più corretto dire, a mio avviso, che si tratta di atti contrari " all'ordine voluto da Dio" o qualcosa del genere.
    Con questo voglio dire che non tutto ciò che è naturale è moralmente lecito. Tutto ciò che avviene in natura è naturale: stupri, assassinii, furti, infanticidi, violenze di ogni tipo.
    Per quel che mi riguarda il piacere sessuale è sempre peccato, almeno veniale, anche se finalizzato alla procreazione. Anche San Gregorio Magno diceva così.Una volta era proibito ai coniugi che avessero avuto rapporti sessuali, accostarsi alla Comunione il mattino dopo.

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  48. No, non era proibito, era "consigliato" (così il Catechismo Tridentino) per maggior devozione. Quella che i rapporti sessuali tra coniugi costituiscano peccato veniale è una tesi estremistica mai condivisa dalla Chiesa.

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  49. Credo fosse consigliato in ottica di "digiuno pre-comunione" piuttosto che in ottica di peccato Filippo.

    Per il resto quoto l' anonimo qui sotto. E aggiungo un Deo Gratias.

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  50. Per quel che mi riguarda il piacere sessuale è sempre peccato, almeno veniale, anche se finalizzato alla procreazione

    adesso non esageriamo. il piacere è inscritto nell'ordine naturale delle cose, diventa peccato solo quando è disordinato e si allontana dal suo fine; nel caso della sessualità: dono di sé, accoglienza dell'altro, culmine della capacità e del livello di comunicazione di cui si è capaci come creature, che non riguarda solo la genitalità, atto unitivo che porta in sé la fecondità di generare un nuovo essere...

    purtroppo siamo abituati a vederne le degenerazioni, ma parlare di peccato per l'atto coniugale mi sembra improprio anche se lo ha detto un santo in un evidente impeto di ascesi, suppongo...

    Quanto all'omosessualità, basta pensare che l'elemento mancante è proprio la fecondità...

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  51. x luigic. La decisione di togliere l'omosessualità dall'elenco delle patologie fu una decisione dell'associazione degli psichiatri (che sono medici e gli psicologi spesso no)...sicuramente ci furono spinte esterne importanti ma vinse l'esperienza clinica medica di tanti anni...

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  52. mmmmh troppi commenti... non sarà che la lingua batte dove il dente duole?

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  53. adesso non esageriamo. il piacere è inscritto nell'ordine naturale delle cose, diventa peccato solo quando è disordinato e si allontana dal suo fine;
    ...................................Condivido. Tanto quanto lo èla separazione ed il divorzio! Il matrimonio è anche procreativo non solo! E' trasportare la castità nella sfere della fedeltà. La castità è l'umiltà della carne ed è dono d'amore a Dio.

    -----------------------------------
    )...sicuramente ci furono spinte esterne importanti ma vinse l'esperienza clinica medica di tanti anni...
    ___________________________________Concordo sulle spinte. Non sull'esperienza. L'esperienza clinica ci dice l'esatto contrario. Da un lato la terapia di riparazione funziona in molti casi. Quindi non è una malattia genetica dall'altro lato si è accertato che l'omosessualità non è generata dalla frequenza di persone dello stesso sesso ma la non-conoscenza/non frequenza di persone dello stesso sesso. se mettete un neonata in un'isola deserta circondato da sole donne è 9/10 destinato a diventare omosessuale a cercare cioè persone a lui diverse comportamentalmente ma dello stesso sesso.
    Infine la psicologia non ideologizzata e pure la psichiatria concordano che spesso c'è un rifiuto causato da una cattivo rapporto con le figure dello stesso sesso durante l'infanzia. Da qui l'odio per se stessi e la ricerca di un se stesso che lo completi. Visto che il maschio mi ha maltrattato io non posso essere come lui quindi divento femmina e cerco un maschio che mi completi. Da qui l'omosessualità.
    Matteo Dellanoce

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  54. mmmmh troppi commenti... non sarà che la lingua batte dove il dente duole?

    ebbene sì, il dente duole; ma purtroppo per il motivo che l'omosessualità come pure le questioni poste dalla bioetica, si stanno rivelando, con grave (speriamo non irreversibile) danno per l'umanità tutta un chiara diabolica e antropocentrica affermazione di onnipotenza, che non ci appartiene.

    Menzogna è usare male la mente, mentre la realtà non è relativa: c'è una Verità da cercare, comprendere e vivere, non da creare a nostra immagine e somiglianza, per di più arbitrarie

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  55. “Non esiste per la verità un bollettino medico ufficiale ed indubbiamente ognuno tira l'acqua al suo mulino, ma basta capire cosa intendiamo per PATOLOGIA e si comprenderà che l'omosessualità lo è...” Questo è per fortuna falso, in quanto sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia l’Associazione americana Psichiatri hanno definitivamente chiarito che l’omosessualità non è una malattia (= PATIRE) ergo una patologia. E’ sufficiente fare qualche esempio di lobby, cioè gruppi di pressione accomunati da medesimi interessi economici abbastanza potenti, economicamente e politicamente, da condizionare il sistema a loro favore, come quelle del tabacco o delle case farmaceutiche, per capire che non si può credere nell’esistenza di una analoga “lobby di omosessuali”, che sono un gruppo socialmente eterogeneo, e quindi impossibilitato a fare fronte comune, e non accomunati da identici scopi economici. Prova ne sia che anche i gruppi politici a difesa delle comunità omosessuali, che rappresentano una minoranza nella minoranza giacché non aderiscono neanche tutti, non sono riuscite ancora ad ottenere che una minimissima parte dei diritti e tutele che reclamano. Pensare che, non si capisce attraverso quali mezzi, siano riusciti ad influenzare ripetutamente associazioni scientifiche mondiali risulta davvero inverosimile. Essendo quindi queste due, associazioni di riferimento, che operano non per decreti politici, ideologici o per opinioni (il fatto che siano favorevoli a tale inclinazione) ma presentando numerosi risultati di esperimenti e ricerche, limitarsi a dire che “tutti tirano acqua al loro mulino” non è corretto ed estremamente riduttivo. Anche perché non si capisce quale sia il loro mulino, considerando che a differenza di alcuni (neanche tutti) psichiatri cattolici, gli altri medici non hanno interessi specifici da difendere, a meno di non voler credere che siano in maggioranza omosessuali. Questo è fondamentale, perché ci aiuta a capire una cosa importante. Il fatto che la pedofilia fosse diffusa così come anche la pratica omosessuale (che è cosa ben diversa) ai tempi di Paolo non significa affatto che essa fosse considerata sempre “normale”. Anzi, come Paolo stesso ci dimostra, rientrava comunque nella sfera dei “vizi”. E questo è normale perché solo oggi, grazie appunto agli studi ripetuti ed approfonditi, possiamo sapere che l’orientamento omosessuale non rappresenta una devianza e può essere considerato normale quanto quello eterosessuale. Di conseguenza è scorretto definirlo col termine di perversione, (da pervertere= stravolgere), giacché nulla è stato stravolto, non rappresenta un rovesciamento della condizione normale. Per cui non contraddice l’ordine naturale. Per rispondere all’appunto molto esplicito di CC riguardo a ciò che è nato o non nato “per quello”, deve sapere che tutti gli esseri umani maschi hanno localizzata una zona erogena anche ..da quelle parti. Con questo non voglio dire che sia giusto o sbagliato, ma che sicuramente non può appellarsi alla biologia per stabilirlo. “'omosessualità E' PERVERSIONE... è un atto CONTRO NATURA ed è un atto fine a se stesso egoista” omosessualità non è un atto ma un orientamento, il che implica qualcosa di molto più complesso. Innanzi tutto non è una scelta, e non implica automaticamente il non desiderio di avere figli. Sostenere poi che una persona che sente di poter amare in modo più coinvolto ed intenso un’altra persona dello stesso sesso non solo non è confortato da ciò che la scienza oggi ci testimonia, ma risulta in ogni caso un giudizio alquanto presuntuoso. Si sosterrebbe infatti che già in partenza, indipendentemente da ogni cosa, l’omosessuale sia incapace di vivere con pienezza e dedizione un rapporto d’amore.[parte1/2]

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  56. [parte2/2]
    E non vedo a cosa ci si possa appigliare per dare con tanta sicurezza un giudizio così drastico.
    “Tutto ciò che avviene in natura è naturale: stupri, assassinii, furti, infanticidi, violenze di ogni tipo.” Si fa qui un po’ di confusione. E’ vero che ci sono alcuni stati d’essere o comportamenti che a noi vengono naturali. Anche la schizofrenia, ad esempio, può essere uno di questi. Però in essa, a differenza dell’omosessualità, riconosciamo un’anomalia, anche solo per il fatto che impedisce alla persona di vivere in modo sereno la propria esistenza e di intrattenere rapporti normali con le altre persone.
    Marco

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  57. Si sosterrebbe infatti che già in partenza, indipendentemente da ogni cosa, l’omosessuale sia incapace di vivere con pienezza e dedizione un rapporto d’amore

    il problema - ed è un altro problema il fatto che non venga più considerato tale - è che non si discute sulla capacità di un omosessuale di provare amore e vivere con dedizione un rapporto interpersonale: ma è proprio la pienezza che non si dà con una persona dell'altro sesso, perché uomo e donna sono complementari e 'insieme' si completano, diventano UNO, invece gli omosessuali sono sempre 1+1=2

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  58. per Marco, molto semplicemente:

    non tutto quello che dici è vero e neanche falso, secondo il comune (strano) modo di pensare oggi.

    Ti suggerirei di fidarti un po' di più dell'insegnamento della Scrittura, della Chiesa, dell'esperienza dei santi.

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  59. forse l'idea di PIENEZZA in un rapporto di affetto e di amore non è cosi' facile da chiudere in una definizione ne tantomeno in una simbologia matematica...

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  60. Una patlogia comportamentale è una malattia della sfera psicologia.
    un orientamento da cosa è dato? Dalla propria natura? Allora ciò che è omo ed etero pari sono?
    Ma per piacere! Sicuramente non è una prversione ( perversione è la pedofilia, lo stupro, l'omicidio, il dire che normale è uguale a non-normale)ma una inversione sì! E' un negare l'alterità ed apologizzare un atteggiamente 8 cosa completamente diversa da comportamento).
    L'omosessualità descritta da Lei è istintuale e se mi permette l'uomo con la sua volontà educata al bene può correggere ed indirizzare la propria volontà verso altro da sè!
    Il suo ragionamento riduce gli omosessuali ad essere considerati come animali incapaci di libero arbitrio! se li voleva difendere ha ottenuto l'effetto opposto!
    infine gli omosessuali sono usati per imporre il modello giacobino dell'indifferentismo ( relativismo etico) che farà dei sinedri sinarchigi i soli a stabilire che cosa è utile o no al mondo! vedi ONU, OMS ecc ecc eccc...alla faccia della libertà!
    Matteo Dellanoce

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  61. forse l'idea di PIENEZZA in un rapporto di affetto e di amore non è cosi' facile da chiudere in una definizione ne tantomeno in una simbologia matematica...

    maggio55,
    ho paura che la tua visione pressapochista e superficiale delle cose (scusami! spero che serva per farti aprire gli occhi), ti porti a vedere una formula matematica, dove è espressa una realtà metafisica!

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  62. Fidatevi delle parole, le parole dicono sempre più di quello che può sembrare a prima vista. Che definizione hanno scelto di loro iniziativa per sé, in tutto il mondo, gli omosessuali? Risposta: "gay". Cosa vuol dire in inglese? "Contenti, allegri". Ma secondo voi persone che sono realmente contente, allegre e felici della loro condizione vanno in giro a sbandierare a tutti "oh come sono contento, oh come mi diverto, oh che allegria è la mia vita"? Quando qualcuno fa così è subito chiaro che non è vero, che in realtà avviene il contrario.

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  63. Ma è il caso di tirare in ballo la psichiatria per definire la "normalità" dell'omosessualità? Il DSM-IV ha derubricato anche il sadismo, ma non mi pare che il giudizio morale sia cambiato. L'incesto, che Marco definisce "bestialità", mai è stato considerato una perversione nei manuali psichiatrici. Ciò solo per mostrare come il peso della scienza (che comunque è sempre aperta alla revisione, e quindi non è vero che "ha chiarito definitivamente") nel giudizio morale sia basso, per non dire infimo.

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  64. La Scienza,nel corso della storia,ha detto tante cose nuove e spesso col passare del tempo le ha nuovamente stravolte.
    Quindi non c'è e non ci può essere nulla di dogmatico e definitivo in ambito scientifico. I concetti stessi di "malattia" e di "normalità" non possono acquisire un significato inequivocabile per tutti e per tutte le epoche. Una volta la Depressione non era considerata una malattia, non si conoscevano i virus, gli antibiotici.Il primo medico che cominciò a bollire i ferri chirurgici per evitare di trasmettere le infezioni da un paziente all'altro, venne deriso dai colleghi e finì pure suicida. Tuttavia il progresso scientifico va avanti, per quanti errori si possano fare e per quanto ancora di ci sia da scoprire, sicuramente ne sappiamo più di prima. Per me le persone "normali" non esistono. Qual'è la definizione di"normalità"? Anche se ci fossero deli individui "normali", privi di turbe psichiche e sessuali, per non parlare delle malattie somatiche, sarebbero così pochi, da rappresentare un'eccezione. Probabilmente tra le persone omosessuali, c'è un'incidenza maggiore di turbe psichiche, forse anche a causa delle difficoltà che incontrano ad inserirsi nel contesto sociale nel quale vivono.
    Tuttavia non tutti gli omosessuali sono degli psicopatici, molti di loro conducono una vita piuttosto tranquilla.Ci sono molti casi di omosessuali famosi, sia vissuti in epoche lontane che contemporanei.Con questa categoria di omosessuali,la morale pubblica è meno severa, come se i loro meriti artistici, letterari o scientifici li innalzino ad un livello tale, da indurre la gente comune a sorvolare sui loro "vizietti".
    Invece gli omosessuali sfigati.....sono dei ricchioni! Qualcosa di analogo avviene tra gli eterossessuali. La storia è piena di racconti relativi alle alle relazioni extra-matrimoniali di re, regine , principi e principesse, ciononostante costoro non venivano e non vengono definiti come puttanieri e puttane.
    Ribadisco che secondo me anche i fenomeni aberranti,come ad esempio il cannibalismo, non sono fenomeni "contro natura". l'Omosessualità c'è sempre stata, e non è un fenomeno che si manifesta solo nella specie umana. Come si fa a dire che è contro natura? Contro natura per un uomo sarebbe, ad esempio, mangiare sabbia,tentare di camminare sulle mani o voler respirare sott'acqua. E poi, come è già stato detto, spesso i benpensanti , sempre pronti a dare dell'anormale e del deviato al prossimo, sono coloro che sotto le loro lenzuola fanno delle porcate incredibili.... anche se con persone del sesso opposto. Non basta essere eterosessuali per essere "normali".

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  65. Non basta essere eterosessuali per essere "normali".

    questo è vero. Ma una "norma" esiste. Col discorso di allargare le maglie della 'normalità' si rischia di adeguare il mondo e le cose all'uomo e alle sue tendenze e non a quello a cui Dio lo ha ordinato...
    Il modello cui tendere - e non è impossibile se è volontà del Padre - è Cristo, quindi diamoci una regolata!

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