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giovedì 30 aprile 2009

Quella volta che il card. Ratzinger fu fermato senza il visto in aeroporto...


Il Papa ha nominato il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, il vescovo (ora arcivescovo) Zygmunt Zimowski (a sinistra nella foto), già suo collaboratore alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il sito Benoit et moi ha ripubblicato questa intervista del presule polacco, rilasciata nel 2006, in cui ricorda gli anni in cui ebbe a lavorare con l’allora card. Ratzinger. Ringraziamo con profonda gratitudine e riconoscenza la cara Luisa che non solo ci ha segnalato l'intervista, ma si è anche presa cura di tradurne la gran parte, a beneficio di tutti i lettori italiani. Grazie, Luisa.


-Eccellenza, lei è senza dubbio il polacco che conosce meglio Benedetto XVI. Quanto tempo avete lavorato insieme alla CDF?
Diciannove anni e 15 giorni. E' quel che lo Stato della Città del Vaticano ha calcolato per il mio trattamento pensionistico, che riceverò dopo il mio 75o compleanno. Io spero di vivere ancora altrettanto (ride)

-Quando lo ha incontrato per la prima volta?
Nell`autunno 1975. Il vescovo di Innsbruck celebrava il trentesimo anniversario della sua ordinazione episcopale e aveva invitato il cardinale Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco per tenere l’omelia.
Mi ricordo dei suoi gesti, come la sua omelia scorreva fluida, i fedeli lo ascoltavano la bocca aperta. Ho osservato allora che Joseph Ratzinger è non solo un teologo ma anche un pastore. Ho visto la sua umiltà. E questa prima impressione resterà con me per sempre [..]
Ho cominciato a lavorare alla CDF nel 1983. C’è un proverbio che dice: “la sorte è cascata su Matteo”. Ho dapprima rifiutato dicendo che non avevo studiato a Roma che la Curia Romana mi era sconosciuta ma l’arcivescovo Ablewitz sorridendo mi disse "è meglio che non ci siano bagagli (del passato)”
Dopo fu la routine, il lavoro quotidiano accanto a questo grande uomo. I membri della Congregazione hanno sempre pensato che Ratzinger era un grande uomo di Chiesa. Siamo stati affascinati dalla sua semplicità, la sua bontà, la sua apertura.

-Questo contraddice l`immagine dei media: il panzercardinal, Ratzinger così riservato miracolosamente trasformato in un sorridente Benedetto XVI?
Sì ho letto questa opinione. È un grosso malinteso. Il cardinale è sempre stato un uomo sorridente, gioioso, dolce. Era timido, ma quando, dopo aver passato l`ostacolo della timidezza, si avvicinava , si impegnava a fondo.

-Era un panzercardinal?
Sì, quando si trattava della fede. San Paolo scrive che dobbiamo avere un`armatura di fede. È stato fermo e uomo di decisione, perchè durante 23 anni come prefetto doveva decidere in materia di fede e morale. Ma è sempre stato accanto a Giovanni Paolo II. Ho notato che i media quando avevano paura di attaccare direttamente il Papa molto spesso attaccavano al suo posto il cardinale Ratzinger.

- Questo lo imbarazzava?
Più c’erano critiche e più era calmo. Paradossalmente. È un uomo di preghiera. Ha sempre sottolineato che sono la verità, la pienezza della fede che contano.

-Quali sono i documenti che hanno provocato le critiche le più violente?
Per esempio i due documenti univoci - sulla teologia della liberazione e la Dominus Jesus, nel 2000. Io mi ricordo che ebbi una cena tête-à-tête con Giovanni Paolo II - Mons. Dziswisz era in missione da qualche parte - e il S. Padre mi ha parlato di quei documenti. Ha detto che la teologia della liberazione aveva solamente una dimensione orizzontale, che non aveva riferimenti a Dio. Ha aggiunto: "Io so perché i comunisti mi odiano tanto". Ha sbottonato tre bottoni della sua talare bianca e ha sorriso: "Perché io conosco l'interno"

-E Dominus Jesus? I media hanno spesso scritto che si trattava di un documento scritto in opposizione a Giovanni Paolo II...
Non è affatto vero! Il Papa aspettava veramente questo documento. Gli ha consacarato diverse meditazioni all`Angelus. Certe persone hanno voluto ostinatamente provare che il cardinale aveva cercato di spingere il documento. Tuttavia, ogni documento della Congregazione per la Dottrina della Fede ha qualcosa di un Credo, è ratificato dal Papa.
I media hanno voluto mettere il cardinale in conflitto con il Papa. Ma io li vedo ancora insieme, hanno sempre seguito una strada comune [..] Sono sempre stati vicini l`uno all`altro.
In occasione della Dominus Jesus, certi hanno anche voluto mettere in opposizione due cardinali tedeschi, Ratzinger e Kasper, responsabile dell’unità dei cristiani, ma non ci sono riusciti.

- Eccellenza, Lei ha insistito sulla semplicità del suo superiore. La vostra conversazione circa la sua ordinazione episcopale è diventata quasi un aneddoto.
Quando ho accettato la nomina per iscritto come vescovo di Radom, sono andato dal card. Ratzinger. Nel corso della conversazione, mi sono alzato di improvviso, mi ha guardato con aria un po’ perplessa, e gli ho detto: "Durante tutti questi giorni non ho mai domandato nulla, ma ora vi domando, Signor Cardinale, di ordinarmi vescovo." E’ rimasto sorpreso. Mi ha guardato e mi ha risposto: "Non sono degno".
E io ho detto: "No, sono io che non sono degno".
"Se nessuno di noi è degno, allora facciamolo", ha risposto sorridendo. E poi ha chiesto: "Ma in che lingua? Io non conosco il polacco".
Io ho proposto il latino. E ha risposto: "Che cosa dirà la gente di Radom? Ci devono comprendere". "Prepareremo dei libretti con le traduzioni", gli ho risposto.

- Una prova di grande intuizione sacerdotale.
Sì. Conosco parecchi altri esempi dell’umiltà del cardinale. Venti collaboratori della Congregazione per la Dottrina della Fede hanno preso lo stesso aereo per Radom, per la mia ordinazione. Quando ho proposto al cardinale un posto in classe affari, ha rifiutato. "Mi siederò con gli altri", ha risposto.
Poi, sull’aereo, gli hanno offerto un posto in classe affari, ma ha nuovamente rifiutato. Il volo è stato ritardato di un’ora, ma lui era in piedi ad aspettare umilmente. Molto edificante per noi.
Un altro aneddoto. L’episcopato americano aveva invitato il card. Ratzinger negli Stati Uniti. Padre Thomas, l’americano che organizzava questo viaggio, non ha pensato di procurarsi un visto per il cardinale. Sono atterrati a New York. Il Padre Thomas è passato dall’uscita per i cittadini americani, e il cardinale è rimasto pazientemente in piedi nella fila d’attesa per gli stranieri. Il Padre Thomas è andato a prendere i bagagli e il cardinale attendeva. Un quarto d’ora, mezz’ora, anche più. Alla fine è arrivato allo sportello di immigrazione. Ha dato all’agente il suo passaporto dello Stato della Città del Vaticano.
L’agente l’ha scrutato e gli ha chiesto quale fosse il motivo della sua visita: affari o piacere? Sorpreso, ha sorriso: "Non lo so...". L’agente d’immigrazione gli ha dichiarato: "Non posso lasciarla passare, padre, non ha il visto". Egli ha preso il suo passaporto tedesco, ma l’agente ha risposto: "Comunque le serve un visto". Il cardinale aspettava umilmente davanti allo sportello. Il Padre Thomas ha visto da lontano che c’era qualche problema e ha gridato: "Lo sa che quest’uomo è il cardinale Ratzinger?" E l’agente ha risposto: "Ma se non ha il visto...".
Il P. Thomas ha tempestato i responsabili dell’aeroporto e il cardinale ha ottenuto un visto di 30 giorni. Ha visitato diverse diocesi, fatto delle predicazioni. Nel corso della sua ultima riunione a Filadelfia ha riferito questa storia. Alla fine, ha aggiunto: "Ora so la ragione della mia visita: si trattava di un viaggio d’affari e di piacere". Tutti si sono messi a ridere.

- Avete fatto vacanze insieme?
Sì, una volta siamo stati una settimana in Sudtirolo (Bressanone). Abbiamo fatto passeggiate in montagna. Camminate non molto difficili, ma abbiamo camminato parecchio. La nonna del cardinale era sudtirolese, così si è riempito del paesaggio, l’ha ammirato.
Un’altra volta, abbiamo fatto un viaggio in Abruzzo. Mi ricordo bene che abbiamo incontrato un pastore. Un uomo semplice, non rasato, con il suo gregge. Gli si è avvicinato. Hanno cominciato a parlare. E allora ho avuto un’idea luminosa: devo fare una foto, perché si tratta di una riunione di due pastori!
[..]

– E come pregava il card. Ratzinger?
E’ uomo di profonda preghiera. Ho notato che amava soprattutto la preghiera dei salmi. Si fermava spesso, assorbito nella preghiera del breviario.
Diceva messa ogni mattina. La sola persona che vi partecipasse (all’inizio) era sua sorella: una donna semplice, modesta. Mi ricordo come si prendeva cura di lei, conducendola per Roma. La sua morte improvvisa è stato un grande shock per lui. Ella era andata alle tombe di famiglia ed è morta improvvisamente (il 2 novembre 19991 n.d.t.). L’ha sopportato con grande fede – dopo tutto aveva scritto un libro sull’escatologia – ma si è ben visto quanto ha sofferto.
[..]
- E come se la cava Benedetto XVI – un intellettuale timido, un topo di biblioteca - con la folla?
L’ho visto all’opera a Colonia. Sono rimasto commosso. Mi sono detto: "Oh, signor cardinale, che cosa le è successo?". Sono stato toccato quando l’ho visto, un uomo di grande delicatezza, predicare a più di un milione di pellegrini. Si tratta di una situazione nuova: il cardinale, quand’era prefetto, non poteva carezzare i bambini in piazza S. Pietro, perché si diceva che avrebbe fatto concorrenza al Papa. Ha fatto fedelmente solo quello che ci si aspettava da lui. Ma a Colonia, ho visto la potenza dello Spirito Santo. Come 2000 anni fa, quando ha ‘scosso’ gli Apostoli, oggi scuote questo teologo di grande modestia.
Quel che è interessante, è che Benedetto XVI ha parlato ad ogni nazione dei suoi problemi: ai Francesi ha parlato della messa domenicale, agli Italiani del Catechismo della Chiesa, ha ringraziato i Polacchi per il loro attaccamento alla fede. A Colonia, non ho visto un intellettuale pieno di modestia. Ho visto un profeta.

19 commenti:

  1. c'è solo un piccolo errore (probabilmente di dattiloscrittura): nel 1975 Ratzinger era sacerdote. Diventerà cardinale nel giugno 1977. Alessandro

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  2. Ha ragione Alessandro, Joseph Ratzinger è diventato arcivescovo di Monaco nel 1977, scegliendo come motto episcopale: "Collaboratori della Verità", "Cooperatores veritatis"
    Nel giugno dello stesso 1977 è stato creato cardinale da Paolo VI.

    Abbiamo tradotto l`intervista dal francese...forse un errore di trascrizione, forse un "trou de mémoire" di Mons. Zimoski !

    È comunque un`intervista che ci conferma, se ve ne fosse ancora bisogno, la profonda umiltà, bontà e fede di Joseph Ratzinger, che non è solo il brillante teologo ma sopratutto il Pastore, colui che, mi sembra di poter dire, senza timore di essere smentita, ha sovente avuto delle "visioni" profetiche.
    Non sono dunque stupita dall`affermazione di Mons. Zimoski che dice aver di avere visto in lui un profeta.

    Certi media sembrano molto attaccati ai loro clichés, alle etichette che hanno incollato a Benedetto XVI , salvo poi a far sembianza di stupirsi....non sembrano rendersi conto che siamo noi fedeli a stupirci della loro testardaggine, che sconfina troppo sovente in malafede.

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  3. Concordo con Luisa...e dico che lo Spirito Santo non poteva ispirare scelta più felice, nell'aprile di 4 anni fa...W il Papa, W Papa Benedetto!

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  4. L'uomo giusto, al posto giusto...nel momento giusto....lo Spirito Santo non poteva sbagliare, ^__^
    lo aveva custodito nella fede nonostante avesse vissuto momenti storici PERICOLOSI, confusi e allettanti sotto altri aspetti, preparato nel forgiarne la mitezza e l'umiltà che non significa debolezza...lo ha incessantemente fatto innamorare ogni giorno dell'Eucarestia e per la Liturgia, per la Musica Sacra...lo aveva indotto nelle periferiche della teologia, lo aveva portato ad essere il difensore della sana Dottrina...gli aveva dato il coraggio di non andare ad Assisi e di preparare la Dominus Jesus...lo ha chiamato al soglio petrino nell'Anno dell'Eucarestia...

    Nulla avviene "per caso"...Dio è con noi!
    ^__^

    Forza santità...c'è ancora molto da fare!

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  5. è solo grazie a Benedetto XVI se ora presto molta più attenzione e interesse verso la liturgia così come, grazie a questo Papa, provo un enorme fastidio verso tutti gli abusi ligurgici e la scarnificazione dell'arte sacra. Alessandro

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  6. Quoto in toto Alessandro

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  7. «A Colonia, non ho visto un intellettuale pieno di modestia. Ho visto un profeta.»

    Un prophète de quoi?

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  8. Benedetto XVI è un profeta che spesso parla attraverso gesti profondi, la cui importanza purtroppo può sfuggirci nell'immediato. Penso ad esempio alla sua messa celebrata con un crocifisso sull'altare. A me è sembrata all'inizio una trovata insignificante, poi ho scoperto che le rubriche della messa antica prevedono la possibilità di celebrare ad populum, ma per l'appunto con un crocifisso ben visibile sull'altare. E' come se il papa dicesse: se volete celebrare sugli altari nuovi, ad populum, cercate di mantenervi in armonia con le modalità tradizionali. Se volete tornare agli altari antichi va bene, ma tenete presente che ad populum si è sempre potuto celebrare a certe condizioni. E' l'esempio di una via per una possibile conciliazione delle istanze dei "novatori" e dei "tradizionalisti". E' una via intesa e capita? Nemo propheta in patria, sappiamo.

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  9. Si la «prophétie» consiste à mettre un crucifix sur l'autel, alors l'Église a été «prophétique» pendant plus de mille ans… Jusqu'à la révolution de 1969, à partir de laquelle on a commencé à retirer le crucifix… Et donc, plus de «prophétie» pendant 40 ans…
    Tout cela n'est-il pas très étrange?

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  10. A propos de prophétie, en voici une, une vraie.
    J’ai fini par trouver le texte italien de l’“Istruzione segreta permanente data ai membri dell'Alta Vendita” (1819), d’abord publié, en français, à la demande du Pape Pie IX, par l’historien Jacques Crétineau-Joly dans son ouvrage «L'Eglise romaine en face de la Révolution» (1859), et réédité par Mgr Henri Delassus dans plusieurs de ses livres (v. g., en trad. italienne: «Il problema dell'ora presente», Cristianità, Piacenza, 1977, 2 vol. On peut télécharger ces 2 vol., recommandés par l’agence Zenit, sur “Apologetica Cattolica”).
    En voici quelques extraits, qui aident à mieux comprendre la situation actuelle de l’Église:

    « Il Papato esercitò sempre un'azione decisiva sovra le sorti d'Italia. Col braccio, colla voce, colla penna, col cuore dei suoi innumerevoli vescovi, frati, monache e fedeli di tutte le latitudini, il Papato trova dappertutto gente pronta al sacrifizio, al martirio, all'entusiasmo. Dovunque vuole evocarlo, esso ha degli amici che muoiono ed altri che si spogliano per amor suo. È un'immensa leva di cui soltanto alcuni Papi hanno capita tutta la potenza. (Ed ancor essi non se ne sono servitiche con una certa misura). Oggi non si tratta di ricostituire a nostro servizio questo potere momentaneamente indebolito: il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della rivoluzione francese: cioè l'annichilamento completo del cattolicismo e perfino dell'idea cristiana, la quale, se rimanesse in piedi sopra le ruine di Roma, ne sarebbe più tardi la perpetuazione. Ma per giungere più certamente a questo scopo e non prepararci da noi stessi dei disinganni che prolunghino indefinitamente o compromettano il buon successo della causa, non bisogna dar retta a questi vantatori di Francesi, a questi nebulosi Tedeschi, a questi Inglesi malinconici che credono di poter uccidere il cattolicismo ora con una canzone oscena, ora con un sofisma, ora con un triviale sarcasmo arrivato di contrabbando come i cotoni inglesi. Il cattolicismo ha una vita che resiste a ben altro. Egli ha visti avversari più implacabili e più terribili; e si è preso soventi volte il gusto maligno di benedire colla sua acqua santa la tomba dei più arrabbiati tra loro. Lasciamo dunque che i nostri fratelli di quei paesi si sfoghino colle loro intemperanze di zelo anticattolico: permettiamo loro di burlarsi delle nostre Madonne e della nostra divozione apparente. Con questo passaporto (dell'ipocrisia), noi possiamo cospirare con tutto il nostro comodo e giungere, a poco a poco, al nostro scopo.
    […]
    « Il Papa, chiunque sia, non verrà mai alle Società segrete; tocca alle Società segrete di fare il primo passo verso la Chiesa e verso il Papa, collo scopo di vincerli tutti e due.
    « Il lavoro al quale noi ci accingiamo non è l'opera d'un giorno, né di un mese, né di un anno. Può durare molti anni, forse un secolo : ma nelle nostre file il soldato muore e la guerra continua.
    « Noi non intendiamo già di guadagnare il Papa alla nostra causa, né di farne un neofita dei nostri principii, od un propagatore delle nostre idee. Sarebbe questo un sogno ridicolo; ed in qualunque modo siano per volgere gli avvenimenti, se anche accadesse che qualche Cardinale o qualche Prelato, di piena sua buona voglia o per insidia, entrasse a parte dei nostri segreti, non sarebbe questa una ragione per desiderare la sua elevazione alla Sede di Pietro. Questa elevazione sarebbe anzi la nostra ruina. Giacché, siccome egli sarebbe stato condotto all'apostasia per sola ambizione, così il bisogno del potere lo condurrebbe necessariamente a sacrificarci. Quello che noi dobbiamo cercare ed aspettare, come gli ebrei aspettano il Messia, si è un Papa secondo i nostri bisogni.
    « Alessandro VI con tutti i suoi vizi privati non ci converrebbe, giacché egli non ha mai errato in materia religiosa. Un Clemente XIV, invece, sarebbe il nostro caso da capo a piedi. Borgia era un libertino, un vero sensuale del secolo XVIII fuorviato nel secolo XV. Egli è stato scomunicato, nonostante i suoi vizi, dalla filosofia e dalla incredulità in causa del vigore con cui difese la Chiesa. Ganganelli, invece, si pose colle mani e coi piedi legati nelle braccia dei ministri dei Borboni che gli mettevano paura, e degl'increduli che lodavano la sua tolleranza, e per questo Ganganelli diventò un gran Papa. Nelle presenti nostre condizioni noi avremmo bisogno d'un tal Papa, se la cosa fosse possibile.
    « Con questo solo noi andremo più sicuramente all'assalto della Chiesa, che non cogli opuscoletti dei nostri fratelli di Francia e coll'oro stesso dell'Inghilterra. E volete sapere il perché? Perché, con questo solo, per istritolare lo scoglio sopra cui Dio ha fabbricato la sua Chiesa, noi non abbiamo più bisogno dell'aceto di Annibale, né della polvere da cannone e nemmeno delle nostre braccia. Noi abbiamo il dito mignolo del successore di Pietro ingaggiato nel complotto, e questo dito mignolo val per questa crociata tutti gli Urbani II e tutti i S. Bernardi della Cristianità.
    « Noi non dubitiamo punto di arrivare a questo termine supremo dei nostri sforzi. Ma quando? e come? L'incognita non si vede ancora. Ciò nonostante, siccome nulla ci deve smuovere dal piano tracciato, che anzi al contrario tutto vi deve concorrere, come se il successo dovesse coronare domani l'opera appena abbozzata, noi vogliamo, in questa istruzione, che dovrà tenersi celata ai semplici iniziati, dare ai preposti della Vendita suprema alcuni consigli ch'essi dovranno inculcare a tutti i fratelli sotto forma d'insegnamento o di memorandum. È cosa soprattutto importante, non che richiesta dalla più elementare discrezione, che non si lasci mai presentire a nessuno che questi consigli sono ordini emanati dalla Vendita. Il clero vi è troppo direttamente in causa; né ci è lecito, a questi lumi di luna, scherzare con esso lui come facciamo con questi regoli o principotti che si cacciano via con un soffio.
    « Vi è poco da fare coi vecchi Cardinali e coi Prelati di carattere deciso. Bisogna lasciare questi incorreggibili della scuola di Consalvi […]. Alla gioventù bisogna mirare: bisogna sedurre i giovani: è necessario che noi attiriamo la gioventù senza che se ne accorga, sotto la bandiera delle società segrete. Per avanzarci, a passi contati, ma sicuri, in questa via pericolosa, due cose vi sono assolutamente necessarie. Voi dovete avere l'aria di essere semplici come colombe, ma insieme voi dovete essere prudenti come i serpenti. I vostri genitori, i vostri figli, le vostre stesse mogli dovranno sempre ignorare il segreto che portate in seno. E se vi piacesse, per meglio ingannare gli occhi scrutatori, di andarvi a confessare sovente, voi siete autorizzati a serbare, anche col confessore, il più assoluto silenzio sopra queste materie. Voi ben sapete che la menoma rivelazione, che il più piccolo indizio sfuggitovi nel Tribunale di penitenza o altrove può condurci a grandi calamità; e che il rivelatore volontario od involontario sottoscrive, con ciò stesso, la sua sentenza di morte.
    « Or dunque, per assicurarci un Papa secondo il nostro cuore, si tratta prima di tutto, di formare, a questo Papa, una generazione degna del regno che noi desideriamo. Lasciate in disparte i vecchi e gli uomini maturi ; andate, invece, diritto alla gioventù, e, se è possibile, anche all'infanzia. Non parlate mai coi giovani di cose oscene ed empie. “Maxima debetur puero reverentia.” Non dimenticate mai queste parole del poeta, giacché esse vi serviranno di salvaguardia contro ogni licenza, da cui è assolutamente mestieri astenersi nell'interesse della causa. Per far fiorire e fruttificare la nostra causa nelle famiglie, per avere il diritto d'asilo e di ospitalità al focolare domestico, voi dovete presentarvi con tutte le apparenze dell'uomo grave e morale. Una volta che la vostra riputazione sarà stabilita nei collegi, nei ginnasi, nelle università e nei seminari: una volta che voi vi sarete cattivata la fiducia dei professori e dei giovani, procurate che specialmente coloro che entrano nella milizia clericale ricerchino la vostra conversazione. Nudrite il loro spirito dell'antico splendore di Roma papale.
    […]
    « Tra qualche anno questo giovane clero avrà, per la forza delle cose, invasi tutti gli uffici. Egli governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sovrano, e sarà chiamato ad eleggere il Papa futuro. Questo Papa, come la più parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente più o meno imbevuto, anche lui, dei principii italiani ed umanitarii che noi cominciamo ora a mettere in circolazione. È un piccolo grano di senapa che noi confidiamo alla terra, ma il sole di giustizia lo svilupperà fino alla più alta potenza; e voi vedrete un giorno qual ricca messe produrrà questo piccolo seme.
    « Nella via che noi tracciamo ai nostri fratelli, vi sono grandi ostacoli da vincere e difficoltà di più sorta da sormontare. Se ne trionferà coll'esperienza e colla sagacia. La mèta è sì bella che merita la pena di spiegar tutte le vele al vento per arrivarvi. Volete voi rivoluzionare l'Italia? Cercate il Papa di cui noi vi abbiamo fatto il ritratto. Volete stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia? Fate che il Clero cammini sotto la vostra bandiera, credendo di camminare sotto la bandiera delle Chiavi apostoliche. Volete far sparire l'ultimo vestigio dei tiranni e degli oppressori? Tendete le vostre reti come Simone Barjona: tendetele al fondo delle sacrestie, dei seminari e dei conventi, anziché al fondo del mare; e se voi non precipiterete nulla, noi vi promettiamo una pesca più miracolosa della sua. Il pescatore di pesci diventò pescatore d'uomini: voi pescherete degli amici e li condurrete ai piedi della Cattedra Apostolica. Voi avrete così pescato una rivoluzione in tiara e cappa, preceduta dalla croce e dal gonfalone; una rivoluzione che non avrà bisogno che di ben piccolo aiuto per appiccare il fuoco ai quattro angoli del mondo. »

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  11. Caro Raoul, lei riporta un documento che le sue fonti attribuiscono a quella società segreta attiva in Italia sotto la Restaurazione e nota con il nome di Carboneria, come denota il nome di "Alta vendita (di carbone)" dato al suo direttivo (non saprei dire se il documento sia vero o meno, date le fonti "interessate" possiamo sospettare che sia una di quelle manipolazioni di cui i "servizi segreti" del tempo erano prodighi, ma ammettiamo invece che sia autentico). Vede, Raoul, i Carbonari erano degli emeriti incapaci, bravi solo a inventare rituali assurdi e a chiacchierare senza costrutto. Durante l'esistenza della loro società segreta (che poi tanto segreta non era perché le varie polizie italiane erano sempre ben informate sulle sue mosse) non hanno mai combinato granché di concreto. Lei pensa che siano riusciti a infiltrare la Chiesa cattolica e a piegarla ai loro disegni, e questo più di un secolo dopo che di loro si erano perdute le tracce? Spero che Dan Brown non ci legga, altrimenti avrà già trovato la trama per il suo nuovo romanzo...

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  12. Comunque, Raoul, rileggiamo per esempio i libri dei profeti dell'Antico Testamento. Vedrà che buona parte del loro operato consisteva proprio nel ricordare ai compatrioti cose che avrebbero dovuto sapere e che invece avevano interessatamente dimenticato...

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  13. Raoul, avez-vous lu les livres de Joseph Ratzinger ?

    Je ne le crois pas sinon vous ne poseriez pas votre question!

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  14. Je pense que si des hommes aussi sérieux, aussi profonds, aussi avertis des réalités de la vie spirituelle — et pour cause! — que Pie IX et Mgr Delassus (pour qui S. Pie X avait une très grande estime) ont tenu à ce qu'un tel texte soit publié, c'est parce qu'il lui attachaient de l'importance…
    Ils n'écartaient pas, eux, comme une plaisanterie l'éventualité terrible qui y était décrite.
    La Carboneria, comme branche particulière de la Maçonnerie, a peut-être disparu, mais qui oserait dire que la Maçonnerie comme telle a cessé d'exister et qu'elle a renoncé à son objectif majeur, la destruction de l'Église Catholique (peut-être au moyen d'un Pape)?
    La suprême habileté du Démon est de faire croire qu'il n'existe pas et que l'enfer «c'est du roman».
    Les gens un peu avertis des réalités (souvent tragiques, et pas toujours souriantes) de la vie spirituelle voient les choses avec d'autres yeux et ne se laissent pas tromper par les dénégations du Prince du Mensonge.

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  15. Caro Raoul,

    ma pensi davvero che dei nemici della Chiesa scriverebbero una frase come: "per istritolare lo scoglio sopra cui Dio ha fabbricato la sua Chiesa...", che è un'evidente professione di fede in quella stessa Chiesa?

    Laciamo perdere il complottismo ottocentesco. Anche senza immaginare un disegno occulto, è quello palese che deve preoccuparci: da mille parti si vuole, e apertamente, ridurre la Chiesa al silenzio o annacquarla in un bolso umanitarismo. I carbonari o i massoni c'entrano poco: sono i cattolici 'adulti', alleati con i laicisti arrabbiati, il vero problema.

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  16. À Luisa:

    … le Père du Mensonge et le Prince de ce Monde… Mais il paraît que les choses ont changé depuis Vatican II…

    Si, si. J'ai lu, et je relis parfois, les ouvrages du Pape. Mais l'avouerai-je? toujours avec un sentiment mitigé.
    Le jeune Ratzinger a trop fréquenté Rahner au début de sa carrière, cela a laissé des traces… Pour qu'il m'enthousiasme, il me faudrait plus: une vraie, une décisive rupture avec le modernisme de Vatican II. Quelques concessions liturgiques ne me suffisent pas.
    Navré, je souhaite mourir catholique, pas protestant.

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  17. L'intervistato dice:

    Ho notato che i media quando avevano paura di attaccare direttamente il Papa molto spesso attaccavano al suo posto il cardinale Ratzinger.


    ^__^
    ed io gli credo, se ci fate caso infatti...oggi che non c'è un panzerkardinal...se la prendono più direttamente con il Papa ^__^

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  18. Permettez-moi Raoul d`écrire en italien...
    come lei, pur senza avere la sua cultura e competenza, osservo e temo la protestantizzazione della Chiesa cattolica, che si è in modo strisciante introdotta senza portarne il nome.
    Ci sono delle statistiche scioccanti in Francia, pubblicate dal quotidano "cattolico" progressista La Croix, che evidenziano un numero impressionante di cattolici che non credono alla Presenza reale(63%), alla Risurrezione, altre statistiche ci parlano di un numero altrettanto impressionante di sacerdoti che non credono alla Transustanziazione.
    Da noi in Svizzera, le concelebrazioni con i protestanti non pongono problemi in diversi luoghi e i vescovi tacciono, i laici dicono le omelie ...e i vescovi tacciono, specialmente nella Svizzera-tedesca, la dottrina cattolica, la divina Liturgia, il Magistero petrino, l`autorità del Vescovo di Roma, sono "partie négligeable", si contesta, si innova, spesso a nome dell`ecumenismo...e sempre a nome dello spirito del Concilio Vaticano II.
    I vescovi svizzeri protestano presso il Vaticano per il ritiro della scomunica ai vescovi della FFSPX, lamentando gli errori di comunicazione....ma non correggono gli abusi e errori reali e gravissimi commessi dai loro sacerdoti!
    Eppure si dicono cattolici !
    La Chiesa siamo noi!
    Il luogo più palese, e per me il più doloroso, in cui si osserva questa deriva è la santa Liturgia.
    Si grida contro il Summorum Pontificum e si tace su certe liturgie che non hanno più niente di cattolico, frutto della creatività di sacerdoti animatori o-e di laici, o create a tavolino come il rito neocatecumenale.
    Ho letto il libro di Annibale Bugnini sulla riforma liturgica, e realizzo lo scempio che è stato permesso .
    Oggi Benedetto XVI, che ha riconosciuto di non avere avuto il coraggio di opporsi alle derive che stavano manifestandosi ( in un'intervista che apre il libro Il mondo della fede cattolica. Verità e forma del cardinale Leo Scheffczyk), agisce con l`esempio.
    È mia impressione che non vuole agire in modo direttivo, con sanzioni, ma rieducandoci con il suo esempio, come nel modo di celebrare la santa Messa, in ogni suo intervento, catechesi, omelie, discorsi, egli ci ricorda il significato della Liturgia, la sua sacralita, la sua bellezza, l`importanza del Sacrificio di N.S.G.C., troppo spesso oggi trascurato se non messo in disparte. Tutto deve essere gioia e festa e allegria !
    L`insistenza di Benedetto XVI, ancora ieri durante l`udienza generale, ci mostra la sua inqueitudine sulla situazione interna alla Chiesa cattolica.
    Spero che oltre l`esempio, che senza dubbio sta portando dei risultati, verranno nomine di persone competenti ai posti chiave!

    RispondiElimina
  19. Mon Amie,

    Vous évoquez les abus intolérables, universellement répandus, et la perte de la foi, universellement constatée, et le silence scandaleux des évêques…
    Mais, je vous le demande, la liturgie traditionnelle — l'extraordinaire liturgie traditionnelle — a-t-elle jamais donné lieu, au cours des siècles, à de semblables abus?
    Evidemment non!
    Donc la réforme bugnino-montinienne de 1969, destinée à plaire aux protestants, et inspirée en partie de la messe de Luther, est mauvaise, et il faut avoir le courage de l'abolir.
    C'est elle la source de tous les scandales que vous signalez.
    Il n'y a rien d'indigne à rétracter une erreur. Au contraire. Jeanne d'Arc l'a fait devant ses juges. Pie VII devant Napoléon. Saint Pierre aussi, et il en a pleuré amèrement.
    Il y faut simplement du courage, de l'humilité, de la foi — dont la source est en Dieu, pas en nous-même…
    Puisse Benoît XVI avoir ce courage et clore ainsi ce chapitre atroce de l'histoire de l'Église.

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