I vescovi polacchi elogiano la decisione di Papa Benedetto XVI di revocare la scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, tra i quali il negazionista Richard Williamson. ''Aprire la porta al dialogo mirato a mettere fine a una scissione dolorosa e' un atto di grande coraggio'', affermano i vescovi in una lettera indirizzato al pontefice, firmata in particolare dal presidente della conferenza episcopale polacca, Monsignor Josef Michalik. I vescovi esprimono la loro ''gratitudine per i gesti e gli atti recenti del successore del Santo Padre che testimoniano la sua sollecitudine per l'unita' della Chiesa''. Nella lettera, i vescovi non fanno alcun riferimento diretto al fatto che Monsignor Williamson abbia negato l'esistenza delle camere a gas dove furono sterminati gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. I vescovi polacchi dicono inoltre di sperare che ''il gesto paterno del papa venga accolto con la stessa apertura di spirito dai prelati e dai fedeli della Fraternita' San Pio X'', alla quale appartengono i quattro vescovi integralisti. I prelati sperano infine che il gesto di Benedetto XVI porti gli integralisti ad ''accettare senza riserve il pieno insegnamento e la disciplina della Chiesa, comprese le conclusioni del concilio Vaticano II e l'insegnamento degli ultimi pontefici''
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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lunedì 9 febbraio 2009
Polonia Fidelis. Altri, meno.
Riportiamo un dispaccio ASCA-AFP (tratto dal Papa Ratzinger blog)
Questa è la dichiarazione forse più positiva di tutti i vari episcopati a nostra conoscenza, e tanto più gradita se si pensa che i vescovi polacchi non si erano mostrati entusiasti del motu proprio; anche se non ci possiamo lamentare nemmeno di quella della CEI (v. qui) e dei vescovi inglesi (v. qui).
Ignoriamo la situazione di altri paesi, ma possiamo riferire che non sono certo sulla stessa lunghezza d'onda le reazioni in Francia e Germania (due dei paesi più toccati, non a caso, dalla scristianizzazione: con episcopati del genere...). In Francia il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale si è premurato di precisare nel suo comunicato (vedilo qui): "In nessun caso il Concilio sarà negoziabile", come una sorta di altolà al Papa con cui pur si dicono in comunione ma "nell'esercizio della vigilanza episcopale" (curiosa espressione: fa venire in mente i carabinieri. D'altronde con quei mascalzoni della FSSPX di nuovo in giro...). E conclude con un fraseggio da antologia postconciliare che i vescovi "esprimono il loro sostegno e riconoscenza a preti, diaconi, religiosi e laici che compongono la Chiesa cattolica in Francia e animano fedelmente le comunità cristiane vive e prossime agli uomini di questo tempo".
Più chiaro ancora Mons. Rouet, vescovo di Poitiers (foto a destra, come sempre in giacca e cravatta: un clergyman - non parliamo poi della sottana - sarebbe per lui abito troppo retrogrado): "Ci sono già molti segnali a senso unico: la messa in latino, il modo di celebrare... Si vorrebbe anche vedere un gesto verso la teologia della liberazione" E ancora: "Questa decisione e il dibattito che ne discende fanno male alla Chiesa. Concentrano l'attenzione su un gruppuscolo e su problemi meno gravi che la fame nel mondo, la violenza che cresce, 220 milioni di rifugiati nel mondo... Il credito della Chiesa verrà dal suo impegno, là dove gli uomini rischiano la vita, non da beghe di pizzi e di latino" (leggi queste dichiarazioni qui).
Ma forse il punto più basso si è toccato in Germania. Il cardinale Sterzinski di Berlino ha chiesto (naturalmente in nome dell'ecumenismo!!) la revoca del decreto papale e quindi la "riscomunica" dei lefebvriani, arrivando a dire: "La gente dice: se la Chiesa è in questo ciclone, allora forse non è così credibile come pensavamo": v. qui. Il cardinale Lehmann ha detto in un'intervista che il Papa dovrebbe scusarsi per quello che ha fatto e il card. Castrillòn Hoyos, l'artefice della riconciliazione, dovrebbe dimettersi (v. qui).
Rallegriamoci, quindi, leggendo le parole dei Vescovi polacchi. Dovrebbero essere scontate ma, come si vede, non lo sono per nulla.
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L’insensato intervento di mons. Rouet non meraviglia: solo un populista ignorante può ridurre semplicisticamente l’attaccamento alla liturgia tradizionale ai pizzi ed al latino, che pure è importante, in quanto lingua sacra propria della Chiesa universale che non vuole polverizzarsi in riottose e nullificanti assemblee di base quali si prospettano anche nella dichiarazione della Conferenza Episcopale Francese.
RispondiEliminaLa Messa di S. Pio V esprime in modo integrale la fede cattolica ed in particolare la dottrina dell’Eucaristia fissata infallibilmente e definitivamente a Trento.
Non per nulla Benedetto XVI ed i suoi collaboratori, fra cui il coraggioso arcivescovo mons. Ranjith ed il card. Castrillon, hanno a più riprese parlato di una necessaria revisione del Messale di Paolo VI che andrebbe modificato sulla base di quello di Pio V per riportare il senso del mistero e la fede ortodossa nella S.Messa: la famosa “riforma della riforma” che non so a qual punto sia oggi.
Il rimprovero di Rouet al Papa di rivolgere l’attenzione a questioni proprie della Chiesa (unità, sacralità dei riti, modalità di celebrazione della S. Messa ecc.) invece che ai problemi del mondo moderno rivela la formazione decisamente non cattolica del monsignore e denuncia la totale mancanza di visione spirituale della Chiesa a tutto vantaggio di una concezione d’essa come associazione filantropica.
Mettere sullo stesso piano la Fraternità S. Pio X ed i teologi della liberazione è altro segno di ignoranza o malafede: lasciando da parte la loro “teologia” su cui la Chiesa si è pronunciata, in un passato ormai abbastanza lontano, proprio nel corso di una manifestazione della Fraternità a Firenze, ebbi l’opportunità di assistere alla proiezione di diapositive in cui i preti della liberazione, militarmente vestiti, procedevano all’Offertorio alzando calice e fucile, amministravano battesimi con la polvere da sparo e via con tanti altri autentici, allucinanti sacrilegi. Del resto di Messe sacrileghe c’è un vasto panorama in internet: il card. Lehman vestito da diavolo per una Messa di Halloween, è esilarante (se non ci fosse da piangere).
Si chiede obbedienza ai vescovi lefebvriani che, però, nessuna verità di fede negano e nessun sacrilegio commettono: giustissimo. La stessa obbedienza alla volontà pontificia si richieda a questi vescovi ed alle conferenze episcopali che sfidano il Papa. Non si può aspettare che a far pulizia sia l’anagrafe. Ora o mai più, pena la totale disgregazione della Chiesa.
Dinnanzi a prese di posizione così numerose ed altezzose nei confronti del Pontefice e di guerra aperta alla Fraternità, si comprende come, sulla traccia di mons. Lefebvre, i suoi successori avanzino richieste di serie garanzie, nel timore fondatissimo di una morte per asfissia. Ricevute con atto formale queste garanzie, la loro docilità dovrà essere incondizionata.
Ma questo vescovo di Poitiers è propio trendy; con giacca e cravatta porta anche l'anello episcopale?
RispondiEliminaChe chiccheria! che chiccheriaaaaa.
Ed infatti in Francia gli unici che la gente rispetta come sacerdoti sono quelli della FFSPX in quanto si vestono da preti e non da buffoni.
RispondiEliminaE quando dalla Liguria si passa il confine in sottana ti guardano strano però ti salutano in maniera deferente.
AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS.Le ultime vicende del gossip Williamson hanno messo in bella mostra un collegio episcopale cattolico che di cattolico ha solo la sua universale omogeneita'-tolto poche eccezioni,come la Polonia,fedele,la Spagna,seria e l'Italia,silente-.Ora veniamo al punctum dolens.Nelle Chiese d'Oriente,siano Esse unite o meno a Roma, i Vescovi sono eletti dal basso.E pace.Nella Chiesa cattolica latina,che e' Quella che ora ci interessa,i Vescovi sono nominati "per grazia di Dio e della Sede Apostolica",come,grosso modo,i monarchi in Italia (per grazia di Dio e volonta' della Nazione)dal 1861 al 1946.Punto.E allora???Mi ricordo quando usci' il nuovo rito del Battesimo.Il Papa Paolo VI dichiaro'con sommo raccapriccio e commossa desolazione la manchevolezza del nuovo rituale,evocando con femminei nostalgici e sconsolati sospiri il rituale teste' abrogato.Ahi Noi che perdita!parea dicesse.......Tutto in questa povera Chiesa,da anni,da troppi anni,mi ricorda la notissima vicenda inglese di quel giovane che uccise(1910) i genitori con il topicida per poi cercare di commuovere la Corte perche' orfano.Un po' di coerenza,cari Signori,ed anche un po' di giustizia!Se un Prefetto si mettesse a smerciare droga di chi mai sarebbe la colpa di averlo nominato,di non averlo sconfessato , di non averlo rimosso e di non averlo punito?Di chi il merito di averci regalato un episcopato modernista?Di Kung,per caso?Come mai la scomunica ha operato solo pei quattro + due vescovi tradizionalisti?Allora si' che tutti si stracciarono le vesti e parlarono di ferita all'Unita' cattolica(fingendone artatamente l'esistenza).Quale sublime ipocrisia!
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