Presentiamo in questo file in formato AudioWave la registrazione dal vivo del pubblico intervento di mons. Camille Perl (Vicepresidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei) tenuto il 16 settembre 2008 nel corso del convegno tenuto a Roma sull’applicazione del motu proprio a un anno della sua entrata in vigore. Ricorderemo che quel convegno, sotto il patronato dell’Ecclesia Dei, fu organizzato con incredibile capacità da un semplice "gruppo stabile" di giovanissimi di provincia (Acireale), guidati dall’energico, capace ed insieme serafico Padre domenicano Vincenzo Nuara, che proprio per causa di Messe tridentine era stato punito e trasferito (per chi volesse ascoltare l’intervento radiofonico di padre Nuara a Radio Maria e le sue interviste ad alcuni partecipanti al colloquio, questo è il link).
Per ascoltare la registrazione dell'allocuzione di Mons. Perl cliccate qui
L’intervento di Mons. Perl ha colto l’attenzione di tutti i media perché in Italia è ben raro sentire che i Vescovi e i Superiori degli ordini religiosi, con poche lodevoli eccezioni, si oppongono ad un provvedimento del Papa. La cosa non è certo una sorpresa per chi prova da tempo ad ottenere spazio per le celebrazioni tradizionali; ma per il grande pubblico, questa verità, detta pubblicamente da un alto funzionario vaticano, appartenente al dicastero che si occupa precisamente della questione, è certo sorprendente. Ed è anche una salutare rottura dell’ipocrisia che vorrebbe i Vescovi intenti ad applicare nel più solerte dei modi la volontà liturgica del S. Padre (l’ex Segretario della CEI mons. Betori, ora Arcivescovo di Firenze, si è poi premurato di dire che il problema motu proprio non sussiste, poiché alla CEI non risultano lamentele di fedeli – v. l’articolo a questo link – ma sarebbe da chiedergli perché mai i fedeli dovrebbero scrivere alla CEI, quando il motu proprio prevede invece che si faccia appello all’Ecclesia Dei, il cui Vicepresidente Mons. Perl ha quindi perfettamente il polso della situazione).
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L’intervento di Mons. Perl ha colto l’attenzione di tutti i media perché in Italia è ben raro sentire che i Vescovi e i Superiori degli ordini religiosi, con poche lodevoli eccezioni, si oppongono ad un provvedimento del Papa. La cosa non è certo una sorpresa per chi prova da tempo ad ottenere spazio per le celebrazioni tradizionali; ma per il grande pubblico, questa verità, detta pubblicamente da un alto funzionario vaticano, appartenente al dicastero che si occupa precisamente della questione, è certo sorprendente. Ed è anche una salutare rottura dell’ipocrisia che vorrebbe i Vescovi intenti ad applicare nel più solerte dei modi la volontà liturgica del S. Padre (l’ex Segretario della CEI mons. Betori, ora Arcivescovo di Firenze, si è poi premurato di dire che il problema motu proprio non sussiste, poiché alla CEI non risultano lamentele di fedeli – v. l’articolo a questo link – ma sarebbe da chiedergli perché mai i fedeli dovrebbero scrivere alla CEI, quando il motu proprio prevede invece che si faccia appello all’Ecclesia Dei, il cui Vicepresidente Mons. Perl ha quindi perfettamente il polso della situazione).
Aver reso pubblica e ufficiale la verità della resistenza episcopale è anche un formidabile strumento di pressione per un gruppo stabile che si scontri con la sorda opposizione del proprio vescovo: se, prima di allora, quel gruppo avesse voluto pubblicamente denunziare la situazione, l’opinione pubblica non avrebbe creduto che il vescovo si potesse porre contro il Papa, e per di più per proibire una Messa, magari allorché si lamenta di solito che poca gente va in chiesa (e confessiamo che anche a noi, che conosciamo bene la situazione, la cosa continua a sembrare surreale). Ora, invece, ci si può appoggiare alle parole dell’Ecclesia Dei e spiegare che anche il vescovo X è uno di quelli che si rifiutano di applicare la volontà del Papa e non vogliono che ciascuno "si senta a casa nella Chiesa", come ha invece chiesto il Papa a Lourdes in favore dei fedeli di sensibilità tradizionale.
Ed è evidente che l’opinione pubblica può ora farsi un’opinione più precisa della situazione effettiva.
Ma, per concludere questo intervento, non dimentichiamo anche il resto delle parole di Mons. Perl: nell’agire per l’applicazione del motu proprio, è sempre indispensabile pazienza, tatto, rispetto e molta carità; in un’espressione, agire da cristiani.
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