Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

lunedì 11 luglio 2022

Orrori architettonici… e dove trovarli #96 a Longarone (BL)

Chiesa di Santa Maria Immacolata dell'arch. Giovanni Michelucci (1982).
Grazie, Luigi!
A fronte di qualche remora iniziale nel pubblicare questo «orrore architettonico» (perché la chiesa sarebbe – è – stata costruita in memoria delle vittime del Vajont), abbiamo infine ritenuto che la nobile finalità non giustifichi anzi aggravi la colpa del committente e del progettista.

Lorenzo

La chiesa di Longarone, costruita dopo la tragedia sui resti di quella precedente, nella seconda metà degli anni ’70, su progetto dell’architetto Giovanni Michelucci, è il simbolo della nuova Longarone. Si trova in Piazza J.Tasso, al centro del paese. La sua travagliata realizzazione testimonia il sofferto rinascere della comunità; anche le sue forme rimandano al difficile cammino di ricostruzione del tessuto sociale e dell'identità del paese.
Gli spazi, le forme, i materiali, richiamano forte il significato della risurrezione. La visita alla chiesa si snoda in un percorso fisico e spirituale che accompagna il visitatore attraverso la storia e i sacramenti.

ARTE

L’idea caratterizzante la chiesa parrocchiale di Longarone è “la salita al Golgota”. Il compito assunto dall’arch. Giovanni Michelucci (Fiesole 1891 - Firenze 1990) era da un lato quello di corrispondere alla nuova concezione comunitaria e all’impostazione disegnate dal Concilio, dall’altro di costruire un “monumento ammonimento” che fosse, insieme, testimonianza di una tragedia, ricordo delle vittime e luogo di ricomposizione sociale oltre che spirituale. Ecco quindi la rampa a spirale che collega i due spazi sovrapposti, tanto carichi di simboli da risultarne forse schiacciati. La via Crucis comincia simbolicamente dalla quota interrata, con alcuni resti del precedente edificio sacro scomparso qui ricomposti. Successivamente sale costeggiando le lastre metalliche recanti i nomi delle vittime del Vajont e prosegue, sempre all’esterno, sormontata dalla croce. A questo punto si è sulla parte superiore del tempio dove un anfiteatro descrive uno spazio aperto alla comunità mentre un analogo volume gli fa quasi da fondamenta, luogo di sepoltura del Cristo risorto attorno a quale l’assemblea cristiana si dispone. L’ellisse che modella il vano principale della struttura permette il simbolismo della partecipazione umana all’incontro con Dio mediante il rapporto tra i due fuochi della figura, identificabili rispettivamente nell’altare e in un cerchio metallico posto nel pavimento dell’aula verso il quale convergono raggi provenienti da tutta la cavea.
Tale gradinata avvolge completamente tutto lo spazio arrivando fin sotto l’organo che sta alle spalle del celebrante, affianco a quanto rimane di un Crocifisso smembrato della tragedia. A destra dell’altare è posto l’ambone, opera del Fiabane come il tabernacolo e l’acquasantiera. Quest’ultima accoglie quanti entrano dalla porta principale affianco la statua mutilata di Maria Immacolata. Scendendo pochi gradini su giunge nell’aula della rinascita, passando accanto alla cappella del Santissimo Sacramento e ad una statua lignea del Cristo. In uno spazio che rimanda nel grembo materno sono controllati il battesimo a destra il confessionale a sinistra, divisi dal dipinto de “il Cristo del Vajont” del longaronese Italo Pradella. Tornando verso lo spazio della collaborazione si può salire a sinistra grazie ad una scala a chiocciola che porta alle gradinate sopraelevate. Solitamente sganciata dal percorso della Via Crucis come è stato qui proposto, è la visita al museo delle suppellettili sacre del vecchio tempio di Longarone.

STORIA DELL’EDIFICIO

La nuova chiesa parrocchiale di Longarone muove il primo passo ufficiale il 5 febbraio 1965 allorché il Ministro dei Lavori Pubblici demanda la ricostruzione di tutti gli edifici pubblici, chiesa compresa, all’Istituto per lo Sviluppo dell’Edilizia Sociale. Il desiderio di un nuovo tempio è in realtà cosa precedente tanto che pochi mesi prima dopo il disastro venne benedetta la Chiesa prefabbricata, costruita sulla piana davanti al municipio nel novembre - dicembre 1963 e utilizzata, in via del tutto provvisoria, già dal Natale di quell’anno a lavori non ancora ultimati.
La scelta del progetto da realizzare è complessa e a tratti irrispettosa dell’opinione dei superstiti.
Forte della paternità dei finanziamenti l’ISES interpella alcuni architetti, tra cui G. Michelucci e A. Gurekian, che era stato già incaricato della Parrocchia di Longarone di stendere un progetto per la nuova Chiesa. Il 15 novembre 1966 la commissione giudicatrice decreta il successo di Michelucci, che tenta più volte di farsi da parte per stemperare le avversità dei parrocchiani, contrari alla sua designazione, ma alla fine viene nuovamente conquistato all’impresa.
Del ’67 sono quindi i disegni esecutivi, von varianti che si rincorrono fin nel decennio seguente quando, nel 1975, l’impresa Ferraro di Padova si aggiudica l’appalto e, con maestranze quasi interamente locali, svolge i lavori tra l’ottobre ’75 e il novembre ’77. Nell’aprile 1981 l’edificio è consegnato alla Parrocchia con i segni essenziali della Chiesa cristiana, altare e battistero, mentre il tabernacolo, ambone, campanile e organo saranno ultimati in tempi successivi.
L’uso continuato dell’opera consente di apprezzarne la funzionalità e di coglierne l’invito alla speranza che essa emana, perché insegna a tutti che la vita è più forte della morte. Infatti come Cristo crocifisso è risorto, così Longarone distrutta ora è ricostruita.
La Chiesa non ha mai avuto come proprio un particolare stile artistico, ma, secondo l’indole e le condizioni dei popoli e le esigenze dei vari Riti, ha ammesso le forme artistiche di ogni epoca, creando così, nel corso dei secoli, un tesoro artistico da conservarsi con ogni cura. Anche l’arte del nostro tempo e di tutti i popoli e paesi abbia nella Chiesa libertà di espressione, purché serva con la dovuta riverenza e il dovuto onore alle esigenze degli edifici sacri e dei sacri riti.


Fotografie degli esterni:





Fotografie degli interni:







8 commenti:

  1. ASSOMIGLIA PIU' AD UNA MOSCHEA O A QUELLE CHIESE PROTESTANTI. REALIZZARE UNA CHIESA A CROCE LATINA NON SAREBBE STATO MEGLIO? ORMAI, GRAZIE AL MISERICORDIOSO (FORSE) BERGOGLIO LA CHIESA SI STA CONFORMANDO MOLTO A QUELLA LUTERANA CON CHIESA FREDDE, VUOTE, DOVE NON SI COSTRUISCONO ALTARI, MA SOLO UN ALTARE PIAZZATA AL CENTRO E, CI SCOMMETTO, CHE UN GIORNO O L'ALTRO NON VI SARA' PIU' IL TABERNACOLO.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Queste urla belluine e sgrammaticate con tanto di mancanza di rispetto al Santo Padre ti scaturiscono dal cuore appena dopo aver detto il rosario? Oppure appena dopo esserti battuto il petto in confessionale?

      Elimina
  2. Personalmente non condivido le chiese in cui lo spazio per i fedeli viene disposto a mo di gradinata. Comunque, soprattutto all'interno, si riconosce la maestria di Michelucci nel rivisitare la tipologia della rotonda. Bello il soffitto, l'altare e anche il battistero.

    RispondiElimina
  3. Ecco un altro frutto orrendo del Concilio Vaticano II!!

    RispondiElimina
  4. Splendida ed imponente.
    Forse fareste prima a fare un disegnino di una chiesa come piace a voi (senz’altro, oltre ad essere liturgisti, teologi e canonisti, sarete senz’altro anche architetti!) così sappiamo già che qualunque cosa di diverso la schifate.
    Magari siete di quelli che adorano gli angioletti di gesso e i raggi di alluminio dorato che bucano nuvole di cartapesta?

    RispondiElimina
  5. DIrei che la colpa e' piu' dei vagheggiamenti del committente che del progettista. Non sara' che questa tragedia sia stata "il pretesto" per la costruzione di un'altra chiesa "girella" in cui la tavolacena e' al centro ed i commensali tutt'intorno secondo lo spirito del concilio !?! Per capirci qualcosa, prima di entrare in questi manufatti bisogna leggersi tutta l'idea dell'architetto e compagnia cantante. La mia impressione : la terza foto esterna mi da' l'idea di una costruzione sgangherata, brutta a vedersi, non armonica; le foto dell'interno le sento opprimenti, mi danno un senso di angoscia. Se dovessi passare per quei luoghi preferirei pregare la Via Crucis all'aria aperta. Sarebbe interessante conoscere il prezzo di questa opera.Quanto ha pagato il committente?

    RispondiElimina
  6. Non capisco perchè questo sacro edificio sia stato collocato sulla lista degli orrori. A differenza di altre chiese bizzarre questa non mi pare dissacrante e dissacrata.

    RispondiElimina
  7. Per me è bruttissima,sembra un palazzetto dello sport.È proprio il concetto che è sbagliato.Si dovrebbe guardare in avanti ed in alto,mentre (da quel che ho visto dalle foto) si guarda in basso.Le cose semplici sono le più belle ,inutile cercare di stupire i fedeli ad ogni costo.

    RispondiElimina