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venerdì 27 maggio 2022

Alla scoperta dei membri del Coetus internationalis Summorum Pontificum (CISP) #4 Una Voce France #sumpont2022

La preparazione dell’11º Pellegrinaggio internazionale Populus Summorum Pontificum (QUI l’annuncio su MiL) continua e speriamo di vedervi in molti a Roma il 28, 29 e 30 ottobre 2022.
Dopo aver conosciuto l’associazione Nuestra Señora de la Cristiandad - España (QUI), la Fœderatio Internationalis Una Voce (FIUV) (QUI) ed il blog Senza Pagare (QUI), continuiamo la presentazione dei membri del Coetus internationalis Summorum Pontificum (CISP) con un’intervista di Christian Marquant, presidente del CISP, a Patrick Banken, presidente dell’associazione Una Voce France.

L.V.

Patrick Banken, potrebbe farci un riassunto della storia di Una Voce France?

Queste due parole latine UNA VOCE significano con una sola voce e compaiono alla fine del Prefazio della Santissima Trinità, quella attinente alla maggior parte delle domeniche dell’anno (escluse le feste).

L’associazione si propone infatti, secondo l’articolo 1 del suo statuto, di «promuovere la liturgia latina, il canto gregoriano e l’arte sacra nella Chiesa cattolica romana». Una dei suoi scopi è anche quello di aiutare i fedeli cattolici a cantare insieme, con una sola voce, nella lingua universale della Chiesa, il latino, e con il canto proprio della Chiesa, il gregoriano, in unione con i fedeli di tutto il mondo e con tutti coloro che ci hanno preceduto.

L’iniziativa di fondare Una Voce è partita da Georges Cerbelaud-Salagnac e di sua moglie Bernadette Lécureux, cartista, autrice del libro «Latino, lingua della Chiesa» (Pierre Téqui, editore). L’Una Voce fu creata il 19 dicembre 1964 nella cripta della chiesa di Saint-Charles de Monceau a Parigi. L’Una Voce ha sempre avuto nei suoi ranghi dei musicisti e di gran talento: Olivier Messiaen nel Comitato d’Onore, e tra i membri attivi, Amédée de Vallombrosa, maestro di cappella di Saint-Eustache a Parigi, il grande compositore Maurice Duruflé e naturalmente Henri Sauguet che «regnò» per vent’anni sull’associazione e la ha fatto conoscere. L’associazione è ancora molto viva, in particolare attraverso le sue sezioni locali.

Qual è il suo posto all’interno della Federazione Internazionale Una Voce?

La nostra associazione ha partecipato sin dal 1965 alla formazione della Federazione Internazionale Una Voce, che è stata ufficialmente fondata a Zurigo nel gennaio 1967. Una Voce France è dunque uno dei membri della Federazione, che attualmente conta quarantotto associazioni federate, dalla Russia all’Ucraina, Cina e Taiwan, Lettonia e Giappone, Brasile, Croazia, Slovacchia, ecc.

L’ultima Assemblea Generale si è tenuta a Roma il 12 ottobre 2021. Il nostro amico Joseph Shaw è stato allora rieletto Presidente. Prende il posto di illustri personaggi come il Dr. Éric de Savenhem, Michael Davis o Leo Darroch. Una Voce France siede nel Consiglio di amministrazione e Jacques Dhaussy ne è il presidente onorario (era già presente al momento della creazione della nostra associazione nazionale nel dicembre 1964!).

Quali sono gli obiettivi di Una Voce Dopo il Concilio Vaticano II?

Avendo la Chiesa autorizzato l’uso della lingua di ogni Paese nella liturgia, il latino e il gregoriano sono in grandissima misura scomparsi dalle nostre parrocchie. Tuttavia, già nel dicembre 1963 i Padri conciliari avevano affermato che la lingua latina rimaneva la lingua normale della liturgia romana, che il gregoriano era il suo canto proprio, e che doveva conservare il primo posto.

Questo è chiaramente ricordato nella Costituzione sulla Sacra Liturgia da due articoli: Art. 36.1: «L’uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini»; Art. 116: «La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale».

I fedeli che prediligono questa liturgia latina e gregoriana ne sono dei legittimi beneficiari, e poiché tale diritto non veniva riconosciuto nella maggior parte delle nostre parrocchie, si sono riuniti in associazione per far sentire la propria voce. Successivamente, il Papa Paolo VI ha promulgato un nuovo Messale nel 1970. Pensato per la celebrazione nella lingua di ogni paese, esso ha suscitato molte critiche. Da quando è entrata in vigore di questa nuova messa, Una Voce non ha mai cessato di chiedere che il rito tradizionale, così come esisteva prima del Concilio, sia usato liberamente da tutti coloro che lo desiderano. Per questo, dal luglio 2007, si è adoperata al fine di ottenere la più ampia applicazione possibile del motu proprio Summorum Pontificum, del Santo Padre Benedetto XVI, di senso favorevole a questa liturgia. Il Sommo Pontefice aveva chiaramente ricordato che questa forma straordinaria del rito romano (detto anche di san Pio V) non è mai stata abolita.

Come vede il futuro?

Il Papa attualmente regnante, Francesco, ha messo in questione questo motu proprio con la promulgazione un altro, Traditionis Custodes, e noi lottiamo perché non si tolga alle varie comunità il diritto di celebrare secondo l’antico ordo, e nemmeno ai sacerdoti diocesani.

Perché siete entrati a fare parte del CISP?

Penso che da quanto è stato detto in questa presentazione delle attività della nostra associazione risulterà evidente la ragione che ci ha spinto ad aderire senza qualsiasi esitazione al Cœtus Internationalis Summorum Pontificum! Infatti, ci stiamo battendo anche noi per il riconoscimento del diritto di poter celebrare messe, uffici… secondo i Libri Liturgici del 1962, e affinché ciò possa avvenire senza alcuna restrizione.

1 commento:

  1. Vi lamentate della chiesa moderna, ma qui è tutto un florilegio di associazioni, circoli, circolini e congreghe rette da laici! Professoroni e professorini evidentemente in cerca di applausi e seguito. Fra poco mi sa che inizieranno anche a dirsi messa da soli. Del resto, avete dato le istruzioni per imbastire un altare tridentino in casa tra il salotto e il bagno!

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