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lunedì 18 ottobre 2021

Orrori architettonici… e dove trovarli #58 a Torino (TO)

Cappella feriale Santa Maria Goretti dell’arch. Giorgio Comoglio (anno 2015).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «L’intervento della nuova cappella feriale si inserisce in un più ampio programma di risistemazione della Chiesa di Santa Maria Goretti, che prevedrà in una seconda fase la risistemazione completa dell’aula con una nuova disposizione presbiteriale e un rinnovamento delle forme parietali e impiantistiche.
L’addizione della cappella feriale a lato della navata centrale è stata concepita in primis come una reale estensione dell’aula liturgica. La cappella, pur essendo un organismo autonomo e architettonicamente distinto dallo spazio ecclesiastico originario, si pone in continuità spaziale e visiva con esso: le ampie vetrate trasparenti minimizzano la separazione spaziale lasciando percepire per intero lo spazio interno, mentre l’orientamento longitudinale della cappella suggerisce l’addizione di una vera e propria navata laterale. La disposizione dei banchi per file parallele a quelle della navata ne accentua tale sensazione.
La precedente conformazione della chiesa vedeva infatti una disposizione asimmetrica con la presenza di una sola navata laterale, sbilanciando l’aspetto visivo verso un lato e lasciando l’altra parete sostanzialmente spoglia. L’estensione spaziale laterale riequilibra l’aspetto complessivo della chiesa, come si può percepire entrando centralmente dall’ingresso posto al fondo della navata.

LA VETRATA
La vetrata non è solo elemento iconico che identifica l’intervento, ma sviluppa per intero un percorso narrativo. Il soggetto espone la raffigurazione in chiave spirituale di un episodio dei vangeli: “Mane Nobiscum” – “Resta con noi, Signore”. È l’appello accorato che i due discepoli di Emmaus rivolgono al misterioso viandante, affinché si fermi a cenare a casa con loro.
Lo sviluppo orizzontale della vetrata segna il senso di lettura e la continuità della rappresentazione: dall’interno della chiesa la vetrata è percepibile nella sua interezza, diventando parte integrante dello spazio centrale e dialogando con le altre vetrate dell’aula.
I colori sono vivi, l’intensità è data dal passaggio dai colori caldi della parte vicina al presbiterio, ispirata ai temi della luce e del fuoco, ai toni calmi della parte posteriore che richiamano la terra e il mare.

PRESBITERIO
La zona presbiteriale è un’area limitata dove trovano sistemazione gli arredi sacri: L’altare in posizione centrale, conformato come un blocco compatto, l’ara sacrificale, è affiancato dall’ambone, posizionato in corrispondenza dell’inizio della vetrata. La rappresentazione del messaggio evangelico appare così originarsi e dipartirsi dal “luogo della parola”. Il tabernacolo è una grande ostia collocata sulla parete di fondo in posizione laterale.
Tutti gli arredi presentano finiture chiare e uniformi, che si integrano nello spazio costruito della cappella. Il presbiterio è illuminato da un lucernario circolare posto al di sopra dell’altare: la luce inonda dall’alto lo spazio liturgico e si diffonde in forma morbida senza ombre e contrasti netti. La luce della vetrata colora le bianche superfici parietali, ma anche quelle del soffitto e del pavimento, con morbide sfumature cromatiche.

ESTERNI
Vista dall’esterno la cappella appare come un solido geometrico semplice, di forma parallelepipeda, dalle finiture cromatiche scure. Su questa superficie neutra si inserisce il taglio orizzontale della vetrata artistica con i suoi accenti cromatici. Durante le ore serali la cappella diventa un volume luminoso che traspone la narrazione all’esterno, sottolineando la doppia valenza della vetrata come diaframma, leggibile sia dall’interno della chiesa (durante il giorno e le funzioni religiose) sia dall’esterno (durante il crepuscolo e le ore notturne).
Le dimensioni contenute della cappella soprattutto in termini di larghezza, hanno consentito di limitare l’ingombro esterno del nuovo volume che incide in misura ridotta sul cortile parrocchiale e sul passaggio carrabile per i mezzi che vi accedono. Inoltre il nuovo volume appare sospeso, essendo sopraelevato su una sottostruttura in acciaio, mascherata dal grigliato metallico continuo che nasconde anche le parti impiantistiche, e contribuisce alla pulizia formale degli esterni.

IL CONFESSIONALE
La zona che conclude l’estensione ospita un confessionale, arretrato rispetto alla navata centrale e separato da essa con una vetrata bianco latte che ne scherma la presenza. Lo spazio antistante fornisce così una piccola zona di attesa e di preparazione al sacramento della confessione, pur essendo sempre parte dello spazio centrale della chiesa.

IMPIANTI
L’intervento ha previsto la realizzazione di un impianto termico autonomo riguardante esclusivamente l’ampliamento, in modo da poter riscaldare l’ambiente secondo specifiche esigenze. Nel sottofondo del pavimento sono stati integrati pannelli radianti che sfruttando l’effetto radiativo di grandi superfici di scambio permettono di lavorare con basse temperature dell’acqua. Inoltre il nuovo impianto termico della Cappella feriale favorisce anche il raffrescamento estivo. La nuova cappella risulta in classe A. L’impianto audio ha previsto l’integrazione di diffusori sistemati nel controsoffitto a favorirne l’acustica complessiva.»

Foto esterni:





Foto interni:






8 commenti:

  1. Si parla di "aula liturgica"e che si fa in un'aula?*

    Aula definizione : Sala destinata a riunioni importanti e solenni, come quelle dei tribunali e dei parlamenti, o alle lezioni nelle scuole e nelle università: l’a. della pretura; la Corte entra in aula; l’a. di Montecitorio, di Palazzo Madama, per le riunioni plenarie.

    L'ESTERNO: mi da l'idea di una fabbrica di mattoni.
    LA VETRATA: Mi da l'idea che ci sia una scuola elementare.
    Noo! "È l’appello accorato che i due discepoli di Emmaus rivolgono al misterioso viandante, affinché si fermi a cenare a casa con loro"..
    Ecco perche' non l'ho capito ,ho letto l'appello al contrario.Meno male che l'artista ha messo la didascalìa senno' non ci sarei arrivata.
    IL CONFESSIONALE:sembra l'anticamera del dentista.

    Conclusioni: in un'aula non si fanno "Sacrifici"ma soltanto riunioni, piu' o meno solenni.
    Domanda: S.Francesco deporrebbe il Corpo Sangue Anima e Divinita' di NSGC su quel parallelepipedo?



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  2. l'esterno è molto da periferia urbana
    la vetrata è bella, ma anche guardandola più volte non riesco a scorgerci l'episodio di Emmaus; perchè non fare una vetrata un po' più realistica e comprensibile? l'opera è diretta ai fedeli, molti dei quali non comprendono questa arte estremamente concettuale
    il presbiterio è estremamente minimalista, con quel 'bianco chirurgico' che da fastidio.
    l'altare non sembra un altare ma un blocco di plastica
    il tabernacolo è discutibile in quanto non immediatamente riconoscibile come tale

    non riesco a trovare il confessionale

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  3. Il Confessionale e' indicato nella prima foto interni. A destra della vetrata luminosa c'e' una panca a forma di C rovesciata e una vetrata opalescente indicante l'accesso al Confessionale, esattamente in linea con l'ultimo lampadario ( il 4°).
    Elle

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    1. la ringrazio, perchè veramente non aveva nessun carattere che mi facesse pensare a un confessionale: niente croci, crocifissi, colori
      'purtroppo' sono abituato alla sala confessioni dei Cappuccini di Mestre, che oltre ad avere un bel crocifisso ha uno stupendo affresco, in stile moderno ma ispirato allo stile orientale, intitolato 'Storia dell'Amore di Dio' che ti fa riflettere e capire...
      qui niente, bianco vuoto

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  4. Bella, bellissima, meravigliosa: la prima idea che mi è venuta è stata quella di rinchiuderci tutti i neomodernisti 'conciliari' e poi dargli fuoco (dopo aver tolto il Santissimo e le immagini sacre, naturalmente)...
    Ovviamente non si può, sarebbe un peccato grave, ma la tentazione rimane...
    Gesù, Maria SS.ma, San Giuseppe, salvateci dai vaticansecondisti che imperversano ovunque!
    don Andrea Mancinella, eremita della Diocesi di Albano

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    1. certe cose non andrebbero manco suggerite, specialmente da un chierico

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    2. gsimmy: la mia era una battuta ironica, non l'ha capito? Comunque, mi ricordo che anche Vittorio Messori avrebbe voluto pagare un terrorista palestinese, diceva lui, per far saltare in aria non mi ricordo quale orrenda nuova 'chiesa' nella sua Torino... Ma ovviamente era una battuta anche questa!
      E comunque, se i santi ordinavano di 'spianare' i templi pagani (vedasi San Benedetto sulla cima di Montecassino, dove i suoi monaci eseguirono puntualmente l'ordine), la stessa cosa dovrebbe valere per queste vere e proprie bestemmie architettoniche, no? (E per favore, basta adesso con questi atteggiamenti scandalizzati poco intelligenti, quando invece bisognerebbe essere scandalizzati per questi orrori che i neomodernisti osano chiamare 'chiese').
      don Andrea Mancinella, eremita della Diocesi di Albano

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  5. Carissimo Rev.Don Andrea, avevamo capito benissimo che era un'iperbole!

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