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lunedì 12 luglio 2021

Orrori architettonici… e dove trovarli #44 a Viareggio (LU)

Parrocchia della Resurrezione di Nostro Signore dell’arch. Massimo Lepore (anno 2019).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Un concorso vinto. Due anni di cantiere. Un complesso parrocchiale dalle radici profonde che rinasce dalle proprie ceneri. Per diventare luogo di comunità aperto e motore di rigenerazione sociale e urbana. All’insegna della sostenibilità.
Lo storico quartiere operaio del Varignano a Viareggio ha una nuova chiesa. Consacrata l’8 giugno 2019 dopo due anni di lavori tra demolizione e nuova realizzazione, la “chiesa fabbrica” è frutto di un concorso bandito nel 2015 dall’Arcidiocesi di Lucca nell’ambito dell’iniziativa ‘“Percorsi Diocesani”, promossa dalla C.E.I. e volta a promuovere nuovi modelli di edilizia di culto.
Il nuovo complesso parrocchiale della Resurrezione di nostro Signore è un segnale forte di rinnovamento per l’intero quartiere e un modello di partecipazione tra committente, progettisti, attori sociali e istituzionali, ma anche aperto alla città. Una chiesa di, con e per la comunità; composta da l’aula liturgica – in grado di ospitare oltre 400 fedeli –, la canonica, le aule per la catechesi, le zone per lo studio e il gioco, spazi per l’incontro di associazioni e comunità, le aree verdi, il sagrato e il nuovo campanile: tutti elementi di un processo di rigenerazione urbana in un’area cittadina storicamente difficile. Un compito, e un fine, impegnativo per l’architettura, cui era consegnato il dovere di rendere il nuovo complesso un terreno fertile e un centro propulsivo di rigenerazione anche “sociale”.
Sobrietà concettuale e costruttiva, nessun monumentalismo sfrontato, memoria e rinascita (Resurrezione) dalle proprie radici fatte di coraggio e semplicità, grande cura nei dettagli simbolici, forte attenzione al tema della sostenibilità sono i temi portanti del progetto.
Un progetto che si snoda tra percorsi lineari e volumi semplici, dove le funzioni liturgiche e sociali si compenetrano: una chiesa che si fa casa, si apre a spazi luminosi interni che sfondano il volume principale, si dischiude sul patio, dialoga con i locali parrocchiali. Dalla grande aula con l’immensa vetrata (13 x 4,5 ml) – fondale del presbiterio – che richiama il cielo giottesco degli Scrovegni, alla eterea fonte battesimale, dalla espressività delle opere d’arte, sino al soffitto, tutto richiama al tema dell’ascesa con una simbologia serrata e delicata, densa e garbata.
Piani, sequenze e viste sono ideate per “unire” gli spazi sia interni che esterni, sino a rendere la nuova chiesa ‘porta’ verso l’adiacente parco del canale di Burlamacca, di prossima apertura. Facendone ancor più il cuore pulsante del quartiere.
Attraverso il recupero di opere d’arte dell’edificio preesistente, la posa a spacco delle vecchie pavimentazioni marmoree, la fusione di elementi d’arredo antecedenti nei nuovi (es.: le panche) – richieste esplicite da parte della comunità – la nuova chiesa riporta elementi di stratificazione emotiva e valoriali, cui il progetto ha donato nuova linfa in un contesto fatto di dignità e bellezza, lontano da ogni retorica.
La grande aula sacra e i locali del ministero pastorale sono stati realizzati completamente in X-Lam. Una scelta estetica, funzionale e strutturale precisa: dal senso di accoglienza dato dal materiale, alla volontà di ridurre significativamente i tempi di realizzazione, alle esigenze antisismiche e di ottima acustica, alle richieste di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Come ulteriore criterio ecologico, all’involucro isolato termicamente si è accoppiato un campo fotovoltaico da 27kW, in grado di alimentare le macchine che generano caldo/ freddo, e di sostenere, con il surplus di energia elettrica prodotto, anche i consumi correnti nelle ore diurne.
Al comfort ambientale dell’edificio altamente performante, si è inoltre affiancato un progetto di manutenzione a basso costo, così come richiesto già in fase di concorso. Un concorso dalle indicazioni molto chiare, fondato su reali processi di partecipazione e ascolto, che ha certamente contribuito alla realizzazione del nuovo complesso, dalla bellezza semplice e sostenibile, in sintonia con le aspirazioni e le necessità di quella comunità.»

Foto esterni:





Foto interni:






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