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giovedì 11 febbraio 2021

Triduo dei morti in ricordo di chi è morto in solitudine

Vi proponiamo questo bell’articolo scritto da Giorgio Mariano Persico, presidente dell’Associazione delle Confraternite della Diocesi di Bergamo, e pubblicato martedì sull’Eco di Bergamo, quotidiano del gruppo editoriale SESAAB di proprietà della stessa Diocesi, nei cui confronti in più di un’occasione abbiamo espresso critiche.
Facciamo nostro l’invito che emerge da queste riflessioni, con la speranza che le drammatiche e luttuose vicende dell’ultimo anno possano essere la scintilla per riscoprire l’antica tradizione del triduo dei morti (diffusa soprattutto nelle diocesi della Lombardia orientale) e per ritrovare il senso autenticamente cristiano della morte.

L.V.

TRADIZIONE DA RIPRISTINARE

Triduo dei morti in ricordo di chi è morto in solitudine

È passato quasi un anno dall’inizio delle restrizioni causate da questa pandemia, che ancora adesso non accenna a placarsi, una pandemia che ci ha sconvolti forse più di quanto ci saremmo aspettati e ci ha portato via tantissime persone care e stimate.
Sapendo che in questo periodo dell’anno in molte delle nostre parrocchie si inizia a celebrare il Triduo dei Morti, ho pensato potesse essere interessante riprendere l’origine di queste celebrazioni, purtroppo sconosciute a molti, che si svolgono quasi esclusivamente nelle diocesi di Bergamo, Brescia e in alcune parrocchie sulla sponda del Lago di Garda in diocesi veneta.
Fin dalla loro origine, queste celebrazioni furono volute e stimolate dalle Confraternite, soprattutto le Confraternite del Suffragio, quale ricordo per i morti della peste del 1630: chi moriva di peste veniva seppellito in fretta e senza Funerale, sia per cercare di contenere i contagi sia per la numerosa perdita di sacerdoti che aveva messo in difficoltà molte parrocchie. In questo contesto si inserirono le Confraternite del Suffragio e della Buona Morte, che curavano le sepolture e i suffragi, dei poveri, degli appestati e dei caduti; tale culto per i defunti ebbe poi rapida diffusione anche fra le Confraternite del Santissimo Sacramento, istituite da San Carlo Borromeo, e fra le Discipline titolate a Santi e Madonne.
Tra la fine del XVII secolo e i primi anni del XVIII, proprio sotto la spinta delle Confraternite, si vollero istituire celebrazioni apposite per suffragare i morti della peste e, nel corso di qualche decennio, si delineò quello «schema di suffragio» che divenne comune a moltissime parrocchie; a Nembro, per esempio, la celebrazione del Triduo dei Morti risale al maggio dell’anno 1740 e da allora viene celebrato tutti gli anni.
Tutte le parrocchie bergamasche e bresciane iniziarono così a celebrare questa ricorrenza, strutturandola in un Triduo caratterizzato dall’Adorazione del Santissimo Sacramento, esposto utilizzando la «Macchina del Triduo»: essa è un apparato ligneo dorato che rappresenta, nella maggior parte dei casi, un enorme ostensorio circondato da innumerevoli candele, a rappresentare come tutte le anime dei defunti siano diventate partecipi della luce divina. Di questi apparati ne esistono tanti esempi nelle nostre parrocchie, alcuni più semplici mentre altri letteralmente monumentali: alcuni tra i più conosciuti e pregiati si possono ammirare a Clusone, nella Val Gandino, a Nembro, a Vertova, a Zanica…, tutte parrocchie dove troviamo Confraternite secolari ancora oggi attive e devote tanto nel servizio quanto nel suffragio.
Durante questa pandemia moderna, tante persone sono morte in solitudine e molte sono state sepolte frettolosamente, senza essere funerate: vorrei invitare tutti i parroci della nostra Diocesi a celebrare, e in alcuni casi a ripristinare, il Triduo dei Morti anche a ricordo e in suffragio dei defunti di questa pandemia.
Ora più che mai, dobbiamo riscoprire e tornare a insegnare il rispetto per i morti e l’importanza del suffragio, tanto nelle nostre famiglie quanto a livello di comunità: i ragazzi e i giovani di oggi hanno bisogno di riscoprire il senso della carità del suffragio per i morti, una carità che si sta sempre più spegnendo. L’invito ai sacerdoti, in particolare a quelli responsabili degli oratori o delle scuole, è di educare i ragazzi all’importanza della carità del suffragio: in tutte le famiglie ci sono dei defunti, che anche i ragazzi hanno bisogno di ricordare e suffragare, così come tutte le comunità hanno bisogno di commemorare i propri defunti, non solo durante l’Ottavario dei morti.

Giorgio Mariano Persico
presidente dell’Associazione delle Confraternite della Diocesi di Bergamo



1 commento:

  1. filmato sulla macchina del triduo ovvero un baldacchino per esporre il Santissimo https://www.youtube.com/watch?v=olu5lTLi52s

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