L'incredibile vicenda "Palombella/strumento/campionato in San Pietro" ovverosia preferire uno strumento musicale di fabbricazione industriale, digitale/campionato mettendo da parte l'Organo a canne perfettamente funzionante ( v. nostri articoli QUI e QUI ) sta suscitando in tutto il mondo una valanga di proteste.
Lo avevamo previsto dal momento in cui ci siamo accorti che i post pubblicati su MiL, che per prima ha lanciato il grido di disapprovazione, nonostante i giorni festivi stavano avendo visite "record" da ogni parte.
Nessuno si sarebbe aspettato infatti che una simile scellerata scelta fosse stata attuata all'interno della gloriosa Basilica di San Pietro, cuore della Cattolicità!
Occorre ora reagire: sotto il link per la raccolta di firme, che per correttezza però dovrebbe essere indirizzata al M° delle Cerimonie Pontifice, al Maggiordomo della Cappella, o alla Segreteria di Stato.
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APPELLO PER L'ORGANO A CANNE
NELLA BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO
Al Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
NELLA BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO
Al Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
Sua Eminenza il Cardinale Robert Sarah
Cremona, 5 gennaio 2018
Eminenza Reverendissima,
l’installazione di un “organo digitale” nella Basilica di San Pietro in Vaticano, massimo tempio della cristianità, ha suscitato incredulità fra i musicisti, i costruttori di strumenti musicali, i cultori e gli appassionati di musica, gli storici dell’arte, oltre che in tutto l’ambiente organario ed organistico italiano ed europeo.
Tale surrogato di organo, che imita nelle fattezze la “consolle” di un vero organo, prova goffamente a imitare anche la sonorità dello strumento autentico, senza tuttavia riuscirvi in alcun modo.
Proprio per tale ragione la sua collocazione in San Pietro non conviene minimamente alla
dignità del tempio e, in generale, alla Chiesa che, per secoli, ha promosso la migliore produzione artistica nel campo della pittura, della scultura, dell’architettura e della musica, educando e formando il senso estetico di credenti e non credenti.
La presenza dell’elettrofono nella Basilica Papale appare a nostro avviso come una manifestazione del decadimento culturale del nostro tempo, poiché si qualifica come rinuncia alla verità a favore della finzione.
Sull’importanza dell’arte e della bellezza come strumenti utili a celebrare il culto di Dio sono numerosi i pronunciamenti del Magistero della Chiesa.
Ci piace ricordare, a titolo di esempio, un concetto sul quale si soffermò cinquant’anni fa Sua Santità Paolo VI, allorché in occasione dell’omelia pronunciata durante la “Messa degli artisti” celebrata il 7 maggio 1964 nella Cappella Sistina, fece esplicito riferimento all’errore di avere fatto ricorso “ai surrogati, all’«oleografia», all’opera d’arte di pochi pregi e di poca spesa”, rinunciando così, per ragioni contingenti a “compiere cose grandi, cose belle, cose nuove, cose degne di essere ammirate”.
Dispiace constatare che oggi, trascorso meno di mezzo secolo da quel discorso ricco di ispirazione, di nuovo si ricorre ad un surrogato per “imitare” una delle arti che maggiormente hanno la capacità di suscitare emozioni profonde e di elevare l’anima a Dio: la musica.
Indipendentemente dalle motivazioni che hanno condotto a collocare ed utilizzare un elettrofono all’interno della Basilica Papale, e nonostante le complesse e particolari esigenze liturgiche della Basilica di San Pietro, ci riesce impossibile credere che non possa esistere una diversa soluzione che non preveda l’esclusione, anche parziale, dell’organo a canne in favore di un suo surrogato.
Come costruttori e restauratori di organi a canne abbiamo l’opportunità di incontrare comunità di cristiani, di ogni dimensione ed in ogni parte del mondo, che compiono sforzi talvolta importanti per dotare le loro chiese di veri organi a canne.
Contestualmente ci rattrista apprendere con rammarico che proprio nella Basilica Papale si sia operata una scelta che sembra affermare l’inutilità di un simile impegno.
Per questa ragione l’Associazione Italiana Organari si fa promotrice di un’iniziativa volta a sensibilizzare tutto il mondo culturale italiano affinché esprima il proprio rammarico per la presenza, all’interno del più importante tempio della cristianità, del surrogato di un autentico strumento musicale e lo comunichi ai responsabili delle celebrazioni liturgiche non solo della Basilica di San Pietro, ma anche di tutte le Chiese cattoliche.
Al contempo, i promotori di questa iniziativa desiderano offrire la propria disponibilità ad individuare un metodo efficace per definire possibili soluzioni alternative affinché, coerentemente con quanto afferma la Costituzione sulla musica sacra Sacrosanctum Concilium al numero 120, anche e soprattutto nella Papale Arcibasilica di San Pietro “si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”.
Sicuri che Sua Eminenza vorrà dare ascolto a questo nostro appello, porgiamo deferenti saluti.
Per firmare cliccare QUI
(continua: alcune reazioni nel mondo)
Il card. Sarach si mostrerà d'accordo con i ricorrenti ma non ha competenza sulle celebrazioni pontificie le quali sono organizzate dal Maestro delle Cerimonie pontificie cui va indirizzato l'appello, insieme al Maggiordomo di S.S. e la Segreteria di Stato, cieche e sorde al disordine esecutivo e gestionale della Cappella Musicale Pontificia creato dall'attuale direttore.
RispondiEliminaHa perfettamente ragione di ha scritto il 9 gennaio alle ore 10:15.
EliminaMa lei come sa della situazione della Sistina?e cosa sa?
RispondiEliminaPerché dice che sono sordi in Segreteria?
Purtroppo per lei, non sono solo io a sapere dello stato miserevole della Sistina sotto ogni profilo; basta avere fonti di informazione attendibili. Sono cose che sanno in tanti e vengono apertamente dette anche in Vaticano, ad iniziare dai cantori che hanno inviato. più volte esposti e ricorsi ben documentati, sempre inascoltati. Risulta che, di recente, una delegazione di cantori è stata ricevuta dal Segretario di Stato. Solo l'ufficio del Lavoro ha accolto i ricorsi reintegrando, come ho scritto, i cantori ingiustamente destituiti, perché critici. Ormai il bubbone, presto si aprirà !.
EliminaIo so che diversi cantori stabili,regolarmente assunti dalla Santa Sede da più di 10 anni sono a casa sostituiti da gente esterna pagata a prestazione!100 euro a messa!
RispondiEliminaE menomale che il Vaticano ha istituito un Ufficio proprio sul controllo delle spese!!
Certo che se ci sono cause i cantori le vincono..assunti regolari non possono stare a casa!
RispondiEliminaIl Papa chiede dignità sul lavoro e questi tengono la gente a casa stipendiata?
Dovrebbe indagare Fittipaldi!
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