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AURELIO PORFIRI, Ci chiedevano parole di canto. La crisi della musica liturgica. Hong Kong: Chorabooks 2017.
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ISBN 9789887851295
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ISBN 9789887851264
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ISBN 9789887851226
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Per informazioni ed interviste
rivolgersi a aurelioporfiri@hotmail.com
Aurelio Porfiri è compositore,
direttore di coro, educatore e autore. Ha al suo attivo circa 30 volumi e 600
articoli. La sua musica è pubblicata in Italia, Cina, Stati Uniti, Francia e
Germania. Ha collaborato con numerosi blogs, riviste e quotidiani come Zenit,
La nuova bussola quotidiana, O Clarim, La croce quotidiano, la fede quotidiano,
Liturgia, La vita in Cristo e nella Chiesa, Rogate ergo, Camparidemaistre, Il
messaggio del cuore di Gesù, Patheos, etc.
In questo testo che raccoglie
vari articoli scritti durante gli anni e accomunati dall'analisi della
situazione attuale della musica liturgica, Aurelio Porfiri intende proporre una
riflessione che si basi su dati di fatto non piacevoli: uno dei più grandi
patrimoni della nostra civilizzazione è ora in profonda crisi. La Chiesa, che
fu madre e patrona insigne anche dell'arte più grande, ora rincorre stanche
mode nate e cresciute al di fuori dei suoi sacri recinti.
Come dice Il Maestro Valentino
Miserachs Grau, preside emerito del Pontificio Istituto di Musica Sacra e
Maestro Direttore della Cappella Musicale Liberiana nella Basilica di Santa Maria
Maggiore in Roma: "La crisi della
musica nella liturgia oramai ha toccato delle vette (o degli abissi, dovremmo
meglio dire) drammatici. Siamo in una situazione che non fa intravedere una via
di uscita facile o immediata. Ci sono molte iniziative buone e di persone che
hanno a cuore l'importanza di questa grande arte a servizio della liturgia, ma
purtroppo poco si muove ai vertici, poco si muove da parte di coloro che
dovrebbero prendere decisioni importanti in questo campo". Lo stesso
Maestro aggiunge più in là: "Aurelio Porfiri in questo suo testo ha voluto
richiamare tutti ad un severo esame di coscienza, un salutare richiamo
all'ordine per poter ripartire, quando tutto sembra perduto. Non è assente una
certa vis polemica, ma in fondo è ruolo dei laici anche quello di avere il
coraggio di denunciare con rispettosa libertà situazioni che mettono a rischio
la salus animarum. Lui lo fa con coraggio e chiarezza, come del resto lo ha
fatto sempre anche nei suoi scritti precedenti. Nei vari capitoli si affrontano in modo sintetico ma pregno alcuni degli
snodi importanti, come quello della preparazione del clero (di cui già abbiamo
parlato), degli strumenti musicali e molti altri. Verso la fine offre anche
degli esempi di musica liturgica contemporanea che sa mantenere però la dignità
della grande tradizione. Sarà utile ripetere che non mancano i compositori ma
manca la volontà di cambiare le cose perché si è smarrito il senso e la dignità
della musica nella liturgia; questo è conseguenza del fatto che si è smarrito
anche e soprattutto il senso e la dignità della liturgia stessa, del senso del
sacro. Un testo utile per riflettere e per continuare la buona battaglia, un
testo rispettoso delle persone ma fermo nei suoi principi che sono poi i
principi della grande tradizione".
Si
parla di molte cose nel testo, del disprezzo per la forma, gli strumenti
musicali, l'abbandono delle antifone del messale, le resistenze nel clero e
molto altro. Un testo utile, importante, scomodo. Certamente da leggere con
attenzione.
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