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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

venerdì 18 marzo 2016

In volo sopra la città eterna: l’ombra di Martin Lutero.

Il Comune di Roma ha dato nome ad una nuova piazza in centro città, in mezzo ad un bel parco vicino al Colosseo: Piazza Martin Lutero.
A. M.


16 marzo 2016. Alessandra Nucci, The Catholic World Report.
Traduzione a c. di M.i.L.

A quasi 500 anni di distanza da quando il Monaco Agostiniano, Fra Martin Lutero affisse le sue 95 tesi alla porta del duomo di Wittenberg in Svevia (ottobre 1517) e a 494 anni dall’atto di scomunica di Leone X (Decet Romanum Pontificem, gennaio 1521), la città di Roma ha onorato l’uomo che scatenò la riforma protestante, movimento premesso su quanto Lutero stesso condannava in quella stessa città.

La targa “Martin Lutero, teologo tedesco della riforma (1483 – 1546)” si colloca nel centralissimo Rione Monti. Vicini sono la Domus aurea di Nerone e il viale che prende nome dalla dea Serapide. La piazza fu inaugurata ufficialmente il 16 settembre dell’anno scorso dal Sindaco Ignazio Marino.

La decisione giunse sei anni dopo la formale richiesta fatta dagli Avventisti del Settimo Giorno insieme all’Unione Luterana d’Italia.

Mentre il Vaticano non ha commentato, i luterani sono stati contentissimi. “Ci riempie di gioia vedere avverare il nostro sogno prima dell’anniversario nel 2017”, dicevano Heiner Bludau e Jakob Betz, Decano e Vicedecano della Chiesa Luterana in Italia (CELI).

“Quando cominciammo nel 2010 a fare ricerche, abbiamo capito che la sua sosta a Roma faceva parte della riforma protestante e quindi della storia europea. Dedicare a Roma una piazza al grande riformatore è un passo significativo; alla luce della storia del mondo, raggiunge quasi lo stesso livello dell’unità europea. Quindi per entrambe le cose siamo contentissimi”.

La notizia è stata quasi ignorata dalla stampa, non solo per le difficoltà socio–economiche in Italia, ma anche perché onorare Martin Lutero è ormai quasi di norma tra laici e sacerdoti. Per i laici la spinta arriva in parte dai tentativi dei tedeschi a conciliare le due
culture delle due Germanie, ridando orgoglio nazionale alla storia nazionale per cercare di superare i complessi di colpa per due Guerre Mondiali e l’Olocausto. I tentativi di superare i brutti ricordi del novecento, per non parlare delle difficoltà economiche ereditate dalla Germania dell’Est negli anni ’90, sono andati così bene che la Germani moderna è egemone nell’Unione Europea. Così vale non solo per l’economia, ma anche per l’efficienza, il rigore moralistico e la voglia di lavorare sodo.

Il tutto si capisce nelle grandi vendite di piccoli Luteri di plastica della Playmobil: è il modellino migliore per vendita nella storia dell’azienda. Insieme al bambolotto, vendono anche dei modellini del duomo di Wittenberg, del castello di Warburg e di Katharina von Bora, l’ex monaca Cistercense che sposò Lutero nel 1525. Sono usciti tutti in edizioni limitate da collezionista.

Anche i Vescovi cattolici tedeschi hanno una certa responsabilità per l’aumentato rispetto nei confronti dell’eresiarca. Nel gennaio 2015, il Cardinale Marx, Arcivescovo di Monaco e Frisinga, Presidente della Conferenza Episcopale tedesca e coordinatore del gruppo di Cardinali chiamati a consigliare Sua Santità nel governo della Chiesa universale, riassunse la lunga marcia di Lutero tra le istituzioni dell’ecumenismo nel giornale Politik & Kultur: “Dopo cinquant’anni di dialogo, anche un Cattolico può leggere gli scritti di Lutero e trarne beneficio”. Gli stessi discorsi positivi li hanno fatti il Cardinale Kasper, il Cardinale Kurt Koch in Svizzera e  Hans Kung. Nella sua intervista in tedesco con Georg Sporschill, pubblicata come “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, il Cardinale Gesuita Carlo Maria Martini voleva parlare bene di Lutero come fonte delle novità giunte dopo il Concilio vaticano Secondo; così fa cambiare ruolo a chi in precedenza era semplicemente un eretico scomunicato.

A novembre dell’anno scorso, il Papa destò scalpore quando sembrava dire che la moglie luterana di un marito Cattolico poteva benissimo comunicarsi perché battezzata e perché fa secondo coscienza. Un mese dopo si seppe che il pastore luterano Jens Kruse diceva di credere che il papa aveva ‘aperto la porta’ all’intercomunione parlando alla chiesa dei luterani, e che i suoi fedeli credevano altrettanto. Quando gli si chiese se, secondo il Papa, i luterani potessero fare la S. Comunione secondo coscienza, il Kruse rispose di sì.

“Il Papa dice che ognuno deve decidere per sé. Francesco apre molte porte e noi, come chiese, dobbiamo cercare i modi per far passare per questa porta aperta una vita di ecumenismo e di unità. La porta aperta è un’immagine bella perché in questo momento è aperta, noi ci stiamo davanti e dobbiamo passarci presto”.

Dopo l’evento del novembre 2015, il Cardinale Sarah, Prefetto della Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, diceva che “l’intercomunione tra Cattolici e acattolici è cosa vietata. Bisogna professare la Fede Cattolica. Gli acattolici non possono fare la S. Comunione. È un fatto chiarissimo. Non basta fare secondo coscienza”. Per potersi comunicare, il Cardinale sottolineava che “bisogna essere in stato di grazia, senza peccato, e credere nelle verità proclamate dalla Chiesa Cattolica. … Non è per aver fatto due chiacchiere con Gesù che io possa venire alla Chiesa Cattolica e fare la Santa Comunione”.

In una sua visita in Germania, meno di un anno e mezzo prima di abdicare, il Papa Benedetto XVI si era fermato a Erfurt, luogo di studio di Lutero e città dove disse la sua prima Santa Messa. Parlando quella volta, Benedetto XVI si fermò a considerare l’importanza che dava Lutero al peccato, che diventa molto importante con l’importanza che sembra darsi ora alla misericordia. Benedetto chiedeva:

“Come faccio a ricevere la grazia?” È bene ricordare che la domanda spiega tuta la vita di Papa Ratzinger. Chi se lo chiede più, anche tra Cattolici? Che importanza ha Dio nella nostra vita? Nella nostra predicazione? Al giorno d’oggi perfino i Cattolici presuppongono che a Dio non interessa la nostra vita né i nostri peccati. Sa che siamo fatti di carne. E per quanto crediamo in una vita eterna e in un giudizio universale, diamo quasi per scontato che il Signore sarà per forza magnanimo e che con la sua misericordia non terrà conto delle nostre piccole mancanze. Non è più un problema per noi.

Ma le nostre mancanze sono davvero così piccole? Il mondo è stato rovinato non solo per la corruzione dei grandi, ma anche dei piccoli che pensano solo al proprio vantaggio. Non è rovinato per la droga, che vive della nostra avidità e avarizia da una parte e dall’altra dalla voglia di piacere tra i tossicodipendenti? Non è rovinato dalla nostra crescente violenza, che spesso si maschera come convinzione religiosa? La fame rovinerebbe dei tratti così vasti del mondo se fosse più vivo in noi l’amore di Dio e del nostro vicino? Potrei andare avanti. Il male non è roba da poco. 

In gennaio si pubblicò la notizia che Papa Bergogliosi recherà in Svezia in ottobre per una “prendere parte ad una cerimonia congiunta fra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale, per commemorare il 500° anniversario dell’eresia di Lutero”. Ricorderà pure certi sviluppi ecumenici negli ultimi 50 anni tra Cattolici e Luterani.

Speriamo che l’apertura a Lutero non cambi l’eretico scomunicato in un eroico santo, cancellando certi fatti storici per farli dimenticare. Il fu Monaco Agostiniano era schiavo delle sue passioni carnali quanto Alessandro VI (1492-1503), i cui peccati non c’è pericolo di poter dimenticare.

Se dobbiamo ammettere gli errori dei nostri precursori, possiamo sperare che i Protestanti riprovino formalmente le sue più virulente invettive, ad esempio quelle contro gli Ebrei nel libro Von den Jüden und ihren Lügen (Contro gli Ebrei, 1543) o quelle in Come avere pace con Dio: Martin Lutero sulla giustificazione per fede. Nell’ultimo, pubblicato dopo la sua Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia (1525), Lutero chiede alla nobiltà protestante di sopprimere le “orde omicide e ladre dei contadinacci” con le seguenti parole:

“Cagione non v’è per clemenza verso i contadini. Se v’ha qualche innocente in mezzo a loro, Iddio saprà difenderlo e salvarlo. Se non lo salverà, significherà che è stato un criminale. È meglio se il Signore stermina i contadini anziché il prence o il magistrato, già che il contadino non può sguainare la spada con autorità divina. Nessuna pietà, nessuna pazienza verso loro: solo ira e indignazione divina e umana. È ora un momento così eccezionale che il prence può meritare il Paradiso collo spargimento del sangue altrui. Quindi, carissimi signori, fate bene a sterminare, uccidere, strozzare. Chiunque ha il potere lo usi”.

Il caso vuole che alla cerimonia a Roma nel settembre del 2015, il deputato tedesco Michael Kretschmer volle ricordare “il senso di misericordia del padre della riforma verso gli ultimi del mondo.  Se fosse qui oggi, ci direbbe di ricordare i poveri”, diceva il rappresentante ufficiale del Bundestag. Intanto, Ignazio Marino spiegava: “intitolare una piazza a Martin Lutero significa il rispetto che Roma ha per ogni religione e fede. È più facile frantumare un atomo che un pregiudizio, diceva Einstein. Noi oggi abbiamo frantumato dei pregiudizi”. Va bene frantumare dei pregiudizi, ma non frantumiamo la verità.

11 commenti:

  1. Ma come vi azzardate a criticare santomartinolutero che è tanto apprezzato dal vostro carissimo bergoglio?
    Vi consiglio di curare la vostra schizofrenia se siete ancora in tempo

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  2. Risposte
    1. Corista africano partito per vacanze.
      Cercasi sostituto.
      Contattare la redazione di Mil.

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  3. Il riformatore è un astioso e allucinato paranoico anti Roma e per tutto quello che la Città Eterna rappresenta nella Civiltà greco-romana e cristiana, come i compagni del Comune che hanno deciso questa vergognosa offesa. ( E.F.)

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  4. la Verità storica insegna che quel riformatore era un allucinato e paranoico nemico verso tutto ciò che Roma rappresenta nella civiltà greco-romana e cristiana, seguito dai compagni del Comune, auspice la demagogia e la misera preparazione dottrinale di Bergoglio. ( E.F.)

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  5. La verità storica insegna che quel riformatore era un allucinato e paranoico nemico verso tutto ciò che Roma rappresenta nella civiltà greco-romana e cristiana, seguito dai compagni anticattolici del Comune, auspice la disinvolta demagogia e la misera preparazione dottrinale di Bergoglio. ( E.F.)

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  6. Non capisco di quello che accade oggi nella Chiesa. La nostra fede e sottoposta a durissima prova. Io resto nel buio. Mi affido ai la Vergine Immacolata, a San Salvatore da Horta e ai Celesti Patroni e riaffermo la mia fede nella Santa Chiesa Cattolica Romana, sa Dio con quale sofferenza, ma fermamente.
    Jose Ricardo Simeon Vives.

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  7. Davvero indecente e antistorico riabilitare l'iniziatore della Rivolta protestante: sia umanamente che teologicamente Luther fu un pessimo esempio! che ne diciamo poi della scandalosa alleanza con i principi tedeschi in funzione anti imperiale e soprattutto anti popolare, quindi anticristiana? Perfino quell'adultero di Enrico VIII lo criticò ferocemente! Solo Dio è giusto giudice però gli stessi luterani parlano poco di cotanto padre, forse se ne vergognano...! è proprio vero noi cattolici arriviamo sempre buoni ultimi e dopo tempo massimo (l'ubriacatura filomarxista di molti cattolici lo sta a dimostrare, così come il recente innamoramento verdista e filo omosessualista). Che pena!
    Solo la Vergine Maria, difesa contro ogni eresia, ci difenderà. Buon Gesù mantienici in Te che sei la retta via

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