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venerdì 18 settembre 2015

La "strana" collocazione del palco papale a l'Avana. Aleida Guevara March "Il partito comunista cubano chiede ai militanti di andare a messa"

Comprendiamo l'esigenza dei "titoloni" con i quali i mass media vogliono eccitare i lettori. 
Il sensazionalismo fa sempre presa specie se protagonista è Papa Francesco. 
Vatican Insider ha titolato trionfalmente "Una messa sotto il ritratto del Che: l’ultima rivoluzione del Papa
Rivoluzione voluta o rivoluzione imposta?
"Papa Francesco non sarà il primo pontefice a celebrare una messa vicino all'immagine ( la gigantografia del "Che"scolpita da Enrique Ávila N.d.R.) : Giovanni Paolo II e Benedetto XVI le hanno celebrate in quella piazza durante i viaggi a Cuba nel 1998 e nel 2012, rispettivamente. 
Ma l'impatto mediatico sarà sicuramente molto diverso questa volta, anche per il ruolo giocato dal Pontefice nel recente disgelo delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti".
Una Lettrice, osservando però la foto dell'allestimento del palco pubblicata dal corrispondente a L'Avana di Vatican Insider ha osservato che : "niente è fatto a caso. Come sono stati accorti in passato per non farlo notare (tanto che molte persone nemmeno sapevano della gigantografia sulla piazza), sono altrettanto attenti in questa occasione a metterla in risalto".
L'Articolo del quotidiano Libero (foto ) mette bene in risalto che il palco, dove domani sarà celebrata la Santa Messa Papale, avrà praticamente come sfondo la gigantografia del "Che".
Facciamo  allora un raffronto con le celebrazioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI in piazza della Rivoluzione avvalendoci di alcune foto presenti su Internet.



Il 25 gennaio 1998 Papa Giovanni Paolo II arrivò alla Piazza della Rivoluzione José Martì della metropoli caraibica per celebrare la Messa conclusiva del suo viaggio apostolico a Cuba.


Dal 26 al 29 marzo 2012 ci fu il viaggio apostolico di Benedetto XVI con la celebrazione della Santa Messa nella stessa Piazza utilizzata dal suo Predecessore : "Un folto gruppo di operai ieri ha terminato il palco su cui papa Benedetto XVI dopo il 28 marzo celebrerà la messa nella piazza della Rivoluzione qui all’Avana, proprio di fronte all’altare in cui campeggiano i volti stilizzati del Che e di Camillo Cienfuegos sulla facciata di un alto edificio". 
Un particolare squisitamente religioso ha impreziosito la visita di Benedetto XVI: era il tempo-ormai lontano- quando la Chiesa Cattolica si nutriva ancora del trascendente.
Il Papa, coerente al santo proposito di "fare della preghiera il filo conduttore delle nostre giornate" durante l'incontro con Raul Castro chiese , tra l'altro, che il Venerdì Santo fosse stato riconosciuto a Cuba come giorno festivo (così come accadde per l'analoga richiesta fatta da papa Woityla, 14 anni prima, per la festività del Natale).
La richiesta di Papa Benedetto  fu accolta dalle autorità cubane pochi giorni dopo la sua partenza. (Wikipedia)

Fra i tanti cattolici "impegnati" nella vita ecclesiale a L'Avana, Vatican Insider  ha scelto  :" Alejandro è venuto con la sua chitarra, sotto un pirotecnico scroscio tropicale, per provare con i ragazzi del coro i brani della Messa: «Gli organizzatori diocesani sono stati molto chiari: vogliono solo musica cubana. E noi siamo felici di suonarla».(per ora non commentiamo la scelta iper-autoritaria degli "organizzatori diocesani" N.d.R.)
Lui, 30 anni, occhiali, barbetta appena incolta e moglie sorridente al fianco, potresti scambiarlo per l’animatore di un oratorio italiano: «Nella nostra vita abbiamo già avuto la fortuna di vedere due papi, Giovanni Paolo II, e Benedetto XVI, però non vi nascondo che stavolta è diversa. Francesco lo sentiamo molto più vicino. Sarà perché è latino, parla spagnolo, viene dalla nostra cultura, ma è come incontrare nostro padre. E poi, c’è quello che ha fatto». Cioè? «L’apertura con gli Stati Uniti. Non so se si capisce bene da fuori, ma per noi significa che la vita adesso può davvero cambiare. E sappiamo che non sarebbe avvenuto, senza lui». 
Alejandro prevede che «verrà un mare di gente, soprattutto giovani. Molti più di quelli che si aspettano le autorità».  Già, le autorità. Loro vogliono che la visita sia un successo, ma non troppo. ( A tal proposito c'è già in rete la versione diametricalmente opposta di Aleida Guevara March - una delle figlie del "Che" - che lamenta la richiesta che le autorità comuniste hanno fatto ai loro militanti di partecipare numerosi alla Messa Papale. N.d.R.).
Stimano che alla Messa di domenica verranno fra 150 e 200mila persone. 
Il numero è basso, secondo fonti vicine al Vaticano, ma c’è una ragione che potrebbe convincere molti fedeli a guardare Francesco in tv.
Qualcuno mette le mani avanti ?
"Solo" 200mila fedeli ???!!! 
E' lo stesso numero di persone in Piazza della Rivoluzione per la Messa di Papa di " Papa Benedetto XVI a Cuba accolto da Raul Castro. Messa davanti a 200 mila persone"

Le agenzie di stampa  poche ore fa hanno diffuso la notizia che : " Sono attesi migliaia di fedeli, una nutrita delegazione argentina - capeggiata dalla presidente Cristina Kirchner - alla messa che Papa Francesco celebrerà domenica 20 settembre all'Avana. 
Ma mancherà una delle figlie del "Che", Aleida Guevara March, fortemente critica verso la visita del Pontefice. «Il partito comunista cubano chiede ai militanti di andare a messa e di accogliere il Papa, quasi come fosse un dovere del partito. (Sottolineatura nostra N.d.R.) Non sono d'accordo. Lo accogliamo, certamente, come un visitatore, ma di sicuro non andrò alla messa. E lo trovo anche logico: abbiamo libertà di culto e non sono credente, e quindi non vado alla messa». 
Evidentemente i fedeli cubani guardano alla sostanza dell'evento ecclesiale : la gioia di ricevere nella loro terra il Successore di Pietro per essere confermati nella fede. 
Alejandro lo ha sottolineato con molta semplicità a Paolo Mastrolilli, inviato a L'Avana di Vatican Insider : "Francesco lo sentiamo molto più vicino. Sarà perché è latino, parla spagnolo, viene dalla nostra cultura, ma è come incontrare nostro padre..." 
Nei prossimi giorni cercheremo di capire se la diversa collocazione del palco dove sarà celebrata la Messa Papale, avendo come sfondo la gigantografia del "Che", sia stata voluta, tollerata o subìta dalle Autorità Vaticane.