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martedì 14 agosto 2012

L'Assunzione della Vergine - Parte I

di Charles Journet

(Titolo dell’edizione originale: LA DEFINITION SOLENNELLE DE L'ASSOMPTION DE LA VIERGE, Editions de l’Oeuvre St-Augustin, St-Maurice. Traduzione di Anna Conso, Libreria editrice fiorentina, 1953)

***
LA SFERA E LA CROCE
La Terra è destinata alla vita, la vita all'uomo, l'uomo alla grazia del paradiso terrestre; e quando egli cade nel peccato è Dio che, per rialzarlo, viene a morire su una Croce piantata sulla Terra.
Charles Journet
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NIHIL OBSTAT QUOMINUS IMPRIMATUR
FLORENTIAE, che 28-9-1953
SAC. HENRICUS BARTOLETTI, Cens. Eccl.
Prot.1587/53
IMPRIMATUR
FLORENTIAE, che 28-11-1953
Can. Marius Tirapani, Vic. Gen.


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INDICE

PARTE I
Il fondamento scritturistico ultimo
Il fondamento scritturistico prossimo
Bisogna scegliere pro o contro la santità della vergine, e, di conseguenza, pro o contro la sua assunzione
La fede iniziale della chiesa nel mistero della vergine
Le ricchezze della rivelazione iniziale devono esplicitarsi nel corso dei tempi
Newman e la definizione dell'immacolata concezione
La fede dei cattolici nell'assunzione della vergine “prima” della definizione solenne e “dopo” la definizione solenne
La legge di conresurrezione nel cristo si realizza personalmente nella vergine e collettivamente nella chiesa
L'immagine dell'ascensione alla Trinità-San-Sergio vicino a Mosca
Addormentamento, resurrezione, assunzione della Vergine
L'Assunzione è inclusa nel deposito rivelato iniziale in maniera reale ma implicita, cioè preconcettuale e nformulata
Le figurazioni iconografiche dell'Assunzione della Vergine
L'Assunzione corporale della Vergine nella Chiesa orientale
Qual è la ragione profonda della definizione dell'Assunzione
Il pensiero di san Grignion de Montfort
La tragedia dell'unità soprannaturale della Chiesa
L'avvenire della fede

PARTE I

IL FONDAMENTO SCRITTURISTICO ULTIMO
Io vi ho insegnato in primo luogo quello che io pure imparai, che il Cristo è risuscitato il terzo giorno... Ma se si predica che il Cristo è risuscitato da morte, come mai alcuni tra voi dicono che non vi è resurrezione dei morti? Se non vi è resurrezione dei morti, neppure il Cristo è resuscitato. E se il Cristo non è resuscitato, è vana la nostra predicazione, vana ancora la vostra fede” (I Cor., XV, 1-14).
A questi cristiani di Corinto, che credevano senza dubbio con i filosofi greci alla sopravvivenza dell'anima spirituale, ma che dubitavano della resurrezione dei corpi, san Paolo risponde facendo arditamente poggiare tutta la verità del cristianesimo sul dogma della resurrezione corporale dei morti: se i morti non resuscitano, il Cristo non è resuscitato, e tutto il cristianesimo è una menzogna.
Il Cristo è resuscitato da morte come “primizia dei dormienti”, vale a dire per trarre dietro di sé al di là della morte, nella gloria della resurrezione, tutti quelli che quaggiù saranno stati uniti a Lui mediante il vincolo dell'amore. Questo è il secondo insegnamento di san Paolo (20 e segg.).
Però, se per il Cristo e per i cristiani vale una medesima legge, c'è differenza quanto al momento della sua attuazione. Il Cristo, che è senza peccato, e sul quale la morte non ha alcun diritto, risuscita dopo tre giorni nel quadro e nel ritmo di una vita umana personale. Gli altri cristiani, toccati dal peccato di Adamo, la cui fatale conseguenza è la morte, risusciteranno solo più tardi, alla une del mondo, non prima che giunga l'ora della piena vittoria della grazia del secondo Adamo sul peccato del primo Adamo: “E come in Adamo tutti muoiono, così pure nel Cristo tutti saranno vivificati. Ciascuno però nel suo ordine. Il Cristo come primizia. Poi quelli che sono del Cristo, alla sua venuta... Poiché bisogna che questo corpo corruttibile rivesta l'incorruttibilità, e che questo corpo mortale rivesta l'immortalità. Quando questo corpo corruttibile si sarà rivestito dell'incorruttibilità, e questo corpo mortale si sarà rivestito dell'immortalità, allora si adempirà la parola che fu scritta: La morte è stata divorata dalla vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?” (22-23; 53-55).
Ecco il fondamento scritturistico ultimo del dogma dell'Assunzione corporale della Vergine. Possiamo passare ora al suo fondamento scritturistico prossimo.

IL FONDAMENTO SCRITTURISTICO PROSSIMO
Ecco tutta la questione: la Vergine risusciterà poco dopo la sua morte, come il Cristo? Oppure risusciterà soltanto alla fine del mondo, come la comunità dei cristiani?
Dio risuscita il Cristo dopo tre giorni, nel tempo d'una vita umana personale: poiché Egli è senza peccato, la morte non ha diritti sopra di Lui, e “non è possibile che Egli ne' sia ritenuto” (Atti, II, 24).
Dio non risuscita l'umanità se non alla fine del mondo. Comprendiamo perché. Nell'umanità la morte è una conseguenza del peccato d'origine, che regna da Adamo sino alla fine del mondo. Quando Dio vorrà vincere definitivamente il peccato originale, dovrà fare simultaneamente due cose: 1) fermare il corso della generazione, attraverso la quale questo peccato si propaga: e sarà la fine del mondo; 2) risuscitare tutti coloro che questo peccato avrà condannato alla morte: “Allora si adempirà la parola che sta scritta: la morte è stata divorata dalla vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?”.
Così Dio risuscita subito il Cristo, che è senza peccato. E non risuscita che alla fine del mondo l'umanità corrotta dal peccato. Quando Iddio risuscita la Vergine?
Se ella è senza peccato, la legge è di risuscitarla subito: ecco tutto il dogma dell'Assunzione corporale della Vergine. Se è toccata dal peccato, la legge è di risuscitarla solo alla fine del mondo.

BISOGNA SCEGLIERE PRO O CONTRO LA SANTITÀ DELLA VERGINE, E, DI CONSEGUENZA, PRO O CONTRO LA SUA ASSUNZIONE
Che cosa sceglierai, o cristiano che leggi e credi nella Scrittura? Poiché ora bisogna scegliere. Non puoi astenerti dalla decisione. Sei impegnato.
Dirai che la Vergine è senza peccato? Allora ti addentri nella profondità del racconto di Luca I, 26-56, che la manifesta tenuta in serbo per Dio, inondata di grazia, degna Madre del Dio Salvatore, benedetta tra le donne, beata al di sopra di tutte le generazioni. Allora, forse senza nemmeno averne coscienza, hai scelto per l'Assunzione corporale della Vergine.
Dirai al contrario che la Vergine è toccata dal peccato? Allora tu potrai attenerti alla lettera del racconto di san Luca, ma l'avrai tradito nel suo significato profondo. Avrai offeso, forse senza nemmeno averne coscienza, la risonanza più santa del mistero dell'Incarnazione redentrice: puoi, devi ormai, negare l'Assunzione corporale della Vergine.

LA FEDE INIZIALE DELLA CHIESA NEL MISTERO DELLA VERGINE
C'è uno sguardo iniziale della fede che, cadendo sul testo evangelico, scopre d'un tratto, nel mistero della Madre del Dio incarnato, una profondità di contenuto tale da includere anticipatamente, certo allo stato oscuro, preconcettuale, confuso, tutto quello che nel corso dei secoli sarà manifestato concettualmente di questo mistero; e da escludere anticipatamente tutto quello che di tale mistero, nel corso dei secoli, apparirà come un travisamento o una mutilazione. Ecco quello che chiamiamo la fede iniziale della Chiesa, il senso della Chiesa, riguardo al mistero della Vergine.
Questa fede della Chiesa, questo senso della Chiesa poggia su di un dato iniziale, che contiene in sé veramente e realmente, ma allo stato implicito e non formulato, tutto quello che sarà più tardi definito ulteriormente circa i privilegi della Vergine. Ed è per questo, motivo che il magistero della Chiesa, definendo dei dogmi come quelli dell'immacolata Concezione o dell'Assunzione, potrà dire che “la Chiesa li ha sempre creduti”, che “la Chiesa ne' è sempre stata convinta”.
Allo stesso modo vi potrà accadere di seguire una discussione in cui due avversari dissentano su di un punto difficile, senza che possiate sentirvi d'accordo ne' con l'uno ne' con l'altro; ma quando sopraggiunge qualcuno che sa discriminare gli errori e le verità e risolvere il problema, allora voi gridate, e non è una menzogna: — Ecco quello che avevo sempre creduto.

LE RICCHEZZE DELLA RIVELAZIONE INIZIALE DEVONO ESPLICITARSI NEL CORSO DEI TEMPI
Le nuove definizioni dogmatiche non sono dunque nuove rivelazioni, ma solamente nuove esplicitazioni, nuovi sviluppi del Deposito rivelato, una volta per sempre dato al mondo dal Cristo e dagli apostoli. Non vengono ad aggiungersi dall'esterno, per via d'addizione, ma nascono dall'interno per via di sboccio.
Lo Spirito Santo, dice il Concilio Vaticano I, è stato “promesso a Pietro e ai suoi successori, non per rivelare loro qualche nuova dottrina che ad essi toccherebbe di manifestare; ma per assisterli nel compito a) di custodire santamente, b) di esporre fedelmente la rivelazione che ci viene dagli apostoli, vale a dire il Deposito della fede".
Ci sono due specie di depositi: i depositi inerti che si conservano tali e quali, e i depositi vivi che si conservano, solo se si sviluppano. Vado in viaggio per un anno; vi affido un lingotto d'oro: me lo renderete tale e quale; vi affido un bimbo: me lo renderete cresciuto.
Il Deposito rivelato è affidato alla Chiesa come una cosa morta, che si conserva tale e quale? O le è affidato come una cosa viva che si conserva solo se si sviluppa e se ad ogni primavera si adorna di nuove fioriture?
La risposta è nel Vangelo: “Ogni scriba che ha la scienza del regno dei cieli è simile a un padre di famiglia che trae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie” (Mt., XIII, 52).

NEWMAN E LA DEFINIZIONE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
Nella misura in cui partecipano alla “fede iniziale” della Chiesa nel mistero della Madre del Dio incarnato, e al “senso iniziale e perenne” che la Chiesa ha di questo mistero, i fedeli portano nel loro cuore le radici viventi di tutto quello che ulteriormente ne' sarà definito.
Salvo interferenze fatali, che possono, lo riconosciamo, esser dovute a errori insormontabili e di conseguenza non colpevoli, queste definizioni non li sorprenderanno; essi diranno piuttosto, non appena avranno capito a fondo di che cosa si tratta, che le presentivano, almeno oscuramente.
Questo è, difatti, l'atteggiamento di Newman nella sua Apologia.
Gli si obbiettava che facendosi cattolico egli si era anticipatamente impegnato a credere quello che il papa avrebbe definito come rivelato; ora, il papa avrebbe potuto definire, un giorno, qualche dottrina che offendesse le sue più profonde convinzioni; gli toccherebbe, in tal caso, credere da ipocrita.
L'infallibilità, egli risponde, non può agire al di fuori di un circolo di pensieri ben definito e deve in tutte le sue decisioni o, così si chiamano, definizioni, dichiarare che si mantiene entro questi limiti... Niente può quindi essermi presentato nell'avvenire come facente parte della fede, se non quello che devo già aver ricevuto; o, supponendo che io non l'abbia ricevuto ancora, quello di cui sono stato privato fin qui unicamente perché nessuno è venuto a portarlo all'intimo focolare dell'anima mia. Non può essermi imposto niente che sia di una natura diversa da quello che già credevo, meno ancora poi di una natura contraria. La nuova verità che viene promulgata, se si può chiamarla nuova, deve almeno essere omogenea, imparentata, implicita, considerata nei suoi rapporti con la verità antica. Dev'essere tale che io abbia potuto indovinare che era racchiusa nella rivelazione apostolica o desiderare che lo fosse, it must be what I may even have guessed, or wished, to be included in the apostolic revelation; per lo meno, deve essere di natura tale che i miei pensieri vi si accordino e vi si ricolleghino volentieri, non appena io l'abbia intesa... Prendo come esempio la dottrina che i protestanti considerano come la nostra più grande difficoltà, quella dell'Immacolata Concezione... Ora, non si fa che enunciare un semplice fatto, quando si dice che i cattolici non sono arrivati a credere questa dottrina perché è stata definita, ma che è stata definita perché la credevano”.

LA FEDE DEI CATTOLICI NELL'ASSUNZIONE DELLA VERGINE “PRIMA” DELLA DEFINIZIONE SOLENNE E “DOPO” LA DEFINIZIONE SOLENNE
Quello che Newman dice circa l'immacolata Concezione è vero a proposito dell'Assunzione. Ambedue sono dottrine credute prima d'essere solennemente definite. Ma, nel tempo che precede la loro definizione solenne, di quale fede sono credute?
Possono essere credute di fede divina solamente: 1) le verità che prima di tutto sono incluse realmente (quoad se) nel Deposito iniziale, rivelato alla Chiesa primitiva dal Cristo e dagli Apostoli: sia che vi siano incluse in modo esplicito e formulato, o che vi siano, incluse solo in qualità di esigenza profonda e ineluttabile, cioè in modo ancora implicito e informulato; 2) quelle soltanto di queste verità che, inoltre, ci saranno state infallibilmente segnalate come tali (quoad nos), vale a dire che saranno state infallibilmente definite dalla Chiesa come realmente incluse, esplicitamente o implicitamente, nel primitivo Deposito rivelato.
Consideriamo la dottrina esplicita dell'Assunzione. E' evidente, da quanto abbiamo detto, che è realmente inclusa, ma solo in modo implicito e informulato, nel Deposito rivelato primitivo: in altri termini, che è realmente rivelata. Ma in quale momento sarà dalla Chiesa definita infallibilmente come rivelata? In quale momento sarà rivelata, non soltanto in quanto a ciò che riguarda il suo contenuto (quoad se), ma anche in quanto a ciò che riguarda la conoscenza, che noi abbiamo di questo contenuto (quoad nos)? In quale momento, di conseguenza, potrà essere creduta da noi di fede divina?
A questa domanda si può rispondere in due modi. Si sa che la predicazione unanime dell'Assunzione della Vergine da parte del magistero ordinario della Chiesa nel mondo intero durante tanti secoli equivale a una definizione infallibile della sua inclusione nel Deposito primitivo: si dirà allora che la dottrina dell'Assunzione della Vergine è già da molto tempo di fede divina, e creduta come tale dai fedeli ossequenti al magistero. Secondo questo modo di vedere, quando, il 1° novembre 1950, Pio XII la definì, l'Assunzione passò dal rango di verità di fede insegnata dal magistero ordinario, al rango di verità di fede insegnata dal magistero solenne. Ci fu un passaggio di livello nella credenza dei fedeli: dalla fede divina teologale alla fede divina.
Se si pensa al contrario che la predicazione universale dell'Assunzione da parte del magistero ordinario della Chiesa non equivale ad una definizione infallibile della sua inclusione nel Deposito primitivo: si dirà allora che, nella sua formulazione esplicita, la dottrina dell'Assunzione della Vergine è stata creduta, fino al 1° novembre 1950, solo d'una fede umana, e che ha costituito l'oggetto d'una adesione inferiore, imposta dalla prudenza soprannaturale e dal rispetto per le direttive della Chiesa, pie credendum est. Secondo questo punto di vista, quando Pio XII definì la dottrina dell'Assunzione, questa esplicitazione della rivelazione primitiva concernente la Madre del Dio incarnato, passò, dal rango delle verità la cui inclusione nel Deposito primitivo non ci è ancora nota se non fallibilmente e di fede umana, al rango delle verità la cui inclusione (implicita e informulata) nel Deposito primitivo ci è nota infallibilmente e di fede divina. Nella credenza dei fedeli riguardo all'Assunzione della Vergine, ci fu un passaggio da un piano ad un altro: quello che era creduto di fede umana soprannaturale, è creduto da allora in poi di fede divina teologale.

***

LA LEGGE DI CONRESURREZIONE NEL CRISTO SI REALIZZA PERSONALMENTE NELLA VERGINE E COLLETTIVAMENTE NELLA CHIESA

Tutta la ragione dell'Assunzione corporale della Vergine sta nel fatto che, essendo la Vergine senza peccato, la legge paolina di conresurrezione nel Cristo deve realizzarsi in lei più presto che non nel resto della Chiesa (nelle pagine seguenti ci riferiamo più volte allo studio: "La Vierge est au coeur de l'Eglise", apparso in Nova et Vetera, 1950, pp. 39-95).
Il mistero della Resurrezione e dell'Ascensione si realizza anzitutto e primieramente nel Cristo, che è lo Sposo. E si realizza poi, questa volta in via del tutto subordinata, nella Sposa: dopo il Cristo, con il Cristo, nel Cristo, essa deve risuscitare e salire al cielo. Negare questo, significa distruggere le fondamenta del cristianesimo.
La Sposa, che non è tale se non perché è "senza macchia e senza ruga o altro simile difetto, ma santa ed immacolata" (Efesini, V, 27), è la Chiesa, considerata non in ciascuno dei suoi membri, che sono tutti corrotti dal peccato, ma come un tutto collettivo. La legge di conresurrezione nel Cristo non la concerne dunque che in quanto precisamente essa e un tutto collettivo. Quando la Chiesa avrà raggiunto la sua pienezza, alla fine del tempo, allora risusciterà tutta intera, in tutti i suoi membri insieme, per essere assunta in cielo.
Ma questa Sposa “senza macchia né ruga né altro difetto simile, tutta santa e immacolata” è contenuta tutt'intera, all'epoca della presenza fra noi del Cristo, nella persona, della Vergine Maria, che da’ alla luce l'unigenito Figlio di Dio. La legge di conresurrezione nel Cristo può dunque toccarla personalmente. È per questo che la sua Resurrezione e la sua Assunzione potranno essere in anticipo sul ritmo collettivo del resto della Chiesa, e regolarsi sul ritmo personale del destino del Cristo.

L'IMMAGINE DELL'ASCENSIONE ALLA TRINITÀ-SAN-SERGIO VICINO A MOSCA

C'è, alla Trinità-San-Sergio, vicino a Mosca, una grande icona dell'Ascensione, che io conosco solo per mezzo di riproduzioni.
Il Cristo, e due angeli che lo adorano, rappresentati in dimensioni ridotte, non occupano che la parte superiore del dipinto. Tutta la composizione si accentra intorno ad una grande Vergine isolata, che risalta su di un fondo di luce: è la luce di gloria che emana dal Cristo risuscitato. A destra e a sinistra, grandi figure di apostoli, in piedi, con la parte superiore del corpo rovesciata indietro, guardano il Cristo: il peso del loro corpo li tiene avvinti alla terra sulla quale sono lasciati, e levano il viso verso un altro mondo.
La Vergine, al contrario, è ben diritta, immobile, raccolta in quello splendore di gloria. Non alza il viso, non guarda il cielo. Sembra ascoltare, nel fondo del suo essere, il brusco richiamo della luce trasfiguratrice che quanto prima la strapperà a questa terra, che già il suo piede non calca più, e che la trarrà ben presto nella scia del Figlio suo.
Il ritmo del suo destino non è uguale al ritmo del destino degli apostoli; è uguale al ritmo del destino del Cristo. Ella non appartiene, come gli apostoli, a quell'età della Chiesa che comincia a Pentecoste; ma appartiene a quell'età della Chiesa che comincia all'Annunciazione e finisce con l'Ascensione. Potrà anche rimanere ancora qualche tempo in mezzo a loro; ma la Pentecoste non avrà per lei il significato che avrà per loro: per loro, sarà l'inizio di tutto; per lei, sarà il compimento di tutto.
Quest'icona, che è di Andrea Rubliev, e risale al XIV secolo, è una icona dell'Ascensione. Non è una icona dell'Assunzione. Ma non conosco nessun quadro capace di dire con altrettanta forza che la legge di conresurrezione nel Cristo si realizza nella Vergine in un tempo diverso che non nel resto della Chiesa, né, conseguentemente, capace di manifestare in modo tanto sorprendente la verità profonda del dogma dell'Assunzione della Vergine.

(continua)


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