Sugli scempi alla Cattedrale di Reggio Emilia, si veda un nostro post.
Sul libro "Assassinio della Cattedrale" si veda qui.
Mons. Emilio Landini, vicario episcopale per le comunicazioni sociali, ha inviato a tutti i giornali provinciali cartacei e on line un comunicato ufficiale della Curia, che cerca di replicare alle giuste critiche mosse al Vescovo nel libro "Assassinio della Cattedrale".
Il Monsignore tenta un'inutile e vana difesa e "spiegazione" degli scempi inaccettabili e terribili inflitti alla Cattedrale (e ai fedeli) di Reggio Emilia (tra i più clamorosi: la rimozione dello storico altare maggiore, il posizionamento di una croce "artistica", lo spostamento fuori dal presbiterio della cattedra, la rimozione dei banchi per i fedeli dalla navata centrale!).
Le polemiche suscitate e le roventi critiche dell'autore, arch. Maccarini, son valse almeno a far fare alcuni -ma minimi - passi indietro alla Curia: "Al di là della pubblicazione, personalmente riconosco che inizialmente l’architetto ha dato un contributo, una sollecitazione a ripensare talune scelte presentate come definitive".
Un po' piccato il Monsignore ricorda una critica forte (e sicuramente provocatoria) mossa alla Curia, che si vede brucia davvero: quella di "eresia" cattoprotenstate rivolta al clero della cattedrale (e chi ha permesso questo "sventramento" della cattedrale emiliana).
Sicuramente fa ridere l'apologia episcopale finale, con cui il Vicario, forse vittima del suo ruolo, cerca di alzare uno scudo per difendere il Vescovo: "A Mons. Caprioli in Italia viene riconosciuta una particolare competenza nell’ambito teologico-liturgico. [ma davvero????? non sembrerebbe proprio, visto cosa ha permesso succedesse nella sua chiesa, n.d.r.]. A lui va riconosciuto anche il coraggio [noi lo chiameremmo "la colpa cosciente", n.d.r.] di avere apportato al progetto iniziale importanti varianti che privano di ogni fondamento le critiche più aspre. [quali, di grazia? n.d.r.]. Farebbe onore all’autore del volume un coraggioso gesto distensivo e “riparatore”, [ah sì? si chiede un gesto riparatore all'autore del libro che ha accusato le malefatte, e i responsabili di quelle si autoassolvono e si guardano bene dal compiere un passo indietro significativo? n.d.r.] per avere diffuso un’immagine deformata della Chiesa reggiana e per talune espressioni a dir poco irriguardose, contenute negli articoli di giornali o riviste nazionali parzialmente allegati in Appendice. [irriguardose son le opere indegne effettuate all'interno della cattedrale, dagli stessi preti autirizzandole e commissiandole, e non le parole di chi ha cercato di sensibilizzare i fedeli, e di stigmatizzare un'opera di sfacelo non solo architettonico ma anche liturgico-teologico dell'interno della chiesa, n.d.r.]
Trovate il testo integrale al seguente link, su "Reggio nel Web"
Qui, su "Il Giornale di Reggio" trovate un altro articolo sull'argomento.
Sul libro "Assassinio della Cattedrale" si veda qui.
Mons. Emilio Landini, vicario episcopale per le comunicazioni sociali, ha inviato a tutti i giornali provinciali cartacei e on line un comunicato ufficiale della Curia, che cerca di replicare alle giuste critiche mosse al Vescovo nel libro "Assassinio della Cattedrale".
Il Monsignore tenta un'inutile e vana difesa e "spiegazione" degli scempi inaccettabili e terribili inflitti alla Cattedrale (e ai fedeli) di Reggio Emilia (tra i più clamorosi: la rimozione dello storico altare maggiore, il posizionamento di una croce "artistica", lo spostamento fuori dal presbiterio della cattedra, la rimozione dei banchi per i fedeli dalla navata centrale!).
Le polemiche suscitate e le roventi critiche dell'autore, arch. Maccarini, son valse almeno a far fare alcuni -ma minimi - passi indietro alla Curia: "Al di là della pubblicazione, personalmente riconosco che inizialmente l’architetto ha dato un contributo, una sollecitazione a ripensare talune scelte presentate come definitive".
Un po' piccato il Monsignore ricorda una critica forte (e sicuramente provocatoria) mossa alla Curia, che si vede brucia davvero: quella di "eresia" cattoprotenstate rivolta al clero della cattedrale (e chi ha permesso questo "sventramento" della cattedrale emiliana).
Sicuramente fa ridere l'apologia episcopale finale, con cui il Vicario, forse vittima del suo ruolo, cerca di alzare uno scudo per difendere il Vescovo: "A Mons. Caprioli in Italia viene riconosciuta una particolare competenza nell’ambito teologico-liturgico. [ma davvero????? non sembrerebbe proprio, visto cosa ha permesso succedesse nella sua chiesa, n.d.r.]. A lui va riconosciuto anche il coraggio [noi lo chiameremmo "la colpa cosciente", n.d.r.] di avere apportato al progetto iniziale importanti varianti che privano di ogni fondamento le critiche più aspre. [quali, di grazia? n.d.r.]. Farebbe onore all’autore del volume un coraggioso gesto distensivo e “riparatore”, [ah sì? si chiede un gesto riparatore all'autore del libro che ha accusato le malefatte, e i responsabili di quelle si autoassolvono e si guardano bene dal compiere un passo indietro significativo? n.d.r.] per avere diffuso un’immagine deformata della Chiesa reggiana e per talune espressioni a dir poco irriguardose, contenute negli articoli di giornali o riviste nazionali parzialmente allegati in Appendice. [irriguardose son le opere indegne effettuate all'interno della cattedrale, dagli stessi preti autirizzandole e commissiandole, e non le parole di chi ha cercato di sensibilizzare i fedeli, e di stigmatizzare un'opera di sfacelo non solo architettonico ma anche liturgico-teologico dell'interno della chiesa, n.d.r.]
Trovate il testo integrale al seguente link, su "Reggio nel Web"
Qui, su "Il Giornale di Reggio" trovate un altro articolo sull'argomento.
Roberto
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