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giovedì 15 settembre 2011

Roma Caput Mundi

di F. Agnoli - il Foglio, 89 settembre 2011

In questo centocinquantesimo dell’unificazione d’Italia in tutte le regioni si è rivendicata una storia patria antecedente al cosiddetto Risorgimento. Al nord la presenza delle istanze federaliste ha reso più semplice il ricordo delle glorie passate, pre-1861; al sud il libro di Pino Aprile, “Terroni”, il peggiore nel suo genere, ha però svelato al grande pubblico le immense colpe della classe dirigente risorgimentale nei confronti del Meridione.
Solo una città è rimasta “irredenta”, sul piano della revisione storica: Roma. E’ vero che è uscito, per dirne una, il libro di Lucio Martino, “L’11 settembre nella Chiesa”, in cui vengono svelate nefandezze, crudeltà ed inganni compiuti dal Regno Sardo a danno dello Stato Pontificio nel 1860, ma anche in quest’opera la Roma papalina è sbrigativamente calunniata, secondo gli slogan, poco credibili, di coloro che la vollero abbattere.
Due i motivi principali: anzitutto l’immensa trasformazione della capitale, insieme alla massiccia immigrazione di altri italiani, durante il periodo post unitario, ha cancellato il ricordo stesso del passato. In secondo luogo troppo capillare è stata, nei secoli, la propaganda anti-romana di Machiavelli e dei suoi epigoni; del rapinatore Napoleone; dei risorgimentali; dell’Europa protestante e papofoba e, in verità, anche dell’Italia fascista, impegnatissima a cancellare la Roma dei papi per riproporsi come la riedizione della Roma dei Cesari. In troppi non hanno potuto e non possono perdonare alla Città eterna di essere la capitale della Cristianità, per cui, come direbbe Dante, anche “Cristo è romano”,.
E’ dunque opportuno, a mio parere, rimettere a posto alcuni fatti, a partire dall’accusa più conosciuta, quella formulata da Machiavelli e poi ripresa nei secoli: la Roma papale avrebbe impedito l’unificazione del paese, essendo troppo debole per portare a compimento l’unificazione, e troppo forte per lasciarsi conquistare da altri stati italiani.
La verità storica è all’opposto. E’ la Chiesa di Roma, infatti, ad aver permesso la nascita dei regni romano-barbarici, cioè ad aver promosso una graduale, seppur difficile, unificazione tra romani sconfitti e barbari vincitori. Come la Grecia, con la sua cultura, aveva “vinto” la sua conquistatrice, la Roma pagana, così la Roma cristiana, depositaria sia della cultura pagana latina, sia della nuova forza del cristianesimo, latinizzò via via i barbari Longobardi, Franchi, Vichinghi….
Clodoveo e Carlo Magno, insomma, non sarebbero mai esistiti, senza Roma, che fu dunque promotrice di una unità culturale e religiosa, non dell’Italia, ma dell’Europa intera.
Roma, infatti, divenne e rimase per secoli ben più che la capitale di uno Stato nazionale: fu caput mundi, cuore e faro della Cristianità intera.
Quanto all’Italia, fu un papa, Leone I, a preservare Roma dal sacco di Attila e degli Unni nel V secolo; fu sempre lui a mitigare gli effetti dell’ invasione di Genserico, nel 455, salvando la popolazione dalla strage e la città dall’incendio, e fu grazie alle ricchezze della Chiesa e alla sua carità che la città ritornò alla normalità.
Con la calata dei Longobardi, Roma fu, effettivamente, l’ostacolo all’unificazione perseguita da quel popolo. Ma questo fu la fortuna del nostro paese che, altrimenti, sarebbe finito sotto una delle più barbariche, rozze, violente ed ignoranti delle popolazioni germaniche, divenendo così un deserto senza futuro.
Fu papa Gregorio Magno, in quegli anni, ad opporsi con la sua diplomazia ed intelligenza alle brame straniere, di bizantini e longobardi, perseguendo la libertà di Roma e del paese intero.
Fu sempre Gregorio Magno a promuovere, attraverso la conversione della regina Teodolinda, il passaggio dei Longobardi al cattolicesimo e, quindi, alla latinità, che solo i monasteri e le scuole ecclesiastiche avevano permesso di conservare. Fu ancora Roma, che aveva impedito la devastazione bizantina e longobarda, a scongiurare che l’Italia venisse unificata, sì, forse, ma dai saraceni musulmani. Leone IV, per fare un solo esempio, nell’849 promosse una lega tra le città marinare del Sud, Amalfi, Gaeta e Napoli, e così impedì l’ennesima invasione saracena. Vari suoi successori furono alla guida delle coalizioni che impedirono all’Europa di divenire terra islamica, per conquista. Scriveva Leone XIII: “Difatti l’Italia deve alla Chiesa…se non soggiacque ai ripetuti assalti dei barbari, se respinse invitta le aggressioni enormi dei turchi, e in molte cose conservò una legittima libertà ed arricchì le sue città di tanti monumenti immortali di arti e di scienze” ( Etsi nos). Del resto lo stesso Machiavelli ammetteva di essere isolato nella sua accusa contro Roma. Nei Discorsi sulla prima decade di Tito Livio, infatti, affermava: “E perché molti sono d’opinione che il benessere delle città d’Italia nasca dalla Chiesa romana, voglio contro a essa discorrere…”. Riassume lo storico Massimo de Leonardis: “In realtà, come già osservato da Ludovico Antonio Muratori, la presenza del papato (lungi dall’impedire una splendida e precoce unità politica, ndr) preservò l’Italia da un destino ben peggiore…: la spaccatura tra un Settentrione provincia tedesca… ed un Meridione preda musulmana”.
(continua)

14 commenti:

  1. quanta ignoranza...se ogni tanto si leggesse un libro di storia (vera) invece di scrivere queste corbellerie..."e il papa è andato via...buon viaggio e così sia..."

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  2. al sud il libro di Pino Aprile, “Terroni”, il peggiore nel suo genere

    Il sig. F. Agnoli potrebbe chiarire? In che senso 'il peggiore'?

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  3. Dunque il Machiavelli avrebbe accusato la Chiesa di essere un ostacolo per una riunificazione delle nazioni italiane antiche, ma questo non era possibile, come spiega l'articolo.
    Proviamo a fare un pò di fantastoria: vogliamo mettere se la Chiesa avesse esteso lo Stato Pontificio in tutta Italia, riunificandola come vorrebbero i messeri sopracitati? Avrebbero frignato sulle ingerenze della Chiesa...

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  4. Trovo anche io qualcosa, poco, che non mi convince. Ad esempio credo molto difficile che il papa solo a diplomazia abbia potuto cacciare Attila (più plausibile è che egli tornasse indietro volontariamente per tenere sotto controllo un territorio molto vasto e conquistato in fretta che non possedeva una accurata struttura giuridica ed amministrativa e che rischiava di sbriciolarglisi in mano). Comunque lo reputo un buon articolo, e la citazione in conclusione mi pare storicamente inopinabile.

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  5. Che sfiga! Il settentrione è diventato una provincia calabro-saudita: è stato un vero peccato che almeno fino al tevere non si sia diventati tedeschi, anzichè turpi latini avvezzi al pressapochismo e alla bizzarria esistenziale.

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  6. La solita apologetica storica stantia, complimenti.

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  7. Bhè Roma caput mundi, sì sì, peccato Avignone ''caput mundi'' ad esempio, o i papi che erano costretti anon vedere roma all'epoca ottoniana, povera storia massacrata dall'apologia. Basta non se ne può più!

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  8. A Tor Bujacca, trasferisciti nella protestante Germania allora, perchè sei ancora qui?

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  9. Ma se potessi ci andrei immediatamente, se c'è una cosa che mi fa più schifo dell'Italia sono gli italiani.

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  10. non si capisce ancora se il blogger Tor voglia includere nel suo schifo cosmico, manifestato e straripetuto in lungo e in largo, verso la FSSPX e i suoi frequentatori, tutti i tradizionalisti  di ogni età cultura ceto e latitudine, poi tutti gli italiani, le donne all'antica e i loro figli e figlie, i blog pro tradizione, la Messa di sempre, i Santi e la Madonna (visto il modo come  ne parla) e alla fine.......anche se stesso !
    ma che cosa sia venuto a fare in un blog come questo, che gli ispira massima ripugnanza, non si è ancora  capito.

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  11. I "giochi" del divenire storico e sociale sono molto più complicati di quel che si pensi e si dica. Il grande storico inglese Arnold Toynbee, ripreso di recente da Samuel Huntingtono, affermava che la politica mondiale è caratterizzata dallo scontro di grandi blocchi, quasi "zolle continentali" di paesi associati in un'unica "civilizzazione", tendente a comporsi in un Impero, più o meno accentrato o federale.
    La recentissima vicenda del deferimento di Benedetto XVI alla corte dell'Aja dimostra che senza una autonomia politica, con relativo status riconosciuto internazionalmente, e una cintura di salvaguardia territoriale il Papato sarebbe stato condizionato dal potere politico esterno. E' quanto afferma Von Balthasar ne "Il complesso antiromano " ( il mio antidoto a Kung ). Il giudizio negativo di Machiavelli è ben comprensibile nel contesto dell'affermazione dei grandi stati nazionali all'inizio del '500; però a quali stragi ha portato il nazionalismo con le guerre napoleoniche e poi nelle due guerre mondiali?
    Oggi si considera normale che Svizzera Tedesca e Austria siano separate politicamente; e allora perchè sarebbe orripilante l'esistenza di diversi stati italiani, magari uno al nord ( come del resto voleva inizialmente Cavour ) e uno al sud, senza il deprecatissimo sfruttamento postunitario di una parte sull'altra? Lo dico pur convinto che ormai l'unificazione italiana è fatta e consolidata ed è una buona cosa. Quanto alla ricostruzione prima letteraria-giornalistica, poi massmediatica della Roma papale, temo che ci sia stata e  sia diffusa una visione distorta, quanto volutamente non so. Penso alle affermazioni cinico-libertario-pasquinesche su un dominio fintoperbenista-corrotto di Nino Manfredi ( probabilmente ateo) nei film di Luigi Magn ( "Nell'anno del Signore" e seguenti ), in cui perfino il fenomeno degli "occhi di Maria" alla fine del '700 rivelato da Vittorio Messori è volto in funzione antipapale ( ne "La carbonara" ). Altro esempio: Tognazzi come cardinale Rivarola che afferma: "Noi abbiamo sempre ragione, soprattutto quando abbiamo torto".
    Carducci denunciò la volontà sanguinaria di Pio IX poco prima del 1870 nel fare eseguire la condanna a morte dei due democratici Monti e Tognetti: quello che non si dice è che i due avevano fatto saltare in aria con una mina una caserma di Roma, uccidendo ventisette zuavi e quattro cittadini romani, e che i due si pentirono al punto di non voler chiedere la grazia, a cui peraltro si opponevala popolazione di Roma e non Pio IX.
    Tra l'altro vorrei documentarmi meglio sulla Repubblica romana del 1849: quanti dei peraltro eroici difensori di Roma erano giovani del posto e quanti erano accorsi da tutta l'Italia in quella che ad opera di Mazzini era diventata la Mecca dei democratici, dopo che Pio IX era fuggito a seguito dello scannamento del primo ministro liberale Pellegrino Rossi?
    Quanto più realistica la figura di un altro Pontefice, Pio VII, interpretato da Paolo Stoppa burbero benefico nel ridanciano-grassoccio "Il Marchese del Grillo" di Comencini?
    Quanti si ricordano che la politica papale dell'800 fu influenzata dal ricordo della deportazione di due papi, Pio VI ( morto in prigionia ) e Pio VII?
    Quanti sanno che la riforme poi portate avanti con determinazione anche sanguinaria dai rivoluzionari francesi e simpatizzanti erano state già avviate dai sovrani "illuminati", perfino dalla poi famigerata monarchia borbonica di Napoli?

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  12. <span>Quanti sanno che la riforme poi portate avanti con determinazione anche sanguinaria dai rivoluzionari francesi e simpatizzanti erano state già avviate ... perfino dalla poi famigerata monarchia borbonica di Napoli?</span>

    L'argomento è interessante. Potrebbe cortesemente dirmi a quali riforme si riferisce e quali testi consultare per approfondire?
    Grazie.

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  13. Da piccolo vagheggiavo di essere eletto papa ed assoggettare alla mia autorità il mondo intero.

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  14. Volevo consigliarvi questi 3 video sul Risrgimento e le sue menzogne, con documenti anche originali Rai.
    http://famigliacattolica.blogspot.com/2011/04/risorgimento.html

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