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giovedì 7 luglio 2011

Il Papa contro il Concilio? Secondo Andrea Grillo sì

di Don Alfredo M. Morselli


il prof. Andrea Grillo


Sul settimanale cattolico modenese Nostro Tempo (3 luglio 2011), è apparsa un’intervista di Stefano Malagoli al prof. Andrea Grillo; questi, rispondendo alle domande del giornalista, non ha lesinato critiche al Papa, a motivo della recente istruzione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei Universae Ecclesiae.
Le critiche da parte di Andrea Grillo al nuovo corso liturgico benedettiano non sono certo una novità [1]; ma, tra le ultime dichiarazioni rilasciate al settimanale modenese, ve ne sono alcune particolarmente gravi; l’intervistato infatti sostiene l’incompatibilità della generosa normativa di Benedetto XVI a favore dell’antica liturgia, niente meno che con quanto richiesto dal Vaticano II.
Se così fosse, proprio Benedetto XVI, che fa dell’
ermeneutica della continuità un’architrave del proprio pontificato, cadrebbe nella più clamorosa delle contraddizioni.
Mi pare quindi doveroso prendere in esame le affermazioni del Prof. Grillo e vedere se queste sono fondate o meno.

Queste le proposizioni che ci interessano:
“… il Concilio Vaticano […] addita sette punti in cui il rito del 1962 (di Pio V) doveva essere modificato, mirando a maggior ricchezza biblica, alla preghiera universale, all’omelia, alla lingua parlata, all’unità delle due mense, alla concelebrazione, alla comunione sotto le due specie.
Il rito di Paolo VI dà risposta esplicita a questa richiesta, mentre il rito del 1962 non può darla, perché è precedente a quella autorevole richiesta. Essere nutriti da questi 7 (sic) elementi nuovi è possibile, sostanzialmente, solo nel regime inaugurato dalla Riforma (sic) liturgica. (N.B.: comunione minuscolo, Riforma maiuscolo; n. d. r.)”.
Ci sarebbero quindi, secondo Andrea Grillo, sette elementi nuovi, richiesti dal Concilio, di cui sarebbe impossibile nutrirsi con il Messale del 1962. Rispondo a queste accuse con tre nego simpliciter e quattro distinguo.


1) I tre
nego.

Si tratta della
lingua parlata, dell’omelia, e dell’unità delle due mense.


1.1.)
È chiaro e lampante che è la prassi liturgica post-conciliare che contraddice il testo del Concilio, che invece prescrive l’uso della lingua latina nella liturgia.
S.C. 36. L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini.
Dato però che, sia nella messa che nell'amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non di rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti.

S.C. 54. Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella « orazione comune » e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo, a norma dell'art. 36 di questa costituzione. Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi. Se poi in qualche luogo sembrasse opportuno un uso più ampio della lingua nazionale nella messa, si osservi quanto prescrive l'art. 40 di questa costituzione.
Oggi, in pratica, è ai fedeli partecipano alla nuova Messa che è reso impossibile essere nutriti da quanto chiede il Concilio, e non ai fedeli che partecipano alla Messa celebrata nella forma straordinaria; questi sì che sono nutriti da quanto prescrive la Sacrosanctum Concilium.
Le letture che possono essere proclamate in lingua volgare sia nella Messa letta che in quella cantata, rispondono poi alla richiesta di una
parte più ampia alla lingua nazionale, richiesta dal testo conciliare; più ampia non vuol dire esclusiva. L’attuale prassi liturgica costituisce forse il maggior allontanamento da quanto il Vaticano II prescrive in materia.


1.2.) Per quanto riguarda l’omelia, questa è dichiarata parte integrante della liturgia, niente meno che nell’enciclica Mediator Dei di Pio XII.
“Dovunque i Pastori possono radunare un nucleo di fedeli, erigono un altare sul quale offrono il Sacrificio, e intorno ad esso vengono disposti altri riti adatti alla santificazione degli uomini e alla glorificazione di Dio. Tra questi riti […] l'omelia con la quale il Presidente dell'assemblea ricorda e commenta utilmente i precetti del Divino Maestro, gli avvenimenti principali della sua vita, e ammonisce tutti gli astanti con opportune esortazioni ed esempi”

Se mi si obbietta che in molte Messe la predica veniva omessa, rispondo che non è certo necessaria una riforma per dare importanza reale all’omelia; sarebbe bastato insistere – a stretto rigore logico – con quanto era già considerato importante nei documenti ufficiali. In ogni caso, non c’è assolutamente contraddizione tra l’omelia e la forma straordinaria, e niente impedisce a chi celebra con il Messale del 1962 di curare particolarmente la predicazione.


1.3) L’unità delle due mense.

Qui proprio non capisco le affermazioni del prof. Grillo: anche se l’espressione
unità delle due mense è relativamente recente, non vedo quale opposizione vi possa essere su questo punto tra il Concilio e la forma straordinaria. Tanto più che la stessa espressione non compare neppure nella Sacrosanctum Concilium.


2. I quattro
distinguo.

Si tratta della
maggior ricchezza biblica, della preghiera universale, della concelebrazione e della comunione sotto le due specie.


2.1.) Maggior ricchezza biblica.

È senza dubbio vero che il Concilio chiede una lettura della Sacra Scrittura più abbondante nelle sacre celebrazioni:
S.C. 35. “Affinché risulti evidente che nella liturgia rito e parola sono intimamente connessi:

1) Nelle sacre celebrazioni si restaurerà una lettura della sacra Scrittura più abbondante, più varia e meglio scelta”.

S.C. 51. “Affinché la mensa della parola di Dio sia preparata ai fedeli con maggiore abbondanza, vengano aperti più largamente i tesori della Bibbia in modo che, in un determinato numero di anni, si legga al popolo la maggior parte della sacra Scrittura”.
Ma ci dobbiamo chiedere se è sufficiente aumentare la quantità delle letture per obbedire al Concilio. Mai si è avuta, in una liturgia cattolica, una lectio continua che rispondesse al solo criterio di leggere tutta o gran parte della Bibbia. E questo non lo dice neppure il Concilio, ma si è verificato nell'applicazione della riforma liturgica. Inoltre dobbiamo chiederci che cosa intende il Concilio con le parole si restaurerà una lettura della Sacra Scrittura più abbondante. Evidentemente si fa riferimento ad antichi lezionari… ma sentiamo cosa dice in proposito Mons. Klaus Gamber:
"… un gruppo di riformatori liturgici ha preparato un nuovo Lezionario per la messa e ha saputo farlo rendere obbligatorio dall’autorità ecclesiastica. Questo lavoro di alcuni innovatori ha preso il posto di un ordinamento che vigeva da più di mille anni nella Chiesa romana, e di conseguenza lo ha eliminato.

Era di per sé positivo il fatto che le pericopi del
Missale Romanum tridentino venissero arricchite da ulteriori letture. È noto, del resto, che già al tempo dell’Epistolario di san Girolamo, e ancor prima, il rito romano disponeva di una scelta di letture alternative. Talune di queste pericopi aggiuntive, ad esempio alcune per i mercoledì e venerdì per annum, si erano conservate soprattutto nei paesi di lingua tedesca e nel patriarcato di Aquileia fino ai messali a stampa di epoca pretridentina.

Dal punto di vista del rito romano tradizionale, quindi, non vi sarebbe stato nulla da eccepire sul fatto che anche per i giorni feriali si approntassero letture proprie e per le domeniche si stabilissero cicli di letture aggiuntive. È noto che le pericopi domenicali vennero fissate in epoca relativamente tarda, come mostra le lista delle epistole conservata a Würzburg, la quale risale al secolo VIII.

A parte il fatto che il nuovo Lezionario ha eliminato il precedente, e che è stata così interrotta bruscamente un’antichissima tradizione, il liturgista è costretto a rilevare che, nella scelta delle nuove pericopi, sono stati determinanti alcuni opinabili criteri di natura esegetica, mentre sono stati troppo poco rispettati quei criteri liturgici in base ai quali erano sempre stati scelti nella Chiesa i brani per le letture. […]

Inammissibile dovrebbe pertanto essere giudicata la chiusa "Allora si aprirono loro gli occhi ed essi si accorsero di essere nudi", come oggi si può udire in una delle letture della Prima Domenica di Quaresima (anno A), soprattutto se si consideri che, subito dopo, il popolo deve dire "Rendiamo grazie a Dio".

Un tempo, nella scelta dei brani del Vangelo si aveva cura di badare che in essi non mancasse mai il nesso con la celebrazione del mistero eucaristico - come Pius Parsch sottolinea continuamente nel suo
Anno della salvezza. Nell’introduzione egli scrive: "Nel Vangelo il Cristo si manifesta e ci parla. Ravvisiamo nel Vangelo non tanto un insegnamento, quanto una epifania (manifestazione) del Cristo. Così il Vangelo perlopiù indica l’azione principale della celebrazione del mistero".

Il nuovo Lezionario, invece, serve - coerentemente con lo spirito che informa il culto protestante - in primo luogo all’ammaestramento e alla "edificazione" dell’assemblea. Il
Novus Ordo, evidentemente, è stato preparato da esegeti, non da liturgisti. […]

Gli studiosi della liturgia conoscono (o si suppone che dovrebbero conoscere) i vari lezionari che sono o sono stati in uso nella Chiesa orientale e in quella occidentale. Dovrebbero sapere in base a quali leggi si scelgono le pericopi. Stupisce assai che abbiano trascurato quasi del tutto gli antichi lezionari, alcuni dei quali risalgono ai secoli IV e V. Quale dovizia di ispirazione vi avrebbero trovato! Ma pare piuttosto che consapevolmente abbiano voluto rinnegare la tradizione.

Al secolo V risale la parte più antica del Grande lezionario della Chiesa di Gerusalemme, tramandatoci da manoscritti georgiani. Tutti i segni di un’alta antichità reca la lista copta dei Vangeli; purtroppo non è stata ancora studiata tutta una serie di antichi lezionari provenienti dall’Egitto. Del più antico ordinamento siriaco di pericopi ha trattato il Baumstark. Quanto all’Occidente, sono da ricordare - tra le testimonianze più antiche - la lista dei Vangeli di Aquileia, e l’antico lezionario campano tramandatoci dal famoso Codice Fuldense (lista di Epistole) e in molti evangeli anglosassoni (lista dei vangeli); infine, una liste di epistole che nella sua forma originaria risale a san Pier Crisologo (morto nel 450). Alquanto più recenti sono i lezionari tramandatici nelle antiche chiese ambrosiana, gallicana e mozarabica.

Quanto alla Chiesa romana, molto probabilmente già san Girolamo (morto nel 419/420) approntò un libro di epistole, il
Liber comitis, documentato per la prima volta nel 471. Esso potrebbe essersi tramandato, in forma appena modificata, nella già ricordata lista delle epistole di Würzburg, e costituisce il fondamento delle pericopi non evangeliche del Missale Romanum insieme con l’antica lista romana dei vangeli (Capitulare evangeliorum), che però era più ricca di quanto sarebbe risultata nel messale posteriore.

Come nelle altre riforme liturgiche postconciliari, anche nella preparazione dei nuovi lezionari è stata interrotta un’antichissima tradizione (in parte di 1550 anni), senza sostituirla con nulla di migliore. Anche dal punto di vista pastorale, sarebbe stato più prudente conservare l’antico ordinamento del
Missale Romanum e, nel quadro di una riforma, consentire la scelta di altre letture ad libitum.

Questa sarebbe stata una vera riforma, ossia un vero ritorno alla forma originaria, e non sarebbe andata distrutta una ricchezza accumulata nei secoli. Così invece si è abbandonata la tradizione della Chiesa sia occidentale che orientale, e si è imboccata la pericolosa via dello sperimentalismo precludendo la possibilità di ritornare in un qualunque momento, senza difficoltà, al passato” [2].

In conclusione, possiamo dire che nella riforma dei lezionari, per dirsi veramente obbedienti al Concilio, non è sufficiente addurre il più ampio uso delle S. Scritture [3] che si è realizzato nella nuova Messa; sarebbe stato necessario tener conto degli antichi lezionari e salvaguardare il profondo legame, presente nel proprio di ogni Messa antica e formatosi in secoli di tradizione, tra mistero che si celebra, antifone, eucologia e letture bibliche.
Inoltre, come afferma Mons. Gamber [4], non sarebbe contrario allo spirito Messale del 1962 un arricchimento dei testi biblici.

Un’ultima postilla: perché lamentarsi di pochi testi biblici nella Messa antica e non dire nulla sull’impietoso sforbiciamento del breviario romano, reso orfano di alcuni salmi imprecatori e di un tesoro di inni buttato alle ortiche? Forse che i salmi sono una
Scrittura di serie B? Oppure l’amor proprio viene molto più gratificato da preci inventate, lunghe omelie, considerazioni varie, piuttosto che l’umile recita nascosta dei salmi, in cui l’uomo vecchio ha ben poco da dire?


2.2)
La preghiera universale

Anche questa non è contraddittoria con l’antico rito, come prova, ad esempio, la liturgia del Venerdì Santo.
Inoltre c’è da dire che anche all’interno di un documento conciliare si deve distinguere una diversa importanza delle disposizioni.
La mancanza della preghiera dei fedeli non è una opposizione al Concilio, come non lo è una S. Messa feriale in cui le preghiere non si recitano, preferendo, ad esempio, una breve pausa dopo le letture.
E si può anche fare una critica a come la preghiera dei fedeli diventa spesso una raccolta di banalità o di preghiere spontanee, quando invece sia nella liturgia sinagogale (le diciotto benedizioni), da cui in qualche modo derivano le
orationes solemnes del rito romano, sia nelle preghiere analoghe nelle liturgie orientali, i testi sono rigorosamente fissati.
E quindi possiamo dire che la preghiera dei fedeli, come viene realizzata oggi, contravviene il Concilio stesso, in quanto ciò costituisce un
novum mai visto prima, mentre i testi raccomandano l’omogeneità con quanto precede.
SC 4: “il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti; vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati; desidera infine che, ove sia necessario, siano riveduti integralmente con prudenza nello spirito della sana tradizione e venga loro dato nuovo vigore, come richiedono le circostanze e le necessità del nostro tempo”.

2.3)
La concelebrazione

Anche in questo caso non possiamo affermare che un sacerdote che preferisce celebrare da solo piuttosto che concelebrare, sia disobbediente al Concilio; la
Sacrosanctum Concilium afferma chiaramente che ogni sacerdote mantiene il diritto di celebrare per conto suo. E niente toglie che un sacerdote che celebra abitualmente secondo l’antico rito, possa concelebrare con i confratelli in casi particolari, quali la S. Messa Crismale, in occasioni di funerali, di convegni pastorali, etc., senza svilire la concelebrazione stessa riducendola ad una abitudine.
Quando Giovanni Paolo II, nell’Enciclica
Slavorum Apostoli, parlava di cattolicità della Chiesa - sentita come una sinfonia delle varie liturgie in tutte le lingue del mondo, unite in un'unica liturgia, o come un coro armonioso che, sostenuto dalle voci di sterminate moltitudini di uomini, si leva secondo innumerevoli modulazioni, timbri ed intrecci per la lode di Dio da ogni punto del nostro globo, in ogni momento della storia, possiamo considerare come voci di questo coro due geni liturgici differenti e complementari: quello dei riti orientali, che enfatizzano lo splendore della liturgia del giorno di festa con lunghi riti e la concelebrazione: e il genio occidentale che – senza rinunciare allo splendore in momenti particolari – porta avanti l’istanza della necessaria frequente reiterazione sacramentale del santo Sacrifico della Messa.


2.4)
La Comunione sotto le due specie.

Anche se la moda liturgica imperante presenta la S. Comunione sotto le due specie come chissà quale conquista o necessità, dobbiamo tener presente due cose:

a) il Concilio è molto equilibrato sull’argomento e parla di concessione della pratica, e non di obbligo o di argomento oggetto di particolare attenzione da parte dei Padri conciliari.
SC 55. “… la comunione sotto le due specie si può concedere sia ai chierici e religiosi sia ai laici, in casi da determinarsi dalla sede apostolica e secondo il giudizio del vescovo”.
b) questo modo di comunicarsi non è assolutamente contraddittorio con il rito antico, tanto che fu concesso agli utraquisti moderati, guidati da Giovanni di Rockycana, con le Compattate di Praga, del 30 novembre 1433.

Teniamo presente che ci sono stati tanti santi infiammati d’amore per la SS.ma Eucaristia (San Francesco, Il Santo Curato d’Ars, S. Pietro Giuliano Eymard…), e nessuno ha mai sentito la necessità di questo modo di comunicarsi. Ai più grandi santi eucaristici della storia della Chiesa non è mai passato per l’anticamera del cervello chiedere la S. Comunione al Calice o vedere un accrescimento della devozione all’Eucaristia o della partecipazione alla Messa, comunicandosi anche con le Specie del vino.
Se i santi sono coloro che più di altri
sono guidati dalla Spirito (Rm 8, 14), questo fatto qualcosa vorrà pur dire.
Invece è stata tolta - paradossalmente, ma fino a un certo punto - la festa del Preziosissimo Sangue, parallelamente al diffondersi di eresie che negano il valore soddisfattorio del Sangue di Cristo, sparso nel suo Sacrificio.
La memoria del beato Giovanni XXIII, tanto osannato (tirando abbondantemente l’acqua al proprio mulino) da ambienti progressisti, è in realtà vilipesa in due modi: dimenticando il suo amore per la lingua latina (basta vedere in che conto si tiene la Costituzione Apostolica
Veterum Sapientia, firmata dal Beato all’altare della Cenfessione [5]), e la sua devozione al Preziosissimo Sangue (soppressione della festa tanto cara allo stesso Pontefice, come si evince dalla bella enciclica Inde a primis de 30 giungo 1960).
In base a quanto detto, la S. Comunione sotto le due specie non costituisce in sé un elemento che rende inconciliabili Vaticano II e forma straordinaria della S. Messa. Se si vuole onorare il Sangue Divino, si ripristino anche quei modi che sono stati abbandonati, sì in nome del Concilio, ma contro il pensiero e la devozione di chi il Concilio ha voluto.


Conclusione.

L’intervista del Porf. Grillo rivela, oltre agli equivoci sopra denunciati, un vizio di fondo: l’incomprensione radicale che non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto [6], tanto più che il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti; vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati [7].


NOTE

[1] Cf. ad esempio, http://tinyurl.com/6adra87, http://tinyurl.com/6yroo9m, http://tinyurl.com/6f5dj7g

[2] Klaus Gamber, «La riforma della liturgia romana. Cenni storici. Problematica», trad. it. in suppl. a
Una Voce Notiziario n° 53-54, Roma 1980, pp. 49-52 (titolo originale: «Die Reform der römischen Liturgie. Vorgeschichte und Problematik», pro manuscripto, 1979).

[3] Interessanti alcuni detti dei Padri del deserto, che confutano una non equilibrata considerazione della lettura ampia, in senso solo materiale, del testo biblico: “Abba Abramo raccontava di un abba di Scete che era scrivano e non mangiava pane. Venne dunque un fratello a chiedergli di scrivere per lui un libro. L'anziano, che aveva il suo cuore immerso nella contemplazione, non scrisse tutte le righe e non mise i segni di interpunzione. Il fratello, avendo preso il libro e volendo mettervi i segni di punteggiatura, trovò che mancavano alcune parole e disse all'anziano: "Mancano alcune righe, abba". Gli disse l'anziano: "Va', prima fa' quello che c'è scritto, poi vieni e ti scriverò il resto". AH, Abramo 3

“Abba Antonio disse: "Al cammello basta poco cibo: lo conserva in se stesso finché non sia rientrato nella sua stalla, poi lo fa risalire, lo rumina finché non entri nelle sue ossa e nella sua carne. Al cavallo invece occorre molto cibo: mangia a ogni momento e subito perde tutto quello che ha mangiato. Ora, dunque, non siamo come il cavallo, cioè non recitiamo le parole di Dio a ogni momento senza compierne nessuna, ma siamo simili al cammello, recitando ciascuna delle parole della santa Scrittura, custodendole in noi finché le abbiamo compiute, perché coloro che hanno compiuto queste parole erano uomini come noi, combattuti dalle passioni" “. Cop Am, 39,10. Testi tratti da S. Chialà – L. Cremaschi (a c. di),
Detti editi e inediti dei Padri del deserto, Magnano: Qiqajon 2002, p. 35.

[4] Interessante quanto nel 1982 l’allora Card. J. Ratzinger scriveva di Mons. Gamber: “On n’a plus voulu continuer le devenir et la maturation organiques du vivant à travers les siècles, et on les a remplacés — à la manière de la production technique — par une fabrication, produit banal de l’instant. Gamber, avec la vigilance d’un authentique voyant et avec l’intrépidité d’un vrai témoin, s’est opposé à cette falsification et nous a enseigné inlassablement la vivante plénitude d’une liturgie véritable, grâce à sa connaissance incroyablement riche des sources. En homme qui connaissait et aimait l’histoire, il nous a montré les formes multiples du devenir et du chemin de la liturgie” J. Ratzinger,
«Klaus Gamber, L’intrépidité d’un vrai témoin», in Klaus Gamber, La réforme liturgique en question, Le Barroux: Sainte-Madeleine, 1998, p. 8.

[5] “Il 22 febbraio 1962, il Papa Giovanni XXIII nella Basilica di s. Pietro, alla presenza di tutto il clero dimorante a Roma e convocato per l'occasione, nonché davanti ad un gran numero di vescovi e cardinali, nella festa della Cattedra di s. Pie­tro, sulla predella dell'altare della Confessione, ossia sopra la tomba del Principe degli apostoli e sotto la splendente cupola di Michelangelo, firmò solennemente la Costituzione apostolica
De Latinitatis Studio Provehendo, che dalle prime sue parole sarà conosciuta come la Veterum Sapientia. Card. Alfons Stickler, «A 25 anni dalla Costituzione Apostolica «Veterum Sapientia» di Giovanni XXIII. Rievocazione storica e prospettive», Salesianum 2 (1988) 367.

[6] Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai vescovi di tutto il mondo per presentare 
il Motu Proprio “
Summorum Pontificum cura” sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, 7 luglio 2007.

[7]
SC 4.

81 commenti:

  1. Dio benedica Don Alfredo! Grazie!!!

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  2. Straordinaria analisi di Don Morselli che condivido appieno e che costrusice nel senso di quel che ho sempre sostenuto e cioè che la forma straordinaria interpreta il S.S. Concilio Vaticano II anche meglio che la forma ordinaria: penso anche all'actuosa participatio del popolo di Dio che vi si realizza in modo più perfetto. Il che non vuol dire che la forma ordinaria non interpreti il Concilio, ma solo che lo fa in modo meno preciso che la quella straordinaria. Grazie don Morselli! I.P.

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  3. Il problema e' che per 20 secoli non esisteva la distinzione tra rito ordinario e straordinario.....il rito era unico e non poteva essere modificato come prescritto  da Concilio dogmatico di Trento. Il Novus Ordo non e' neanche una modifica...ma un rito completamente diverso....fatto di copia\incolla , taglia ed ometti...tra rito Cattolico e Luterano. La liturgia non deve interpretare il Concilio, qualsiasi esso sia. Ma deve ripetere in forma perpetua il Santo Sacrificio....e questo, se permettete lo decide Gesu', il Sommo Sacerdote. E lui che si e' sacrificato sulla Croce......!!! Ma quale continuita'.....!

    Simone il Cireneo.....ma che stai a dire?

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  4. Il problema e' che per 20 secoli non esisteva la distinzione tra rito ordinario e straordinario.....il rito era unico e non poteva essere modificato come prescritto  da Concilio dogmatico di Trento. Il Novus Ordo non e' neanche una modifica...ma un rito completamente diverso....fatto di copia\incolla , taglia ed ometti...tra rito Cattolico e Luterano. La liturgia non deve interpretare il Concilio, qualsiasi esso sia. Ma deve ripetere in forma perpetua il Santo Sacrificio....e questo, se permettete lo decide Gesu', il Sommo Sacerdote. E lui che si e' sacrificato sulla Croce......!!! Ma quale continuita'.....!

    Simone il Cireneo.....ma che stai a dire?

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  5. Il problema e' che per 20 secoli non esisteva la distinzione tra rito ordinario e straordinario.....il rito era unico e non poteva essere modificato come prescritto  da Concilio dogmatico di Trento. Il Novus Ordo non e' neanche una modifica...ma un rito completamente diverso....fatto di copia\incolla , taglia ed ometti...tra rito Cattolico e Luterano. La liturgia non deve interpretare il Concilio, qualsiasi esso sia. Ma deve ripetere in forma perpetua il Santo Sacrificio....e questo, se permettete lo decide Gesu', il Sommo Sacerdote. E lui che si e' sacrificato sulla Croce......!!! Ma quale continuita'.....!

    Simone il Cireneo.....ma che stai a dire?

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  6. "ma per favore..." non capisco cosa ci azzecca il suo intervento , né vi vedo la relazione con quel che ho scritto: (1) non c'è un rito straordinario e uno ordinario, ma un solo e unico rito con due forme, una ordinaria e una straordinaria; (2) quanto alla varietà di riti ce ne sono sempre state "bizzeffe" ( penso al rito dominicano, mozarabico, ambrosiano, etc ); (3) la forma ordinaria è stata un tentativo di mettere in pratica le santissime e validissime raccomandazioni del CVII: la mia mera e umilissima opinione arcipersonale è che il risultato realiiza meno bene la volontà dello Spirito Santo espressaSi attraverso i Padri Conciliari che la forma straordinaria; (4)  anche se l'intervento di don Morselli non dice ciò però mostra nella sua analisi un passo in questa direzione. I.P.

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  7. Non conosco don Morselli ma desidero ringraziarlo vivamente per questa analisi. Ho sempre avuto l'impressione che Grillo sia un polemista brillante, ma che la sua preparazione non fosse ferrea. L'articolo di d. M. rafforza q. impressione. Mi permetto di aggiungere una piccola considerazione riguardo all'oratio fidelium,che certamente , per com'è oggi, non fa che contribuire all'esasperante allungamento della Liturgia della Parola. Nella liturgia ambrosiana essa è stata conservata in Quaresima: sono le famose Preces (due cicli che si alternano), una delle vestigia più arcaiche del rito milanese. A Milano dunque queste orazioni sono state valorizzate riservandole a un preciso periodo; con sapienza liturgica hanno evitato quello che puntualmente è avvenuto nella pratica postconciliare, cioè la banalizzazione di questo significativo elemento. Ennesima prova che l'evoluzione della liturgia antica nel corso del tempo non è stata affatto solo corruzione e decadimento, come vuole la vulgata postconciliare, ma anche affinamento sulla base dell'esperienza e dello sviluppo dell'ars celebrandi.

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  8. <span>Non conosco don Morselli ma desidero ringraziarlo vivamente per questa analisi. Ho sempre avuto l'impressione che Grillo sia un polemista brillante, ma che la sua preparazione non sia ferrea. L'articolo di d. M. rafforza q. impressione. Mi permetto di aggiungere una piccola considerazione riguardo all'oratio fidelium,che certamente , per com'è oggi, non fa che contribuire all'esasperante allungamento della Liturgia della Parola. Nella liturgia ambrosiana essa è stata conservata in Quaresima: sono le famose Preces (due cicli che si alternano), una delle vestigia più arcaiche del rito milanese. A Milano dunque queste orazioni sono state valorizzate riservandole a un preciso periodo; con sapienza liturgica hanno evitato quello che puntualmente è avvenuto nella pratica postconciliare, cioè la banalizzazione di questo significativo elemento. Ennesima prova che l'evoluzione della liturgia antica nel corso del tempo non è stata affatto solo corruzione e decadimento, come vuole la vulgata postconciliare, ma anche affinamento sulla base dell'esperienza e dello sviluppo dell'ars celebrandi.</span>

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  9. Preciso; furono conservate nel rito antico (e fortunatamente lo sono state anche nel nuovo).

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  10. <span>Preciso: furono conservate nel rito antico, riservate appunto alla Quaresima. Fortunatamente lo sono state anche nel nuovo, che però ache a Milano ha accolto la oratio fidelium estesa onnicomprensivamente, di cui si parlava..</span>

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  11. <span><span>Preciso: furono conservate nel rito antico, riservate appunto alla Quaresima. Fortunatamente lo sono state anche nel nuovo, che però anche a Milano ha accolto la oratio fidelium estesa onnicomprensivamente, di cui si parlava..</span></span>

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  12. La dotta e impietosa (ancorché molto pacata e signorile) esegesi di don Morselli è fin troppo per codesto Grillo, di cui si può dire molto sinteticamente che spara apodittiche opinioni personali,  delle quali n.c.n.p.f.d.m. , per dirla alla romana, se non fosse che le "opinioni personali" in dottrina cattolica si chiamano eresie, e che in diritto canonico l'eretico non può ricevere il mandato di insegnare.

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  13. Don Alfredo è ottimo, come sempre. 
    Una breve osservazione per quanto riguarda l'omelia: a parte che nel rito antico essa è prevista espressamente, anche se è lasciata alla discrezionalità del celebrante. Quindi non si capisce il rilievo di Grillo.  Il richiamo all'omelia Grillo comunque poteva evitarlo, visto che oggi è il punto più desolante e  più dannoso. Considerato il livello medio dell'omiletica degli ultimi 40 più che estenderla bisognerebbe abolirla! Lo stesso dicasi della "preghiera dei fedeli" che, assieme all'omelia, è il mezzo più forte di diffusione delle eresie.................

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  14. <span>Don Alfredo è ottimo, come sempre.   
    Una breve osservazione per quanto riguarda l'omelia: a parte che nel rito antico essa è prevista espressamente, anche se è lasciata alla discrezionalità del celebrante. Quindi non si capisce il rilievo di Grillo.  Il richiamo all'omelia Grillo comunque poteva evitarlo, visto che oggi è il punto più desolante e  più dannoso. Considerato il livello medio dell'omiletica degli ultimi 40 più che estenderla bisognerebbe abolirla! Lo stesso dicasi della attuale impostazione della  "preghiera dei fedeli" che, assieme all'omelia, è il mezzo più forte di diffusione delle eresie.................</span>

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  15. Dio benedica don Alfredo M. Morselli!

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  16. Il nuovo rito è surretizio, erroneo e in alcuni punti contiene persino errori dottrinali.
    Nella Chiesa ortodossa una porcata del genere sarebbe impensabile perchè Cristo vive nei fedeli e la Chiesa è composta dal popolo cristiano insieme: clero e fedeli sono un'unicum.
    Nella Chiesa latina il clero si considera la Chiesa,i fedeli non contano nulla...da questa perversa idea è nata la porcata di Bugnini.

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  17. Mah! che tristezza sentir dire che non c'è contraddizione tra la Messa ordinaria e quella straordinaria. Perchè, se sono uguali, non abbiamo tenuto quella straordinaria che era già bella  che fatta e ne abbiamo fatta un'altra? Ma dai lo capisce anche mia figlia di pochi anni che c'è una bella differenza, mica solo nell'aspetto, ma proprio nel fondo, nel significato. In una quella straordinaria il Buon Dio è riverito, adorato, nell'altra è una mensa calvinista dove Gesù è preso con le dita sacrileghe dei fedeli. Cosa mai successa nella storia se non appunto quando Calvino volle, in disprezzo alla Messa cattolica prendere l'Ostia in tale modo per ribadire che li non c'era Gesù. E una tale Messa dovremmo tenerla per ricordo per i secoli a venire? E questo sarebbe progresso senza rottura? Andatelo a dire a tutti quei fedeli che grazie al progresso e alla non rottura hanno perso la fede e forse qualcuno ha già perso l'occasione di ritrovarla. Tra qualche anno tutti coloro che oggi parlano di continuità di non rottura cambieranno idea, perchè finalmente un Papa condannerà tale Messa e tale Concilio. Quanti Simon allora vedremo, che diranno: io l'ho sempre detto, io l'ho sempre pensato, mentre dicevano e pensavano il contrario fino pochi minuti prima.

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  18. Complimenti a don Alfredo, pacato e documentato come sempre. Due piccole chiose.
    Il NO ha, per certi aspetti, addirittura impoverito l'ordo missae di testi biblici (soprattutto dei salmi che punteggiavano la celebrazione): via l'ultimo Vangelo, via l'Introibo, grandemente ridotto il lavabo, soppresso il quid retribuam, soprresso.
    La comunione sotto le due specie, di per se, non è contraria al rito gregoriano; tanto è vero che nel Medioevo - in cui vigeva un ordo già molto vicino (checchè ne dicano i modernisti) a quello poi codificato da Pio V - era praticata in Occidente in forme abbastanza simili a quelle tutt'ora vigenti nei riti orientali (uso di un cucchiaio o di una cannuccia metallica per il vino).

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  19. <span>Presidente dell'assemblea ...</span>
    <span>ma questi termini non erano stai inventati dal concilio? ora dalla citazione fatta sembra che li abbia usati Pio XII nella Mediator Dei...</span>
    <span>misteri della fede!</span>

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  20. la teologa liturgista Annarita! ma dai se il Sommo potefice celebra nel NO e ha liberalizzato l'uso del VO vuol dire semplicemente che l'uno vale l'altro. Non mi vorrai dire che con uno ci si salva e con l'altro ci si danna?

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  21. <span>la teologa liturgista Annarita! </span>
    <span>ma dai ,se il Sommo pontefice celebra nel NO e ha liberalizzato l'uso del VO vuol dire semplicemente che l'uno vale l'altro. Non mi vorrai dire che con uno ci si salva e con l'altro ci si danna?</span>
    <span>"dita sacrileghe"... ahahha la lingua invece è pura hahhahaha</span>
    <span>ma cosa abbiamo capito della Messa?</span>

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  22. non trovi strano che il Papa celebri "la porcata" di Bugnini?

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  23. perché Grillo insegna? e che cosa insegna?!

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  24. Mah... di eresie non so, di sconfortanti banalità sicuramente.

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  25. Salvianus massiliensis8 luglio 2011 alle ore 09:00

    Grazie a don Morselli per l'esemplare chiarezza.
    Per brevità, consiglierei la lettura di alcune voci del DIZIONARIO DEL CONCILIO VATICANO SECONDO, ed. UNEDI-Unione Editoriale, Roma 1969, curato da eminenti studiosi, Diretto da Salvatore Garofalo e redatto da Tommaso Federici.
    Posso dire che si evince non un'abolizione della Messa precedente, ma si affianca un rito più "pastorale"... il resto poi, lo conosciamo tutti. Il S. Padre, perciò, con buona pace di Grillo, non fa che applicare lo "spirito" e la "lettera" del dettato conciliare.

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  26. Salvianus massiliensis8 luglio 2011 alle ore 09:02

    Grazie a don Morselli per l'esemplare chiarezza.
    Per brevità, consiglierei la lettura di alcune voci del DIZIONARIO DEL CONCILIO VATICANO SECONDO, ed. UNEDI-Unione Editoriale, Roma 1969, curato da eminenti studiosi, Diretto da Salvatore Garofalo e redatto da Tommaso Federici.
    Posso dire che si evince non un'abolizione della Messa precedente, ma si affianca un rito più "pastorale"... il resto poi, lo conosciamo tutti. Il S. Padre, perciò, con buona pace di Grillo, non fa che applicare lo "spirito" e la "lettera" del dettato conciliare.

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  27. Vorrei anche sottolineare quanto d. Alfredo scrive a proposito di Giovanni XXIII. Sono persuaso da tempo che se il Concilio, la redazione dei nuovi libri liturgici e la loro applicazione si fossero svolti interamente sotto il suo pontificato, le cose forse non sarebbero andate interamente come sono andate.

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  28. fracasso, non dico che in una ci si salva e nell'altra no, certo che le irriverenze che sono in una non aiutano a conservare la fede e a salvarsi. Dita sacrileghe perchè non sono consacrate e che uno lo voglia ammettere o no aiutano a far perdere particelle di Ostia che poi vengono calpestate. Gesù è anche in quelle particelle, o no? Il Papa farà ciò che crede, lui risponderà per se e per tante anime, io visto che rispondo per me e per le anime a me affidate evito di partecipare a Messe dove il Corpo di Cristo è così trattato. Poi non metto in dubbio che il sacerdote che officia la Messa in N.O sia un santo sacerdote e non metto in dubbio che i fedeli siano santi fedeli, ma metto in dubbio che questo tipo di Messa sia il mezzo migliore per portare onore a Dio.

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  29. Ubi Petrus ibi Ecclesia. Nel Motu Proprio Summorum Pontificum il Papa ha parlato impegnando la sua autorità petrina (è un documento di una solennità talmente grande che vi si usa addirittura il plurale maiestatis). E' stato chiarissimo.
    La legittima preferenza per la S.Messa di sempre non può implicare un automatico giudizio di non validità sulla messa riformata da Paolo VI. Anch'io di gran lunga preferisco la forma antica e sono disposto a battermi per questa forma e la sua bellezza e sacralità insuperabili. Ma questo è altro rispetto ad affermare che la messa NO non è valida.
    Il punto è: nel NO avviene la Transustanziazione? E la risposta è inequivocabilmente SI', anche se nella maggior parte delle celebrazioni sembra che si faccia di tutto per renderla meno evidente. Ciò detto, possiamo dire tutto il resto: si presta a mille abusi? SI. E' celebrata male nel 99% dei casi? SI. Preferisco il rito antico: SI SI SI. Spesso è ridotta a "una festa", "un banchetto", a volte sembra una manifestazione circense o un mercato? SI. E' legittimo scandalizzarsi per queste celebrazioni insopportabilmente distanti dal vero spirito della Messa? SIIIIIIII!
    Ma ugualmente avviene la Transustanziazione, perché ciò è conforme alla promessa del Signore!

    Lo Spirito Santo non ha abbandonato la Chiesa nemmeno quando qualcuno con ogni probabilità ha cercato colpirla da dentro proprio in ciò che ha di più prezioso: la celebrazione Eucaristica. Nessuno, nemmeno in buonissima fede, può sostituire il proprio giudizio a quello del Papa, ed il Papa, come spiega benissimo Don Alfredo, è stato ed è molto chiaro. Adesso la S. Messe di sempre è libera (per un attimo non pensiamo agli ostacoli pratici): facciamola celebrare sempre di più! Questa è la medicina. Ubi Petrus ibi Ecclesia.

    Continuo a chiedermi perché proprio io debba trovarmi quasi a difendere il NO quando tutti sanno quanto io ami la Messa di sempre e quanto detesti le le celebrazioni stile mercato/circo/festa di piazza ... 

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  30. Ha piena ragione Antonello, omelia e preghiere dei fedeli, spesso sono veicoli di diffusione delle eresie, oltre che di banalità. Fanno poi sorridere quelle preghiere preparate dai laici ingoranti, ma pieni di buona volontà, che pretendono di insegnare al Padreterno come fare il suo mestiere.

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  31. Non sono le opinioni di Grillo, difformi al nostro sentire, a preoccuparci, ma il fatto che tali opinioni abbiano trovato ricetto nel settimanale della diocesi di Modena "Nostro Tempo". Questo la dice lunga di quanto i vescovi siano in comunione cxon il Papa. Questi sono i frutti avvelenati che ha prodotto lo spirito del Concilio, ma che non erano certo nelle intenzioni della maggioranza dei Padri Conciliari.

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  32. Praticamente sono sopravvissute nel rito antico e sono state accantonate dalla prassi del rito moderno, pur in qualche modo sopravvivendovi.
    Era un minimo più interessante la prassi della messa "ibrida" ambrosiana, quella del '65 per intenderci, Flectamus genua; le preci; corrigite vos ad orationem.
    Qualcosina ne è sopravvisssto nel nuovo rito con la formula "nelle comunità più preparate": che cosa siano esse poi non si capisce mica; di fatto quasi più nessuno.

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  33. fracasso, il sommo pontefice ha anche approvato il catechismo dei neocat insieme a quello di S.PioX ... <span><span>vuol dire semplicemente che l'uno vale l'altro ??
    </span></span>

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  34. Sì, in effetti nel NO è una sopravvivenza più formale che sostanziale: nella pratica sono di fatto sparite. N.B. Cosa sono le comunità più preparate? Eufemismo per dire quelle nel quale non sono riusciti a distruggere tutto. ;)

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  35. <span>Sì, in effetti nel NO è una sopravvivenza più formale che sostanziale: nella pratica sono di fatto sparite. N.B. Cosa sono le comunità più preparate? Eufemismo per dire quelle nelle quali non sono riusciti a distruggere tutto. <img></img></span>

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  36. <span>Sì, in effetti nel NO è una sopravvivenza più formale che sostanziale: nella pratica sono di fatto sparite. N.B. Cosa sono le comunità più preparate? Eufemismo per dire quelle nel quale non sono riusciti a distruggere tutto. </span> ;)

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  37. hpoirot se non lo sai, e da come parli mi pare di capire  che non lo sai, l'unico Catechismo a cui dobbiamo fare riferimento (perchè è Magistero ) è il CCC . non ci sono altri Catechismi... quelli cui tu hai citato sono dei semplici testi/manuali didattici, come pure il Compendio di Benedetto al CCC, ma questi non sono il CATECHISMO per antonomasia! IL CCC contiene TUTTA la verità di fede per un crsiano cattolico.
    Prendi il CCC e con umiltà leggilo e studialo, eviterai di dire altre baggianate

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  38. <span>hpoirot se non lo sai, e da come parli mi pare di capire  che non lo sai, l'UNICO Catechismo a cui dobbiamo fare riferimento (perchè è Magistero ) è il CCC . non ci sono altri Catechismi... quelli cui tu hai citato sono dei semplici testi/manuali didattici, come pure il Compendio di Benedetto al CCC, ma questi non sono il CATECHISMO per antonomasia! IL CCC contiene TUTTA la verità di fede della Chiesa Cattolica e tutto ciò che necessita ad un cristiano cattolico.  
    Prendi il CCC e con umiltà leggilo e studialo, eviterai di dire altre baggianate</span>

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  39. Salvianus massiliensis8 luglio 2011 alle ore 14:25

    Altro testo per capire la riforma liturgica conciliare, è una conferenza (1954 originale tedesco), pubblicata l'anno seguente: J. A. Jungmann, La grande prière eucharistique, ed. du cerf, 1955. Si sostiene, tra l'altro, che alcune modifiche si dovrebbere introdurre per gruppi di catechesi, in particolari circostanze...

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  40. E', comunque, venuta l'ora per chi ama la liturgia gregoriana nel solco della tradizione di cambiare paradigma per farne avanzare la causa: non si ama la forma straordinaria perchè si odia il S.S. Concilio Vaticano II, ma la si ama perchè essa esprime, ancora oggi, il meglio del Magistero conciliare. Sfrorziamoci di dimostrarlo, il che non è impresa impossibile come lo dimostra il mini-saggio di don Morselli pubblicato in questo thread. Ubi Petrus Ibo Ecclesia. I.P.

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  41. Trovo disgustoso che si tratti la Santissima Messa, dove N.S. Gesù Cristo si immola per noi tutti, di "porcata": ne appello alla Redazione! Questa è un'offesa a Dio stesso, una bestemmia inconcepibile degna delle peggiori versioni del talmud o dei massoni, un'offesa a tutti i cattolici e mostra quanto chi lo scrive non esprime la sua unione con il Santo PAdre espressa magnificamente nell'art.19 della UE. Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.

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  42. Chissà se il sig. Grillo si dà pena di leggere e di rispondere (ma a tono e non svicolando, come di solito fanno i neoterici e tutti quelli che evitano di centrare l'argomento perché ... non possiedono la materia!)

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  43. Ancora? La forma staordinara esprime il magistero conciliare? Ma questa e' un 'eresia!!!!  Il Santo Sacrificio dell'Altare e' il Sacrificio di Gesu'....il semel che diventa semper. Ossia quel fatto accaduto  nella Storia 2011 anni fa' si ripete  in maniera perpetua ogni volta nella Liturgia con  la Consacrazione !E' la morte di Gesu' sul Calvario, l'offerta dell'Ostia Immacolata , l'agnello perfetto offerto da Abele e cio e' la Messa Tridentina...non straordinaria.. ...ma che c'entra il Concilio? Quando vado a Messa vado per godere del Magistero Conciliare? Ma che religione e' la sua? Ma ha mai comparato il Canone della Messa di sempre e quella Novus Ordo ?
    Uni Petrus? Appunto Pietro che stava con Gesu' da vivo e ci stette anche dopo la sua resurrezione....e' la Tradizione perpetuata da lui e da tutti gli Apostoli....e non mi risultano le boiate che vengono sparate oggi!!!! Infatti Ubi Petrus Ibi Ecclesia....e quindi Ubi Lutero e boiate eretiche  varie....non c'e' Chiesa. Per cui se non sa' lei dove e' Pietro e cosa ha tramandato , come faì a sapere dove e' la Chiesa?

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  44. Ancora? La forma staordinara esprime il magistero conciliare? Ma questa e' un 'eresia!!!!  Il Santo Sacrificio dell'Altare e' il Sacrificio di Gesu'....il semel che diventa semper. Ossia quel fatto accaduto  nella Storia 2011 anni fa' si ripete  in maniera perpetua ogni volta nella Liturgia con  la Consacrazione !E' la morte di Gesu' sul Calvario, l'offerta dell'Ostia Immacolata , l'agnello perfetto offerto da Abele e cio e' la Messa Tridentina...non straordinaria.. ...ma che c'entra il Concilio? Quando vado a Messa vado per godere del Magistero Conciliare? Ma che religione e' la sua? Ma ha mai comparato il Canone della Messa di sempre e quella Novus Ordo ?
    Uni Petrus? Appunto Pietro che stava con Gesu' da vivo e ci stette anche dopo la sua resurrezione....e' la Tradizione perpetuata da lui e da tutti gli Apostoli....e non mi risultano le boiate che vengono sparate oggi!!!! Infatti Ubi Petrus Ibi Ecclesia....e quindi Ubi Lutero e boiate eretiche  varie....non c'e' Chiesa. Per cui se non sa' lei dove e' Pietro e cosa ha tramandato , come faì a sapere dove e' la Chiesa?

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  45. Ancora? La forma staordinara esprime il magistero conciliare? Ma questa e' un 'eresia!!!!  Il Santo Sacrificio dell'Altare e' il Sacrificio di Gesu'....il semel che diventa semper. Ossia quel fatto accaduto  nella Storia 2011 anni fa' si ripete  in maniera perpetua ogni volta nella Liturgia con  la Consacrazione !E' la morte di Gesu' sul Calvario, l'offerta dell'Ostia Immacolata , l'agnello perfetto offerto da Abele e cio e' la Messa Tridentina...non straordinaria.. ...ma che c'entra il Concilio? Quando vado a Messa vado per godere del Magistero Conciliare? Ma che religione e' la sua? Ma ha mai comparato il Canone della Messa di sempre e quella Novus Ordo ?
    Uni Petrus? Appunto Pietro che stava con Gesu' da vivo e ci stette anche dopo la sua resurrezione....e' la Tradizione perpetuata da lui e da tutti gli Apostoli....e non mi risultano le boiate che vengono sparate oggi!!!! Infatti Ubi Petrus Ibi Ecclesia....e quindi Ubi Lutero e boiate eretiche  varie....non c'e' Chiesa. Per cui se non sa' lei dove e' Pietro e cosa ha tramandato , come faì a sapere dove e' la Chiesa?

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  46. <span></span><span>ma allora ...perché il VO é stato considerato dal Vaticano come la peste per 50 anni ?</span>
    <span>perché se é vero che ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, </span>

    <span>Come puo' il papa dire "il VO non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso."</span>
    mentre questo é proprio quello che é successo dal CVII in poi: tutti lo hanno vietato, moltissimo lo hanno ritenuto dannoso.

    Ricordo al riguardo una letttera di Gopvanni Paolo I (primo) che vietava da cardinale a dei fedeli veneti il V.O. ... orami a Roma c''eé solo contraddizione

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  47. <span><span>ma allora mi chiedo: perché il VO é stato considerato dal Vaticano come la peste per 50 anni ?</span>  <span>perché, se é vero che "ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande" ?</span>
     
    <span>Come puo' il papa dire "il VO non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso."</span>  
    mentre questo é proprio quello che é successo dal 1960 in poi: tutti lo hanno vietato, moltissimi lo hanno ritenuto dannoso.  
     
    Ricordo al riguardo una letttera di Giovanni Paolo I (primo) che vietava da cardinale a dei fedeli veneti il VetusOrdo... </span>
    <span>orami a Roma c'é solo contraddizione e ce n'é sempre di più
    </span>

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  48. si é un'eresia ma Simon ne dice tante di eresie, non dovrebbe stupire...

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  49. altro testo per capire questo articol é questa 
    LETTERA APERTA AL PAPA CONTRO IL RIPRISTINO DELLA MESSA TRIDENTINA E IN DIFESA DEL CONCILIO VATICANO II 
    http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=25771  (del 2006)

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  50. Altro testo per capire lo spirito che anima certa gente questa "LETTERA APERTA AL PAPA CONTRO IL RIPRISTINO DELLA MESSA TRIDENTINA E IN DIFESA DEL CONCILIO VATICANO II" di don Farinella (2006)
    http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=25771

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  51. Rumoroso amico: lei sta dicendo che il Catechismo di S. Pio X non è un Catechismo ed è un semplice "manuale didattico"? E sostiene anche che chi afferma che il Catechismo di S. Pio X è un vero Catechismo (tra l'altro di gran lunga migliore del prolisso, "pastorale" e qua e là dubbio CCC) dice "baggianate"? Si rilegga, ci rifletta, preghi un po' e poi, semmai, risponda.

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  52. Ma dai Simon, la S.Messa tridentina c'era anche prima del Concilio ed è stata osteggiata e falsamente fatta credere abrogata, per tanti, troppi anni proprio in nome del Concilio. Basta con le ipocrisie, mica potete cambiare nome come quelli del PD, che ogni anno cambiano nome ma sono sempre i soliti comunisti. Pensa un po', quelli che fino a pochi anni fa erano i più accaniti nemici della S.Messa oggi sembrano quelli che l'hanno difesa e portata alle povere anime. Ma dai basta, gli unici che hanno combattuto e sono stati infamati in ogni modo sono quelli della FSSPX, oggi voi vi volete prendere la gloria, ma fortunatamente chi ha veramente sofferto e combattuto non l'ha fatto per la propria gloria, ma per la gloria di Dio. Mentre voi nuovi tradizionalisti o conservatori, avete tradito Gesù 45 anni fa per amore del mondo ed ora vi fate belli sempre per il vostro onore in faccia al mondo. Sepolcri imbiancati!

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  53.  Scommetto che quando il Papa, questo o un altro, dirà che il CVII è da condannare e che il N.O pure, tutti voi che parlate tanto di continuità, di giusta interpretazione del Concilio (bellissimo concilio!), sarete i più accaniti e duri giudici di tale concilio, e di tale nuova liturgia, sempre per apparire obbedienti come ogni buon trinariciuto Guareschiano.

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  54. Non capisco questo attacco a Grillo. Quanto esprime è perfettamente, necessariamente conseguente al cvii. Se si accetta questo, e ovviamente il suo "spirito", Grillo ha ragione. E non valgono i contorsionismi del buon Don Morselli, a cui certamente riconosco la buona fede. Se si accetta il concilio (e certe sue parti), gli "abusi" (tutti!!, tutti!!) tali non sono. Sono la norma. Obbligante.  Se si accetta il concilio, e il post-concilio, Grillo, Mancuso, don Capitani (et coetera)  hanno ragione, devono, sillogisticamente, aver ragione. Tutto il resto è wishful thinking, forse scusabile per ingenuità, ma penoso in termini oggettivi. E' il tragico paradosso della Chiesa di oggi che, forse, non ha una soluzione logica, canonica, ma solo metafisica e quindi metastorica. 

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  55. grazie don Alfredo, veramente ben spiegato. Condivido in pieno, pur ben sapendo che noi nella celebrazione in novus ordo (sempre coram Sanctissimo a oriente...) siamo arrivati alla decisione di amministrare sempre (con permesso del vescovo)  la s. Comunione per intinzione sotto le due Specie proprio per abituare i fedeli a riceverla in bocca ed evitare cosi chi è ormai abituato in altre chiese ad avvicinarsi con le mani (....da questuante...!) di dover negargliela. IL risultato di un lavoro di due anni ha portato che oramai il 70% dei nostri fedeli la riceve anche in ginocchio alla balaustra, e il 100% solo sulla bocca, a differenza delle altre chiese della zona dove è il 100 % a riceverla in piedi e solo il 10 % a riceverla in bocca.

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  56. Caro silente, Lei ha colto esattamente il problema. Accettare il Concilio, e questo va bene: so coc'è, posso leggerne i testi; accettare lo "spirito del concilio" e qui cominciano i problemi. Ma forse Lei può illuminarmi. Le chiedo perciò di spiegarmi che cosa è lo "spirito del concilio" e  chi ha stabilito che cos'è.

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  57. le parole di don Morselli sono scandalose  ma hanno il merito di ben descrivere il pericolo di minestronizzare la Chiesa da qui a 10 anni.  Egli dice:

    "...non possiamo affermare che un sacerdote che preferisce celebrare da solo piuttosto che concelebrare, sia disobbediente al Concilio; la Sacrosanctum Concilium afferma chiaramente che ogni sacerdote mantiene il diritto di celebrare per conto suo. E niente toglie che un sacerdote che celebra abitualmente secondo l’antico rito, possa concelebrare con i confratelli in casi particolari"

    Cio' che era vietato nel passato (qui concelebrare) diventa per il sacerdote una preferenza, protetta dal diritto che egli ha di esercitarla.
    E' paurosamente vero, stiamo costruendo una chiesa a 10 teste in cui chi viole esercitare qualcuna delle verità (intesa secondo SPIoX) ha il sacrosanto diritto di farlo, se sta al suo posto e nons confina dalla zona che gli é stata riservata e non si permette di commentare cosa fanno le altre teste...

    Qualcuno la chiama restauro della tradizione, per me é e resta la United Colors of Benedict...

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  58. Salvianus massiliensis9 luglio 2011 alle ore 08:49

    Che sia stata solo la Fraternità a combattere contro le derive post conciliari, non è esatto, abbiamo vissuto una testimonianza non senza sofferenze anche all'interno, nelle diocesi, negli ordini religiosi, nelle università pontificie... Talvolta si usava la fraternità per perseguitare chi non si accodava: "Non sarai mica di quelli..."; "Caro, se vuole fare carriera, è meglio che non dica queste cose...". Poi, dopo tanti anni, il Papa ha sancito che ciò che era buono e santo un tempo continua ad esserlo; noi lo abbiamo sempre creduto e praticato! Anche a costo di carriere e tranquillità, so bene, e per esperienza personale ciò che dico, abbiamo perseverato, nella speranza di ciò che poi è accaduto e che stiamo vivendo. Spero, al di la dei punti di vista e delle polemicuzze, che ci rendiamo conto, dell'impensabile (fino a poco tempo fa)  e straordinario momento di Grazia stiamo vivendo.

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  59. <span> straordinario momento di Grazia ?????? abbiamo appena beatificato il peggior papa della storia, colui che ha fatto gli scandali più gravi di tutti i tempi in mondovisione durante le messe e non solo </span>
    dandolo in pasto ai fedeli come modello sicuro da seguire per andare in cielo e si parla di <span> straordinario momento di Grazia ????</span>

    Stiamo precipitando nel baratro dell'indifferentismo!  Il "vantaggio" degli eccessi era che almeno la verità restava separata dall'errore ... oggi siamo in pieno nella chiesa minestrone
    tra qualche anno il vero (sempre <span>inteso secondo SPIoX) e gli errori/imprecisioni dubbi saranno cosi' intricati da portare la chiesa nel baratro.  </span>
    Ma come fatre  a non vederlo? Guardatevi attorno : abbiamo
    * la teologia di Cavalcoli
    * che non é quella di BXVI,
    * che non é quella di GPII,
    * che non é quella dei F.I.,
    * che non é quella di KIKO,
    * che non é quella della FSSPX,
    * che non é quella dei progressisti irriducibili
    * ...

    Cose mai viste nella Chiesa: N teorie tutte valide!  Santa Provvidenza pensaci tu, é la sola via di uscita perché umanamente...

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  60. <span><span>straordinario momento di Grazia ?????? abbiamo appena beatificato il peggior papa della storia, colui che ha fatto gli scandali più gravi di tutti i tempi in mondovisione durante le messe e non solo </span>dandolo in pasto ai fedeli come modello sicuro da seguire per andare in cielo e si parla di <span> straordinario momento di Grazia ????</span>  
     
    Stiamo precipitando nel baratro dell'indifferentismo!  Il "vantaggio" degli eccessi era che almeno la verità restava separata dall'errore ... oggi siamo in pieno nella chiesa minestrone  
    tra qualche anno il vero (sempre <span>inteso secondo SPIoX) e gli errori/imprecisioni dubbi saranno intestricabili, senza soluzione di continuità.</span>
    </span>
    <span>Ma come fatre  a non vederlo? Guardatevi attorno : abbiamo  per es. la teologia di Cavalcoli  
    * che non é quella di BXVI,  
    * che non é quella di GPII,  
    * che non é quella dei F.I.,  
    * che non é quella di KIKO,  
    * che non é quella della FSSPX,  
    * che non é quella dei progressisti irriducibili  
    * ...  
     
    Cose mai viste nella Chiesa: N teorie tutte valide!  Santa Provvidenza pensaci tu, é la sola via di uscita perché umanamente...</span>

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  61. <span>Laissez ici votre commentaire en respectant les lois. Tout commentaire jugé inapproprié (agressif, raciste, diffamatoire, publicitaire, grossier, hors sujet…) sera supprimé</span>

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  62. non stiamo vivendo uno <span><span><span>straordinario momento di Grazia </span></span></span><span><span><span>stiamo vivendo un </span></span></span><span><span><span>rimbalzo tecnico </span></span></span><span><span><span>solo perché più in basso di cosi' era difficile andare, per ora...
    </span></span></span>

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  63. Ma custu Grillu il fratello scimu di Beppe Grillo è? Comunque bravo don Morselli, su tropu istropiat!

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  64. Salvianus massiliensis9 luglio 2011 alle ore 13:59

    Sono convinto che stiamo vivendo uno straordinario momento di Grazia, perché: "dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia"... 
    Se osserviamo dalla finestra, molte volte lo spettacolo appare desolante. Se dipendesse solo da noi, potremmo anche disperare e saremmo realisti ma, "non omnes possumus omnia" e "sufficit tibi gratia mea".  Per quanto riguarda le "opinioni" dei teologi, si può discutere, ma i Maestri e Dottori, in primis S. Agostino e S. Tommaso, e il Sommo Pontefice quando parla ex cathedra(magisterio ordinario vel extraordinario), sono criterio certissimo di verità; anche un Concilio senza l'approvazione del Papa è lettera morta, non ha l'ispirazione dello Spirito Santo. Le chiacchiere per quanto ben tornite, rimangono tali.  

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  65. Forse lei non ha capito il senso del mio intervento... Comunque, ovviamente neanch'io so cos'è lo spirito del concilio. Però tutti i modernisti lo citano (e i modernisti sono uomini d'onore...), quindi da qualche parte deve pur esistere. Possiamo parafrasare Metastasio e Da Ponte: "Lo spirto del concilio è come l'araba fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa".

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  66. <span>anche un Concilio senza l'approvazione del Papa è lettera morta,</span>

    ma l'approvazione del papa l'abbiamo eccome: la cattiva interpretazione del cattivo Concilio E' APPROVATA ESPLICITAMENTE E IMPLICITAMENTE con gesti, discorsi, scritti, FATTI...  proprio da Giovanni Paolo II.
    Che poi abbia detto anche (a volte e più raramente il contrario) é un'altro discorso, ma chi vuole capire MALE é autorizzato a farlo

    Mi dia per favore l'esempio di un santo o beato (quello che vuole) di cui é noto che abbia provocato, assistito, fomentato uno scandalo pubblico... NON CE NE SONO !!!!! C'é solo GPII in 200 anni di storia !!!!

    Ho ricordato spesso su questo blog il caso di S.Bernadette Soubirous, uscita dalla finsestra della scuola contro l'ordine della mestra per cogliere delle fragole (prima delle apparizioni quindi prima di avere 11 anni)
    questo antecedente fece ritardare il processo di canonizzazione perché si temette non fosse santa... GPII invitava gli animisti a fare ritit sull'altare durante messe in mondovisione...

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  67. ...vivendo con la puzza ci si abitua all'odore

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  68. <span>..vivendo con la puzza ci si abitua all'odore e quelcuno arriva a immaginare che sia profumo
    </span>

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  69. Salvianus massiliensis9 luglio 2011 alle ore 22:04

    "... non diceremus nisi ista esse summa bona, quae praestat Deus servis suis, et maiora ab illo non desideraremus. Ideo autem huis vitae male dulci miscet amaritudines tribulationum, ut alia, quae salubriter dulcis est requirantur" (S. Augustinus, Enar. in Psal. 43, 2)

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  70. Ossignur... ma xè dobbiamo renderci ridicoli? cosa c'entrano i comunisti? Forse Le sembra più consono Berlusconi?!

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  71. Sono d'accordo con ospite, ma bisogna essere più precisi: a) una cosa è il Concilio e, per quel che qui interessa in particolare, la Costituzione sulla liturgia; b) le redazione dei libri liturgici riformati; c) il postconcilio. I tre elementi non coincidono affatto: basta leggere b) e soprattutto c) alla luce di a) perché ciò appaia in modo evidente. Che poi in a) esistano molte formulazioni non del tutto chiare e che si prestano a interpretazioni diverse (al punto che alcune sono addotte dalle opposte "fazioni" a sostegno delle proprie opinioni), questo è un problema non da poco, in parte dovuto alla scelta di usare un tono non impositivo coerrentemente col carattere pastorale del CVII, in parte probabilmente per aprire surrettiziamente la porta a innovazioni che i Padri non avrebbero fatto passare se fossero state apertamente espresse. E' noto il giudizio di più persone partecipanti al CVII, secondo le quali i Padri nn si resero veramente conto delle possibili conseguenze di ciò che avevano approvato. Quanto al fantomatico spirito del Concilio, invocato per giustificare ogni abuso, nemmeno io ho mai capito che cosa sia e soprattuttto chi ha deciso che cosa sia.

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  72. Caro Silente, le sbaglia e ha preso abbagli. io Sostengo e ribadiscoi che l'unico Catechismo a cui dobbiamo fare riferimento è quello che lei copnsidera "dubbio" e che hanno scritto migliaia di vescovi insieme al Papa. Il CCC è l'unico testo che comprende tutta la verità di Fede della VChiesa Cattolica Romana. Questo ci è stato donato e questo dobbiamo incarnare. se lei poi vuole fare per i cavoli propria si accomodi pure.
    riguardo al Catechismo di Pio X, si rilegga i miei interventi per capire bene come la penso. Le basti solo sapere che quel catechismo me lo sono mangiato fino alla maggiore età... caro lei.

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  73. aspetta e spera che arrivi quel giorno... sognatrice....

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  74. attendiamo con ansia che venga eletto papa il tanto bravo nHpoirot che prenderà il nomi di Pierrot !
    tu si che ne capisci di Chiesa, di teologia, ecclesiologia, liturgia e dogmatica... ecc ecc
    ne sai più di tutti i Pappi di questi tremila anni!

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  75. <span>attendiamo con ansia che venga eletto papa il tanto bravo Hpoirot che prenderà il nomi di Pierrot I  
    tu si che ne capisci di Chiesa, di teologia, ecclesiologia, liturgia , dogmatica... ecc ecc  
    ne sai più di tutti i Pappi di questi tremila anni!</span>
    <span>ti puoi perfino permetterti di giudicare i Papi...</span>
    <span>una Chiesa sotto la tua guida sarebbe una bella chiesa non c'è che dire!</span>

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  76. tu invece sei già canonizzato. sei perfetto così come sei.

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  77. ppppprrrrrrrrrrrrrrrrrrr

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  78. mi spiace deluderti ma essendo sposato...

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  79. fracasso, machè sognatrice, sicura nelle parole di Gesù, che ci ha promesso che le porte dell'Inferno non prevarranno, dunque ciò che ha portato l'Inferno (quel famoso" fumo di Satana" scappato dalla bocca di Paolo VI) nella Chiesa, dovrà essere smascherato e buttato fuori, come tutte le eresie passate. E sarà un Papa a farlo.

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  80. No, mi dispiace Annarita. ciu sono tantissime persone che hanno pregato pregato per anni perché si avverasse quanto è successo con il Motu Proprio Summorum Pontificum rimanendo obbedienti alla Chiesa e sopportando in silenzio, partecipando alla S.Messa antica quando questo era possibile anche se c'era da fare i salti mortali e sopportando in vista di un bene maggiore anchge celebrazioni assolutamente discutibili in NO. "Gli unici che hanno veramente sofferto e comnbattutto ... sono quelli della FSSPX" è un'affermazione falsa, e, francamente, la trovo molto settaria. Il sottoscritto non ha mai aderito alla FSSPX, ha sempre sostenuto apertis verbis il rito antico ed è sempre stato in comunione piena con Santa Madre Chiesa, prendendosi le stesse infamie cui ti riferisci tu e soffrendo il suo giusto - ben al di là di quanto si possa dire pubblicamente - per l'attaccamento al rito antico. Qui nessuno è a caccia di meriti, ma la Chiesa si riforma dal di dentro, non con i para-scsimi.

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