Ma almeno una cosa vogliamo riportare: lo "sgomento" (testuale) trasmesso per il crollo dei dati numerici dei religiosi negli ultimi 40 anni, come innegabile conseguenza degli smarrimenti postconciliari. Solo per i francescani: sono diminuiti di 12.000 persone in 40 anni. "Ma ci vogliono 3 secoli per fare 12.000 religiosi". E non parliamo dei 6.000 domenicani, dei 15.000 gesuiti, e così via. E pensare che negli anni '60 v'era una straordinaria fecondità di vocazioni religiose. All'epoca la frequenza religiosa era oltre il 60% dell'intera popolazione.
Perché questa influenza negativa, anzi disastrosa del novus ordo? Perché senza la liturgia la fede crolla; e specie la vita religiosa, che è simbiosi e sinergia con la liturgia. Liturgia e vita religiosa simul stabunt et simul cadent. Una liturgia ben fondata, salda e compatta, è dimostrata da una vita religiosa in crescita e feconda. E viceversa...
Lutero iniziò con la vernacolarizzazione della liturgia. Sapeva bene che colpendo la lingua latina della liturgia, avrebbe colpito al cuore il baluardo del cattolicesimo.
P. Manelli ha ben distinto tra le speranze nate dalla Sacrosanctum Concilium e, invece, la sua distruttiva attuazione postconciliare.
una correzione: si chiama "Manelli" e non "Mannelli".
RispondiEliminaUn'altra: simul stabunt, simul cadent
RispondiEliminaBella la citazione iniziale (di S. Ambrogio) della Chiesa che non brila di luce propria,ma deve sempre riflettere la Luce di Cristo.
RispondiEliminaLa riflessione più importante è per me quella sulla svolta antropologica fatta nel Postconcilio dove la razionalizzazione della liturgia (perdendo il Mistero anche nei segni delle velature) e la Messa come dialogo col popolo ne ha svuotato il significato e la sua essenza di cosa non fatta dall'uomo, ma di Dono celeste.