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mercoledì 3 dicembre 2025

L. Badilla. Riforma della riforma (fallita). Papa Leone riunifica le cinque Prefetture del Settore Centro della diocesi di Roma

Grazie a Luis Badilla per questa analisi su buon senso di Leone, che ha rimediato l'ennesimo pasticcio di Francesco.
QUI MiL sulla vicenda: "«Motu Proprio» di Leone XIV sul Centro della Diocesi di Roma: un altro pasticcio di Francesco rimediato".
Luigi C.

Riforma della riforma (fallita). Papa Leone riunifica le cinque Prefetture del Settore Centro della diocesi di Roma che erano state scorporate in 4+1 per bilanciare il binomio “centro-periferia”.

Roma, la diocesi del Papa, si configura in 5 Settori: Centro, Nord, Sud, Est e Ovest. Nel caso del Settore Centro, 13 mesi fa, Papa Francesco introdusse un cambiamento: smembrò le 5 Prefetture che formavano questo specifico Settore. Lo scorso 11 novembre Papa Leone riformò questa riforma riportando le cose a come erano prima del cambiamento voluto da Papa Bergoglio. In sostanza Leone ripristino la configurazione del Settore.

           Il Motu Proprio ‘Immota Manet’ pubblicato il 26 novembre scorso riunifica le cinque Prefetture del Settore Centro della diocesi di Roma che, nell’ottobre 2024, erano state divise in 4 più una, causando da subito confusione e paralisi. Nel Motu proprio si legge: "Restando immutata la motivazione, le premesse e le considerazioni fatte nel Motu Proprio ‘La vera bellezza’, emanato il 4 ottobre 2024 dal mio venerato Predecessore, e ritenendo che alcune riflessioni avevano ad oggetto proprio l’Anno Giubilare che sta per concludersi, nel quale, tuttavia, è ancor di più emersa non solo una specificità ma anche una omogeneità e unitarietà del Settore Centro della Diocesi di Roma, con la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio stabilisco e dispongo che le cinque Prefetture, dalla I alla V, ritornino a far parte di un unico Settore Centro, che dunque si aggiunge nuovamente agli altri quattro Settori della Diocesi di Roma."

(Testo del Motu proprio)

La riforma della riforma (fallita)

          Con il Motu proprio "La vera bellezza" del 4 ottobre 2024, Papa Francesco, dopo lunghe analisi di ogni tipo - storiche, urbanistiche, demografiche, ecc. - affrontò la questione centro-periferia nella sua diocesi, Roma. Il testo del documento è molto interessante e pur essendo riferito a una realtà singolare, unica e specifica, illumina molti momenti del pensiero complessivo di Papa Bergoglio.

Ecco un passaggio significativo del documento di Francesco del 2024:

“Alla luce dei numerosi interventi, delle richieste già avanzate e di un lavoro iniziato da tempo, dispongo che vengano ridefiniti i confini delle Prefetture in cui è suddivisa oggi la Diocesi di Roma, affinché siano armonizzati i contesti di riferimento e le Parrocchie che vi appartengono. Sarà un percorso che richiederà alcuni mesi di lavoro. In tale prospettiva e nel tentativo di suscitare un sempre maggiore spirito di comunione ecclesiale, con la speranza di meglio integrare periferie e centro storico, dispongo che le attuali cinque Prefetture del Settore Centro siano incluse negli altri Settori, riducendo l’organizzazione territoriale della Diocesi di Roma solo in riferimento ai quattro punti cardinali. I quattro Settori, in base alla posizione geografica, includeranno le cinque Prefetture e le trentacinque Parrocchie presenti sul territorio del Settore Centro. Nello specifico, rispetto a quanto fu stabilito dal Decreto del Cardinale Vicario in data 11 marzo 1966 e successive modifiche, dispongo che: il Settore Nord includa la Prefettura IV, il Settore Est includa la Prefettura V, il Settore Sud includa la Prefettura III, il Settore Ovest includa le Prefetture I e II. In questo orizzonte non ci sono più un centro isolato e una periferia divisa in compartimenti separati, ma, in una visione dinamica che prevede non muri ma ponti, la Diocesi di Roma sarà concepita come un unico centro che si espande attraverso i quattro punti cardinali. In questa prospettiva, il venir meno dei confini del Settore Centro non significa affatto chiuderlo, come potrebbe sembrare in apparenza, bensì aprirlo. Desidero, infatti, che con questa decisione sia esaltata la specificità pastorale del centro storico di Roma in un’identità diocesana. Questo favorirà anche in seno al Consiglio Episcopale condivisione di lavoro e unità d’intenti su un’area della città così nevralgica."

I fallimenti si correggono e non si usano per seminare discordia

Sostanzialmente, come già detto, Papa Leone ordina di tornare alla situazione precedente il 4 ottobre 2024 e ciò, seppure ovviamente non lo dice, perché la riforma 4 + 1 è fallita, non ha funzionato, anzi ha creato altri problemi insidiosi per la vita della diocesi di Roma e a volte questo insuccesso è stato usato per seminare discordia.

Per primo, il nuovo Motu proprio riporta dunque un minimo di serenità al clero romano, cosa che aiuterà decisamente a superare la paralisi che si era creata nella diocesi del Papa. Al riguardo si tenga conto che in questa riforma di Francesco, probabilmente molto condizionato da alcuni potenti ecclesiastici della diocesi romana, il clero di Roma non è mai stato coinvolto nello studio, analisi e allestimento del cambiamento. Tranne pochi parroci romani ascoltati preventivamente non si è voluto mai ascoltare critiche oppure dubbi. Tutto è stato fatto dall’alto, imposto, decretato, alla faccia dell’amplificata sinodalità, espressione spesso contrabbandata come ‘partecipazione’.

Volendo, nel Motu proprio di Papa Leone, si può scovare qualcosa di parecchio speciale. Papa Prevost non smentisce né polemizza con il testo che riforma, anzi, scrive che lui non cambia "la motivazione, le premesse e le considerazioni fatte nel Motu Proprio" di Francesco, ma le sue conclusioni sono opposte: tornare a come le cose erano prima.

Non solo. Il Motu proprio dell’11 novembre 2025 aggiunge che l'esperienza pastorale dell'Anno Giubilare che sta finendo conferma che la Diocesi di Roma è indivisibile e dunque il Settore Centro di Roma ha "una specificità ma anche una omogeneità e unitarietà" (storica, pastorale nonché amministrativa e logistica). Il centro della grande Urbe, il cui cuore è il suo Vescovo in Vaticano, non può essere frammentato e scorporato pastoralmente e amministrativamente. In questi 13 mesi, nel concreto, nella vita quotidiana delle parrocchie e dei parroci si sono registrate conseguenze negative di questa riforma oggi cancellata.