Vi proponiamo l’articolo del dott. Massimo Franco pubblicato il 2 novembre sul quotidiano Corriere della sera, in cui si analizza l’autorizzazione data da Papa Leone XIV alla Santa Messa pontificale celebrata «in chiroteche bianche» dallo statunitense card. Burke, definito (e non condividiamo) «campione del tradizionalismo e arcinemico di papa Francesco».
Annota l’autore: «Che cosa sta succedendo? Il Vaticano punta a una pacificazione del mondo cattolico».
Lorenzo V.
Santa Messa pontificale nella Basilica di San Pietro in Vaticano: il piano inclusivo di Papa Leone XIV
«Questa elezione è completamente truccata. Alcuni Cattolici MAGA dicono che [il card. Robert Francis Prevost O.S.A.] si è incontrato con il card. Burke e ha detto che ama la Santa Messa tradizionale e andrà tutto bene, ma non è affatto vero». Steve Bannon, l’ideologo di Donald Trump, il 10 maggio 2025 già bombardava di critiche Papa Leone XIV. Accreditava un Papa statunitense in piena continuità con l’odiato argentino papa Francesco, bestia nera dei tradizionalisti americani [QUI: N.d.R.]. E prevedeva uno scontro senza quartiere dopo la sua elezione nel Conclave. Ma il 25 ottobre 2025, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta e campione del tradizionalismo cattolico americano, ha celebrato la prima Santa Messa tradizionale dopo anni di tensioni con il papato precedente. E l’ha fatto con l’autorizzazione di Papa Leone XIV, smontando buona parte dei ragionamenti che il trumpismo trionfante cercava di accreditare, frustrato dal fatto che a succedere a papa Francesco non sia stato uno degli ultra-conservatori graditi alla Casa Bianca.
Con la sua mossa, Papa Leone XIV ha spiazzato per l’ennesima volta chi si ostina a classificare le sue azioni con le categorie del passato. Si fa fatica a capire che è cominciata una nuova stagione. E il card. Raymond Leo Burke, con gli abiti della tradizione e le chiroteche bianche, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, ne è uno degli emblemi. Davanti a lui erano radunati migliaia di fedeli con famiglie al seguito: una folla chiamata a ricucire uno strappo che durava da tempo e rischiava di allontanare una componente minoritaria ma «pesante» della Chiesa cattolica. C’erano donne con il velo insieme a mariti e figli, che hanno gremito la Basilica per partecipare a un rito durato due ore e mezza, scandito da canti e inchini, con i sacerdoti che davano le spalle ai fedeli come si conviene in questo tipo di Messa.
Era presente anche Eduard Karl von Habsburg-Lothringen, Ambasciatore d’Ungheria presso la Santa Sede, con moglie e figli, a esaltare quel ritorno ai sani riti di un tempo. E il card. Raymond Leo Burke ha assaporato la rivincita dopo che dal 2021 papa Francesco aveva mostrato di considerare la Santa Messa tradizionale un’arma in mano ai suoi oppositori, che la usavano per attaccare il suo riformismo visionario ma a volte caotico. Alla fine del 2023, di fronte alle critiche e agli attacchi continui del Cardinale americano sul piano dottrinale, aveva deciso di sospendere lo stipendio al card. Burke e di privarlo dell’appartamento che occupava in Vaticano. Ma chissà che cosa ha pensato Steve Bannon delle proprie accuse a caldo contro Papa Leone XIV, quando ha saputo della Santa Messa tradizionale.
Forse, doveva farsi qualche domanda sui motivi che hanno compattato i dieci Cardinali statunitensi in Conclave. Di certo, quanto è accaduto ha confermato come il movimento Make America Great Again (MAGA) sia diviso dall’arrivo di un Papa nato a Chicago. Spesso si tende a vedere quella nebulosa come un esercito compatto nella sua tetragona ostilità a qualunque gesto che rimandi al papato di papa Francesco. Come all’opposto i nostalgici di papa Francesco mostrano una malcelata diffidenza nei confronti di Papa Leone XIV. Ma si indovinano molto pregiudizio e molta ideologia in posizioni come quella di Steve Bannon, così come dei cultori del prolungamento del bergoglismo.
Perfino Donald Trump finora ha mostrato cautela nel parlare del cittadino statunitense più famoso di lui. E la decisione di Papa Leone XIV di autorizzare la Santa Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro in Vaticano ha spiazzato gli estremismi cattolici; e confermato che analizzare il nuovo Pontefice con le lenti del recente passato, misurando continuità e discontinuità, è un esercizio sterile destinato a ricevere continue smentite. Si trascura, soprattutto, non solo la personalità di Papa Leone XIV ma il mandato ricevuto dal Conclave: quello di pacificare la Chiesa dopo gli anni traumatici della rinuncia di Papa Benedetto XVI e del pontificato di papa Francesco.
Il rito del 25 ottobre è figlio di un cambiamento maturato ancora prima del Conclave. E messo in pratica con gradualità da maggio in poi. Stampa e TV statunitensi lo hanno registrato e analizzato a fondo, cogliendone la portata, dal quotidiano The New York Times ai siti cattolici; molto meno i mezzi di comunicazione europei, e in particolare italiani. Eppure, è un segno della riconciliazione che Papa Leone XIV vuole promuovere: in primo luogo all’interno di un Cattolicesimo polarizzato; negli Stati Uniti d’America forse più che altrove. Papa Francesco aveva deciso di limitare al massimo la Santa Messa tradizionale già nel 2021, correggendo le aperture a quel rituale fatte da Papa Benedetto XVI. E nel 2023 c’era stato un ulteriore giro di vite che somigliava a un divieto.
Ma nel luglio scorso, non a caso dopo l’elezione di Papa Leone XIV, sono spuntati documenti rivelatori, evidentemente già conosciuti tra le gerarchie ma tenuti nascosti per non irritare papa Francesco [QUI; QUI su MiL: N.d.R.]. Da quelle carte si è capito che le motivazioni addotte da papa Francesco per limitare la Santa Messa tradizionale, e cioè che la maggioranza dei Vescovi era contraria, erano infondate. La maggior parte dei prelati interpellati, secondo quel rapporto, aveva espresso un giudizio positivo sulla Santa Messa tradizionale. Ma l’aspetto interessante è che la contraddizione non è stata sottolineata con clamore o polemica. Non ci sono state prese di posizione che suonassero come smentita nei confronti del predecessore. Semplicemente, il 22 agosto il card. Raymond Leo Burke ha incontrato per la seconda volta Papa Leone XIV [QUI; QUI su MiL: N.d.R.]. E gli ha consegnato la lettera firmata da settanta gruppi tradizionalisti che chiedevano il permesso di celebrare la Santa Messa tradizionale durante il loro pellegrinaggio a Roma. Christian Marquant, un francese tra i promotori dell’iniziativa della lettera, citato dall’agenzia di stampa Associated Press, ha detto che quei fedeli erano colpiti dall’ostilità di papa Francesco: al punto da non avere il coraggio di avanzare la richiesta [QUI; QUI su MiL: N.d.R.]. Invece, dopo l’udienza concessa al card. Burke, è filtrata la notizia che il 25 ottobre successivo sarebbe tornata la Santa Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
James Rodio, uno psichiatra di Cleveland, ha ricordato «la tristezza» con la quale Cattolici come lui avevano accolto i divieti di papa Francesco. «Come è possibile», ci si chiedeva, «che una qualunque istituzione con un certo approccio per sedici o diciassette secoli di colpo dica che non è più valido?». Papa Leone XIV ha cercato di lenire questo disorientamento. Ma non perché ami particolarmente la Santa Messa tradizionale. Anzi, ha ricordato che a volte è stata uno strumento di conflitto brandito da quanti disapprovano le riforme conciliari. Ma non vede ragioni per impedire che una parte dei fedeli esprima così la propria religiosità.
Per quanto possano forse essere considerati «dinosauri della fede», Papa Leone XIV non vuole che si estinguano: anche se sono una frazione dei fedeli. E non solo perché tutte le rilevazioni dicono che i giovani cattolici in molti Paesi, sia sacerdoti che laici, sono più tradizionalisti rispetto alla generazione precedente. La parola d’ordine è inclusione, rispetto reciproco. La consapevolezza del Vaticano di Papa Leone XIV è che la ripresa del dialogo anche con le altre fedi – dagli anglicani agli ortodossi – per essere credibile e ritornare incisiva deve partire dalla ricomposizione dell’unità dei Cattolici.


