Post in evidenza

Messainlatino ha vinto la causa contro Google!

Il piccolo Davide-MiL ha fiondato Googlia, si parva licet componere magnis . (Per inciso: è significativo che l'aggettivo 'filisteo...

giovedì 13 novembre 2025

Manovre per distorcere la rappresentazione del mondo tradizionale davanti al Papa

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1304 pubblicata da Paix Liturgique il 12 novembre, in cui si commenta la notizia riportata in esclusiva da MiL il 3 novembre (QUI) secondo la quale «nel nuovo contesto pacificante del nuovo Pontificato, sembra proprio che si stia preparando un altro tipo di manipolazione, per annacquare il vino della liturgia tradizionale», con l’auto-nomina di «una sorta di comitato "rappresentativo", composto essenzialmente da sacerdoti, per discutere del futuro della liturgia tradizionale» con Papa Leone XIV e la Curia Romana.

Lorenzo V.


Le sentinelle continuano per la 216ª settimana le loro preghiere in difesa della Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Care amiche sentinelle, «non ho avuto la possibilità di sedermi davvero con un gruppo di persone che sostengono il rito tradizionale» [QUIQUI su MiL: N.d.T.]. Questa risposta di Papa Leone XIV a una domanda della giornalista Elise Ann Allen sulla liturgia tradizionale ha suscitato molte speculazioni su chi avrebbe potuto sedersi di fronte al Papa.

Da qui le manovre di alcuni a Roma per mettere insieme una rappresentanza di Cattolici legati all’usus antiquior. Il blog italiano MiL-Messainlatino.it fornisce alcune informazioni particolarmente interessanti al riguardo (QUI).

Dietro le quinte romane interverrebbe una personalità ben nota nel mondo dell’editoria di destra, Nicolas Diat, oggi definito «editore dei reazionari», ma che ieri era consulente di comunicazione politica di Gilles de Robien [Ministro dei Governi di Jean-Pierre Raffarin e di Dominique de Villepin dal 2002 al 2007: N.d.T.], Laurent Timothée Marie Wauquiez [Ministro del Governi di François Charles Armand Fillon dal 2011 al 2012: N.d.T.], Patrick Buisson [consigliere del Presidente Nicolas Sárközy dal 2007 al 2012: N.d.T.], e che l’altro ieri era vicino a Pierre Bergé, ex patron della casa di moda Yves Saint Laurent, e alle reti dell’era decadente di François Mitterrand [Presidente della Repubblica francese dal 1981 al 1995: N.d.T.].

Nicolas Diat, diventato presso la casa editrice Librairie Arthème Fayard editore di successo dei fratelli Pierre de Villiers [Capo di Stato maggiore al 2014 al 2017: N.d.T.] e Philippe de Villiers [Ministro del Governo di Jacques Chirac dal 1986 al 1987: N.d.T.], ha anche promosso il card. Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, al quale è molto legato (e attraverso lui l’Abbaye Sainte-Marie di Lagrasse dei Canonici regolari della Madre di Dio), presentandolo come il nuovo Ratzinger in Dio o niente (Cantagalli, 2015) [QUI: N.d.T.]. Sull’Abbaye Notre-Dame di Fontgombault ha pubblicato Le grand bonheur (Fayard, 2020) [non risulta tradotto in italiano; QUI: N.d.T.]. E per il card. François-Xavier Bustillo O.F.M.Conv., Vescovo di Ajaccio, che ha intervistato insieme a mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, ovvero la terza figura della Chiesa sotto il Pontificato precedente e sotto quello attuale, ha pubblicato Il cuore non si divide (Mondadori, 2024) [QUI: N.d.T.].

Nicolas Diat, approfittando dei contatti che ha così stabilito con le più alte autorità romane, organizzerebbe con il card. Robert Sarah una sorta di comitato «rappresentativo», composto essenzialmente da sacerdoti, per discutere del futuro della liturgia tradizionale. Ciò solleva due difficoltà.

La prima è che, a causa di questa rappresentanza esclusivamente clericale, l’elemento laico della lotta tradizionale verrebbe messo da parte. Ora, dalla riforma liturgica, l’organizzazione della permanenza della liturgia tradizionale è stata ovviamente opera dei sacerdoti (i parroci «resistenti», poi mons. Marcel François Lefebvre e la sua Fraternità sacerdotale di San Pio X, e poi, dopo il 1988, le altre comunità e i «nuovi sacerdoti» diocesani), ma è stata in gran parte opera dei laici che hanno organizzato all’inizio, e sempre sostenuto, le Sante Messe «non ufficiali», poi «autorizzate». Paradossalmente, la famosa sinodalità è molto più praticata nel mondo tradizionale che in quello conciliare…

D’altra parte, questa non accettazione della riforma liturgica, fondata sull’istinto della fede, fa sì che la diffusione della Santa Messa tradizionale abbia intrinsecamente un carattere non gerarchico (anche se difende con le unghie e con i denti il principio gerarchico della Chiesa rappresentato dalla liturgia tradizionale). È stato per costrizione e forza che la gerarchia (Roma, i Vescovi), gerarchia conciliarizzata, è arrivata a tollerare, poi ad avallare e a dare spazio a una contestazione della riforma liturgica scaturita dal Concilio Vaticano II.

La seconda difficoltà è che la tendenza dei rappresentanti del mondo tradizionale così designati, uomini di compromesso, avrebbe tutte le possibilità di portarli a organizzare, sotto l’egida della Segreteria di Stato, una sorta di compromesso formale o informale, in cui tornerebbero le concessioni sempiterne richieste ai difensori della liturgia tradizionale:
  • si è disposti a concedere loro il diritto di celebrare la Santa Messa tradizionale, ma non i Sacramenti che ne derivano;
  • e si cerca di obbligare gli istituti e le comunità specializzate a celebrare anche la nuova Messa, in particolare nei Seminari.

Poiché è sempre opportuno vedere il lato positivo delle cose, faccio notare che tutto questo fermento è un’ulteriore prova che il tentativo della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II è fallito: ora si vuole inquadrare, addolcire, oserei dire castrare, un movimento che non si è riusciti a fermare. Auguro buona fortuna ai piccoli strateghi e agli alti prelati che coltivano questo sogno.

A ragione, il blog MiL-Messainlatino.it emette un’idea molto semplice: poiché siamo nel momento della fioritura dei pellegrinaggi tradizionali, tutti organizzati da laici, secondo la caratteristica genetica del mondo tradizionale, sarebbe opportuno che i rappresentanti, gli organizzatori e i fedeli di tutti questi pellegrinaggi fossero chiamati a farsi sentire da Papa Leone XIV come si fanno sentire dai loro Vescovi. E se non glielo si chiede, lo faranno comunque.

Del resto, questa «azione» devota rappresentata dai Rosari delle sentinelle parigine recitati davanti agli uffici dell’Arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), mercoledì e venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), domenica alle ore 18:15, non è forse organizzata e portata avanti dai laici?

In unione di preghiera e amicizia.