Don Alfredo M. Morselli
da mihi virtutem contra
hostes tuos
Catechismo per i semplici fedeli,
perché possano, in pace e con frutto, venerare
l’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio,
invocandola come Corredentrice e Mediatrice.
“Bisogna difendere i suoi privilegi
quando vengono messi in discussione; bisogna sostenere la sua gloria quando
viene attaccata; bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio”.
San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera
devozione a Maria, § 265.
1.
Quali sono i titoli che maggiormente onorano la
Madonna e rallegrano il cuore dei buoni cristiani?
I titoli sono innumerevoli, tanto quasi da non potersi
contare: ma, tra di essi, senz’altro sono molto importanti gli appellativi di Corredentrice
e Mediatrice di tutte le grazie.
2.
Cosa vuol dire Corredentrice?
Corredentrice significa che, data la reale “comunione
di dolori e d'angosce […] tra la Madre e il Figlio, è stato concesso
all'Augusta Vergine di essere «presso il Suo unico Figlio la potentissima
mediatrice e conciliatrice del mondo intero»”[1].
3.
Cosa vuol dire Mediatrice?
Mediatrice significa che se è “evidente che non dobbiamo
attribuire alla Madre di Dio una virtù produttrice di grazie: quella virtù che
è solo di Dio, tuttavia, poiché Maria supera tutti nella santità e nell'unione
con Gesù Cristo ed è stata associata da Gesù Cristo nell'opera di redenzione,
Ella ci procura de congruo, come dicono i teologi, ciò che Gesù Cristo
ci ha procurato de condigno ed è la suprema dispensatrice di grazie”[2].
4.
I termini de congruo e de condigno sono
difficili. Puoi spiegarli?
Per spiegare questi termini è necessario capire che cos’è il
merito.
5.
Allora mi puoi spiegare che cos’è il merito?
Il merito è il diritto alla ricompensa soprannaturale,
ovvero alla beatitudine del Paradiso.
6.
Che differenza c’è tra il merito de congruo e de
condigno?
Il merito de congruo vuol dire che è di stretta
giustizia: e solo Gesù ha meritato in questo modo. Tutti gli altri esseri
umani, Madonna compresa, possono meritare solo de condigno, cioè per una
capacità donata da Dio stesso. Nessuno può esigere nulla da Dio.
7.
Puoi spiegare con un esempio quest’ultimo
concetto?
Gesù ci dice: “Anche se tu fai una buona azione, di per sé
non meriteresti nulla, ma sono io che ti faccio il dono della capacità di
meritare; per cui, tu meriti realmente, per un mio dono. Sono io che, pur non
dovendoti nulla, liberamente mi faccio tuo debitore”.
8.
Esiste una frase di qualche santo che chiarisce
ulteriormente questo concetto?
Sì: S. Agostino ha scritto: “[O Dio] incoronando i nostri
meriti dei santi tu incoroni i tuoi doni”[3].
9.
Puoi applicare questo principio alla Madonna?
Gesù liberamente ha associato la sua Santissima Madre alla
sua Passione, e Lei stessa ha corrisposto in tale modo, da meritare, con Gesù e
per i meriti di Gesù (e non senza di Lui), la salvezza dell’intero genere umano.
10.
Ma forse non erano sufficienti i soli meriti di
Gesù per salvare il mondo?
Certamente erano sufficienti; tuttavia, il buon Dio ci ha voluto
associare alla Sua Passione, per farci collaboratori non solo nel governo del
mondo, ma anche nell’opera della Redenzione.
11.
Come il Magistero della Chiesa esprime questi
concetti?
Ad esempio, Pio XI insegna: “Sebbene la copiosa redenzione
di Cristo, con sovrabbondanza «ci condonò tutti i peccati» (Col. 2,16),
tuttavia, per quella mirabile disposizione della divina Sapienza secondo la
quale nel nostro corpo si deve compiere quello che manca dei patimenti di
Cristo a favore del corpo di Lui, che è la Chiesa (Col. 1,24), noi possiamo,
anzi dobbiamo aggiungere alle lodi e soddisfazioni «che Cristo in nome dei
peccatori tributò a Dio» (Orazione dopo le Litanie del Sacro Cuore), anche le nostre
lodi e soddisfazioni”[4].
12.
Hai citato un testo un po’ vecchio: la Chiesa
ritiene questi concetti ancora oggi?
Certamente sì: San Giovanni Paolo II scriveva “…i testimoni
della Nuova Alleanza parlano della grandezza della redenzione, che si è
compiuta mediante la sofferenza di Cristo. Il Redentore ho sofferto al posto
dell'uomo e per l'uomo. Ogni uomo ha una sua partecipazione alla redenzione.
Ognuno è anche chiamato a partecipare a quella sofferenza, mediante la quale si
è compiuta la redenzione. È chiamato a partecipare a quella sofferenza, per
mezzo della quale ogni umana sofferenza è stata anche redenta. Operando la
redenzione mediante la sofferenza, Cristo ha elevato insieme la sofferenza
umana a livello di redenzione. Quindi anche ogni uomo, nella sua sofferenza,
può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo”[5].
13.
Cosa dice la S. Scrittura a questo riguardo?
Ad esempio, San Paolo scrive: “Figliolini miei, che io di
nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi! (Gal. 4,19) e
“Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò
che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che
è la Chiesa” (Col. 1,24)
14.
Se, come diceva San Giovanni Paolo II, “ogni
uomo ha una sua partecipazione alla redenzione”, dobbiamo essere un po’ tutti
corredentori?
Certamente, è questo mistero si realizza soprattutto nella
vera partecipazione attiva al Santo Sacrificio della Messa, dove “con questo
augusto sacrificio Eucaristico si deve congiungere l’immolazione dei ministri e
degli altri fedeli, affinché anche essi si offrano quali «vittime vive, sante,
gradevoli a Dio» (Rom. 12,1)”[6].
15.
Ma se dobbiamo essere tutti corredentori, che
senso ha chiamare Maria Corredentrice? Non è forse questo titolo superfluo?
Assolutamente il titolo non è superfluo; se Maria è la prima
redenta, ed è stata “redenta in un modo più sublime”[7], in un modo altrettanto
più sublime è stata associata alla Redenzione. Tra tanti suoi figli
corredentori, Ella è la Corredentrice per antonomasia.
16.
Oltre a quanto sopra, ci sono altri motivi per
attribuire alla Madonna il titolo di Corredentrice?
Senz’altro, a cominciare dalle indicibili pene che ha voluto
soffrire e offrire per la redenzione del mondo: come fu piena di grazia,
così è piena di dolore, totalmente offerto unita al Suo Figlio. A Lei la
Chiesa attribuisce, in senso spirituale, le parole della Lamentazione 1,12:
“Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore
simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore mi ha
afflitta nel giorno della sua ira ardente”.
Inoltre, le parole di Simeone: “anche a te una spada
trafiggerà l’anima” indicano una partecipazione alla Passione tutta peculiare.
17.
Che cosa dice la Chiesa a questo proposito?
San Giovanni Paolo II, citando San Carlo Borromeo, Alla
Madonna - la Corredentrice - san Carlo si rivolge con accenti
singolarmente rivelatori. Commentando lo smarrimento di Gesù dodicenne nel
tempio, egli ricostruisce il dialogo interiore, che poté intercorrere tra la
Madre e il Figlio, e soggiunge: “Sopporterai dolori ben più grandi, o Madre
benedetta, e continuerai a vivere; ma la vita ti sarà mille volte più amara
della morte. Vedrai consegnato nelle mani dei peccatori il tuo Figlio innocente…
Lo vedrai brutalmente crocifisso, tra i ladri; vedrai il suo fianco santo
trapassato dal crudele colpo di lancia; vedrai, infine, effondere il sangue che
tu gli hai dato. E tuttavia non potrai morire!” (Omelia nel duomo di Milano la
domenica dopo l’Epifania del 1584)[8].
18.
Questo titolo “minaccia” la verità di fede di Gesù
Cristo unico Redentore del mondo?
Assolutamente no, anzi rende onore alla generosità di Gesù
nel partecipare la Sua causalità, nell’ordine della redenzione, ad altre
creature ragionevoli: come Gesù si è fatto obbediente fino alla morte e non ha
considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio[9], neppure ha considerato un
tesoro geloso il suo essere Redentore.
19.
Hai parlato di causalità di Maria nell’ordine
della Redenzione. Questo non toglie forse qualcosa alla perfetta e più che
sufficiente causalità di Gesù Cristo?
No, perché nell’ordine delle cause, la causa prima causa di
più l’effetto e agisce più intimamente in esso della causa seconda[10].
20.
Questo concetto è molto difficile. Puoi
spiegarlo con un esempio?
Dante Alighieri (causa principale) ha scritto la Divina Commedia
(effetto) con una penna (causa seconda). Il poema, sebbene scritto realmente
con una penna, è molto di più opera di Dante che della penna.
21.
Allora questo significa che è la stessa
Redenzione operata da Cristo che causa la Corredenzione da parte di Maria, e
che quindi Gesù è tutt’altro che sminuito?
Esattamente. Più c’è Maria più c’è Gesù, e non viceversa.
22.
Ma perché Dio agisce servendosi di cause
seconde, quando potrebbe fare tutto da solo?
Ti faccio rispondere da San Tommaso: “Perché [la Provvidenza]
governa gli esseri inferiori mediante gli esseri superiori, non già per difetto
di potenza, ma per sovrabbondanza di bontà, perché vuole comunicare anche alle
creature la dignità di cause”[11].
23.
Se consideriamo Maria come una causa seconda, non rischiamo forse di “cosificarla”?
Assolutamente no: infatti una causa seconda agisce secondo
la propria natura: ad esempio, la penna di uno scrittore agisce lasciando un
segno sul foglio, una creatura razionale conoscendo e amando. La Madonna è una
creatura Immacolata piena di grazia, una donna che liberamente crede con una “fede
non adulterata da alcun dubbio”[12] e che ama di una grandissima
carità: in tal modo, pur agendo da causa seconda, mantiene il suo agire
conforma a questo suo essere. Del resto, anche il ministro dei sacramenti è una
“causa seconda” nell’ordine soprannaturale, e Dio è la “causa prima”.
24.
Come il Magistero ribadisce questo aspetto?
San Giovanni Paolo II, ad esempio, ha
insegnato: “Maria però, miei cari fratelli e sorelle, non è l’aurora della
nostra redenzione alla maniera di uno strumento inerte e passivo. All’alba
della nostra salvezza risuona la sua libera risposta, il frutto, il suo sì
incondizionato alla collaborazione che Dio attendeva da lei, come attende anche
da noi”[13].
25.
Si può dire che il titolo di Corredentrice non è
opportuno perché difficile da spiegare, in relazione al fatto che Gesù è
l’unico redentore?
Assolutamente non si può dire: altrimenti dovremmo abolire
anche i titoli di Immacolata e di Madre di Dio, che certamente
non sono di immediata comprensione.
26.
Oltre ai Papi ricordati sino ad ora, ve ne sono
altri che hanno usato il termine Corredentrice?
Certamente: Benedetto XV è stato il primo, tra i Papi, a formulare
la dottrina della Corredenzione Mariana in temini inequivocabili: Maria, “per
quanto dipendeva da Lei, talmente immolò il suo Figlio per placare la divina giustizia,
che a ragione si può dire che Ella abbia redento il genere umano insieme a
Cristo”[14]. Pio XI è stato il primo
Papa dare a Maria il titolo di Corredentrice: “O Madre di pietà e di misericordia,
la quale, come compaziente e Corredentrice, stesti presso il dolcissimo Figlio
tuo mentre operava la Redenzione del genere umano sull'altare della Croce”[15].
27.
Eppure, alcune personalità sicuramente devote
della Madonna hanno ritenuto, nei recenti anni, non indispensabile il titolo di
Corredentrice: ad es. Il Card. Joseph Ratzinger, quando era ancora prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede.
È vero che Benedetto XVI, da Cardinale e non da Pontefice,
aveva espresso perplessità sul termine: ma poi, da Papa, ha espresso
chiaramente la dottrina della Corredenzione: Ecco qualche esempio “…il ruolo di
Maria nella storia della salvezza non si esaurisce nel mistero
dell’Incarnazione, ma si completa nell’amorosa e dolorosa partecipazione alla
morte e alla risurrezione del Signore”[16]. E ancora, nella
preghiera a Nostra Signora di Sheshan: “Con il docile "sì"
pronunciato a Nazaret tu consentisti all’eterno Figlio di Dio di prendere carne
nel tuo seno verginale e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,
alla quale cooperasti poi con solerte dedizione, accettando che la spada del
dolore trafiggesse la tua anima, fino all’ora suprema della Croce, quando
sul Calvario restasti ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo
vivesse”[17].
28.
Visto che hai citato più volte San Giovanni
Paolo II, puoi dirmi le parole che meglio riassumono il suo insegnamento in
materia?
Volentieri ti riporto il contesto
più ampio di un’omelia già citata: “Maria ci precede e ci accompagna. Il
silenzioso itinerario che comincia con la sua Immacolata Concezione e passa per
il «sì» di Nazareth che la rende Madre di Dio, trova sul Calvario un momento
particolarmente importante. Anche là, accettando ed assistendo al sacrificio di
suo Figlio, Maria è aurora della redenzione; ... Spiritualmente crocifissa
col Figlio crocifisso (cfr. Gal 2,20), contemplava con amore eroico la
morte del suo Dio «consentendo amorosamente alla immolazione della vittima, che
ella stessa aveva generato» (Lumen Gentium, 58). … Effettivamente, sul
Calvario, ella si unì al sacrificio del Figlio che tendeva alla fondazione
della Chiesa; il suo cuore materno condivise fino in fondo la volontà di
Cristo di «riunire insieme tutti i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,52).
avendo sofferto per la Chiesa, Maria meritò di diventare la Madre di tutti
discepoli del suo Figlio, la Madre della sua unità. I Vangeli non ci
parlano di un’apparizione di Gesù risorto a Maria. In ogni modo, poiché ella fu
in modo speciale vicina alla croce del Figlio, dovette avere anche
un’esperienza privilegiata della sua risurrezione. Effettivamente, il ruolo
corredentore di Maria non cessò con la glorificazione del Figlio”[18].
29.
In conclusione, e in base a quanto detto, si può
mettere in discussione l'appropriatezza del titolo di Corredentrice attribuito alla Vergine Santa?
Ti faccio rispondere dal Card. Eduard Gagnon: “Come può un
fedele cattolico mettere in dubbio l'appropriatezza del titolo di Corredentrice
attribuito alla Vergine Santa, se è stato usato da una schiera di papi, santi,
beati, mistici, dottori della Chiesa e teologi conciliari nel corso della
storia della Chiesa, incluso il papa Giovanni Paolo II?”[19]
30.
Veniamo ora anche al titolo di mediatrice. Abbiamo
già visto che San Pio X ha ribadito, facendo proprie le affermazioni di alcuno
santi, che Maria è “l’acquedotto della grazia” ed è come “il collo del corpo
mistico di Cristo”. Cosa significa tutto questo?
Nell’unica opera della Redenzione possiamo considerare due
aspetti, non divisibili ma ben distinguibili: da un lato la soddisfazione di
Gesù al nostro posto e l’acquisizione dei meriti (“Egli è stato trafitto per le
nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza
si è abbattuto su di lui”[20]); dall’altro l’effusione
di questi meriti su tutto il genere umano. Ebbene, la Madonna è un tutt’uno con
Gesù, sia nella acquisizione dei meriti, sia nella distribuzione dei doni.
31.
Mi sembra molto di più di una semplice
mediazione d’intercessione…
Hai detto molto bene: infatti non si può ridurre la
Mediazione materna della Madonna a una semplice richiesta di grazie presso il
Figlio: Ella riceve da Lui la pienezza di Grazia, e assieme ai suoi meriti, la riversa
sui membri della Chiesa.
32.
Allora la Madonna distribuisce le grazie non
solo intercedendo presso Gesù, ma quasi per volontà propria?
Certamente sì: già San Gregorio Magno diceva: “Chi aderisce
a Dio con mente devota suole, esigendolo il bisogno, operare miracoli nell'uno
e nell'altro modo: fa prodigi talvolta in virtù della preghiera, altre volte
per proprio potere. Dice Giovanni: «A quanti lo accolsero, diede potere di
diventare figli di Dio» (Gv 1, 12). Ora
chi è figlio di Dio per potere datogli, non meraviglia che abbia potestà di
fare miracoli “[21].
33.
Il Magistero si è pronunciato su questo
argomento?
Il Magistero ha lasciato ai teologi l’investigazione circa
il modo nel quale la Madonna esercita la sua mediazione: tuttavia non mancano
importanti pronunciamenti che indicano chiaramente un’azione che va oltre
l’intercessione.
34.
Puoi darmene un esempio?
Ad esempio, Pio XII afferma: “La beata Vergine non ha avuto
soltanto il supremo grado, dopo Cristo, dell'eccellenza e della perfezione, ma
anche una partecipazione di quell'influsso, con cui il suo Figlio e Redentore
nostro giustamente si dice che regna sulla mente e sulla volontà degli uomini.
Se infatti il Verbo opera i miracoli e infonde la grazia per mezzo dell'umanità
che ha assunto, se si serve dei sacramenti dei suoi santi come di strumenti per
la salvezza delle anime, perché non può servirsi dell'ufficio e dell'opera
della Madre sua santissima per distribuire a noi i frutti della redenzione?”[22]
Inoltre, Leone XIII ha insegnato che Maria, “…come era stata
strumento del mistero della umana redenzione, così, con il potere quasi
illimitato che le era stato conferito, fu dispensatrice della grazia che per
tutti i tempi deriva da questa redenzione… Quindi sono giustissimi i solenni
encomi che presso tutte le genti e in tutti i riti furono resi a lei, e che
vennero ognora crescendo nei secoli: tra gli altri molti, ella fu celebrata
“Signora nostra e nostra mediatrice”; “Riparatrice dell’universo”; “Mediatrice
dei suoi doni divini”. [23]
35.
Puoi ripetermi, a mo’ di sommario, alcune
espressioni che il Magistero adopera, a proposito della Mediazione della
Vergine?
Ti rispondo pregando: “Potentissima mediatrice e
conciliatrice del mondo intero”, “Signora nostra e nostra mediatrice”;
“Riparatrice dell’universo”; “Mediatrice dei suoi doni divini”, “Colei che
partecipa dell’influsso, con cui il suo Figlio e Redentore nostro giustamente
si dice che regna sulla mente e sulla volontà degli uomini”, “Colei di cui il
Verbo si serve per distribuire a noi i frutti della redenzione”. È molo
difficile ridurre, alla luce di queste parole, la mediazione di Maria alla sola
opera di intercessione.
36.
Ma come può una creatura produrre un effetto
eminentemente soprannaturale, quale la distribuzione della grazia?
Il fatto è che con la grazia noi non siamo più semplici
creature: siamo infatti “partecipi della natura divina” (2 Pt. 1,4), “profondamente
impiantati” in Cristo (Rom. 6,5), “una nuova creatura” (2 Cor 5,7); di
conseguenza, se siamo rigenerati in modo soprannaturale, agiremo in base al
nostro nuovo essere; con la grazia, agiamo da creature ingraziate. E chi
è più ingraziata se non la piena di grazia? E c’è forse da
meravigliarsi se da Colei che è massimamente una nuova creatura procedono
azioni soprannaturali?
37.
Ma non mi dici niente della maternità spirituale
nell’ordine della grazia?
Non vedevo l’ora che mi facessi questa domanda. Gesù ci ha donato,
prima di morire, la sua stessa Madre come vera nostra Madre. Questa maternità
spirituale comporta la mediazione da parte della Madonna non solo delle grazie
attuali (che ci vengono date volta per volta per compiere le buone azioni), ma anche
della grazia santificante, mediante la quale nasciamo come figli di Dio, avendo
Dio per Padre e Maria per Madre.
38.
Alcuni dicono che il Vaticano II avrebbe ridotto
il termine Mediatrice a un titolo devozionale; è giusta questa interpretazione?
È assolutamente scorretta, perché nel punto in cui il testo
di Lumen gentium dice che “la beata Vergine è invocata nella Chiesa con
i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, Mediatrice[24]”, è citata, alla nota
187, anche l’enciclica Ad diem illlum laetissimum dove si spiega il
titolo Mediatrice in termini tutt’altro che meramente devozionali. Questa
enciclica costituisce il contesto prossimo per l’interpretazione del testo.
39.
Allora possiamo dire che il capitolo VIII di
Lumen gentium depone a favore del titolo di Mediatrice?
Sicuramente: infatti il Concilio, volendo ribadire che Maria
è membro della Chiesa, non ha potuto che affermare che ne è membro eminente,
eminentissimo: in altre parole ha favorito l’idea agostiniana per cui Maria non
solo è parte della Chiesa, ma è in qualche modo la Chiesa stessa: “Questa santa
Madre degna di venerazione, la Chiesa, è uguale a Maria: essa partorisce ed è
vergine, da lei siete nati; essa genera Cristo, perché voi siete le membra di
Cristo”[25].
Ora chi negherà che, se “la Chiesa, è, in Cristo, in qualche
modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e
dell'unità di tutto il genere umano”, e con lei Maria, Figlia e Madre della
Chiesa, Chiesa essa stessa, sono estranee alla mediazione della grazia?
40.
Permettimi un’obiezione: se la Sacra Scrittura
dice che “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli
uomini, l’uomo Cristo Gesù”, come possiamo applicare questo titolo ad altra
persona fuori che a Cristo?
È sufficiente considerare la coppia dei termini
Mediatore/Mediatrice in modo non univoco, ma in senso analogico. Faccio un
esempio: Gesù ha detto di non chiamare “nessuno «padre» sulla terra, perché uno
solo è il Padre vostro, quello del cielo”[26]. Eppure, il Papa è chiamato
Santo Padre, ci sono i Padri della Chiesa, i religiosi sacerdoti
sono chiamati Padre; dovremo allora cessare questa consuetudine perché
c’è un solo Padre? No! E San Paolo ci spiega come le prerogative di Dio
sono partecipate: “Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al
Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome”[27].
Per toglierti dal cuore questo dubbio, basta che tu legga la
Scrittura cum granu salis, con i grani del sale della prudenza umana e
della fede della Chiesa.
41.
Grazie di tutto, caro “Padre” (l’ultima tua
risposta cade a fagiolo): ma dimmi, abbiamo speranza che questo inverno
mariologico finisca, e si possa tornare a parlare della Madonna senza le
restrizioni e le obiezioni dei falsi devoti?
Ti faccio rispondere ancora una volta Card. Gagnon, il quale
se constatava che “la definizione dogmatica della Corredenzione mariana sia
oggetto di controversia è un dato che qualsiasi studente di storia dei Dogmi
mariani poteva prevedere. Così è stato per il dogma della Maternità divina al
Concilio di Efeso nel 431 e per l'Immacolata Concezione nel 1854”, non di meno è
certo che “Dopo la tempesta del dibattito teologico spunterà l’arcobaleno della
definizione che, purificata dalla tempesta stessa, rifulgerà con la più
meridiana chiarezza e precisione in un dogma di fede mariano attentamente
delineato”[28]
[1] San Pio X, Lett. enc. Ad diem
illum laetissimum, 2 febbraio 1904: la citazione interna e tratta
dalla bolla Ineffabilis Deus del beato Pio IX. Grassetto
redazionale.
[2] San Pio X, Lett. enc. Ad diem
illum laetissimum. Grassetto red.
[3] S. Agostino d’Ippona, Enarratio
in Psalmum 102, 7: CCL 40, 1457 (PL 37, 1321).
[4] Pio XI, Lett. enc. Miserentissimus
Redemptor, 8 maggio 1928.
[5] Giovanni Paolo II, Lett. apost.
Salvifici doloris, 11 febbraio
1984, § 19.
[6] Pio XI, Lett. enc. Miserentissimus
Redemptor.
[7] “…la
Santissima Vergine Maria, Madre di Dio, in previsione dei meriti del redentore
Cristo Gesù, non fu mai soggetta al peccato originale e fu perciò redenta in
una maniera più sublime”. Pio IX,
Bolla «Ineffabilis Deus», Definizione Dogmatica dell'immacolato Concepimento
della B. V. Maria, 8 dicembre 1854, DS 2800 ssqq. Cf. CCC 492.
[8] Giovanni Paolo II, Angelus, Arona
(Novara), 4 novembre 1984 (Visita pastorale in Lombardia e Piemonte). Corsivo
redazionale.
[9] Cf. Fil.
2, 5-11.
[10] “…nell'ordine
delle cause vediamo che una causa precedente agisce a un livello più profondo
rispetto a una successiva… poiché Dio è la causa prima, dalla sua azione deriva
ciò che è più intimo in una cosa, ovvero il suo essere” (“In ordine enim
causarum videmus quod causa prior intimius operatur quam causa posterior… Quia
ergo Deus est prima causa simpliciter, ideo eius operatione producitur illud
quod est intimius ipsi rei, scilicet esse eius”); San Tommaso d’Aquino, In Epist. ad Hebr., c. IV,
lect. 2.
[11] S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae,
Iª q. 22 a. 3 co: “La provvidenza comprende due cose: cioè il piano,
l'ordinamento degli esseri verso il loro fine, e l'esecuzione di questo piano,
la quale si chiama governo. Per quanto riguarda la prima cosa, Dio provvede
immediatamente a tutto. Perché nella sua mente ha l'idea di tutti gli esseri,
anche dei più piccoli: e a tutte le cause che ha prestabilito per produrre
degli effetti, ha dato capacità di produrre quei dati effetti. Perciò è
necessario che abbia avuto in antecedenza nella sua mente (tutto) l'ordine di
tali effetti. - Per quanto riguarda la seconda cosa, (cioè il governo) vi
sono alcuni intermediari della divina provvidenza. Perché essa governa gli
esseri inferiori mediante gli esseri superiori, non già per difetto di potenza,
ma per sovrabbondanza di bontà, perché vuole comunicare anche alle creature la
dignità di cause”. Grassetto redazionale.
[12] Lumen
Gentium § 63: “praestans fidem, nullo dubio adulteratam”.
[13] Giovanni Paolo II, Omelia durante la
Santa Messa nel Santuario di Nostra Signora de La Alborada, Guayaquil (Ecuador),
31 gennaio 1985. Corsivo redazionale.
[14] Lettera
Apostolica Inter sodalicia (1918).
[15] Messaggio
radiofonico per la chiusura del Giubileo dell'umana Redenzione (28 aprile 1935)
[16] Omelia
nella festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2006.
[17] Preghiera
a Nostra Signora di Sheshan; Nel 2008 Papa Benedetto XVI compose la preghiera
alla Vergine affidando a lei le sorti della Chiesa in Cina e sempre a lei,
l'anno prima, aveva affidato la Cina cattolica in una Lettera, chiedendo che la
ricorrenza del 24 maggio diventasse in tutto il mondo giornata di unione e
preghiera per la Chiesa nel Paese. Corsivo redazionale.
[18] Omelia
durante la Santa Messa nel Santuario di Nostra Signora de la Alborada, Guayaquil
(Ecuador), 31 gennaio 1985; grassetto redazionale.
[19] Card. Edouard Gagnon, prefazione a Mark Miravalle, “Con Gesù”. La
storia di Maria Corredentrice,
Frigento 2003, p. 6.
[20] Is. 53,5.
[21] S. gregorio Magno, Vita di San
Benedetto, cap. 30
[22] Pio XII, lett. enc. Ad Caeli Reginam,
11 ottobre 1954.
[23] Leone XIII, Lett. enc. Adiutricem
populi, 5 settembre 1895.
[24] Lumen
gentium § 62. L’iniziale maiuscola di “Mediatrice” è rimasta nel testo del
sito vatican.va… Sarà un errore casuale, oppure la Provvidenza vorrà dirci
qualcosa?
[25] S. Agostino d’Ippona, Sermo 25, 8,
Morin, p. 163, cit. in H. Rahner,
S.J., Maria e la Chiesa. Indicazioni per contemplare il mistero di Maria nella
Chiesa e il mistero della Chiesa in Maria, (Già e non ancora 17), Milano: Jaca
Book, 1977/2, p. 53.
[26] Mt.
23,9.
[27] Ef. 3,
14-15.
[28] Card. Edouard Gagnon, prefazione a Mark Miravalle, “Con Gesù”. La
storia di Maria Corredentrice,
Frigento 2003.
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