La buona notizia: dopo secoli sta arrivando nella Chiesa il delitto di “abuso spirituale”
La
notizia, seppur confusa e non ufficializzata come sarebbe stato opportuno e
necessario, è buona, anzi consolante, anche perché arriva dopo millenni per
così dire. Tempo fa ne parlò il cardinale Víctor Manuel Fernández, Prefetto del
Dicastero per la Dottrina della Fede, annunciando che un gruppo di lavoro si
sarebbe costituito per codificare, tipicizzare canonicamente il delitto di
"abuso spirituale". Ora il card. Fernández, giorni fa, ha spiegato di
aver informato Papa Leone XIV sul lavoro fruttuoso del gruppo che prosegue
sotto la guida di mons. Filippo Iannone, neo Prefetto del Dicastero per i
Vescovi e fino a poche settimane fa Prefetto del Dicastero per i Testi
Legislativi.
È stato il "caso Rupnik" a far diventare mediatico l'argomento, complicato e delicato, ma il quesito nella Chiesa è presente e irrisolto da secoli e secoli. La questione quindi non è nuova ma rimane difficile da afferrare. Insomma, non è materia da trattare con superficialità o, peggio ancora, con faciloneria giustizialista. Ma una cosa si deve dire apertamente: la stragrande maggioranza dei fedeli del Popolo di Dio ha sempre creduto che il delitto di “abuso spirituale” esistesse nelle norme legislative, in particolare in quelle canoniche, e che quindi esistessero anche le punizioni per i colpevoli. Fuori dal cerchio di esperti e dalla gerarchia ecclesiale, nessuno tra i cosiddetti cattolici medi avrebbe mai potuto immaginare che nel 2025 la Chiesa non avesse nelle sue leggi il delitto di “abuso spirituale”.
Perciò adesso, dopo la notizia data dal card.
Víctor Manuel Fernández, si può dire che si cammina nella buona direzione e ci
si augura che sia in forma solida, convincente e rapida. Dopo tanti secoli di
attesa, la Chiesa è più vicina all'ora buona.
Sulla notizia si è speculato assai arrivando addirittura a dire che
Rupnik sarà processato per questo delitto. Ma non è così. Il delitto di “abuso
spirituale”, che certamente è il punto di partenza delle malefatte dell'ex
gesuita mosaicista, tuttora non esiste e ci metterà ancora un po’ di tempo
prima di arrivare alla codificazione. Ad ogni modo, anche se questo delitto
venisse stabilito domani non si può processare una persona applicando regole
precedenti, retroattive.
Guardando indietro si può dire che decenni fa, quando cominciarono a
scoppiare in diversi Paesi numerosi casi di pedofilia tra i membri del clero,
la prima risposta della Chiesa sarebbe dovuta essere proprio la creazione del
delitto specifico di “abuso spirituale”. Nell'espressione coniata da Papa
Benedetto XVI sulla pedofilia, “crimine e peccato”, c’è anche l’intera
estensione del concetto “abuso spirituale” all’intreccio
potere-coscienza-sasso. Tutto ciò esorta a prendere consapevolezza che gli abusi
sessuali nella Chiesa, in particolare su minori, disabili e vulnerabili, hanno
sempre una loro origine nell'abuso spirituale. Papa Francesco ne descrisse una
sorta di dinamica dicendo: “abusi di potere, di coscienza e alla fine
sessuali”.
La
medesima convinzione di Papa Ratzinger si deve leggere nella sua decisione di
trasferire le indagini e i processi su denunce di abusi sessuali dall’allora
Congregazione per il Clero alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Da
quel momento sono stati fatti molti progressi ma c’è ancora tanto da fare
poiché la situazione non è lineare seppure l’attuale Diritto Canonico riconosce
già l'abuso spirituale, sebbene come fattore aggravante di altri crimini
specifici, spesso sessuali. Il sito web “The Pillar” giustamente ricorda che
''la presenza dell'abuso spirituale come fattore aggravante di altre forme di
abuso è qualcosa che Fernandez ha discusso ripetutamente, anche alla luce del
caso di Padre Marko Ivan Rupnik, l'ex gesuita e iconografo caduto in disgrazia
e accusato di aver abusato sessualmente e spiritualmente di decine di religiose
lungo diversi decenni, nel corso della produzione della sua "arte".
Da ricordare anche che il card. Fernández sottolineò allora che il suo Dicastero
aveva osservato molti altri casi (simili alla vicenda Rupnik), “compresi altri
peggiori ma meno pubblicizzati”''.
Potere e
autorità, delitto e peccato
La pedofilia
nel clero era un delitto contro “obblighi speciali”
A
questo punto è utile, richiamandoci a uno scritto di mons. Jordi Bertomeu,
Ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede (Sezione Disciplinare),
attirare l’attenzione su queste informazioni molto chiare e precise, seppure
tecniche. Scrive mons. Bertomeu;
“L’8 dicembre 2021 è
stata promulgata un’ulteriore riforma del Codice di Diritto Canonico (d’ora in
poi, CIC 2021). In particolare, sono stati modificati 63 canoni del Libro VI,
sul diritto penale nella Chiesa. Tra le modifiche, forse la più importante ma
anche la meno considerata è stata quella di trasferire il can. 1395 §2 CIC 1983
dal titolo 5º al titolo 6º. La nuova sistematizzazione dei delitti a sfondo
sessuale commessi dai chierici con minori significa che prima della riforma
tali delitti erano considerati «delitti contro obblighi speciali»; invece, ora
sono «delitti contro la vita, libertà e dignità dell’uomo». Al riguardo,
meriterebbe una riflessione canonica più approfondita non solo l’allargamento
dell’imputabilità penale a nuovi soggetti attivi (chierici, come previsto del
già can. 1395 §2 CIC, ma anche membri di Istituti Religiosi e Società di Vita
Apostolica, ed anche qualche fedele laico), ma la punizione degli abusi subiti
da fedeli ai quali il diritto riconosce “pari tutela” con i minori (per il
momento, i “vulnerabili” dell’art. 1 §1, a, 2 VELM) e, soprattutto, il delitto
ex can. 1395 §3 contro il sesto comandamento con abuso “dell’autorità” compiuto
dai fedeli del can. 1398 §2 (fattispecie mancante di giurisprudenza, dato che
il CIC prevede solo l’“abuso di potere”, esercitato principalmente dagli
ordinati ex can. 129 e l’“abuso dell’ufficio e dell’incarico”, interpretato in
senso tecnico ex can. 145). Resterebbe anche il problema del cosiddetto “abuso
di coscienza”, non tipicizzato, ed il suo eventuale collegamento col “falso
misticismo”, in quanto comportamento punibile ex art. 10 del Regolamento del
Dicastero per la Dottrina della Fede”. (Fonte)
Insomma, la questione “abuso spirituale”, è una materia grandemente
complessa, e complica parecchio il diritto canonico obbligato a fare una
interpretazione penale molto severa e incontestabile.
Alla base di tutto resta
sempre la grande sfida: un'adeguata, completa e corretta definizione del
delitto che, pur essendo reale e visibile da secoli, non risulta facile da
perimetrare nella sua attuazione. Tipificarlo oggettivamente e perseguirlo
penalmente è molto complesso poichè è difficile individuare la modalità, o le
modalità della commissione del reato. Tali modalità sono subdole e prolungate
nel tempo e creano una groviglio tossico tra la vittima e il carnefice.
