Vi proponiamo l’articolo pubblicato sul sito dell’associazione Tradizione, Famiglia, Proprietà - TFP, in cui si riporta l’omelia pronunciata da mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, in occasione della Santa Messa celebrata a Roma in suffragio dell’anima del dott. Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), nel 30º anniversario della sua morte.
Nell’omelia, il Presule ha tracciato un ritratto luminoso del fondatore della TFP, presentandolo come un autentico athleta Christi, cavaliere della fede cattolica e ardente apostolo della Madonna.
L.V.
Sia lodato Gesù Cristo! Alla vigilia del 30º anniversario del giorno in cui il dott. Plinio Corrêa de Oliveira concluse il suo pellegrinaggio qui in terra, offriamo questo sacrificio della Santa Messa per il suffragio di sua nobile anima. Come possiamo caratterizzare in modo sintetico la sua vita? Le parole «Dilexit ecclesiam» lo potrebbero fare, poiché era un «vir catholicus, totus apostolicus, plene romanus», parole che egli ha scelto per caratterizzare la sua persona e la sua vita e che sono ora il suo epitaffio. Diceva il dott. Plinio: «La qualità che apprezzo di più in me stesso è essere figlio della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ciò che ammiro di più nelle persone è la loro coerenza nella fede cattolica» (Meu Itinerário Espiritual. Compilação de relatos autobiográficos de Plínio Corrêa de Oliveira, volume 1, São Paulo 2021, pagina 192). Rimarchevoli e profondamente toccanti rimangono queste parole del dott. Plinio: «Voglio che l’ultimo atto del mio intelletto sia un atto di fede nel papato. Che il mio ultimo atto d’amore sia un atto d’amore per il papato. Perché così morirò nella pace degli eletti, unito a Maria, mia Madre, e per mezzo di lei a Gesù, mio Dio, mio Re e mio buonissimo Redentore» (Minha Vida Pública. Compilação de relatos autobiográficos de Plínio Corrêa de Oliveira, São Paulo 2015, pagina 605).
Nel dott. Plinio, la Divina Provvidenza, in un tempo difficilissimo, diede alla Sua Chiesa militante un eccezionale e intrepido esempio, il quale nello spirito dell’apostolo Paolo – egli che nacque nella città di San Paolo in Brasile – militava e correva nell’arena di questo mondo come un vero athleta Christi, come un nuovo cavaliere del cattolicesimo. In passato il titolo athleta Christi venne concesso dai Papi agli uomini che guidarono campagne militari in difesa del cristianesimo. Plinio Corrêa de Oliveira guidò una delle più significative campagne spirituali in difesa del cristianesimo nel secolo XX, e così merita davvero il titolo di athleta Christi. Diceva il dott. Plinio: «Ogni vera grandezza è un riflesso della grandezza di Nostro Signore. Fuori di Lui non c’è grandezza, ma un riflesso della Sua grandezza. […] Tutto nella mia mentalità, nel mio modo di essere, è presieduto dall’idea del sacro» (Meu Itinerário Espiritual. Compilação de relatos autobiográficos de Plínio Corrêa de Oliveira, volume 2, São Paulo 2021, pagina 156; pagina 167). Le generazioni dei primi cristiani erano chiamate significativamente «il popolo degli atleti di Cristo» (cf. Cassiodorus, Historia ecclesiastica tripartita 2, 1).
L’athleta Christi del XX secolo riuniva in sé lo spirito della sintesi, che è un tratto distintivo dello spirito cattolico, cioè: l’intransigenza e il rifiuto di compromessi con il male di ogni forma della rivoluzione contro Dio, l’inflessibilità e la militanza per la verità e la regalità di Cristo, l’aspirazione per tutto che è grande nel bene, nel vero, nel bello e nel sacro, insieme con la vera umiltà, con lo spirito della piccolezza, della carità soprannaturale. Sotto l’armatura di ferro da cavaliere era nascosta un’anima da bambino, con un cuore innocente, con un cuore amante la madre: dapprima amava la sua propria madre che gli trasmise la fede cattolica, poi la santa Madre Chiesa e soprattutto Maria, la Madre celeste.
Il dott. Plinio, essendo egli stesso un membro del Terzo ordine Carmelitano già nella sua giovane età, visse profondamente lo spirito del profeta Elia, lo spirito dello zelo ardente nella lotta per la gloria di Dio. Ed fu un segno particolare della Provvidenza Divina che il dott. Plinio lasciò definitivamente il campo della battaglia della Chiesa militante nel giorno della festa di Santa Teresa del Bambino Gesù, il 3 ottobre. Santa Teresa del Bambino Gesù, la dottoressa del cammino dell’infanzia spirituale e della mitezza, aveva nondimeno uno spirito di combattente, amando e venerando in modo speciale santa Giovanna d’Arco, la «pulzella d’Orléans». Il «Piccolo Fiore» si vestì persino in armatura con una spada, rappresentando durante un pezzo di teatro la santa Giovanna d’Arco. Santa Teresa del Bambino Gesù aveva la ferma volontà di combattere per Gesù nella salvezza delle anime e morire come martire, e desiderava, «come Giovanna d'Arco, mormorare il nome di Gesù sul rogo ardente». In una preghiera Santa Teresa del Bambino Gesù diceva: «O Signore, Giovanna, la tua vergine e coraggiosa Sposa, ha detto: “Bisogna combattere prima che Dio dia la vittoria”. O mio Gesù, combatterò per amore tuo fino alla sera della mia vita». Il dott. Plinio viveva questa sintesi dell’infanzia spirituale e dello spirito militante di un athleta Christi sull’esempio della «pulzella d’Orléans» e del «Piccolo Fiore».
«Il fulcro più profondo e centrale di tutti i pensieri e le attività del dott. Plinio fu il suo impegno ardente e instancabile nel lavorare per il trionfo della Madonna. Voleva fare molto di più che servire semplicemente la Madonna: desiderava che fosse servita universalmente. Un trionfo è una vittoria travolgente. La sua determinazione a dedicarsi all’ideale concreto di una civiltà cristiana rigenerata lo motivò per tutta la vita. Riassunse questa dedizione al trionfo della Madonna con queste parole ispiratrici: “Quand’ero ancora molto giovane, contemplai rapito le rovine della Cristianità. Ad esse affidai il mio cuore; voltai le spalle a mio futuro e, di quel passato carico di benedizioni, feci il mio Avvenire”. Il grande san Luigi Maria di Montfort predisse questo futuro ordine e lo chiamò Regno di Maria, un periodo di grandi grazie plasmato dalla fede e dallo spirito della Madre di Dio» (John Horvat, Thirty Years Later: Plinio Correa de Oliveira – A Counter-Revolutionary Focused on Our Lady’s Triumph: Crusade Magazine, September/October 2025, 12).
Il dott. Plinio riassunse nelle seguenti parole il nocciolo di tutto il suo pensiero e delle sue coraggiose opere nell’arena di battaglia per Dio: «Se la Contro-Rivoluzione è la lotta per distruggere la Rivoluzione e costruire la Cristianità nuova, tutta splendente di fede, di umile spirito gerarchico e di illibata purezza, è chiaro che questo si farà soprattutto attraverso una azione profonda nei cuori. Ora, questa azione è opera specifica della Chiesa, che insegna la dottrina cattolica e la fa amare e praticare. La Chiesa è, dunque, l'anima stessa della Contro-Rivoluzione» (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, capitolo 12, 5). Lo splendore della fede cattolica, lo spirito d’umiltà e l’illibata purezza, deve, dunque, distinguere l’opera che ha lasciato il dott. Plinio e ciascuno chi si considera un suo figlio spirituale o chi vuole continuare la sua opera. Diceva il dott. Plinio: «Quella che ho coltivato di più è stata la Fede. Perché la Fede è la radice di ogni vita spirituale. E coloro che hanno una fede viva hanno una vita spirituale fiorente. È necessario avere passione per le cose della Fede» (Meu Itinerário Espiritual, volume II, pagina 141).
Il dott. Plinio aveva una grande e tenera devozione per la Madonna. Era devoto in particolare alla Madonna di Fatima, il cui messaggio è strettamente legato ai castighi e agli eventi che porteranno al suo regno. La devozione alla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano aveva anche un ruolo particolare nella vita e nel pensiero del dott. Plinio, poiché questa devozione parla della fiducia necessaria per superare le tempeste e le battaglie per arrivarci. Ci auguriamo che ciò che il dott. Plinio disse una volta possa ora diventare realtà per lui e anche per ciascuno di noi che, nel profondo della nostra anima, desideriamo essere ciò che il dott. Plinio considerava la sua più grande distinzione, vale a dire essere cattolici, totalmente apostolici e pienamente romani. Egli diceva: «Chiediamo alla Madonna di farci tanti Elia, cosicché quando ci presenteremo in Cielo e San Pietro ci chiederà: “Chi sei?”, potremo rispondere: “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum”. E allora le porte del Cielo si apriranno per noi, le porte dell’inferno tremeranno, e quando varcheremo la soglia celeste, in quell’immensa sala del trono che è il Cielo, dove la Regina del Cielo e della Terra ci accoglierà affabilmente, potremo sentire: “Figlio mio, hai combattuto per me, entra nella gloria di Dio!”» (pagine 121-122). Amen.

Orrore!
RispondiEliminaUn grande maestro!
RispondiEliminaFinalmente ci è proclamata la fede! Finalmente un Vescovo parla cattolico! Vergine Santissima benedici e proteggi tutti i Pastori ed Apostoli dei nostri giorni che hanno ancora il coraggio della fede cattolica apostolica romana! Che splendida omelia!
RispondiEliminaAhahahahahahahaha
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