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martedì 14 ottobre 2025

ESCLUSIVA. Delegati Assemblea Sinodale CEI e militanza "arcobalenita"

Nuova puntata sulla terribile Bozza del Cammino Sinodale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI): QUI il testo integrale ("IN ESCLUSIVA la bozza del Cammino Sinodale CEI: FERMATEVI FINCHE' SIETE IN TEMPO!"), QUI il seguito del Consiglio Permanente del 22\24 settembre a Gorizia ("IN ESCLUSIVA: la bozza del Cammino Sinodale CEI: gli sviluppi recentissimi. ¡No pasarán!?") e QUI in video commento ("Casalini e Zenone. "Vescovi contro il Cammino Sinodale CEI". VIDEO")
Aggiornamento di oggi. 
Il 4 ottobre scorso c'è stata la riunione dei delegati del Cammino Sinodale Ligure
Notiamo che uno dei delegati sinodali, Alessandro Noceto, nominato dalla Diocesi di Savona (in fondo al post il Regolamento di Elezione e un commento canonistico), sembra unito civilmente a un uomo (le foto della cerimonia sono staate postate su Facebook (pagina aperta a tutti e foto sotto) dal Reverendo...don Gabriele Semeraro, partecipante anch'esso alla "cerimonia"). Noceto si è distinto per un intervento all'ultima Assemblea a Roma, sempre del Cammino Sinodale (dal 31 marzo al 3 aprile scorsi), in cui ha detto che lamentava  il non muoversi nulla sull'accoglienza dei gay, che non c'era attenzione sul tema e occorreva riconoscimento maggiore della comunità LGBT. Sull'opportunità\liceità della nomina ad "incarichi ecclesiali" in generale vedere, ancora, parere canonistico in fondo al post. 
Le scelte personali di ognuno sono materia tra lo stesso e il suo confessore, ma quando sono pubbliche e si viene eletti ad incarichi ecclesiali le cose, ci pare, debbano essere diverse.
Sempre in questa Assemblea di Roma ci risulta sia spuntato un altro delegato, che ha dichiarato di essere stato in passato un seminarista, che sembrerebbe essersi presentato con abiti sostanzialmente muliebri e con borsetta e orecchino al naso. Non proprio il tipico abbigliamento adatto ad un evento ecclesiale ufficiale. 
Ci risulta inoltre che in tutte, o almeno molte, le Assemblee Regionali ci sia un atteggiamento molto favorevole alle coppie gay  e ai, come da loro chiamati, "transgender".

Ci risulta infine che nell'ultima riunione del Consiglio Permanente CEI, ci sia stata una strenua difesa della Bozza, soprattutto nella sezione dedicata agli omosessuali, da parte dell'Arcivescovo di Ferrara, S.E.R. Mons. Giancarlo Perego. Oltre a quest'ultimo, S.E.R. Mons. Erio Castellucci (Vice Presidente CEI e Arcivescovo di Modena) ha sostenuto di non «voler cambiare di una virgola» la Bozza in questione.

Ricordiamo che la prossima Assemblea Sinodale CEI sarà il prossimo 25 ottobre. Vedremo se si riuscira a cambiare in maniera sostanziale molte parti del documento e invitiamo, sommessamente, i vescovi italiani a leggerlo con grande attenzione.

Luigi Casalini

Parere Canonista in relazione alla nomina a "incarichi ecclesiali"

Il Regolamento del Cammino Sinodale delle chiese in Italia recita, circa i membri, semplicemente questo: "In ogni diocesi l’Ordinario nomina almeno due e massimo quattro Referenti del Cammino sinodale. Essi hanno il compito di animare e coordinare i lavori sinodali della comunità diocesana. Inoltre, redigono sintesi o altro materiale da condividere nei modi e nei tempi indicati dal Comitato CS e dalla sua Presidenza" (art. 1).
Dato il loro compito, si può dedurre facilmente che si tratti di un incarico ecclesiale, propriamente detto, per quanto questo Cammino Sinodale in realtà nulla abbia di ecclesiale e di conformità con quello che la Chiesa dovrebbe essere e dovrebbe insegnare.
Sicché, circa il delegato sinodale di Savona-Noli, per analogia (iuxta can. 19 C.I.C.), si può benissimo applicare quanto, ad abundantiam, si dice per i cd. "divorziati risposati", in quanto si tratta pur sempre di una condizione di manifesta ed oggettiva indisposizione morale.
A proposito delle funzioni che i "divorziati risposati" possono svolgere nella Chiesa (e così di chiunque si trovi in una situazione di oggettiva indisposizione morale), i documenti ecclesiali ricordano che «a motivo della loro situazione obiettiva i fedeli "divorziati risposati" non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali, in particolare quei compiti ecclesiali che presuppongono una testimonianza di vita cristiana, quali l’ufficio di padrino, lettore, ministro straordinario dell’Eucaristia, insegnante di religione, catechista, membro del Consiglio pastorale diocesano o parrocchiale. È anche sconsigliabile che siano chiamati a fare da testimoni nelle nozze» (CDF, Sulla pastorale dei divorziati risposati. Documenti, commenti e studi, LEV, Città del Vaticano 1998, p. 17).

La decisione di ammetterli o meno alle diverse funzioni andrà presa in attenzione anche all’allontanamento del rischio di scandalo per gli altri fedeli, ecc.

«Anche su questo punto [la partecipazione ai consigli pastorali, ecc., n.d.r.] non si può obiettare che i fedeli interessati vengono discriminati. Si tratta piuttosto di conseguenze intrinseche alla loro oggettiva situazione di vita. Al riguardo il bene comune della Chiesa esige che si eviti la confusione ed in ogni caso un possibile scandalo. D’altra parte anche in questa problematica la questione non può essere ristretta unilateralmente ai fedeli divorziati risposati, ma deve essere affrontata in modo più profondo e più ampio» (CDF, Sulla pastorale dei divorziati risposati. Documenti, commenti e studi, LEV, Città del Vaticano 1998, p. 17).

Ratzinger diceva questo con riferimento al n. 1650 del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Cfr. anche G. TREVISAN, I divorziati risposati possono assumersi delle responsabilità nella vita della Chiesa?, in «Quaderni di diritto ecclesiale» 6 (1993) 249-260, che espone le possibilità e i limiti dell’assunzione delle responsabilità ecclesiali sulla base di tre principi: quelli dell’idoneità, dell’opportunità e della necessità.

Pertanto, si può concludere che, nel caso del delegato della Diocesi di Savona - Noli, per i predetti motivi, non ci sia idoneità, non ci sia opportunità e non ci sia necessità, anzi la designazione sa molto di forzatura e di tentativo di accreditare ciò che invece va evitato, tenendo anche conto che la condizione di "unito civilmente con altro uomo" ha dato negativa pubblicità alla situazione già di per se sconveniente secondo la dottrina cattolica.