Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1264 pubblicata da Paix Liturgique il 2 settembre, in cui si commenta la decisione della Université catholique di Lovanio di sopprimere la Messa di inizio anno accademico e di sostituirla con una liturgia della Parola.
La motivazione addotta dalla più grande università francofona belga, fondata nel 1425, rasenta il ridicolo: per rendere l’evento spirituale «più adatto alle esigenze della comunità universitaria».
L.V.
Dimmi come festeggi il tuo compleanno e ti dirò chi sei. Che si tratti di un giubileo come quello che viviamo quest’anno 2025 nella Chiesa universale o di una grande indulgenza come quella del Sanctuaire de Sainte-Anne di Sainte-Anne-d’Auray, che il 26 luglio scorso ha celebrato i quattrocento anni delle apparizioni della nonna di Cristo in Bretagna al servo di Dio Yvon Nicolazic, secondo lo spirito cristiano un anniversario si festeggia in particolare con la celebrazione dei Santi Misteri. In occasione di un evento del genere, una Messa rende grazie e fa memoria. La Messa di Papa Leone XIV, davanti a più di un milione di giovani lo scorso 3 agosto a Roma, è stata il culmine del Giubileo dei Giovani. Più vicino a noi, in Francia, la Messa solenne celebrata dal card. Robert Sarah, inviato speciale scelto dal nuovo Papa, ha coronato le attività missionarie della Diocesi di Vannes, in particolare la sua Grande Troménie [pellegrinaggio bretone risalente al X-XI secolo: N.d.T.], in occasione del quarto centenario della visita di Sant’Anna in terra bretone. La Messa, trasmessa sul canale televisivo Canal News [QUI: N.d.T.], ha avuto un notevole riscontro grazie all’omelia vigorosa e senza mezzi termini pronunciata dal card. Sarah [QUI su MiL: N.d.T.].
Sì, la Messa è il luogo per eccellenza del ringraziamento «È veramente cosa buona e giusta / Vere dignum et iustum est» e il momento privilegiato in cui si chiedono grazie «Liberaci, o Signore, da tutti i mali, passati, presenti e futuri / Líbera nos, quǽsumus Dómine, ab ómnibus malis, prætéritis, præséntibus et futúris». Nella tradizione spirituale della Chiesa, la celebrazione della Messa permette così di collocare ogni evento (miracoloso, storico, sacramentale, corporativo) in relazione a Dio. Nel ricordare questi diversi eventi, la navata piena di fedeli è invitata a onorare il Signore per i suoi benefici e a implorarne l’aiuto per oggi e per domani. Così, l’11 febbraio, la Chiesa celebra le apparizioni di Nostra Signora a Lourdes, anniversario della prima apparizione della Vergine Maria a Santa Bernadette Soubirous nella grotta di Massabielle. Nei nostri Missali Romani, alla data del 7 ottobre, troviamo la festa della Beata Vergine Maria del Rosario. Non è un caso del calendario, poiché proprio il 7 ottobre 1571 la Cristianità, allora minacciata da una flotta ottomana numericamente superiore, ottenne la vittoria a Lepanto. In precedenza, San Pio V aveva esortato tutti a pregare… il Santo Rosario per chiedere la protezione divina e la vittoria! Nel giorno dell’anniversario dell’incoronazione di un Papa in carica, le rubriche richiedono di celebrare la Messa votiva prevista a tal fine per le intenzioni del Sommo Pontefice. Nel giorno di Sant’Uberto, è consuetudine che le Messe siano celebrate in presenza e per i cacciatori. Tutti questi piccoli esempi attestano il solido e tradizionale legame che esiste tra l’anniversario e la Santa Messa.
Perché tutto questo sviluppo? Per sottolineare con forza che c’è motivo di stupirsi nell’apprendere che l’Université catholique di Lovanio in Belgio, nel 600º anniversario della sua fondazione, ha deciso quest’anno di rinunciare alla sua consueta Messa di inizio anno accademico. Il prossimo 15 settembre, nella più grande università francofona belga, una liturgia della Parola sostituirà la Messa! Il motivo? Per rendere l’evento spirituale «più adatto alle esigenze della comunità universitaria». Internamente, il cambiamento di formula è visto come «un segno di realismo di fronte alla secolarizzazione». Sul quotidiano La Croix, l’ex responsabile della pastorale studentesca, padre Philippe Berrached A.A., confessa senza vergogna: «Il 90 per cento delle persone presenti [alla Messa] venivano con i piedi di piombo», «La comunità universitaria ascoltava l’omelia, ma nemmeno il 20 per cento di loro andava a ricevere la Comunione» [QUI: N.d.T.].
Da questa soppressione della tradizionale Messa di inizio anno dell’Université catholique di Lovanio si possono trarre diverse riflessioni. Innanzitutto, bisogna constatare che la riforma liturgica prometteva di rendere più comprensibile il mistero della Messa ai fedeli. Per quanto riguarda il caso che ci interessa – e che purtroppo non è un caso isolato – bisogna riconoscere che il fallimento è evidente.
Seconda riflessione: la bussola non è più orientata verso Dio, ma incentrata sulle sensazioni dei fedeli. Prevale l’imperativo del minimo comune denominatore: «optiamo per una semplice liturgia della Parola, questo unirà». E domani? Dovremo accontentarci di una farandola [danza popolare provenzale: N.d.T.] attorno alla Croce per conservare gli ultimi Mohicani eventualmente interessati alla spiritualità?
Terza riflessione: «nemmeno il 20 per cento di loro andava a ricevere la Comunione». Così l’opportunità della celebrazione della Messa, il rinnovamento del sacrificio della Croce, è vista solo in relazione al movimento della Comunione. Se una minoranza comunica il corpo di Nostro Signore, l’Eucaristia non avrebbe più ragione di esistere. Una visione del tutto errata della Messa. Siamo molto lontani dall’esclamazione pronunciata da Papa Benedetto XVI: «Niente rimpiazzerà mai una Messa per la salvezza del mondo!». Era il 2008 e fu durante la Messa celebrata a Parigi sulla Esplanade des Invalides [QUI: N.d.T.].
È infatti essenziale ricordare la teologia dell’Eucaristia: ogni Messa porta con sé il suo corteo di adorazione e di grazie. Attraverso la Santa Messa, si rende un culto adeguato a Dio. Attraverso la Santa Messa, si riversano abbondanti benefici spirituali a vantaggio dei vivi e dei morti. Considerare la celebrazione della Messa solo alla luce delle aspettative dei fedeli rivela una rottura totale con la tradizione della Chiesa. Con la sua visione rivoluzionaria e modernista della Messa, l’Université catholique di Lovanio è stata colta in flagrante mentre praticava una pastorale scollegata da una dottrina sicura. I Santi Misteri non sono più teatro di comunicazioni divine che ci sfuggono, quel luogo senza pari di dialogo tra la terra e il cielo. No, la Messa appare loro come un ostacolo in sé alla «comunione universitaria». Per un’università pubblica, lo si sarebbe capito. Per un’università cattolica, che triste ammissione di incoerenza!

Lovanio ha finito di essere università cattolica da un bel pezzo.Come la Loyola university di Chicago.Posti da evitare accuratamente per un giovane .
RispondiEliminaCerto che ci vuole del coraggio a fare un fotomontaggio come quello con vittima padre Martin!
RispondiEliminaUna cosa del genere, fatta a qualcuno di voi, scommetto sarebbe denunciata e censurata.
Viva Padre Martin che ci scalda il cuore alla faccia di certa gente.