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sabato 20 settembre 2025

Le società "segrete" cattoliche: la Compagnia del SS.mo Sacramento

Un'interessante pezzo di storia cattolica.
Luigi C.


Una pagina poco conosciuta della storia della Chiesa è rappresentata dalle società segrete cattoliche che combatterono la Rivoluzione nel corso dei secoli che vanno dall’epoca del protestantesimo a quella del modernismo. Una delle prime e più conosciute fu la Compagnia del SS.mo Sacramento, fondata a Parigi nel 1628 da Henri de Lévis, duca di Ventadour (1596-1680)r. Essa raccoglieva le anime più ferventi della Francia allo scopo di “compiere tutto il bene possibile e di allontanare tutto il male possibile, in ogni momento, in ogni luogo e nei confronti di tutte le persone”. Il suo motto era “facere et pati fortia caholicum est”: “è proprio dei cattolici fare e patire forti cose” (René Taveneaux, La Compagnie du Saint-Sacrement (1629-1667), Armand Colin, Paris 1960)
Le vette della perfezione cristiana sono sempre avvolte dal profumo del segreto. Per questo, sul monte Tabor, dopo aver mostrato la sua gloria a Pietro, Giacomo e Giovanni, “Gesù ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti” (Mc 9,9). Lo stesso Gesù, dopo la professione di fede (Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, Mt, 16, 20), ordinò ai discepoli di non dire a nessuno che era lui il Cristo.
Per questo, regola fondamentale della Compagnia fu il segreto, che permetteva ai suoi membri di imitare il nascondimento di Dio in Gesù Cristo, e di Gesù nell’Eucarestia. La segretezza proteggeva inoltre la spiritualità e la libertà d’azione dei membri, molti dei quali appartenevano all’élite sociale e politica del tempo (nobili, magistrati, uomini di Chiesa), proteggendoli dalle manovre dei suoi denigratori e dei nemici, anche interni alla Chiesa.

L’associazione aveva il suo centro presso il convento dei cappuccini in Faubourg Saint-Honoré e i suoi direttori erano laici. Tra questi va ricordato il barone Gaston de Renty (1611-1649), uno dei grandi promotori della rinascita cattolica in Francia nel secolo XVII che, dal 1639 fino alla morte, fu ben undici volte superiore della Compagnia del SS.mo Sacramento (cfr. Raymond Triboulet, Gaston de Renty, Beauchesne, Paris 1991). Renty era un laico sposato, di grande attività apostolica e vita interiore, che fu direttore spirituale di molte monache, alcune di clausura, tra le quali una suora del Carmelo di Beaune, di cui è stata proclamata l’eroicità delle virtù, la venerabile: Margherita del Santissimo Sacramento. Il padre gesuita Jean-Baptiste Saint-Jure ci ha lasciato un’importante biografia del barone de Renty, descrivendolo come “un modello di compiuta perfezione” (La vie de monsieur Renty, ou le modèle d’un parfait chrétien, Le Petit, Paris 1651).

I Le riunioni dell’associazione, avvenivano il giovedì, giorno consacrato al Santissimo Sacramento dell’Altare, si aprivano con una preghiera al Santissimo e, dopo l’esame dei diversi progetti di pietà e di carità, si chiudevano con il Salmo Laudate Dominum omnes gentes. Il Re di Francia Luigi XIII fu informato dell’esistenza e dei fini della Compagnia e ne chiese l’approvazione all’arcivescovo di Parigi, che però la rifiutò. Mons. Gianfrancesco Guidi di Bagno, nunzio apostolico a Parigi dal 1645 al 1656 partecipò spesso alle sue riunioni, ma Roma non riconobbe mai l’esistenza della Compagnia con un documento ufficiale.

Si devono alla Compagnia del SS.mo Sacramento l’Ospedale Generale per tutti i mendicanti di Parigi, il seminario delle Missioni Estere e l’aiuto a numerose opere caritative, tra cui l’opera di san Vincenzo de’Paoli (1581-660). L’organizzazione era dedicata aprincipalmente alle opere di carità, ma lottava anche contro gli ugonotti per preservare la fede cattolica della Francia. Vi erano in Francia quasi sessanta filiali, di cui circa una trentina sconosciute anche ai vescovi. Nel 1659 la Compagnia tenne con grande successo il suo congresso generale a Parigi: “Il cattolicesimo militante passò in rivista le sue forze”, scrive mons. Pietro Amato Frutaz (Enciclopedia cattolica, vol. IV (1950), coll. 79-80). Ma l’anno seguente il segreto fu svelato e un decreto reale del primo ministro, il cardinale Giulio Mazarino, ne proibì le riunioni. In realtà l’associazione sopravvisse fino verso il 1670 e le compagnie di provincia proseguirono ancora a lungo, senza mai estinguersi completamente. I suoi avversari, che venivano soprattutto dalle file dei giansenisti e del partito anti-romano, la chiamarono spregiativamente “la cabale des dévôts”, la “Cabala dei Devoti”.

La Compagnia del Santissimo Sacramento, pur essendo diretta da laici, annoverò tra i suoi membri anche eminenti religiosi. Basti ricordare, oltre a san Vincenzo de’Paoli, san Giovanni Eudes (1601-1680), il grande apostolo del culto ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, che fu a sua volta profondamente influenzato da una mistica laica del XVII secolo, Marie des Vallées, conosciuta anche come “la santa di Coutances”, dal luogo della Normandia dove nacque nel 1590.

L’incontro con la veggente fu decisivo nella vita di Eudes, che le fu legato per tutta la vita, la assisté in punto di morte e la difese contro le calunnie e le incomprensioni. Il biografo di Marie des Vallées fu il barone de Renty, superiore della Compagnia del Santissimo Sacramento e amico di san Giovanni Eudes.

L’asse della vita spirituale di Maria des Vallées era la sottomissione totale e disinteressata della volontà alla Giustizia divina, che, secondo le rivelazioni che ella ricevette, intende distruggere il peccato attraverso tre diluvi: Il primo diluvio è quello del Padre, che è stato un diluvio di acqua; il secondo quello del Figlio, che è stato un diluvio di sangue; il terzo è quello dello Spirito Santo, che sarà un diluvio di fuoco. Un’eco di questa profezia si raccoglie nella Preghiera infuocata di san Luigi Maria Maria Grignion de Montfort e nel suo Trattato della Vera devozione alla Vergine, dove scrive che “alla fine del mondo l’Altissimo e la sua santa madre devono formarsi dei grandi santi, i quali sorpasseranno di tanto in santità la maggior parte degli altri santi quanto i cedri del Libano sorpassano gli altri alberelli, come fu rivelato ad una santa anima, la cui vita fu scritta da Monsieur de Renty” (n. 49).

Nelle pagine di san Luigi Grignion di Montfort si respira lo spirito della Compagnia del SS. Sacramento, che rimane un modello associativo cattolico valido soprattutto nei periodi di grave crisi religiosa e morale.