Riceviamo e pubblichiamo.
"Papa Leone XVI di recente ha concesso una lunga intervista all’agenzia americana “Crux” per una sua biografia in spagnolo. I temi toccati sono vari: dalla guerra in corso, alle finanza vaticane e ai punti più caldi del dibattito all’interno della Chiesa, in particolare l’ordinazione femminile e il Sinodo, le persone cosiddette LGBT e la Messa in Latino. Dialogando con un fare molto attento alle parole, Papa Leone sembra voler tracciare un metodo con cui intende approcciarsi alla dottrina della Chiesa nelle questioni più dibattute, più che rivelare ciò che farà".
Reinformation.TV-Jeanne Smits: E’ davvero Leone un Francesco 2.0? “…L’intervista non è sicuramente una forma di espressione desiderabile, che aiuta a chiarire la confusione nel mondo in cui viviamo... Detto questo, è davvero notevole che tutta la stampa mainstream mondiale abbia presentato le risposte di Leone XIV come un rifiuto senza compromessi dell'ordinazione delle donne e delle unioni gay... ... Alla luce delle precedenti dichiarazioni di Leone XIV e di quelle rilasciate quando era ancora padre Robert Prévost sul matrimonio e la “cultura” LGBT, questo linguaggio non sembrava in linea con il suo pensiero. La mia impressione è stata immediatamente: ha evitato a tutti i costi il confronto diretto. Un po' come una madre che dice al figlio “vedremo”... quando lui chiede qualcosa di impossibile. Questo certamente non ha il merito della chiarezza, ma può essere spiegato in determinate circostanze. Gavin Ashenden, ex vescovo anglicano, cappellano della regina Elisabetta fino al 2017, prima di convertirsi al cattolicesimo, e che oggi scrive per The Catholic Herald, sembra condividere questa opinione. Egli scrive che è necessario decifrare il codice utilizzato da Leone XIV nei suoi scambi con la signora Allen. (...)In uno spirito simile, Michael Matt osserva in un video del media The Remnant, che dalla metà del XX secolo porta la voce del cattolicesimo tradizionale negli Stati Uniti, che Leone XIV è veramente un papa post-conciliare, formato con e dalla nuova liturgia, con e dal vocabolario «morbido» che evita le asperità. Leone XIV ha avuto cura di ricordare le verità, anche se in un modo e con un vocabolario direttamente riconducibili a questa origine e a questa formazione, e lo ha fatto in un certo senso nella tana del lupo".
QUI e sotto il video integrale.
QUI ancora Padre Lanzetta: "Papa Leone XIV di recente ha concesso una lunga intervista all’agenzia americana “Crux” per una sua biografia in spagnolo. I temi toccati sono vari: dalla guerra in corso, alle finanze vaticane e ai punti più caldi del dibattito all’interno della Chiesa, in particolare l’ordinazione femminile e il Sinodo, le persone cosiddette LGBT e la Messa in Latino. Dialogando con un fare molto attento alle parole, Papa Leone sembra voler tracciare un metodo con cui intende approcciarsi alla dottrina della Chiesa nelle questione più dibattute, più che rivelare ciò che farà.
È evidente la distanza sostanziale rispetto a Francesco. Eppure Leone prova sempre a mostrarsi in continuità con il pontificato precedente, cercando, con arguzia, di sciogliere i nodi ingarbugliatisi perché cessino le polarizzazioni. Si chiede: perché discutere di diaconato femminile quando non si sa neppure cosa sia il diaconato permanente? Non ci sono categorie “sessualizzate” nella Chiesa, ma accogliamo tutti in quanto persone e figli di Dio: questa è la sua visione del “todos”, senza ritualizzazioni di benedizioni speciali. Perché, infine, non portare la questione della Messa tridentina in Sinodo e così capire il futuro di due Messali, piuttosto che occuparsi di cose che non portano a nessuno sbocco in quanto ideologiche? Fin qui molto bene.
Eppure ci sono passaggi del discorso in cui Leone sembra aprire al dubbio su questioni certe, come ad esempio quando dice: «Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che cambierà la dottrina della Chiesa, per quanto riguarda ciò che la Chiesa insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio». Quindi se non prossimamente, ma nel lontano futuro qualcosa può cambiare a riguardo? Il Papa, in quel contesto, aveva invocato un cambiamento di atteggiamento prima di pensare di cambiare la dottrina. Questo ha dato a P. James Martin, noto propagandista dell'omoeresia, di poter essere speranzoso. Oppure quando dice di passaggio che “Fiducia supplicans” chiede di benedire tutti ma senza riti specifici. Invece il proprium di questo documento è di poter benedire le coppie omosessuali formulando un genere di benedizioni contrario alla creazione di Dio. Per questo “Fiducia supplicans” va abolito, non semplicemente sminuito.
È chiaro dall’insieme dell’intervista che il Papa non intende cambiare alcunché della fede e della morale, anche perché non ne avrebbe la capacità, ma lo dice in un modo discorsivo e con espressioni linguistiche che possono invece veicolare l’esatto opposto, a seconda dell’ermeneutica di chi ascolta. Ecco il rischio di dire delle cose così importanti in un’intervista a braccio. Papa Leone prova a smussare gli angoli, e a evitare le polarizzazioni con un metodo inclusivo. Certamente però sa che quando si arriverà al momento di confermare i fratelli nella fede, sui medesimi temi affrontati in modo libero nell’intervista, non potrà seguire lo stesso copione, ma dovrà dire “pane al pane e vino al vino”, con il rischio inevitabile di urtare qualcuno e di escluderlo dalla rete dei pesci.
Sarebbe sicuramente una buona idea evitare del tutto interviste e metodologia giornalistica su temi così centrali per la nostra fede".
Luigi C.
