Ritorno alla comunione in ginocchio

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1255 pubblicata da Paix Liturgique il 25 agosto, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), ripercorre in sintesi alcuni esempi di chiese – in particolare negli Stati Uniti d’America – nelle quali, pur celebrando in rito moderno, i Parroci, con l’entusiasmo e la collaborazione dei fedeli, hanno ripristinato le balaustre e gli inginocchiatoi per ricevere la Santa Comunione.

L.V.

Ritorno alla comunione in ginocchio

Le sentinelle continuano per la 205ª settimana le loro preghiere per la difesa della Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, ci sono diversi segni inequivocabili di un «ritorno». Ad esempio, il ritorno dei sacerdoti in abito talare nelle Parrocchie, ma anche degli inginocchiatoi in molte chiese e, discretamente, delle panche per la comunione.

Non vi farò un elenco delle chiese in cui ho notato questo incoraggiamento dei Parroci francesi nei confronti dei loro parrocchiani a tornare a questa pratica di rispetto e adorazione, per non mettere in imbarazzo questi sacerdoti. Ma vi dirò che sempre più Parrocchie americane stanno installando banchi per la comunione e che, di conseguenza, l’80-90 per cento dei fedeli che praticano il Novus Ordo si comunicano in ginocchio.

È il sito National Catholic Register a fornire tre esempi: a Stockbridge (Massachusetts), il Parroco ha installato panche per la comunione nel febbraio 2025 e assicura che i suoi fedeli sono «entusiasti»; a Richmond Hill (Georgia), la panca per la comunione ha ripreso il suo posto da un anno e il 90 per cento dei comunicandi ora si inginocchia per ricevere la Santa Eucaristia; nella St. Raymond of Penafort Catholic Church a Springfield (Virginia), la balaustra è in uso da cinque anni e l’80-90 per cento delle persone si inginocchia [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. E la maggior parte di coloro che non lo fanno è perché hanno difficoltà a inginocchiarsi e a rialzarsi.

Allo stesso modo, se la Santa Messa tradizionale fosse proposta nelle Parrocchie…

Durante l’estate continuiamo a recitare il Santo Rosario davanti agli uffici dell’Arcivescovado (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, la domenica alle ore 18:15.

Echi della veglia: un Africano passa davanti a noi e attacca bottone: «Sono di Cotonou, in Benin, e mi sono reso conto del problema delle lingue che alcuni chiamano vernacolari il giorno in cui il nostro Parroco ha voluto celebrare in lingua fon. Questo ha provocato una rivoluzione nella Parrocchia perché non era la lingua di tutti i fedeli e il prete ha dovuto tornare alla lingua francese, più ecumenica, ma ha sbagliato: avrebbe dovuto ripristinare la liturgia in lingua latina, che è la lingua propria della Chiesa e non di un gruppo. La lingua francese è comunque la lingua coloniale… Non lo dico contro il francese, che amo, ma comunque… So che la liturgia tradizionale non è innanzitutto una liturgia in latino, ma la rispetto perché è l’unica che generalizza e diffonde la lingua della Chiesa: Oremus!».

In unione di preghiera e amicizia.