Post in evidenza

Messainlatino ha vinto la causa contro Google!

Il piccolo Davide-MiL ha fiondato Googlia, si parva licet componere magnis . (Per inciso: è significativo che l'aggettivo 'filisteo...

domenica 24 agosto 2025

Il Card. Sarah: “Un’Europa senza Dio è un continente morto”

Il grande Cardinale Robert Sarah.
Luigi C.


UN GRIDO CHE SQUARCIA LA NOTTE DEL NICHILISMO CONTEMPORANEO

In un’epoca in cui il silenzio di Dio sembra pesare sull’Europa come una nube densa e tragica, le parole del cardinale Robert Sarah pronunciate a Sainte-Anne-d’Auray risuonano come un grido che squarcia la notte del nichilismo contemporaneo: «Ne profanez pas la France avec vos lois barbares et inhumaines».
Non è solo un lamento, non è un discorso come tanti: è un grido profetico, una supplica che diventa accusa, un’invocazione che diventa comando. La Francia, terra un tempo consacrata, figlia primogenita della Chiesa, non può continuare a sfigurarsi con leggi di morte senza correre verso l’abisso.
L’aborto costituzionalizzato, l’eutanasia mascherata da pietà, la riduzione della vita a un’opzione revocabile: tutto questo è barbarie travestita da progresso, disumanizzazione elevata a diritto.
Ma il cardinale non si limita alla denuncia: egli richiama alla verità essenziale, che l’Occidente ha dimenticato – quella per cui l’uomo non è il centro, ma solo una creatura davanti al suo Creatore, e che l’unica libertà vera è l’adorazione.

Con un’audacia che oggi pochi osano, Sarah afferma che la Bretagne è ancora una terra sacra, e deve restarlo, perché Dio vi ha piantato le sue radici. E come ogni terra consacrata, essa è chiamata a rifiutare il compromesso, il folklore spirituale, la liturgia svuotata di timore e tremore.

La liturgia, infatti, è il cuore del messaggio del cardinale: non uno spettacolo, non un’occasione di espressione culturale, ma un’irruzione del divino nella storia, un sacramento che ci precede e ci trascina nella gloria. “Nous devons célébrer la liturgie avec crainte et tremblement”, egli ammonisce, perché solo chi trema davanti a Dio è veramente vivo.

E questo tremore si riflette anche nel rispetto delle chiese: non teatri, non sale da concerto, ma luoghi consacrati, dove si entra con l’anima purificata e l’abito dignitoso, come hanno mostrato i fedeli bretoni in costumi tradizionali – non per folklore, ma per rendere onore a Dio.

In queste parole vi è una teologia incarnata, un’estetica del sacro che restituisce alla fede la sua nobiltà perduta. Ma il cuore dell’omelia non è la nostalgia del passato, bensì l’urgenza della conversione.

Troppo spesso, ci ricorda Sarah, l’Occidente riduce la religione a un umanitarismo tiepido, a un’ideologia dell’accoglienza svincolata dal Vangelo, a un sentimentalismo che dimentica la Croce. Eppure Cristo, nel deserto, ha rifiutato di ridurre la redenzione a un benessere materiale.

Ecco il cuore del dramma: anche se tutti avessero pane, se tutti fossero sazi, senza Dio l’uomo si autodistrugge. L’Europa è lì a dimostrarlo: tra il benessere e l’oblio, ha scelto l’oblio. Ma, ammonisce il cardinale, ciò che salva il mondo è solo il pane di Dio, Cristo stesso.

Non c’è altro rimedio alla miseria dell’uomo che inginocchiarsi davanti a Dio. Solo lì, nell’adorazione, l’uomo trova se stesso, la sua dignità, il senso della sua esistenza.

Questo è il nucleo della sua omelia: un’Europa senza Dio è un continente morto. E la Francia, se non si riconsegna al suo Signore, si sta profanando. Non si tratta più di difendere valori culturali o identitari: si tratta di tornare a Dio, o morire. Ogni altra via è illusione. Di fronte al male, al dolore degli innocenti, alla banalizzazione della morte, l’unica risposta autentica è l’adorazione. Tutto il resto – le ideologie, le politiche, le soluzioni umane – non bastano.

Non bastano i piani contro la povertà, se l’anima è affamata di Dio. Non basta la pace diplomatica, se l’uomo è in guerra contro il suo Creatore. Ecco perché il messaggio di Sarah è tanto esigente quanto salvifico. Non offre consolazioni facili, ma la verità che brucia: Dio è tutto, e senza di Lui l’uomo è nulla. Che questa parola sia ascoltata. La Francia, terra dei martiri e dei santi, “non si lasci ridurre a campo di sperimentazione di nuove barbarie legislative”.

Il grido di Sainte-Anne-d’Auray non è solo per i bretoni, ma per l’intera cristianità occidentale. Il tempo della neutralità è finito: o si sta con Dio, o si cade nel nulla.