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lunedì 11 agosto 2025

Ecclesia Dei. "Il futuro della Chiesa inizia con “Introibo ad altare Dei”"

Il futuro della Chiesa è nella Tradizione.
Luigi C.

Ecclesia Dei, 4-8-25

 È martedì 29 luglio 2025 e siamo ad Assisi, nel santuario della Spogliazione, luogo in cui - come ci consegnano la tradizione e le fonti - il Serafico Padre Francesco si è spogliato delle sue vesti per sposare madonna povertà ed è anche il luogo presso il quale sono custoditi i resti del Beato Carlo Acutis, prossimo Santo della Chiesa Universale.  

Entrando nella chiesa veniamo come catapultati in un'atmosfera che ha del  surreale, in particolare per i tempi che viviamo: chiesa tipicamente medioevale, spoglia all'interno con altare ben sopraelevato rispetto ai fedeli e dello stesso stile architettonico della chiesa. Immaginiamo che anche voi, cari lettori, entriate in questa bella chiesa retta dai Padri Cappuccini, magari per una visita al Beato Carlo, per una confessione oppure per

una visita al Santissimo Sacramento, e appena entrati vi ritrovate immersi in una folla di fedeli in ginocchio, tutti molto giovani, vestiti modestamente, le donne con il capo coperto. Spostando l'attenzione verso l'altare, ancora la vista vi fa notare qualcosa di piuttosto insolito: il sacerdote, rivestito di pianeta e manipolo, non è rivolto verso il popolo, bensì coram Deo, verso l'altare, fermo e leggermente inchinato ai piedi dell'altare con un ministro inginocchiato di fianco a lui che bisbigliano qualcosa di strano, in una lingua non comune oggi in chiesa: è il famoso Introibo ad altare Dei, il salmo 42 che aiuta il sacerdote, con l'ausilio di chi lo assiste, a prepararsi con umiltà e animo contrito dei propri peccati, a salire all'altare e celebrare il Santo Sacrificio. 

Nel frattempo vi è un sottofondo musicale di solo voci umane che cantano l'Introitus, un salmo che introduce a tutta la liturgia, che riempie l'aria divenuta improvvisamente eterna e sacra. Nessuna chitarra che strimpella note a ritmo caraibico

o mani che battono all'impazzata impastate di parole che mischiano sacro con profano e teologia cattolica con protestantesimo puro. Solo silenzio pieno, una  grazia che scaturisce dal frutto di quel Sacrificio che sta per ripresentarsi nuovamente e il desiderio di quei fedeli che vi assistono per ricevere il Corpo, Sangue, Anima e Divinità di quel Dio che, immolandosi nuovamente sull'altare, si unisce a noi e vuole fare comunione con noi perché brama con tutto Se stesso di  trasformarci in Lui, di divinizzarci. 

Trovandovi dinanzi questa scena che subito innalza l'anima a Dio e fa nascere quel desiderio interiore di unione con l'Eterno Altissimo, io dico: «Ecco il futuro della Santa Chiesa!». È come un libro la cui prefazione ci fa comprendere quale sarà il contenuto ed inizia con le parole “Introibo ad altare Dei”. La Chiesa, i sacerdoti, gli Ordini e le Congregazioni religiose, e così gli stessi fedeli, si cibano, attingono e prendono le forze dal nutrimento principale, il più alto e sublime: la Santa Messa. Detto questo penso sia inutile porre la domanda: «Perché la Chiesa oggi versa in tali condizioni? Di quale liturgia ci stiamo nutrendo e di quante grazie ci stiamo privando che Dio vuole donarci attraverso una Messa che pone le basi della sua tradizione ai tempi apostolici?». 

Il futuro è quasi diventato presente, siamo nel “già e non ancora”, per dirla con un'espressione della teologia biblica escatologica, fratelli carissimi, e quanto verificatosi ad Assisi lo scorso martedì ne è la prova: un gruppo proveniente da Svizzera, Germania e Olanda - Paesi ultra protestantizzati - in pellegrinaggio ad Assisi celebrano la Messa di sempre, quella di San Pio V, nel cuore di Assisi, nella culla di tutto l'Ordine Francescano. 

Se è vera la frase che tanti signori dicono alla vista dei giovani negli oratori, dove tutto c'è tranne che Dio, ovvero «i giovani sono il futuro», ebbene siamo arrivati! In quella chiesa, a quella Messa vi erano solo giovani, sacerdote compreso! Tutta la Chiesa, più o meno consapevolmente, sta usando la logica del salmista del Salmo 42: «Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat iuventutem meam», «Mi accosterò all'altare di Dio, a Dio che dà letizia alla mia giovinezza». Ciò vuol dire che in questo momento, che dura da anni, in cui tutto sembra essere vuoto e quasi inutile nelle liturgie vissute in modo sciatto e con modalità e parole molto filo-protestanti, i giovani fedeli, soprattutto, stanno riportando la mente ed il cuore a quando la Chiesa splendeva di santità, quando Dio con la Sua opera e la Sua grazia donava “letizia alla giovinezza” della Chiesa! Tutti noi dobbiamo e desideriamo salire all'altare del nostro Dio e allo stesso tempo stiamo ricordando (riportando al cuore) come salivano all'altare i primi santi, i primi apostoli, i primi martiri per mezzo dei quali Dio ha reso lieta la giovinezza della Chiesa. Essa infatti potrà invecchiare secondo il kronos, ma non secondo il kairòs perché essa è il Corpo mistico di Cristo che è eterno e non muore più.

Chiediamo al Signore e alla Santissima Vergine nostra Madre di illuminare le nostre anime con lo stesso Spirito con cui tanti giovani sono illuminati affinché possiamo essere strumenti di grazia di Cristo che ridonerà letizia alla Chiesa così martoriata dalla massoneria e dal modernismo, lavoratori di Satana che ancora non si arrendono al posto che Dio, già nella Genesi, ha loro assegnato:  schiacciati sotto il piede umilissimo e potentissimo dell'Immacolata, Mediatrice e Corredentrice.

La Madonna ci ottenga sempre più l'amore a Gesù, l'amore al sacrificio e all'offerta di ciascuno di noi secondo l'esempio del suo Divin Figlio e amore sempre più grande alla Messa, quella Messa che è stata celebrata ad Assisi. Il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria ci otterrà tutto questo. Preghiamo affinché venga e venga presto.

Laudentur Jesus et Maria!