
La Bellezza salverà il mondo.
"Gli uomini di quei tempi avevano convinzioni; noi, i moderni, non abbiamo altro che opinioni e per elevare una cattedrale gotica ci vuole qualcosa più di un’opinione".
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 13 Giugno 2025
L’architettura è sempre espressione di un ben preciso modo di pensare; e quindi del giudizio che si dà alla realtà, alla vita, alle cose. Se il proprio pensiero è forte, allora la bellezza ne sarà un effetto; ma se il proprio pensiero è debole, allora sarà inevitabile il trionfo del brutto.
Ciò che si è appena detto può sembrare come qualcosa di apodittico, cioè senza nessuna dimostrazione. Invece l’argomento è molto chiaro. Il pensiero debole è un pensiero fluido, flaccido, incapace a definire, a discriminare, a distinguere il reale. E’ un pensiero che, se può trasformarsi (e molto spesso ciò accade) anche in un pensiero intollerante, si priva però della capacità di giudicare il reale in maniera definitiva. Pertanto la sua traduzione sul piano del linguaggio delle immagini non può che essere di esaltazione dell’indefinito e dell’incomprensibile.
Stefano Zecchi, professore di estetica, ha affermato:
Mai secolo come il ‘900 ha tanto teorizzato il brutto nell’arte, accettando che in un’opera ci potessero essere elementi volgari, inespressivi, dissonanti e negativi. La teorizzazione del brutto nelle forme dell’arte ha portato alla tolleranza del cattivo gusto nei comportamenti quotidiani.
Il poeta tedesco Heinrich Heine (1797-1856) si chiese come mai nel medioevo costruissero delle bellissime cattedrali. Si dette questa risposta:
Gli uomini di quei tempi avevano convinzioni; noi, i moderni, non abbiamo altro che opinioni e per elevare una cattedrale gotica ci vuole qualcosa più di un’opinione.