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giovedì 3 luglio 2025

La grande miseria della Chiesa tedesca: l’esaurimento delle ordinazioni

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1230 pubblicata da Paix Liturgique il 2 luglio, in cui si riportano, analizzano e commentano i dati relativi alle ordinazioni sacerdotali in Germania: nel 2024 le 27 (ventisette) Diocesi tedesche hanno complessivamente ordinato 29 (ventinove) sacerdoti; ed il 2025 non sarà migliore, anzi.

L.V.


Dopo anni di errori liturgici, teologici e di propaganda LGBT nel Synodaler Weg [cammino sinodale tedesco: N.d.T.], le conseguenze cominciano a manifestarsi con chiarezza. Al posto della Germania cristiana, c’è un deserto di sale. Finora, le centinaia di migliaia di «uscite dalla Chiesa» (QUI), un procedimento amministrativo che consente di cessare il pagamento delle tasse ecclesiastiche e di distaccare l’individuo dall’associazione riconosciuta come Chiesa, fungevano da barometro della fuga dei Cattolici tedeschi.

Una fuga aggravata dalla demografia tedesca: i Cristiani non si rinnovano più e i giovani tedeschi non praticano, o non praticano le religioni cristiane. Del resto, soggette alle stesse derive, le chiese luterane non se la passano molto meglio.

Ma ciò appare ancora più chiaramente con le ordinazioni: nel 2024, le ventisette Diocesi tedesche hanno ordinato… ventinove sacerdoti. Di cui due per l’ex Repubblica Democratica Tedesca (QUI).

Calo continuo dalla «primavera del Concilio»

La Deutsche Bischofskonferenz [Conferenza episcopale tedesca: N.d.T.] fornisce del resto i dati dal 1962, senza trarne le conclusioni che si impongono (QUI):

Il sito della Deutsche Bischofskonferenz fornisce una tabella delle ordinazioni in Germania in un periodo di sessantatré anni. Nel 1962, anno di apertura del Concilio Vaticano II, la Chiesa tedesca ordinò 557 sacerdoti: la maggior parte delle Diocesi con un numero a due cifre, l’Arcidiocesi di Paderborn da sola ne ordinò 53. Nel 1965, anno della fine del Concilio Vaticano II, il numero era sceso a 500. Nel 1969, il numero delle ordinazioni era solo di 356, con una perdita di un terzo rispetto al 1962. E nel 1974 il numero non raggiungeva i 200 (196), con una nuova perdita di circa un terzo. Seguì una stabilizzazione, con il numero che tornò sopra i 200 e sfiorò i 300 nel 1989 (297) e nel 1990 (295), ma dal 1971, nella maggior parte delle Diocesi, il numero delle ordinazioni era solo a una cifra. Dopo il 1990, il numero delle ordinazioni riprende a diminuire, scendendo sotto quota 200 nel 1995 (186) e poi sotto quota 100 nel 2008 (93), dove rimane stabilmente. Dal 2012, nessuna Diocesi registra più ordinazioni a due cifre. Nel 2022 c’erano solo 33 ordinazioni e 29 nel 2024; undici Diocesi non hanno avuto alcuna ordinazione. La Diocesi di Treviri è in testa con quattro sacerdoti ordinati.

Questo crollo si riscontra anche a monte, tra i candidati effettivamente ammessi al sacerdozio – si registra addirittura un’accelerazione del calo sotto il pontificato del defunto papa Francesco (QUI):

La Deutsche Bischofskonferenz ha anche pubblicato i dati sulle ammissioni di candidati al sacerdozio. Si osserva lo stesso calo. I primi dati risalgono al 1972 (348), per poi salire a 628 nel 1985. Successivamente sono diminuiti abbastanza rapidamente per stabilizzarsi intorno ai 200 fino al 2007, quando il calo è ripreso, passando sotto i 100 dopo il 2016. Nel 2024, il numero, per tutte le Diocesi, è pari a 47.

Se la Deutsche Bischofskonferenz non trae le conclusioni che si impongono, soprattutto per ideologia, perché mettono completamente in discussione il Synodaler Weg, che dovrebbe rilanciare la Chiesa tra la popolazione mettendola al passo con le esigenze del mondo, la Fraternità sacerdotale San Pio X lo fa:

Questo crollo catastrofico coincide con gli anni conciliari e postconciliari, con la riforma liturgica e poi con il disastroso Synodaler Weg. Tutto ciò dimostra quanto i progressisti vivano in una completa illusione dal 1962. Un’illusione che persiste, ma che rischia di scomparire per mancanza di combattenti…

Il 2025 sarà ancora peggiore del 2024?

Mentre i Vescovi tedeschi non sembrano mettere in discussione la loro corsa verso l’abisso, le statistiche continuano a lanciare segnali d’allarme a tutti i livelli, come indica il portale Riposte Catholique, che ha compilato le ordinazioni delle Diocesi tedesche – la maggior parte delle quali avvengono a Pentecoste, cioè prima che in Francia (QUI).

Così, il 2025 sarà l’anno peggiore per le ordinazioni in Baviera negli ultimi sessant’anni:

Nelle Diocesi bavaresi, sei sacerdoti sono stati o saranno ordinati nel 2025, il dato peggiore degli ultimi sessant’anni. Nel 2024 erano dieci in questo Land (QUI): «In tre Diocesi le ordinazioni sono state completamente annullate quest’anno per mancanza di candidati: nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga, nella Diocesi di Eichstätt e nella Diocesi di Passavia. Nella Diocesi Würzburg, sabato prossimo il Vescovo mons. Franz Jung imporrà le mani su un candidato. Due sacerdoti saranno ordinati a Ratisbona (28 giugno) e ad Augusta (29 giugno), mentre un altro candidato riceverà l’ordinazione a Bamberga il 28 giugno».

Lo stesso vale per la Renania Settentrionale-Vestfalia, dove il numero dei sacerdoti ordinati è dimezzato rispetto agli anni precedenti – cinque contro una media di dieci:

In Renania Settentrionale-Vestfalia, la situazione non è migliore (QUI): «Il 7 giugno, nell’Arcidiocesi di Paderborn, un uomo (nel 2024 erano tre) riceverà l’ordinazione. Lo stesso giorno, come già l’anno precedente, anche nella Diocesi di Aquisgrana sarà ordinato un candidato. Nella Diocesi di Essen, come nel 2024, non è prevista alcuna ordinazione. Dopo due anni consecutivi senza ordinazioni, nella Diocesi di Münster due uomini riceveranno il sacramento a Pentecoste. Nell’Arcidiocesi di Colonia l’ordinazione avrà luogo solo il 27 giugno, questa volta con un solo candidato (nel 2024 erano tre)».

Certo, il record negativo della Germania orientale non sarà rinnovato: per un soffio, saranno ordinati tre sacerdoti contro i due dell’anno precedente, di cui due nella Diocesi di Görlitz, dove si tratta delle prime ordinazioni dal 1987, e un sacerdote, originario del Baden-Württemberg, nettamente più praticante, è stato ordinato nell’Arcidiocesi di Amburgo. Ma in totale, nel 2025 saranno ordinati venticinque sacerdoti in Germania, ancora meno che nel 2024 – e meno di uno per Diocesi.

Peggio ancora, il futuro di alcune Diocesi sembra compromesso. La Diocesi di Fulda ordina tre sacerdoti, ma non ha più seminaristi. La Diocesi di Osnabrück ha un solo seminarista, al primo anno. La Diocesi di Limburgo ha solo cinque seminaristi e la prossima ordinazione avrà luogo fra due anni, nella migliore delle ipotesi ecc.

Nel 2019, un Cattolico su sei ha lasciato la Chiesa in Germania

Del resto, le statistiche sulle uscite dalla Chiesa pubblicate nel 2025, con i dati precedenti, non lasciano spazio all’ottimismo. Il sito della Fraternità sacerdotale San Pio X, che le ha tradotte e compilate, constata (QUI):

Il primo dato che salta all’occhio è il numero di persone che hanno lasciato la Chiesa. Secondo i dati preliminari della Deutsche Bischofskonferenz, nel 2024 sono state 321.611 le persone che hanno ufficialmente lasciato la Chiesa. È vero che il dato è in calo rispetto ai tre anni precedenti (359.338 nel 2021, 522.821 nel 2022 e 402.694 nel 2023), ma rimane comunque ben al di sopra delle 300.000 unità.
Se a questo si aggiunge il numero di decessi stimato in oltre 212.000 secondo il rapporto, il totale supera i 533.000, ovvero mezzo milione. Per compensare queste perdite, il numero di nuovi fedeli (1.839) e il numero di reintegrazioni (4.743) sono minimi. Certo, ci sono stati 116.222 Battesimi, ma questi sono in costante calo (155.173 nel 2022, 131.245 nel 2023).
Questo spiega perché il numero dei Cattolici è sceso sotto la soglia dei venti milioni. In dieci anni, la Chiesa tedesca ha perso quattro milioni di fedeli: nel 2014 i Cattolici erano 23,94 milioni, mentre nel 2024 sono solo 19,77 milioni (il 27,3 per cento della popolazione del Paese). Il calo è stato molto significativo tra il 2016 e il 2021 ed è profondo dal 2022, dopo un rallentamento durante la pandemia.

Quattro milioni su quasi 24 milioni di Cattolici tedeschi nel 2019 significa che un Cattolico su sei ha lasciato la Chiesa cattolica in Germania, sia attraverso un atto di «uscita dalla Chiesa» sia perché è morto. Ma invece di cercare di suscitare l’unità attorno a sé, la Chiesa cattolica in Germania, come i luterani, segue le sue vecchie manie e distribuisce anatemi contro tutti coloro che contestano i suoi cambiamenti (QUI)

Ovviamente, il ricorso ai sacramenti segue la stessa logica di collasso:

tra il 2014 e il 2024, i Battesimi sono diminuiti del 29,6 per cento, le Prime Comunioni del 19,9 per cento e le Cresime del 30,0 per cento. Il calo dei Matrimoni cattolici è stato più pronunciato, con una diminuzione del 48,9 per cento. In altre parole, si celebrano la metà dei Matrimoni rispetto a dieci anni fa.

Più aneddotico, ma davvero simbolico: anche i negozi religiosi hanno difficoltà a trovare acquirenti in Germania – così il venerabile negozio di ornamenti e articoli religiosi Baumann, fondato nel 1927 a Berlino, dovrebbe chiudere alla fine dell’anno per mancanza di un successore (QUI). La concorrenza delle vendite online con prezzi più competitivi, ma forse anche l’impossibilità, a giudicare dalle foto pubblicate dalla stampa cattolica tedesca, di trovare una casula anche solo vagamente tradizionale…

Solo tre seminari in Germania?

A testimonianza della grave crisi nel numero delle ordinazioni e dei seminaristi, nel 2020 è stata avanzata la proposta di raggruppare la formazione dei sacerdoti in tre sedi per tutta la Germania (QUI). Si tratta di appena uno in più rispetto all’intero Belgio (che conta una trentina di seminaristi in due seminari interdiocesani, uno vallone e uno fiammingo) o alla Repubblica Ceca, dove il 70 per cento della popolazione si dichiara atea o non religiosa (16 seminaristi nell’Arcidiocesi di Praga, 14 nell’Arcidiocesi di Olomouc).

La proposta ha suscitato un putiferio, non tanto legato alla contestazione della crisi quanto al timore delle Diocesi di perdere il controllo sulla formazione dei loro seminaristi, o addirittura di non riuscire più ad attrarne, poiché non potranno identificarsi con la loro Chiesa locale. Alla fine, si è deciso di mantenere «dieci luoghi di formazione teologica» a livello nazionale, che non saranno solo seminari, ma anche collegi dipendenti da congregazioni religiose, facoltà o corsi di teologia nelle università civili ecc.

Quanto al Vescovo incaricato di attuare tutto questo, ha chiuso il proprio seminario a Fulda e non ha più seminaristi [mons. Michael Gerber, Vescovo di Fulda: N.d.T.] (QUI). Ha inoltre annunciato che formerà i sacerdoti secondo i principi del Synodaler Weg. Dopotutto, non sarà la prima volta che il rilancio della Chiesa sarà affidato ai peggiori manager [card. Jean-Claude Hollerich S.I., Arcivescovo di Lussemburgo: N.d.T.] (QUI), quelli che hanno affossato la loro Diocesi sul piano umano e religioso [card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, già Vescovo di Leeds: N.d.T.] (QUI) o che sono stati addirittura impediti da una rivolta unanime del clero di assumere una Diocesi, tanto si sono fatti una reputazione disastrosa [card. Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, già Vescovo di Gozo: N.d.T.] (QUI). Poveri Cattolici tedeschi, povera Germania…

12 commenti:

  1. Dio ci aiuti. Dio aiuti la Chiesa in Germania. E anche in Italia.

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  2. Ne risponderanno davanti al Tribunale di Cristo questi vescovi e cardinali tedeschi per aver mancato al loro compito di custodire le sue pecore che sono state affidate. Essi sono responsabili per non essersi preoccupati di salvare le anime.

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  3. 10, 100, 1000 VERGOGNA.

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  4. Il Cattolicesimo in Germania, tragicamente, è già finito e sepolto da tempo. Il resto sono solo etichette formali.

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    1. Se sapessi le splendide esperienze e le ottime persone che ho conosciuto nelle chiese tedesche.
      Ma tanto per voi basta sparare nel mucchio.
      Preoccupatevi dei tradizionalisti, invece.

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    2. Concordo sulle splendide esperienze e le ottime persone. Purtroppo però queste cose non bastano a salvare delle diocesi imbevute di eresie, fomentate da tasse ecclesiastiche, localismi travestiti da teologia e invidiae penis mascherate da aperture sinodali.

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    3. Per rispondere all'anonimo delle 16:23: ovvio che su 8 milioni di cattolici (e pure tra non cattolici) le persone splendide non mancano. Quello che questo purtroppo bell'articolo vuol sottolineare è la tendenza all'estinzione, numeri alla mano, della Chiesa in Germania. Liquidarla con "preoccupatevi dei tradizionalisti", oltre a essere una risposta non educatissima, è anche un modo per nascondere la testa sotto la sabbia ed evitare di riconoscere che negli ultimi 60 anni qualche problema (per essere eufemistici) c'è stato.

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    4. Al delicatissimo anonimo delle 14.05 ricorderei i gravissimi problemi che affliggono il mondo tradizionalista da cinquant’anni. Molto maggiori di quelli che affliggono la Chiesa (chissà perché poi i problemi che ravvisa nascono guarda caso dal Concilio…prima era tutto perfetto?).
      Le dico solo una cosa: la Chiesa mi ha accompagnato nella Fede sin da bambino, mentre, quando mi sono accostato ai tradizionalisti, me la stavano facendo perdere.
      Quindi sì: pensate al vostro ambiente e, per citare Robertus, lasciateci stare.

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    5. All'anonimo delle 7.00: guardi, io vado a messa in Novus Ordo e quando posso in Vetus. Non sono tradizionalista ma semplicemente cattolico. Lei ha ragione quando dice che prima del Concilio Vaticano II le cose non erano perfette, e il Concilio ha peraltro provato a mettere ordine, venendo spesso disatteso (si veda ad esempio la Sacrosantum Concilium sulla liturgia). Detto questo, a me poco interessa se una comunità è o meno in difficoltà, mi interessa solo che l'unica Chiesa di Cristo resti...e in Germania (come in altri paesi occidentali) negli ultimi 50 anni ciò non si sta realizzando: questo è quanto l'articolo tentava di spiegare, ma evidentemente il messaggio non era sufficientemente chiaro, visto che si sta facendo una polemica su altro. Cordialmente

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    6. L'anonimo delle 7.00 dice che accostandosi ai tradizionalisti gli stavano per far perdere la fede. Io avevo iniziato a leggere Mil perché da cattolico di formazione tradizionale non mi piaceva papa Francesco; a forza di seguire 'sto blog, sono diventato prima bergogliano di ferro, poi agnostico e adesso tendente all'ateo 😄

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  5. Io non sarei così pessimista.E' vero che le cose vanno malissimo ma non è certo scimmiottando i protestanti che le cose prenderanno un'altra piega.Comunque si è visto in Francia e nel Regno Unito che al di sotto di una certa soglia,pur minima ,non si può scendere.Anzi ricomincia la risalità una volta giunti al minimo.Servono bravi preti e non preti e vescovi arcobaleno.Quelli non servono neanche a sé stessi.

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  6. Carissimo Anonimo del "3 luglio 2025 alle ore 16:23" che anche nel mondo tradizionale ci siamo dei problemi è for di dubbio anche perché ormai il sale scarseggia in ogni contesto (il mio vecchio parroco, ridendo, sosteneva che la carenza fosse da imputarsi alla mancanza di sale esorcizzato nel nuovo rito del Battesimo). Ciò detto è innegabile che, se si va in una chiesa dove si celebra col messale del 62, si vede che è una chiesa viva e cattolica; se si entra in una chiesa parrocchiale media, l'impressione è di fredda desolazione, di incuria, di volgarità imperante, di protestantesimo dalla carità pelosa, e... mi fermo qui. Io vado regolarmente alla messa di San Paolo VI (poco in parrocchia e molto in Santuari, Confraternite e case religiose), quindi non posso essere tacciato di "rigidità" e penso che sia santa e santificate, come se fosse celebrata col messale di San Pio V, col messale Domenicano, col rito di San Basilio, etc.. Il messale di San Paolo VI nella sua struttura fondamentalmente è abbastanza buono (ricorda l'uso domenicano) anche se è da migliorare e va sicuramente epurato ed integrato... o abrogato perché sinceramente non capisco che utilità poteva avere riscrivere un nuovo messale ex novo. Come viene usato nelle parrocchie è invece una tragedia: dall'onnipresente altare "post conciliare", la preghiera dei fedeli che parla di tutto e di più e che nessuno ascolta (a proposito di partecipazione attiva), ai paramenti indegni della loro funzione, alla Croce su un lato, al "sicuri da ogni paura". Io andavo da bimbo a messa con mia nonna, il messale era quello di Paolo VI ma l'atmosfera di preghiera, contemplazione e adorazione era quella che oggi si respira solo alle messe vetus. Benedetto XVI diceva che il problema principale era la Fede ed aveva ragione, se io celebro o ascolto la messa in qualsiasi rito e credo che lì Dio si offre alla SS. Trinità in sconto dei miei peccati, io a quelle sante parole, in latino, italiano o greco, tremo, mi inginocchio e adoro, non penso a strimpellare o ad inventarmi parodie del sacro.

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