Ancora sulla rimozione e il successivo ripristino da parte di Google del nostro blog di MiL.
Luigi C.
25 luglio 2025, Fonte: FSSPX Actualités
Dopo diverse settimane di proteste e la minaccia di un processo da parte del responsabile, Google ha misteriosamente ripristinato il blog Messa in latino, con la stessa misteriosità con cui lo aveva cancellato, senza fornire alcuna spiegazione sui motivi che hanno portato alla censura o al ripristino di questo influente blog
Come riportato lo scorso 14 luglio su questo sito, il blog molto frequentato Messa in latino, che nel mese di giugno 2025 aveva registrato oltre un milione di visitatori, era stato semplicemente cancellato da Google, senza alcuna spiegazione, se non dei link alle politiche di “buona condotta” del motore di ricerca.
Il dottor Luigi Casalini, direttore del blog vietato, aveva spiegato la sua posizione in un'intervista, ritenendo che ci fosse stato «un abuso di potere e un'ingiustizia». In particolare, precisava che era stata inviata una diffida ufficiale a Google e che era stato presentato un ricorso d'urgenza al tribunale competente. Dopo la presentazione del ricorso, la rimozione del blog è stata finalmente annullata.
Il direttore ammette di non sapere nulla dei veri motivi che hanno provocato questa vicenda. Tuttavia, nelle settimane precedenti alla rimozione, alcuni post erano stati cancellati prima di essere ripristinati. Ciò a causa di una segnalazione del contenuto da parte di un lettore che lo aveva segnalato ripetutamente.
La falla era dovuta al fatto che, in violazione della legge europea sui servizi digitali, Google non aveva messo in atto un sistema per impedire a una stessa persona, con un minimo di conoscenze informatiche, di ripetere più volte la segnalazione.
Il direttore di Messa in latino ritiene che l'intelligenza artificiale di Google abbia dovuto reagire a tutte queste segnalazioni cancellando semplicemente il blog. Probabilmente si tratta di una procedura automatica che scatta quando viene superato un certo numero o una certa frequenza di segnalazioni per contenuti inappropriati.
Tuttavia, con una nuova violazione della legislazione europea (e della Costituzione italiana), Google-Blogger non ha fornito alcun avviso né ha specificato i motivi e le espressioni incriminate, né tantomeno ha consentito di rispondere.
Solo dopo la presentazione di un ricorso d'urgenza dinanzi al tribunale, Google ha ceduto e, con una semplice e-mail priva di motivazioni, ha ripristinato l'intero blog. «Tutto», ironizza il direttore, «comprese le parti che conterrebbero un incitamento all'odio, ammesso che ce ne sia mai stato, nei più di 22.000 articoli archiviati e pubblicati negli ultimi cinque decenni».
Il messaggio si conclude con una dichiarazione di principio, sia a favore della liturgia tradizionale che del rifiuto di piegarsi alle direttive «woke».
