Il gesuita Antonio Spadaro, "lo scrittore" di Francesco, ora prova ad
accreditarsi come "interprete" anche del nuovo Papa proponendo una
presunta intervista all’allora cardinale Robert Francis Prevost. Una frode
editoriale?
"La
Stampa" del 23 luglio così presenta l'articolo che annuncia una presunta
intervista al cardinale statunitense diventato Leone XIV: "Dall’apostolo della misericordia al
missionario della pace. L’intervista rilasciata dall’allora cardinale Robert F.
Prevost il 7 agosto 2024 nella parrocchia di St. Jude, a New Lenox, Illinois
(di cui pubblichiamo una parte) è contenuta nel libro di Antonio Spadaro “Da
Francesco a Leone” (EDB), in libreria dal 31 luglio. Sarà presentato il 28
agosto al Festival Benevento Città Spettacolo." (Agi)
Il
giornale “La Stampa” parla apertamente di una "intervista del card. Prevost a p. Spadaro", cosa del tutto
falsa. Sino ad oggi, solo l'editore del libro che amplifica la presunta
intervista (EDB - Alberto Melloni) ha risposto alle critiche ma un con
linguaggio indecifrabile senza smentire nulla.
I
Post di Spadaro del 14 luglio
Il
sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione, p.
Spadaro, giorni fa, nel suo account X ha postato testi ambigui sull'intervista
a Prevost senza mai precisare l'origine e le circostanze delle presunte domande
inframezzate in una trascrizione di un’allocuzione dell'allora cardinale
Prevost. Ecco:
*** Il libro è già prenotabile qui .... In
appendice due preziosi testi di #Bergoglio – una prefazione e una omelia – su
sant’Agostino - Antonio Spadaro
*** In uscita la mia riflessione sul
passaggio di testimone tra #PapaFrancesco e #PapaLeoneXIV, con un’intervista a Prevost sulla Chiesa di oggi e il suo legame
con Francesco. Il libro è già prenotabile qui ... - Antonio Spadaro
Racconto della vicenda.
La
rivelazione arriva dal sito Dagospia (23 luglio scorso), e da diversi altri
social, che racconta brevemente, con documentazione video e fotografica
un'incredibile operazione editoriale del gesuita Antonio Spadaro, e del suo
editore Alberto Melloni, che in un nuovo libro in uscita il 31 luglio prova, o
meglio riprova, ad informare il mondo che tra Bergoglio e Prevost c’è una
continuità assoluta. Gli argomenti sono le solite frasi ripetute e usate
sempre, anche con altri personaggi chiamati in causa in altri momenti, con una
aggiunta presentata in modo malevolo e ambiguo sia dal gesuita che dal suo
editore (EDB – ex Dehoniane). Ecco l’operazione.
Il
giornale “La Stampa” pubblica un articolo per ricordare il recente libro del
padre gesuita e propone diversi stralci del volume presentandoli come una
intervista di Spadaro all’allora cardinale Prevost. Si tratta, almeno
nell’articolo, di risposte a specifiche domande (- nella realtà fatte da presso
la parrocchia di St. Jude padre Ray Flores e dal signor Frank nell’agosto 2024-),
quindi di un dialogo tra intervistato e intervistatore. Ma è tutto falso al
punto che si capisce che tutte le parti in causa volutamente, oggi, per
nascondere i fatti veri, hanno creato confusione e depistaggi.
Manipolazione
di una trascrizione registrata negli USA
Le
“risposte” di Prevost - a presunte domande inframezzate arbitrariamente ma con
poca abilità - sono brani prelevati
dalla conferenza del cardinale statunitense del 7 agosto 2024 negli Stati
Uniti. La testata italiana "La
Stampa" presenta l’articolo con questo titolo: "Papa Leone XIV. Lotta agli abusi del clero e Chiesa più vicina ai
fedeli. Ora dobbiamo condonare il debito dei Paesi poveri".
Dagospia, che linka il video
integrale della conferenza di Prevost (2 ore e 9 minuti) scrive sul suo sito:
"Flash! - Spadaro di fuoco Il gesuita, orfano di Bergoglio, oggi su “La
Stampa”, spaccia come sua “intervista inedita” una vecchia conversazione
pubblica che l’allora cardinale Robert Francis Prevost tenne a New Lenox, in
Illinois, il 7 agosto 202. Il fantasioso gesuita ha preso il testo sbobinato e
l’ha inframezzato con domande sue: un capolavoro di auto-promozione degno di un
vero influencer…”
Il gesuita Antonio Spadaro, per molti
anni Direttore de "La Civiltà Cattolica" (dal 2011 al 2023) è
sotto-segretario del Dicastero per la cultura e l'educazione dal 1° gennaio
2024. La sua scheda Wikipedia ricorda inoltre che è "giornalista, teologo,
presbitero e critico letterario." Spadaro è stato uno dei collaboratori
più vicini a Papa Bergoglio del quale era sostanzialmente un consulente
editoriale di estrema fiducia. La fama e prestigio di questo prete gesuita è
tutta legata al pontificato di Francesco che lo nominò sottosegretario del
Dicastero per la cultura e l'educazione.
Ovviamente in poche ore è scoppiato
un putiferio anche perché questa operazione è al limite della frode, come si
era visto anni fa quando due giornalisti vaticani, Andrea Monda e Alessandro
Gisotti, lo fecero in modo identico con Francesco per spacciare un testo del
pontefice come la prima intervista di un Papa all’Osservatore Romano (13 gennaio 2022). Si
trattava di un testo incentrato su San Giuseppe, che sembra doveva servire di
prefazione ad un libro sul rapporto fra Giuseppe e la genitorialità, non
scritto dal Papa, al quale vennero inframezzate domande tra l’altro in forma
clamorosamente maldestra.
Smentita,
precisazioni e giochetti scadenti.
I protagonisti della vicenda (P.
Spadaro, EDB/Alberto Melloni e La Stampa), di fronte allo scandalo e alla molte
critiche, in particolare a Spadaro, persona ritenuta troppo soggettiva nel
raccontare il pontificato di Francesco, modulando molti fatti con totale
arbitrarietà, decidono il 23 luglio di pubblicare una precisazione che è
talmente manipolatrice che smaschera le falsità denunciate.
Il Comunicato di EDB (Edizioni
Dehoniane Bologna) dice:
“Bologna, 23 luglio 2025 - La casa
editrice EDB precisa che l’intervista al Cardinale Prevost contenuta nel volume
Da Francesco a Leone di padre Antonio Spadaro in uscita il 31 luglio, di cui
oggi un quotidiano pubblica un estratto, corrisponde alla trascrizione di una
conversazione spontanea tenuta dal Cardinale Prevost il 7 agosto 2024 presso la
parrocchia agostiniana di St. Jude a New Lenox, Illinois. Con questa precisazione,
la casa editrice solleva l’autore da ogni responsabilità circa ogni fraintendimento
derivante da comunicazioni non pienamente chiare tra il quotidiano e la casa
editrice. La casa editrice EDB ritiene quindi importante chiarire in modo
trasparente l’origine e la natura del testo, al fine di garantirne una corretta
interpretazione.”
Tutte queste parole e paroloni per
non dire mai la verità. Si doveva scrivere semplicemente: Ciò che è stato
presentato come una intervista inedita al card. Prevost non è vero perché si
tratta della trascrizione di una sua conferenza nell’Illinois il 7 agosto 2024
alla quale sono state aggiunte dopo domande finte. Ci scusiamo per l’imbroglio.
Che bisogno c’è di continuare ad
usare e applicare questi metodi?
Perché
una certa stampa italiana si presta con tanta disinvoltura a diffondere
operazioni che costituiscono delle vere frode ai lettori?
Perché
dare rilevanza a un fattaccio come questo di Spadaro-Melloni?
Di per sé la vicenda è un storiella
banale e piuttosto da ebete. Le promozioni egocentriche e commerciali hanno
quasi sempre questi difetti o rischi.
La sua rilevanza scaturisce dal
contesto recente: la fine di un pontificato e la scelta di un nuovo Papa,
quindi dal passaggio di Francesco a Leone che Spadaro chiama "passaggio
del testimone". In questo incavo della storia dei nostri tempi sostano e
annidano molte persone, laiche ed ecclesiastiche, che hanno servito Papa
Bergoglio e lo hanno fatto con modalità servili che alla fine hanno danneggiato
l'immagine del Pontefice stesso. Con questa modalità, vuoi per la personalità
del Papa stesso, vuoi per questioni caratteriali dei singoli – e ciò riguarda
anche una parte maggioritaria della stampa – si è andato articolando un insieme
di meccanismi che hanno oscurato la verità di molti fatti e circostanze.
Le
verità profondo e ultime del papato di Bergoglio, dall’ottica mediatica,
resteranno per moltissimi anni dei buchi neri giganteschi. In pratica è
impossibile, e sarà così per decenni, distinguere la verità dei fatti, dei
documenti e delle intenzioni di Papa Bergoglio da ciò che al riguarda la
stampa, la sua Sala stampa di Santa Marta, raccontò all’opinione pubblica e
alla Chiesa stessa.
Il
misfatto Spadaro-Melloni sono un ulteriore tassello che conferma quanto diciamo
anche dopo il decesso di Papa Francesco.
L’assalto
alla diligenza.
Da un
lato uno sgradevole servilismo non necessario, offerto solo per ossequiosità,
acritico e autoreferenziale, e dall'altro una compulsione mediatica che
obbligava a vivere la giornata papale con sensazionalismi ed enfatizzazioni
inconsistenti, portarono alla configurazione di una leggenda che oggi, senza il
suo centro, fatica a sopravvivere. Questi fautori del “Francesco icona” al
posto di cercare ed evidenziare momenti brillanti, originali, epocali e
promettenti dei 12 anni di pontificato argentino, pensano sostanzialmente a
loro, al loro status e fama, al loro prestigio e ai loro soldi.
Questo tipo di entourage, e questa
modalità che commentiamo, che già hanno danneggiato la narrazione del papato di
Bergoglio, ora può danneggiare anche Papa Leone XIV poiché si tratta di un
altro tentativo di manipolarlo. In questi quasi tre mesi di pontificato, altre
figure, e figurine, hanno provato a “interpretarlo”, a parlare a nome del
Pontefice, a farlo dire cose che non ha detto, a leggere il suo pensiero per
amplificarlo a piacere.
Il Pontefice è metodico. E’ attento.
I suoi piccoli passi sono solidissimi. E’ consapevole che il tempo di alcuni è
più veloce del tempo del suo ministero. Non si è mai fatto usare e non sarà
questa l’occasione. Di questa vicenda sarà stato informato almeno dal suo
segretario, p. Edgar Rimaycuna Inga.
Si può ipotizzare ragionevolmente che
l’incidente Spadaro-Melloni abbia fatto scattare il campanello d’allarme: non
pochi “orfani” premono in modi diversi, aperti e oscuri, per accrescere il
numero di cose da presentare al Papa ormai come “fatti consumati” e quindi
difficili da modificare o reindirizzare. Sono quelli che dicono che “Papa Leone
non è mite né discreto”. “È debole e timoroso”, precisano. In concreto: in
Vaticano e anche in alcune diocesi ci sono persone che provano a sopravvivere
riciclandosi come cinghie di trasmissioni di Papa Leone XIV come lo fecero con
Francesco.
Si vedrà. Non sembra che Prevost sia
una personalità congeniale alle tecniche caratteristici dei famigerati “vicini
al Papa”.
