Che ci serva da lezione per il prossimo Conclave.
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Luigi C.
di Paolo Maria Filipazzi; Campari & de Maistre, 4-5-25
Sono passati ormai giorni dalla morte di papa Francesco, e più si avvicina il conclave che dovrà eleggerne il successore, più percepiamo come lontani gli anni appena trascorsi, anche se, nel momento in cui scriviamo, sono trascorsi da appena 11 giorni.
E’ finita.
Comunque vada il prossimo conclave, che elegga un papa di continuità o rottura, conservatore o progressista, santo o farabutto, sarà un’altra storia. La vicenda che abbiamo attraversato fino allo scorso 21 aprile è finita.
Prima di voltare pagina, è necessario, però, guardarsi indietro un’ultima volta, e di dire finalmente alcune cose che fino adesso avevamo valutato che non fosse il caso di dire, almeno non per intero. Non sappiamo se ora servirà a qualcosa dirle, probabilmente a nulla se non a liberare noi da un peso.
Partiamo da quel 11 febbraio 2013 che oggi, pure, ci sembra lontano.
Benedetto XVI era stato una figura tragica e, fino a quel momento, apparentemente eroica, con il suo tentativo di testimoniare la Verità cattolica ad un mondo che la rifiutava e di ristabilire la retta dottrina all’interno di una Chiesa da decenni in confusione.
A stenderlo, però, non furono né i laicisti che dall’esterno lo bombardavano né i modernisti che lo stesso facevano dall’interno. Furono coloro da cui ci sarebbe aspettato che facessero quadrato attorno a lui. Invece, in quel mondo noto come “tradizionalista” si diffuse ampiamente un atteggiamento schizzinoso e benaltrista: Benedetto XVI, si diceva, non stava facendo abbastanza, era troppo timido, anzi, per alcuni, era un impostore che voleva brasare la Tradizione fingendo di volerla restaurare.
Morale: per citare una frase del film Il Cavaliere Oscuro, di Christopher Nolan, Benedetto XVI era il papa di cui avevamo bisogno, ma non quello che ci meritavamo.
Ciò che ci meritammo ampiamente furono le sue dimissioni.
Dopo di lui venne Francesco, il papa di cui non avevamo bisogno, ma che ci meritavamo..
Ebbene si, ce la siamo meritata questa tortura, e ce la siamo meritata per tutto il corso dei lunghissimi dodici anni per cui è durata.
Bergoglio ha avuto un’ enorme responsabilità negativa, che si articola in due aspetti: avere esasperato la crisi dottrinale che Benedetto XVI aveva cercato, se non di risolvere, almeno di arginare, e di avere imposto alla Chiesa uno stile di governo dispotico, nepotistico e, al tempo stesso, bizzoso e sconclusionato.
Questo ha provocato un profondo malessere in numerosi fedeli, cui una piccola parte della gerarchia e della cultura cattolica hanno legittimamente e meritoriamente dato voce.
Tuttavia, a questo si è accompagnata la nascita di un “antibergoglismo” che si è presentato come un fenomeno folkloristico dai connotati fortemente macchiettistici e grotteschi, nutrendosi e al tempo stesso alimentando, in un circolo vizioso, complottismi, sensazionalismi scandalistici, sedevacantismi e perfino pseudo millenarismi e, ovviamente, continuando a bombardare, oltre al solito Benedetto XVI, presentato come il precursore di Bergoglio, anche quei cardinali o vescovi che cercavano di tenere la barra dritta, accusati di essere a loro volta troppo blandi se non di essere uno specchietto per le allodole della “falsa chiesa bergogliana”, come costoro hanno ribattezzato unilateralmente la Chiesa cattolica.
Questa nicchia delirante ha, di fatto, sabotato tutto ciò che sosteneva di voler difendere, screditando l’intero mondo dei cattolici tradizionali agli occhi di molti fedeli perbene, generando un irrigidimento di buona parte del clero e dando testo a chi, dal papa in giù, ne avrebbe voluto la cancellazione.
Diciamoci la verità: chiunque sia stato vicino alla messa tradizionale sa bene che, ogniqualvolta, in una diocesi, si trattava di rapportarsi con la Curia per ottenere la celebrazione del rito antico o per scongiurarne la soppressione, uno dei problemi più gravi si rivelavano essere i comportamenti gratuitamente provocatori di qualche deficiente che, presentandosi come l’oltranzista della causa, rischiava di provocarne l’affossamento, quando proprio non ci riusciva.
Per anni abbiamo sofferto e ci siamo offesi per i veri e propri insulti che Bergoglio ha indirizzato a quelli che chiamava “rigidi”, “indietristi” e quant’altro. Siamo, però, onesti: non tutti noi corrispondiamo a quelle descrizioni, il che giustifica che ci offendessimo, ma quanti ne conosciamo che sono esattamente così? Si dirà che Bergoglio & co, scorrettamente, generalizzassero per faziosità. Può darsi. Ma se quelli non ci fossero stati, questi avrebbero avuto un’arma polemica in meno.
E poi, per essere onesti fino in fondo: coloro di cui ci stiamo occupando, sono solo degli imbecilli o, a loro volta, sono dei disonesti? Basterebbe vedere le paradossali reazioni di esultanza di fronte a fatti negativi, una su tutte l’emanazione del motu proprio Traditiones Custodes: non interessava loro il danno fatto, ma il poter dire che l’evento dimostrava che loro avevano ragione. Non interessava loro che si risolvesse la crisi della Chiesa ma, al contrario, nella crisi della Chiesa ci stavano benissimo, essendo lo scenario necessario a ciascuno di loro per continuare a recitare il proprio personaggio e affermare la propria superiorità morale, intellettuale e dottrinaria.
E andiamo fino in fondo: ricordiamoci che il primo a mettere in dubbio che Bergoglio fosse il legittimo papa non è stato il povero Andrea Cionci, ma un celeberrimo giornalista cattolico senese che, dopo avere incassato un bel po’ di quattrini con tre libri che sono stati all’origine della mitologia dell’ antibergoglismo folkloristico, se ne è tornato placidamente a scrivere articoli sulla Madonna e Padre Pio mentre il mostro imperversava. Per non parlare di noti vaticanisti che, andati in pensione o prossimi ad essa, si sono buttati su questo mercato…
Insomma, non solo ci siamo meritati la punizione, ma non ci siamo nemmeno emendati e ce la meriteremmo ancora e ancora e ancora… Ci meriteremmo un Francesco secondo elevato al quadrato.
Tuttavia, non ci saremmo meritati nemmeno che Cristo patisse sulla Croce per i nostri peccati, eppure Lui lo ha fatto, perché era ciò di cui avevamo bisogno.
Forti di questa Speranza, che è quella che non tramonta, voltando le spalle al passato, possiamo guardare al futuro fiduciosi che non sia quello che ci meriteremmo…
Magistrale
RispondiEliminaSe l'avessero aiutato..ma non l'hanno voluto fare.
RispondiEliminaEccezionale articolo che condivido totalmente !
RispondiEliminaIo articoli come questi non li capisco. Può essere che certi "tradizionalisti" abbiano delle colpe, ma questo non giustifica l'atto rivoluzionario che Benedetto ha scelto di compiere. Perchè ricordiamocelo: non solo si è dimesso, ma ha creato la figura del papa emerito. In questo modo ha portato avanti tendenze di matrice vaticanosecondista.
RispondiEliminaRoberto
Ci si attacca ai termini non avendo compreso nulla. Continui così
EliminaOh... Non preoccupatevi... Altro che Francesco al cubo... Ora arriva Giovanni XXIV. Non lascerà un solo pezzetto di pizzo in tutto il Lazio... E nemmeno un Oremus in liturgia... Forza prevosti... Tutti a scuola di can can e pronti per la messa trap... I tempi cambiano... Perché il can can? Si adeguerà meglio ai paramenti femminili no? Per le nostre sorelle pretese...
RispondiEliminaSe qui commenti e sei solito leggere, sarai (o ti riterrai) un cattolico osservante e intransigente.
EliminaAllora ricorda che stai commentando sardonicamente le gesta non di un pontefice defunto, bensì di un santo. A cui, comunque, sei tenuto a obbedire, seppur muovendo critiche non amore filiale.
Giovanni XXIII non ha minato neanche lontanamente quanto Francesco la tradizione ecclesiale.
Giovanni XXIII ha fatto l'ennesima riforma del rito di Pio V
EliminaHo pregato tanto per poter leggere un articolo del genere. Grazie, messainlatino, per aver pubblicato quello che da anni molti pensano ma non hanno avuto il coraggio di dire in maniera così verace, elegante e soprattutto onesta.
RispondiEliminaGrazie
Mah ...
RispondiEliminache l' esperienza della Tradizione nella Chiesa sia un' esperienza al limite e che questo comporti anche personaggi o atteggiamenti spesso sopra le righe è un dato di fatto.
Ma dal punto di vista sociale ed umano cosa si pretende? Ecclesiasticamente messi in un angolo, malsopportati come parenti deficenti ,se non addirittura trattati con dosi di legnate e calunnie, pensate che tutti siano capaci di avere santità ed equilibrio ?Ci stupiamo veramente se qualcuno sviluppa atteggiamenti paranoici?
Adesso,addossare pure le colpe della fuga ingloriosa di Benedetto alla composita galassia tradizionalista direi che è pure irrazionale, oltre che ingeneroso....
Grazie per il bell'articolo. Peccato non aver espresso già prima questa distanza da persone e posizioni che hanno radicalizzato le divisioni. In futuro, comunque andrà, auguro la stessa chiarezza e lo stesso equilibrio. Tanto per semplificare: il sito vuole essere la casa di chi celebra il rito antico dentro la Chiesa cattolica e riconoscendo il Vaticano ii e i papi seguenti, oppure la casa di quelli per cui il concilio e postconcilio vanno azzerati, compreso il magistero dei papi?
RispondiEliminaChe poi ,come dice il cardinal Sarah , nella realtà tradizionale sia latente il rischio di fariseismo ,di formalismo, di settarismo , lo trovo un dato incontrovertibile.
RispondiEliminaMa altrettanto vero che nel resto della Chiesa sadduceismo , sodomismo e tiepidismo sono tutt'altro che latenti, sono evidenti e questo non per colpa dei tradizionalisti ,ma di chi ha amministrato la Chiesa di nostro Signore almeno nelle ultime tre generazioni...
complimenti articolo eccezionale
RispondiEliminaArticolo da incorniciare, studiare e meditare. Grazie a chi l'ha scritto
RispondiEliminaDue ore di applausi per l'immensa onestá intellettuale di questo articolo
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