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Prevost: «Predicare il Vangelo e che sia lo stesso ovunque» #papaleonexiv

Continuiamo le analisi sul nuovo pontificato di Leone XIV. Luigi C. 9 Maggio 2025, Il Timone ,  Paola Belletti Il 30 settembre del 2023 Robe...

venerdì 9 maggio 2025

Papa Leone: cauto ottimismo o prudente pessimismo?


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Diceva Oscar Wilde, ed aveva ragione, che solo le persone veramente superficiali non giudicano dalle apparenze. La forma è sostanza, si dice anche. Ed allora iniziamo il nostro esame critico (nel senso etimologico, non peggiorativo, dell'aggettivo: da κρίνειν, valutare) considerando come il nuovo Sommo Pontefice si è presentato ieri sera alla loggia centrale della veneranda basilica di San Pietro.

Un bel vedere, non c'è che dire. Avevamo ancor presente alla mente l'orrenda giornata del 2013 in cui papa Francesco (e già il nome inedito...) si era affacciato al balcone vestito da gelataio per augurarci la buona sera. L'apparizione invece del nuovo Papa in mozzetta rossa, stola pontificale ricamata e croce pettorale d'oro (e passi per le scarpe nere, ché tanto non si vedevano), è stata una graditissima consolazione. E, per inciso, sono punti in più per le nostre scommesse-fantapapa (ma il protodiacono Mamberti ce ne ha fatti perdere altrettanti con la forma Annuntio, anziché Nuntio, e usando correttamente l'accusativo – come predicativo dell'oggetto - invece del genitivo per il nome Leone XIV).

Ma soprattutto ci ha colpito il discorso: l'incipit innanzitutto, con le parole quasi liturgiche riprese – ha prontamente aggiunto il nuovo Papa – dal saluto del Risorto ai discepoli: “la pace sia con tutti voi”. E poi un discorso teologicamente denso, in cui è parso riaffermare l'unicità salvifica di Gesù Cristo (altro che dichiarazione bergogliana di Abu Dhabi sulla provvidenzialità del

pluralismo religioso!): come altrimenti interpretare la frase “L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore”? Del resto anche il motto cardinalizio di Prevost, ripreso da S. Agostino, afferma lo stesso concetto: In illo uno unum, in Lui solo siamo un'unica cosa.

Stemma cardinalizio con tanto di Cuore Agostiniano
(ardente e trafitto dalla conversione sopra le Sacre Scritture)
e giglio di Francia, che non dispiacerà ai tradizionalisti d'Oltralpe


Insomma, questo è un Papa entrato subito in medias res, cioè dritto al punto centrale del suo nuovo mestiere, che è quello di insegnare i fondamenti della Fede. I saluti e gli auguri di buon riposo lasciamoli agli anchormen.

Non da ultimo, abbiamo apprezzato il richiamo ad una devozione popolare e mariana come la Supplica alla Madonna di Pompei, dal sapore così squisitamente tardo ottocentesco e quindi preconciliare; lo stesso sapore del nome Leone, del quale in un nostro post avevamo scritto: Leone XIV. Questa a noi pare una scelta molto intelligente, comparabile a quella di Ratzinger nel riesumare il nome di un predecessore poco controverso. Nessuno ha ricordi significativamente negativi verso Leone XIII. Mantenne sì la condanna di Pio IX contro il nuovo stato italiano che aveva preso Roma e lottò contro la Massoneria (la sua Orazione a S. Michele Arcangelo è una preghiera antimassonica), ma queste 'colpe' sono riscattate dalla sua celebre enciclica Rerum novarum, con cui inaugurò la dottrina sociale della Chiesa, a tutela del proletariato. E poi, il nome evoca pure Papa Leone Magno che, avendo fermato inerme l'orda di Attila, con la sola forza del coraggio e della fede, può assurgere a santino del pacifismo. Insomma, segnatevi questo nome.

Con questa bella prima impressione, che cosa quindi ci può preoccupare?

In quello stesso post sui totonomi, scrivevo che, se fossi diventato io papa, avrei scelto il nome di Francesco II, per meglio celare le mie intenzioni di fare esattamente il contrario del predecessore. Papa Prevost potrebbe aver avuto il pensiero opposto: usare un nome e accoutrements tradizionali per meglio procedere con un programma rivoluzionario. Ma prestare simili intenti decettivi al nuovo pontefice non è né corretto, né cristiano e quindi basiamoci sui fatti.

Quel che sappiamo è che Prevost era in testa alla terna dell'ala progressista che era, in ordine di preferenza: Prevost, Grech e Battaglia. I cardinali Tolentino e Tagle erano invece i candidati 'di paglia', quelli portati avanti nelle fasi preliminari per non logorare i candidati veri (la stessa tattica utilizzata sempre dai progressisti nel 2013, 'bruciando' il nome del card. Scherer per tenere coperta la carta vera, Bergoglio).

Quindi: il nuovo Papa è, incontestabilmente, appoggiato in primo luogo dai novatori. Ed era anche, insieme al card. Grech, il candidato preferito dal fu Papa Francesco. L'esplicito richiamo, nel primo discorso, alla “Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina” è una marchetta caparra pagata ai suoi principali elettori. Peraltro con piena adesione perché il nuovo S. Padre è un convinto sostenitore della sinodalità. Ma bisogna capire che cosa intenda precisamente con tale concetto: se le pasticciate, e sostanzialmente inutili, kermesse bergogliane dei 'sinodi sulla sinodalità'; oppure l'eversivo cammino sinodale tedesco, che vorrebbe cambiare la dottrina cattolica; ovvero qualcosa di diverso ancora, e sperabilmente più ancorato alla tradizione e al diritto canonico (il nuovo Papa è, dopo tutto, un canonista).

Anche il suo passato come Prefetto della Congregazione dei Vescovi non promette bene, viste le scelte quanto mai discutibili che si sono prodotte durante il suo mandato. E' vero che non sapremo mai se le nomine (in larga parte opinabili) furon farina del suo sacco oppure del dispotismo bergogliano, poco incline a seguire i consigli dei suoi dicasteri; ma sospettiamo che vi sia stato concorso nel reato.

Quel che invece ci conforta, oltre alla prima impressione e allo stile personale in generale (riservato, industrioso, colto e riflessivo) è che la nomina è avvenuta presto, al quarto scrutinio. Ai voti originari dei progressisti si sono aggiunti quelli dei sostenitori di Parolin, non appena questi si è reso conto, dopo le prime votazioni, che non avrebbe raggiunto l'obiettivo. Ma restava ancora una minoranza di blocco dei più conservatori di poco più di quaranta voti, e deve averne vinto almeno alcuni. Per un risultato nel giro di pochi tentativi, l'eletto necessariamente deve aver fornito alcune rassicurazioni ed opiniamo che siano state su questi tre temi fondamentali:

  • il ritorno ad una maggiore chiarezza dottrinale, per dissipare almeno in parte il disorientamento dottrinale ingenerato dai documenti e, ancor più, dalle interviste e dalle battute di papa Bergoglio. Le sbandate, specie in campo di benedizione di coppie gay, hanno già portato allo scisma la confessione anglicana, i cui 'vescovi' africani (e non solo) rigettano quelle blasfeme parodie di matrimonio. Pochi vogliono seguire quell'esempio.

  • riportare unità e pace all'interno della Chiesa, attenuando persecuzioni e divieti contro chi non è schierato con la linea (e questo tocca direttamente noi tradizionalisti);

  • collegata coi due punti precedenti, infine, l'importantissima questione dei soldi, con le finanze vaticane in profondo rosso, visto che l'atteggiamento peronista di Bergoglio ha fatto sì che i finanziamenti, specie dai fedeli americani, si siano ridotti ad un rivolo. Forse sulla scelta di un papa americano ha inciso proprio la speranza che riesca a convincere i suoi connazionali a riaprire i cordoni della borsa: è dagli USA, dove esistono associazioni munifiche come i Cavalieri di Colombo, che può giungere il soccorso finanziario; poco è da sperare invece dall'altra ricca chiesa nazionale, quella tedesca (che gode addirittura di una lauta entrata fiscale pagata dai contribuenti), visto che gli Alemanni preferiscono custodire per sé il malloppo, come i nani del tesoro dei Nibelunghi, e con quello finanziare assemblee e studi su sacerdozio femminile, riforme pro gender e accoglienza LGBTboh.

    Certo. può sussistere un problema nel litigioso panorama politico americano perché Prevost, pur avendo votato in varie primarie del partito repubblicano, non è certo trumpiano e recentemente si era scontrato col vicepresidente Vance circa l'interpretazione del concetto di ordo amoris in S. Agostino (per il politico esso implica che c'è una gradazione nella benevolenza in favore dei più vicini rispetto ai più lontani; Prevost ha invece un concetto più universalistico dell'amore).

Oggi è in programma la prima Messa del nuovo Pontefice, nella Sistina. Con il pretesto del valore artistico della Cappella, Benedetto XVI era riuscito a celebrarvi sull'altare originario rivolto ad Deum (e, specificamente, rivolto all'affresco michelangiolesco del Giudizio). Bergoglio invece, facendo violenza al povero cerimoniere Guido Marini e ingiuria all'appena dimessosi Ratzinger, aveva preteso che fosse allestito un tavolo da stiro per celebrare verso il popolo. Che cosa farà oggi Leone?

Enrico



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25 commenti:

  1. Vedo la tua rabbia, non sa da dove arrivi ma in ogni caso non giustifica tutta questa cattiveria verso i cattolici

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    1. Rabbia? Ma cosa dice questo anonimo?

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    2. io invece vedo la tua stupidità

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  2. Accoglienza lgbtboh.. quindi la quasi totalità dei tradizionalisti devono stare fuori dalla chiesa? 😅

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    1. Ci si son messi da soli quando sono andati dietro ad un vescovo francese invece che al pastore universale della Chiesa. Poi, alcuni hanno il “bollino”, ma la testa non cambia.
      Non vogliono essere nella Chiesa, vogliono che sia la Chiesa a diventare come loro.

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    2. Proprio così.
      Tradizione, non tradizionalismo...anzi...tradizionalismi...!!!

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  3. direi che non vi smentite mai.

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  4. A pelle un "leggero miglioramento" rispetto al precedente sembrerebbe esserci ma prudenza impone di non illudersi che una rondine faccia primavera. Consci che non sarà un "araldo della contro-rivoluzione" vedremo prossimamente come si muoverà...

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  5. Grazie per questa lucida, realista, ma soprattutto speranzosa analisi.

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  6. "Nessuno ha ricordi significativamente negativi verso Leone XIII. Mantenne sì la condanna di Pio IX contro il nuovo stato italiano che aveva preso Roma e lottò contro la Massoneria (la sua Orazione a S. Michele Arcangelo è una preghiera antimassonica), ma queste 'colpe'". Esattamente dove starebbero le colpe? Nel condannare la cattiva e diabolica setta massonica? Spero tanto di aver male inteso

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  7. Per ora abbiamo segnali di facciata incoraggianti ma dichiarazioni preoccupanti. Continuità col predecessore e sinodalita' non tranquillizzano. Se la sua idea di apertura alla tradizione ei "fatevi le vostre kagne in latino e non rompete" non ci siamo ..

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  8. Con il pretesto del valore artistico della Cappella, Benedetto XVI era riuscito a celebrarvi sull'altare originario rivolto ad Deum (e, specificamente, rivolto all'affresco michelangiolesco del Giudizio). Bergoglio invece, facendo violenza al povero cerimoniere Guido Marini e ingiuria all'appena dimessosi Ratzinger, aveva preteso che fosse allestito un tavolo da stiro per celebrare verso il popolo.
    Mah... controlla meglio.... https://www.youtube.com/watch?v=_dMno0z6nRg

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    1. Quella nel video è la messa di Benedetto XVI appena eletto e si è adeguato all'uso. E' negli anni successivi, con la sua consueta prudenza, che ha preso a celebrare di spalle in sistina. Invece Francesco dal giorno uno ha cambiato di nuovo rimettendo l'altare al popolo

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    2. Altare rivolto al popolo in Cappella Sistina anche con Benedetto XVI. Idem Leone XIV in questi minuti oltre che Francesco nel 2013.

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  9. Pessimismo. E non dovevate fare campagna per parolin. Si e' subito messo d'accordo con i progressisti. Poi c' è il problema delle denunce....

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  10. Si giudicherà dai suoi atti concreti di governo. Non gli faremo sconti in base alla sua bontà, mansuetudine, umiltà, discrezione... Quello che conta è che confermi i fratelli nella fede.
    Le impressioni a pelle lasciano il tempo che trovano e danno luogo ad opposte tifoserie.

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  11. Può essere che non ami particolarmente la liturgia antica, ma son sicuro che non tratterà con dileggio e disprezzo coloro che la seguono.

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    1. Intendi dire non tratterà i tradizionalisti allo stesso modo con cui questi trattano chi va alla messa “nuova”?

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  12. La prima allocuzione è stata attentamente ponderata (l'eletto si avvalso anche di note scritte), improntata a un sano equilibrio nei toni e percorsa da un appassionato slancio cristologico e mariano. Se mai un tantino verbosa. Il neo eletto ha reso - come doveroso - omaggio al suo predecessore (del resto era prefetto di un dicastero), ma senza enfasi. L'impressione autorizza a sperare in un approccio raziocinante e pragmatico al Pontificato. Non sarebbe poco. Speriamo e preghiamo.

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  13. a sinistra si serano accordati su due nomi: grech e prevost, la notte tra lunedì e martedì.
    In caso di blocco avrebbero puntato su Battaglia di Napoli...
    Vostre fonti.
    Grech non avrebbe avuto i consensi dei conservatori, Prevost è stato più digeribile.
    Speriamo non faccia sorprese come Bergoglio.
    L'area di provenienza non so quanto prometta per noi, al di là del nome scelto.

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    1. “Per noi”…insomma, si spera un Papa non già di tutti i fedeli, ma dei tradizionalisti.

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    2. Bravo. Purtroppo essere ideologizzati rende ciechi...oltre che settari...

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  14. Battaglia credo fosse proprio impossibile.

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