Post in evidenza

In Vaticano il carnevale è finito: ora davanti al Sommo Pontefice si torna a togliersi il cappello!

Al termine dell’udienza generale svoltasi ieri mattina, mercoledì 11 giugno, in piazza San Pietro, come di consuetudine il Santo Padre Leone...

lunedì 26 maggio 2025

Orrori architettonici… e dove trovarli #238 a Viareggio (LU)

Chiesa parrocchiale della Resurrezione di Nostro Signore dell’arch. Massimo Lepore (anno 2019).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche della Diocesi di Lucca, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

L.V.

Descrizione del progetto: Un concorso vinto. Due anni di cantiere. Un complesso parrocchiale dalle radici profonde che rinasce dalle proprie ceneri. Per diventare luogo di comunità aperto e motore di rigenerazione sociale e urbana. All’insegna della sostenibilità.
Lo storico quartiere operaio del Varignano a Viareggio ha una nuova chiesa. Consacrata l’8 giugno 2019 dopo due anni di lavori tra demolizione e nuova realizzazione, la “chiesa fabbrica” è frutto di un concorso bandito nel 2015 dall’Arcidiocesi di Lucca nell’ambito dell’iniziativa “Percorsi Diocesani”, promossa dalla C.E.I. e volta a promuovere nuovi modelli di edilizia di culto.
Il nuovo complesso parrocchiale della Resurrezione di nostro Signore è un segnale forte di rinnovamento per l’intero quartiere e un modello di partecipazione tra committente, progettisti, attori sociali e istituzionali, ma anche aperto alla città. Una chiesa di, con e per la comunità; composta da l’aula liturgica – in grado di ospitare oltre 400 fedeli –, la canonica, le aule per la catechesi, le zone per lo studio e il gioco, spazi per l’incontro di associazioni e comunità, le aree verdi, il sagrato e il nuovo campanile: tutti elementi di un processo di rigenerazione urbana in un’area cittadina storicamente difficile. Un compito, e un fine, impegnativo per l’architettura, cui era consegnato il dovere di rendere il nuovo complesso un terreno fertile e un centro propulsivo di rigenerazione anche “sociale”.
Sobrietà concettuale e costruttiva, nessun monumentalismo sfrontato, memoria e rinascita (Resurrezione) dalle proprie radici fatte di coraggio e semplicità, grande cura nei dettagli simbolici, forte attenzione al tema della sostenibilità sono i temi portanti del progetto.
Un progetto che si snoda tra percorsi lineari e volumi semplici, dove le funzioni liturgiche e sociali si compenetrano: una chiesa che si fa casa, si apre a spazi luminosi interni che sfondano il volume principale, si dischiude sul patio, dialoga con i locali parrocchiali. Dalla grande aula con l’immensa vetrata (13 x 4,5 ml) – fondale del presbiterio – che richiama il cielo giottesco degli Scrovegni, alla eterea fonte battesimale, dalla espressività delle opere d’arte, sino al soffitto, tutto richiama al tema dell’ascesa con una simbologia serrata e delicata, densa e garbata.
Piani, sequenze e viste sono ideate per “unire” gli spazi sia interni che esterni, sino a rendere la nuova chiesa ‘porta’ verso l’adiacente parco del canale di Burlamacca, di prossima apertura. Facendone ancor più il cuore pulsante del quartiere.
Attraverso il recupero di opere d’arte dell’edificio preesistente, la posa a spacco delle vecchie pavimentazioni marmoree, la fusione di elementi d’arredo antecedenti nei nuovi (es.: le panche) – richieste esplicite da parte della comunità – la nuova chiesa riporta elementi di stratificazione emotiva e valoriali, cui il progetto ha donato nuova linfa in un contesto fatto di dignità e bellezza, lontano da ogni retorica.
La grande aula sacra e i locali del ministero pastorale sono stati realizzati completamente in X-Lam. Una scelta estetica, funzionale e strutturale precisa: dal senso di accoglienza dato dal materiale, alla volontà di ridurre significativamente i tempi di realizzazione, alle esigenze antisismiche e di ottima acustica, alle richieste di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Come ulteriore criterio ecologico, all’involucro isolato termicamente si è accoppiato un campo fotovoltaico da 27kW, in grado di alimentare le macchine che generano caldo/freddo, e di sostenere, con il surplus di energia elettrica prodotto, anche i consumi correnti nelle ore diurne.
Al comfort ambientale dell’edificio altamente performante, si è inoltre affiancato un progetto di manutenzione a basso costo, così come richiesto già in fase di concorso. Un concorso dalle indicazioni molto chiare, fondato su reali processi di partecipazione e ascolto, che ha certamente contribuito alla realizzazione del nuovo complesso, dalla bellezza semplice e sostenibile, in sintonia con le aspirazioni e le necessità di quella comunità.

Descrizione e fotografie tratte dalle pagine tamassociati.org e internationalprize.fondazionefratesole.org.

Fotografie degli esterni:





Fotografie degli interni:









Acqualuce

Madonna della Tenerezza ed altare mariano

Acquasantiera

Morte e resurrezione

Albero della conoscenza

Vince sulla morte

Croce della dedicazione

16 commenti:

  1. I segnali forti di rinnovamento conciliari: due cubi e un tizio a braccia aperte in equilibrio su un palo

    RispondiElimina
  2. Tutte uguali e noiose ste chiese. A furia di fare i minimalisti non è rimasto più nulla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti, sono davvero tutte uguali....

      Elimina
  3. Scatola di fiammiferi con alberello

    RispondiElimina
  4. Dall'esterno, da cosa dovrei capire che è una chiesa?

    RispondiElimina
  5. Mancante il cartello 'Affittasi garage'!

    RispondiElimina
  6. Questi modernisti e la loro creatività, tolgono Nostro Signore dalla realtà dov'è finito per esporlo al ridicolo, in un atteggiamento più simile a uomo sul wc.

    RispondiElimina
  7. Un'altra che dipinge il cielo sull'altare così lo vedi come un film, che dimostra le loro incapacità di far elevare l'anima alle cose di lassù.
    Croce di lato?... fuori dal prebisterio?
    Più che minimalista, la 'presenza' qui che emana è quella del vuoto.
    La scala se la potevano risparmiare, ridicola, e almeno mettere le Stazioni del Via Crucis
    Ma come fa un prelato a commissionare e vedere questo edificio come 'luogo sacro'?

    RispondiElimina
  8. Non è bruttissima, ma il presbiterio è tutto sbilanciato a destra. Carina l’acquasantiera. Non si capisce perché il crocifisso non l’abbiano messo dietro l’altare, sulla parete di fondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È chiaro! Per loro Gesù è l'ostacolo del 'loro' cielo.

      Elimina
  9. Bellissima!
    Peccato che sono lontano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se vuole trasferirsi lì e fondare una comunità luterana facciamo una colletta e le paghiamo noi tutto.
      Ci faccia sapere, saremo ben lieti di aiutarla a coltivare la sua fede luterana.

      Elimina
    2. Qualcuno potrebbe spiegarmi il senso di pubblicare un commento come quello delle 20.59? Cosa sarebbe se non una sterile provocazione ad opera di un troll? Apporta qualcosa alla discussione?
      Oppure l’unico atteggiamento ammesso di fronte a quest’opera è il disprezzo e chi non disprezza deve essere dileggiato?
      È questo l’atteggiamento che volete tenere nella ricerca della chimerica “pace liturgia”?

      Elimina
  10. L'ego di chi mette il proprio eccesso di personalità al primo posto davanti a Cristo, e infatti entrando uno non vede il tabernacolo e non capisco dove sia; la scaletta per il gatto, un box auto con immagine mariana, qualche ferrovecchio recuperato e appeso ... e si permettono anche di citare la cappella Scrovegni di Giotto.
    Non è che si tratta di una fabbrica riconvertita?
    Ovviamente non sono gli architetti ma chi li lascia fare e il fatto che non è prevista la scomunica per tutti loro.

    RispondiElimina
  11. Interni 7 e 8 : ma quell'azzuro cos'e' un acquario!?
    Foto 17 di 21 : Ma che c'e' un omino in bermuda ?!
    Foto 19 di 21 : Prova tuffo dal trampolino ?
    Foto 20 di 21 : Punto di atterraggio.
    Fine

    RispondiElimina