Testo tratto dal Martirologio Romano pubblicato per ordine del Sommo Pontefice Gregorio XIII, riveduto per autorità di Urbano VIII e Clemente X, aumentato e corretto nel MDCCXLIX da Benedetto XIV (quarta edizione italiana, Libreria Editrice Vaticana, MDCCCLV).
Oggi la Chiesa cattolica celebra la quarta domenica dopo Pasqua.
L.V.
18 Maggio 2025, Luna vigesima
A Cameríno san Venánzio Martire, il quale, all’età di quindici anni, sotto l’Imperatore Décio ed il Preside Antíoco, insieme con altri dieci, compì il corso del glorioso combattimento con la decapitazione.
A Ravénna il natale di san Giovánni primo, Papa e Martire; che dall’Ariano Re d’Itália Teodoríco fu colà chiamato con inganno, e dove, a lungo torturato nel carcere per la fede ortodossa, finì di vivere. La sua festa si celebra il ventisette di questo mese, giorno nel quale il suo sacro corpo, trasportato a Roma, fu sepolto nella Basilica di san Piétro, Principe degli Apostoli.
A Spoléto san Felíce Vescovo, che sotto l’Imperatore Massimiáno conseguì la palma del martirio.
Ad Eracléa, nell’Egítto, san Potamóne Vescovo, il quale prima fu Confessore sotto Massimiáno Galério; quindi, sotto l’Imperatore Costánzo e il Preside Ariano Filágrio, fu coronato col martirio. Egli fu celebrato con somme lodi dai santi Padri della Chiesa Atanásio ed Epifánio.
In Egítto san Dióscoro Lettore, contro il quale il Preside usò molti e vari tormenti, fino a strappargli le unghie e abbruciargli i fianchi con fiaccole ardenti, ma i ministri, atterriti dallo splendore di una luce celeste, caddero a terra; finalmente lo stesso Dióscoro, bruciato con piastre infuocate, compì il martirio.
Ad Ankara, nella Galázia, san Teódoto Martire, e sette sante Vergini e Martiri, cioè Tecúsa, zia dello stesso Teódoto, Alessándra, Cláudia, Faína, Eufrásia, Matróna e Giulítta. Queste furono prima esposte dal Preside in un luogo infame, ma per divina virtù rimasero intatte, poi con sassi legati al collo furono sommerse in una palude. Le loro reliquie, essendo state raccolte ed onorevolmente seppellite da Teódoto, questi perciò, preso dal Preside, fu crudelissimamente straziato, e finalmente, percosso colla spada, ricevette la corona del martirio.
Ad Upsala, in Svézia, sant’Eríco, Re e Martire.
A Roma san Felíce Confessore, dell’Ordine dei Minori Cappuccini, illustre per la semplicità evangelica e per la carità, dal Sommo Pontefice Cleménte undecimo iscritto nel catalogo dei Santi.
¶ Ed altrove moltissimi altri santi Martiri e Confessori e sante Vergini.
℟. Deo grátias.
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