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venerdì 30 maggio 2025

De Mattei. "Leone XIV: Patriarca d’Occidente?" #papaleonexiv

Continuiamo le analisi sul nuovo pontificato di Leone XIV.
"Non è ancora trascorso un mese dall’elezione del nuovo Papa: non è il momento dei giudizi su un Pontificato, ma è l’ora delle speranze e degli auguri a chi si accinge a regnare. Tra questi auguri c’è anche quello che Leone XIV, assuma il ruolo di Patriarca e guida dell’Occidente nel mondo".
Tribune Chrétienne – (sul libro recente di J-M Guénois, vaticanista del Figaro): "Il Papa che voleva governare da solo tra culto della personalità e disprezzo della tradizione: “…Con la sua apparente semplicità, il rifiuto della mozzetta, il rifiuto del trono pontificio, la vita a Santa Marta, Papa Francesco ha instaurato uno stile di governo che molti alti prelati definiscono oggi solitario, autoritario e destabilizzante. Ciò che per molto tempo è stato taciuto, per rispetto o per paura, ora viene espresso più liberamente dall'elezione di Leone XIV. Le lingue si sciolgono e la verità, spesso mascherata da tenerezza mediatica, riemerge con forza. (...) Bisogna leggere Leone XIV, De révélations en révélations (Éditions du Cerf) per capire quanto questo pontificato sia stato una parentesi di esperimenti personali e di rotture forzate con ciò che secoli di saggezza avevano pazientemente plasmato. Come sottolinea il giornalista di Le Figaro, “ha concentrato tutti i poteri nelle sue mani, indebolendo la curia, emarginando i cardinali e riducendo la collegialità a uno slogan”….”.
Luigi C.


Tra i titoli tradizionali di cui si fregia il Papa, c’è anche quello di “Patriarca d’Occidente”, che risale ai primi secoli del cristianesimo. Questo titolo fu abbandonato da Benedetto XVI nel 2006 ma, per volontà di papa Francesco, è curiosamente ricomparso nell’Annuario pontificio del 2024. Qual è il significato di questo cambiamento?
Padre Adriano Garuti (1938-2008), un teologo francescano vicino a Benedetto XVI, ha dedicato uno studio a questa denominazione (Patriarca d’occidente? Storia e attualità, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2007), ripercorrendone le origini storiche. Il titolo di Patriarca d’Occidente fu adottato da papa Teodoro I nel 642 ed entrò ufficialmente nell’edizione dell’Annuario Pontificio del 1863, sotto il regno di papa Pio IX, per sottolineare il ruolo che il Vicario di Cristo esercita sulla Chiesa latina. Ma Roma ha sempre affermato la sua giurisdizione su tutta la Chiesa sia occidentale che orientale. Gli “Ortodossi”, al contrario, dopo lo scisma del 1054, negano il Primato Romano e affermano che nel primo millennio il Vescovo di Roma sarebbe stato solo uno dei cinque patriarchi, accanto a quelli di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Secondo la concezione ortodossa, i patriarcati di Occidente e di Oriente formavano insieme la cosiddetta “pentarchia”, al cui interno il Vescovo di Roma era considerato solo come primus inter pares.

La cancellazione, nel 2006, del titolo di Patriarca d’Occidente, fu interpretata dagli ortodossi come una conferma della pretesa di giurisdizione universale della Chiesa cattolica, che essi rifiutano. Il rappresentante della chiesa ortodossa russa presso le istituzioni europee, Hilarion Alfeyev, oggi metropolita di Budapest, affermò che Benedetto XVI avrebbe fatto meglio a togliere dall’Annuario Pontificio non il titolo di Patriarca d’Occidente, ma piuttosto quelli che si riferiscono al suo Primato. Gli ortodossi possono ammettere i titoli di Vescovo di Roma, di arcivescovo metropolita della provincia romana, di Primate d’Italia e di Patriarca d’Occidente, ma, aggiungeva «i titoli più inaccettabili e perfino scandalosi del vescovo di Roma sono quelli che sottolineano la sua pretesa alla giurisdizione universale: vicario di Gesù Cristo, successore del principe degli Apostoli e sovrano pontefice della Chiesa universale» (“Europaica Bulletin”, n. 89 (marzo 2006), p. 14).

Papa Francesco, si è sempre presentato come “Vescovo di Roma” e non ha mai utilizzato i titoli sgraditi agli ortodossi. Ristabilendo, nel 2024, il titolo di Patriarca d’Occidente, Francesco ha forse voluto lanciare un messaggio distensivo al Patriarcato di Mosca, dopo che questi aveva aspramente rifiutato la dichiarazione Fiducia supplicans, ma ha inteso soprattutto fare un simbolico passo avanti nella sua strategia di “cammino sinodale” della Chiesa. Lo storico Giuseppe Alberigo (1926-2007), capofila della cosiddetta “Scuola di Bologna”, ha sempre suggerito infatti un’articolazione “geo-ecclesiale” dell’autorità nella Chiesa, richiamandosi all’ecclesiologia ortodossa, che ha una delle sue forme costitutive nella sinodalità dei patriarcati (La Chiesa nella storia, Paideia, Brescia 1988, pp. 300-302). L’odierno continuatore di Alberigo, Alberto Melloni, fin dal 2014, qualche mese prima del viaggio di papa Francesco in Terra Santa, auspicava perciò «la restaurazione del titolo di Patriarca d’Occidente cassato nel 2006 per motivi storici e politici futilissimi» (“Corriere della Sera”, 8 gennaio 2014).

Papa Leone XIV, fin dai primi giorni del suo pontificato, sembra manifestare una consapevolezza del Primato petrino e dei suoi titoli diversa da quella del suo predecessore. Nel discorso al Collegio cardinalizio del 10 maggio 2025 ha voluto ringraziare coloro che sostengono con la preghiera e con le buone opere il “Vicario di Cristo”; nell’omelia di inaugurazione del suo pontificato, il 18 maggio, si è definito “Successore di Pietro” e in quella per l’insediamento sulla Cattedra romana, il 25 maggio, ha ribadito la missione universale della Chiesa di Roma, definendola Mater omnium Ecclesiarum, Madre di tutte le Chiese. La Chiesa, una, santa e apostolica, non è infatti locale o particolare, ma cattolica, cioè universale, destinata a diffondere nel mondo il solo Battesimo di Cristo e l’unica salvezza.

Come si inserisce il titolo di Patriarca d’Occidente nella missione universale della Chiesa? E’ chiaro che il termine non può avere un significato giuridico, come vorrebbero gli ortodossi e gli ecumenisti rivoluzionari, come Alberigo e Melloni, ma può e deve avere un significato culturale e morale. Ciò che il cardinale Ratzinger diceva dell’Europa si applica all’Occidente: «solo in maniera del tutto secondaria è un concetto geografico; è invece un concetto culturale e storico» (Europa – I suoi fondamenti oggi e domani, Edizioni San Paolo, Alba 2004, p. 9). In questo senso il termine Occidente non si riferisce ad un territorio ecclesiastico, ma a uno spazio culturale, che ha per sua caratteristica l’universalità. Il Patriarca d’Occidente è in questa prospettiva, il portatore di un messaggio di salvezza universale che non può essere ridotto a un ambito geografico, ma storicamente in Europa si è sviluppato e dall’Europa si è diffuso in Occidente e nel mondo.

Il Papa regnante, come Patriarca d’Occidente, ha la missione di difendere non solo la fede cattolica, ma la civiltà che da questa fede è nata e si è imposta nel mondo nel corso dei secoli. Questa civiltà è oggi aggredita e si trova sull’orlo di una conflagrazione planetaria. Sant’Agostino insegna che tutti gli esseri umani bramano la pace: «Ogni uomo cerca la pace anche facendo la guerra, ma. Nessuno vuole la guerra facendo la pace» (De Civitate Dei, lib. 19, c. 12, 1). La pace, però, non è la “bandiera bianca” evocata da papa Francesco nel marzo 2034. La pace, l’unica pace possibile, è quella fondata sulla Verità e sulla Giustizia, come lo stesso Leone XIV ha spiegato nel discorso al Corpo diplomatico del 16 maggio. La guerra è invece una punizione divina per il rifiuto dell’ordine naturale e divino da parte dei popoli e solo la preghiera e la penitenza possono scongiurare i castighi che incombono sull’umanità a causa dei suoi peccati. E’ su questo piano, e non su quello di un’equivoca ecclesiologia sinodale, che si può costruire un autentico ponte tra Oriente e Occidente. Facciamo nostre, dunque, le parole del Papa: «Quanto è importante riscoprire anche nell’Occidente cristiano il senso del primato di Dio, il valore della mistagogia, dell’intercessione incessante, della penitenza, del digiuno, del pianto per i peccati propri e dell’intera umanità così tipici delle spiritualità orientali» (Discorso al Giubileo delle chiese orientali del 14 maggio 2025).

Leone XIV ha davanti a sé l’esempio del primo Pontefice della storia di nome Leone, l’unico, con san Gregorio I, a cui è stato attribuito l’appellativo di “Magno”, Papa tra il 440 e il 461. Sembra che il termine Patriarca d’Occidente sia stato utilizzato per la prima volta nel 450 dall’Imperatore Teodosio proprio in una lettera a san Leone I. Questa denominazione aveva un carattere profetico, perché due anni dopo, nell’agosto del 452, una delegazione romana, guidata da Papa Leone, affrontò sul fiume Mincio, Attila, il capo degli Unni. Non conosciamo le parole che il Pontefice gli rivolse, ma Attila, “il flagello di Dio”, abbandonò definitivamente l’Italia e l’Occidente fu salvo. San Prospero di Aquitania, discepolo di Agostino, nella sua opera De vocatione omnium gentium, presenta Papa Leone I come il grande protagonista della rinascita della civiltà cristiana nelle tenebre che avvolgevano il crollo dell’Impero romano.

Non è ancora trascorso un mese dall’elezione del nuovo Papa: non è il momento dei giudizi su un Pontificato, ma è l’ora delle speranze e degli auguri a chi si accinge a regnare. Tra questi auguri c’è anche quello che Leone XIV, assuma il ruolo di Patriarca e guida dell’Occidente nel mondo.

1 commento:

  1. Ordinazioni presbiterali in corso nella basilica vaticana.
    Stupisce quella croce piantata al fianco dell'altare, nemmeno tra i candelieri di lato , come ai tempi di Mons. Marini senior.
    Davvero il tampone di papa Benedetto è stato per costoro una parentesi da tenere chiusa?

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