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Continuiamo le analisi sul nuovo pontificato di Leone XIV. Luigi C. 9 Maggio 2025, Il Timone ,  Paola Belletti Il 30 settembre del 2023 Robe...

martedì 6 maggio 2025

Dall’«Extra omnes» all’«Habemus Papam»: ecco la disciplina del rito del Conclave

Domani, mercoledì 7 maggio, è previsto l’inizio del Conclave: al termine della Missa pro eligendo Pontifice celebrata dal card. Giovanni Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio, nella Basilica di San Pietro in Vaticano alle ore 10:00, ci sarà l’ingresso processionale dei Cardinali elettori nella Cappella Sistina alle ore 16:30, a cui seguiranno le votazioni, fino all’elezione del nuovo Romano Pontefice.
Come si svolge nel dettaglio il rito del conclave? Dopo avervi proposto la costituzione apostolica Universi Dominici gregis circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice (QUI su MiL), ora riportiamo l’Ordo rituum Conclavis (interamente tradotto in lingua italiana): dal giuramento dei Cardinali elettori alla prima benedizione apostolica Urbi et Orbi impartita dal Romano Pontefice ed alla presa di possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense.

L.V.

CAPITOLO II
L’INGRESSO IN CONCLAVE E IL GIURAMENTO

[…]

39. Dopo l’orazione, i Cardinali elettori, alla presenza di tutti coloro che hanno partecipato alla processione solenne, pronunceranno il giuramento.

40. Il Cardinale Decano o, se egli è assente o legittimamente impedito, il Sottodecano o il primo dei Cardinali per ordine e per anzianità, pronuncerà a voce alta la seguente formula di giuramento:

Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996.
Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede.
Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice.

41. Poi i singoli Cardinali elettori, secondo l’ordine di precedenza, presteranno il giuramento con la seguente formula:

Ed io N., Cardinale N.,
prometto, mi obbligo e giuro.

E ponendo la mano sul Vangelo presentato a ciascuno di essi dai Cerimonieri, aggiungeranno:

Così Dio mi aiuti
e questi Santi Evangeli
che tocco con la mia mano.

42. Quando l’ultimo dei Cardinali elettori ha prestato il giuramento, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie intima «Extra omnes», e coloro che non partecipano al Conclave lasciano la Cappella Sistina.

43. Poi, presente ancora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, l’ecclesiastico eletto a norma della Costituzione Apostolica Universi Dominicis Gregis, nn. 13 d) e 52, tiene ai Cardinali elettori la meditazione sul gravissimo compito che li attende e sulla necessità che nell’elezione del Romano Pontefice agiscano in tutto con retta intenzione, cercando di compiere solo la volontà di Dio e mirando unicamente al bene di tutta la Chiesa.

44. Terminata la meditazione, l’ecclesiastico che l’ha tenuta e il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie escono dalla Cappella Sistina; vengono chiuse le porte e poste delle guardie a tutti gli ingressi della Cappella.

45. Fatto ciò, il Cardinale Decano o colui che ne fa le veci, sentito il Collegio degli Elettori, sottoporrà subito ai medesimi gli affari da trattare con urgenza o inviterà a procedere alle operazioni dell’elezione, secondo le modalità indicate al n. 54 della Costituzione Apostolica.

46. Questa sessione si chiude opportunamente invocando l’aiuto della Vergine Madre di Dio con il canto dell’antifona «Sub tuum præsídium».

CAPITOLO III
L’ELEZIONE DEL ROMANO PONTEFICE

47. Durante il Conclave, ogni giorno, i cardinali elettori, sotto la guida del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, reciteranno opportunamente insieme alcune parti della Liturgia delle Ore, soprattutto le Lodi mattutine e i Vespri.
Concelebrino o celebrino la Messa nella Cappella della Casa di Santa Marta o nella Cappella Sistina o in altro luogo adatto, come sembrerà opportuno, secondo le rubriche, servendosi anche dei formulari della Messa proposti nell’Appendice.

48. I Cardinali elettori prima di procedere alla votazione e agli scrutini, ascoltino la Parola di Dio e preghino fervidamente, usando le formule proposte nell’Appendice.

49. L’elezione del Romano Pontefice si compia nella perfetta osservanza delle norme contenute nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.

50. La preparazione e la distribuzione delle schede siano fatte dai Cerimonieri, che ne daranno almeno due o tre a ciascun Cardinale elettore.

51. Durante le votazioni dovranno rimanere nella Cappella Sistina soltanto i Cardinali elettori; perciò, subito dopo la distribuzione delle schede, prima che gli elettori incomincino a scrivere su di esse, il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e i Cerimonieri debbono uscire dall’aula.

52. Ciascun cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all’altare, presso il quale stanno gli Scrutatori e sul quale è posta un’urna coperta da un piatto per raccogliere le schede. Giunto colà, il Cardinale elettore pronuncia la seguente formula di giuramento:

Chiamo a testimone Cristo Signore,
il quale mi giudicherà,
che il mio voto è dato a colui che,
secondo Dio,
ritengo debba essere eletto.

Depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nell’urna. Eseguito ciò, si inchina all’altare e torna al suo posto.

53. Se qualcuno dei Cardinali elettori presenti in Cappella non può recarsi all’altare perché è infermo, l’ultimo degli Scrutatori gli si avvicina ed egli, premesso il suddetto giuramento, consegna la scheda piegata allo stesso Scrutatore, il quale porta ben visibile all’altare e, senza pronunciare il giuramento, la depone sul piatto e con questo la introduce nell’urna.

54. Se vi sono dei Cardinali infermi nelle loro stanze, i tre Infirmarii si recano da essi con una cassetta, compiendo tutto ciò che è prescritto per questa circostanza nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.

55. Terminate tutte le operazioni relative all’elezione, compiuta la revisione da parte dei Revisori, sia che abbia avuto luogo l’elezione sia che essa non sia avvenuta, prima che i Cardinali elettori lascino la Cappella Sistina, tutte le schede siano bruciate dagli Scrutatori, con l’aiuto del Segretario del Collegio e dei Cerimonieri, chiamati nel frattempo dall’ultimo Cardinale Diacono.

56. Se però si dovesse procedere immediatamente ad una seconda votazione le schede della prima votazione saranno bruciate solo alla fine, insieme con quelle della seconda votazione.
Al fine di conservare con maggior sicurezza il segreto, debbono essere bruciati anche gli scritti di qualsiasi genere che i Cardinali abbiano presso di sé.

57. Ogni sessione dell’elezione si chiude con un breve atto di ringraziamento e con una invocazione alla beata Vergine Maria, secondo i testi proposti in Appendice.

CAPITOLO IV
L’ACCETTAZIONE E LA PROCLAMAZIONE DEL ROMANO PONTEFICE ELETTO

58. Avvenuta felicemente e canonicamente l’elezione, l’ultimo dei Cardinali Diaconi chiama nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e due Cerimonieri.
Il Cardinale Decano o, se egli è assente o legittimamente impedito, il Sottodecano o il primo dei Cardinali per ordine e per anzianità, a nome di tutti gli elettori chiede il consenso dell’eletto con le seguenti parole:

Accetti la tua elezione canonica
a Sommo Pontefice?

59. E appena ricevuto il consenso, gli chiede:

Con quale nome vuoi essere chiamato?

60. Il Sommo Pontefice indica il nome da lui scelto con le seguenti parole o con altre simili:

Mi chiamerò N.

61. Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri, redige il verbale circa l’accettazione del Sommo Pontefice e il nome da lui assunto.

62. Se l’Eletto risiede fuori della città del Vaticano, i Cardinali elettori scelgono due Cardinali che assistono il Cardinale che presiede fino all’arrivo e all’accettazione dell’Eletto.
Poi il Cardinale che presiede e i due Cardinali che lo assistono chiameranno il Sostituto della Segreteria di Stato, il quale con cautela farà in modo che l’Eletto giunga al più presto a Roma, evitando assolutamente i mezzi di comunicazione sociale, dai quali potrebbe essere violato il segreto del Conclave.
Giunto l’Eletto nella Città del Vaticano, il Sostituto della Segreteria di Stato informi immediatamente del suo arrivo il Cardinale che presiede ed esegua esattamente i suoi ordini.
Il Cardinale che presiede, dopo essersi consigliato con i due Cardinali che lo assistono, convocherà i Cardinali elettori e introdurrà l’Eletto nella Cappella Sistina, perché si proceda al rito di accettazione.

63. Dopo l’accettazione, l’Eletto che abbia già ricevuto l’ordinazione episcopale, è immediatamente Vescovo della Chiesa di Roma, vero Papa e Capo del Collegio episcopale; lo stesso acquista di fatto la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale.

64. Se l’Eletto è privo del carattere episcopale, dopo l’accettazione, il Decano del Collegio dei Cardinali o, se egli è assente o legittimamente impedito, il Sottodecano o il primo dei Cardinali per ordine e per anzianità, consigliatosi con gli altri Cardinali, stabilisce il da farsi, in modo che il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie provveda tutto perché l’Eletto sia subito ordinato Vescovo con rito solenne.

65. L’Ordinazione si faccia secondo le norme contenute nel Pontificale Romano per l’Ordinazione del Vescovo.
In questa Ordinazione fungerà da primo Vescovo consacrante il Decano del Collegio dei Cardinali o, se egli è assente o legittimamente impedito, il primo tra i Cardinali Vescovi.

66. Dopo l’accettazione si bruciano le schede e le altre scritture, secondo quanto è stato detto in precedenza. Conviene tuttavia che questa volta, con il consiglio dei tecnici, sia fatto uscire all’esterno del fumo bianco, la cosiddetta «fumata bianca», quale segno all’avvenuta elezione del nuovo Sommo Pontefice.

67. Il Pontefice, dopo aver indossato in Sagrestia, con l’aiuto del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, le vesti che gli sono proprie, ritorna nella Cappella Sistina e siede alla Cattedra.

68. Allora il Decano del Collegio dei Cardinali o, se egli è assente o legittimamente impedito il Sottodecano o il primo dei Cardinali Vescovi, saluta il Romano Pontefice con le seguenti parole:

Beatissimo, Padre,
in quest’ora solenne
in cui per un arcano disegno della divina Provvidenza,
sei stato eletto alla Cattedra di Pietro,
prima di elevare, unanimi,
le nostre preghiere a Dio
e di ringraziarlo per la tua elezione
insieme con la beata Sempre Vergine Maria,
Madre di Dio e tutti i Santi,
conviene ricordare le parole
con cui il nostro Signore Gesù Cristo
promise a Pietro e ai suoi successori
il primato del ministero apostolico e dell’amore.

69. Il Sommo Pontefice si alza; tutti stanno in piedi e il primo dei Cardinali Diaconi proclama il testo del Vangelo:

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa

℣. Il Signore sia con voi.
℟. E con il tuo spirito.

Dal vangelo secondo Matteo. 16, 13-19
℟. Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terrà sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore.
℟. Lode a te, o Cristo.

Oppure:

Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle

℣. Il Signore sia con voi.
℟. E con il tuo spirito.

Dal vangelo secondo Giovanni. 21, 15-17
℟. Gloria a te, o Signore.

Dopo [che Gesù si fu manifestato ai suoi discepoli ed ebbe mangiato con loro], disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo.». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle».

Parola del Signore.
℟. Lode a te, o Cristo.

70. Il primo tra i Cardinali Presbiteri dice la preghiera per il Sommo Pontefice:

Preghiamo.

Tutti per qualche tempo, pregano in silenzio.

O Dio, che nel disegno della tua sapienza
hai edificato la tua Chiesa sulla roccia di Pietro,
capo del collegio apostolico,
guarda e sostieni il nostro Papa N.:
tu che lo hai scelto come successore di Pietro,
fa’ che sia per il tuo popolo
principio e fondamento visibile
dell’unità nella fede
e della comunione nella carità.

Per Cristo nostro Signore.
℟. Amen.

71. I Cardinali elettori, secondo l’ordine di precedenza, si accostano al neo eletto Sommo Pontefice per prestargli l’atto di ossequio e di obbedienza.

72. Se l’Eletto è privo del carattere episcopale, soltanto dopo che sarà stato solennemente ordinato Vescovo gli verrà prestato l’atto di ossequio e di obbedienza.

73. Terminato l’atto di ossequio e di obbedienza al Sommo Pontefice, si rendono grazie a Dio.

TE, DEUM

Il Sommo Pontefice intona l’inno Te, Deum:

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la Terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

CAPITOLO V
IL SOLENNE ANNUNCIO DELL’ELEZIONE DEL SOMMO PONTEFICE E LA SUA PRIMA BENEDIZIONE «URBI ET ORBI»

74. Il primo dei Cardinali Diaconi, dalla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana, annuncia ad alta voce al popolo l’elezione del nuovo Pontefice, con queste parole:

Vi annunzio una grande gioia;
abbiamo il Papa:
l’Eminentissimo e Reverendissimo Signore,
Signore N. …,
Cardinale di Santa Romana Chiesa N., …,
che si è dato il nome N. ….

75. Poco dopo, lo stesso Romano Pontefice, preceduto dalla Croce, accompagnato dai Cardinali che sono primi nell’Ordine dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi, va alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana e da lì saluta il popolo e imparte la Benedizione Apostolica «Urbi et Orbi».

76. Il Conclave avrà fine subito dopo che il nuovo Sommo Pontefice eletto avrà dato l’assenso alla sua elezione, a meno che egli disponga diversamente.

77. Fino da quel momento potranno accedere al Sommo Pontefice eletto il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, il Prefetto della Casa Pontificia e chiunque altro debba trattare con il Pontefice eletto di cose che al momento sono necessarie. Terminato il Conclave, tutti i Cardinali elettori con il Sommo Pontefice neo eletto, possono celebrare l’Eucaristia nella Cappella Sistina.

78. A tempo opportuno, secondo quanto deciderà il Sommo Pontefice, si celebrerà la solenne inaugurazione del Pontificato. Entro un tempo conveniente, il Pontefice prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, che è la Chiesa Cattedrale della diocesi di Roma e Capo e Madre di tutte le Chiese del mondo.

2 commenti:

  1. Ma tutti questi giuramenti, preghiere e promesse fino al canto del Te Deum (da parte del nuovo pontefice) è stato così 'anche' per l'ultimo conclave?... Allora cos'è successo? Erano forse addormentati?

    Oh Signore, ti prego, che i cardinali elettori abbiano lo sguardo su di te, dona loro sveglia coscienza in ogni giuramento, preghiera e promessa.

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  2. faccio due nomi: Papa Zenone (Fede e Cultura) Papa Atanasio (Schneider)

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