Post in evidenza

Omelia del Santo Padre Leone XIV per l’inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma

Alle ore 10:00 di oggi, V Domenica di Pasqua, il Santo Padre Leone XIV ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Santa Messa pe...

mercoledì 30 aprile 2025

Bugie e persecuzioni contro la Santa Messa tradizionale. È urgente ristabilire la pace nella Chiesa

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1193 pubblicata da Paix Liturgique il 29 aprile, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), continua le sue riflessioni (QUI ieri la prima parte su MiL) sull’urgenza di ristabilire la pace liturgica nella Chiesa.
Il prossimo Romano Pontefice sarà chiamato a questo necessario compito, perché «la libertà della liturgia tradizionale è indispensabile per la pace della Chiesa», superando la lettera apostolica Traditionis custodes: un testo basato sulla menzogna e sulla distorsione della realtà, sostenute in modo particolare dal card. Pietro Parolin.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 188ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, lunedì 21 aprile 2025, lunedì santo, abbiamo appreso della morte di papa Francesco. Preghiamo per il riposo della sua anima. E preghiamo anche intensamente per la Chiesa divisa, lacerata, conquistata dall’estrema secolarizzazione del nostro tempo.

Dall’ultimo Concilio il Cattolicesimo è gravemente diviso. San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI hanno voluto porvi rimedio in qualche modo moderando il Concilio Vaticano II. Papa Francesco, al contrario, lo ha portato ai suoi limiti. Ciò è molto evidente nel campo liturgico. San Giovanni Paolo II e soprattutto Papa Benedetto XVI hanno cercato la pacificazione, con la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum, nel 2007, che è stato il culmine di questa politica pastorale che permetteva ai Parroci di rispondere favorevolmente ai gruppi che chiedevano loro una celebrazione tradizionale. È vero che affermare, come faceva Papa Benedetto XVI nella lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum, che entrambe le liturgie erano la lex orandi della Chiesa romana era una valutazione azzardata, ma ciò ha permesso una vita più serena alla liturgia tradizionale, che, va ricordato, in dieci anni, dal 2007 al 2017, ha visto raddoppiare il numero dei suoi luoghi di culto nel mondo.

Al contrario, papa Francesco ha dichiarato guerra a questa liturgia, di cui ha voluto ridurre la diffusione. Nel 2021, con la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, ha contraddetto la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum affermando che solo la liturgia di San Paolo VI era lex orandi, limitando la libertà della Santa Messa tradizionale, il che ha provocato la soppressione delle Sante Messe parigiane contro cui manifestiamo da quattro anni senza mai stancarci, e vietando praticamente i sacramenti diversi dall’Eucaristia.

In realtà, la Santa Messa tradizionale, con la professione di fede che essa rappresenta, si rivela ormai impossibile da sradicare. Abbiamo inoltre chiesto a gran voce giustizia, non per noi, ma per la Chiesa che queste misure opprimono. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere la libertà della liturgia tradizionale, che è parte della libertà della Chiesa, poiché questa liturgia immemorabile è un suo bene proprio e molto prezioso.

Mentre il Sacro Collegio si appresta ad eleggere un nuovo Papa, l’ultima lettre di Paix Liturgique affermava che la libertà della liturgia tradizionale è indispensabile per la pace della Chiesa [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Che si lasci almeno ai Cattolici di vivere da Cattolici nella Chiesa cattolica. Ribadiamo inoltre che l’instaurazione di questa pace è semplice; questa misura benefica non richiede alcuna legislazione supplementare: basta semplicemente che le autorità ecclesiastiche decidano la cessazione pratica delle misure coercitive contro la liturgia antica.

Si tratta, in altre parole, di mettere tra parentesi la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes. Bisogna inoltre rendersi conto che, con la morte del Papa di Traditionis custodes, il fatto che questo testo fosse basato su una menzogna verrà inevitabilmente alla luce. L’ho detto e ripetuto fin dall’inizio: l’indagine avviata presso tutti i Vescovi del mondo, su richiesta di papa Francesco, il 7 marzo 2020 dal card. Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I., allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, per fare il punto sulla situazione dell’applicazione della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum, ha evidenziato un bilancio complessivamente molto favorevole. La domanda centrale dell’indagine era: «Secondo voi, quali sono gli aspetti positivi e negativi dell’uso della forma straordinaria?». In larga misura, i Vescovi interessati dal motu proprio di Papa Benedetto XVI hanno notato l’effetto pacificante e l’uso pacifico delle sue misure.

Tuttavia, la lettera di papa Francesco del 16 luglio 2021 per presentare il motu proprio «Traditionis custodes» diceva il contrario dei risultati di questa indagine: «Le risposte pervenute hanno rivelato una situazione che mi addolora e mi preoccupa, confermandomi nella necessità di intervenire. […] Una possibilità offerta da san Giovanni Paolo II e con magnanimità ancora maggiore da Benedetto XVI al fine di ricomporre l’unità del corpo ecclesiale nel rispetto delle varie sensibilità liturgiche è stata usata per aumentare le distanze, indurire le differenze, costruire contrapposizioni che feriscono la Chiesa e ne frenano il cammino, esponendola al rischio di divisioni».

Questa distorsione della verità – che provenga da papa Francesco o dal suo entourage – ha permesso la preparazione della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes nel corso di numerose riunioni nel Palazzo del Sant’Uffizio, in cui questa volontà di ridurre la Santa Messa tradizionale è stata sostenuta in modo particolare dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato: «Dobbiamo porre fine a questa Messa per sempre!». Ma è su un falso che è stata stabilita la ripresa della persecuzione contro la Santa Messa tradizionale, ed è per questo che come sapete, da diversi anni chiediamo la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta per ristabilire, nella pace, la verità su questa manipolazione.

Care amiche sentinelle, la nostra protesta oggi deve quindi essere ancora più forte. È in gioco, ancora una volta, la libertà e la pace della Chiesa. Segno di questa protesta continua: i nostri rosari davanti agli uffici dell’Arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement).

Echi delle veglie: un po’ esitanti nel loro francese, ecco alcuni membri di una famiglia che si fermano: «Viviamo ad Amsterdam e la pensiamo come voi. Speriamo che la Chiesa di Francia non sia come quella dei Paesi Bassi, che è praticamente scomparsa». La loro figlia aggiunge: «Se Dio vuole, tornerò presto a Parigi per partecipare al prossimo Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres) con i miei amici. Ci sono già stata due volte, ma quest’anno il nostro gruppo olandese sarà più numeroso! Forse ci rivedremo in quell’occasione. A presto!».

In unione di preghiera e di amicizia.

Nessun commento:

Posta un commento