
"Lo hanno comunicato i medici del Policlinico durante la conferenza con i media di tutto il mondo: miglioramenti da due settimane, lunga convalescenza a Casa Santa Marta, dovrà aspettare prima di riprendere la normale attività. Alfieri: "Sconfitte le infezioni più importanti. Francesco non ha avuto il Covid, né ha il diabete. Alcune crisi pericolose". Dopo i danni della polmonite, dovrà recuperare la voce. Sconsigliati incontri con gruppi e singoli. Confermato domani l'affaccio per l'Angelus".
Affaccio che molto probabilmente avverrà da una finestra del 5° piano.
Vatican News, 22-3-25, Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
La notizia, attesa da quasi quaranta giorni, arriva all’inizio della conferenza – la seconda dopo quella del 21 febbraio – che i medici Sergio Alfieri e Luigi Carbone hanno tenuto oggi pomeriggio nell’Atrio del Policlinico: Papa Francesco sarà dimesso domani, domenica 23 marzo. Dopo il lungo ricovero a motivo della polmonite bilaterale polimicrobica che lo ha colpito nei mesi scorsi, dopo episodi di crisi che hanno fatto effettivamente rischiare la vita al Pontefice, dopo bollettini, comunicati, news ufficiali e fake news diffuse soprattutto tramite i social, e dopo una catena ininterrotta di preghiera nei cinque continenti, Francesco torna “a casa”. Torna a Santa Marta dove lo attende una lunga convalescenza e il prosieguo delle terapie e fisioterapie motoria e respiratoria. Le stesse a cui si è sottoposto in questi giorni.
L'annuncio delle dimissioni dall'ospedale
Gesti di stupore da parte dei numerosi giornalisti presenti al Gemelli - alcuni già pronti per riprendere l’affaccio del Papa dall’ospedale per l'Angelus, annunciato in mattinata e confermato nel pomeriggio – hanno accompagnato la notizia letta dinanzi alle telecamere da Sergio Alfieri, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e chirurgiche del Gemelli e direttore dell’équipe che ha seguito il Papa durante la degenza. Al suo fianco Luigi Carbone, vice direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano e medico referente del Santo Padre, e Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
“La buona notizia che immagino che aspetta tutto il mondo è che domani il Santo Padre è in dimissione, domani tornerà a Santa Marta”, ha detto Alfieri. E ha poi tracciato un “piccolo” e “doveroso” riassunto di cosa è avvenuto dal 14 febbraio. Ovvero il giorno del ricovero quando il Papa si è presentato “con un'insufficienza respiratoria acuta dovuta ad un'infezione polimicrobica”. Quindi “virus, batteri e miceti che “hanno determinato una polmonite bilaterale severa”. Questo ha richiesto” un trattamento farmacologico combinato durante il ricovero”.
Crisi e terapie
Due episodi “molto critici” hanno colpito il Papa e per i quali, ha detto lo specialista, Francesco “è stato in pericolo di vita”.
“Le terapie farmacologiche, la somministrazione di ossigeno ad alti flussi e la ventilazione meccanica non invasiva hanno fatto registrare però un lento e progressivo miglioramento, facendo uscire il Santo Padre dagli episodi più critici”. Il Papa “non è mai stato intubato” ed “è sempre rimasto vigile, orientato e presente”. Le dimissioni di domani avverranno quindi “in condizioni cliniche stabili”, stabili da almeno due settimane. La prescrizione di tutto lo staff medico, ora, è di “continuare parzialmente le terapie farmacologiche” ancora per molto tempo e per via orale. Importante, poi, osservare “un periodo di riposo in convalescenza per almeno due mesi”.
La convalescenza a Santa Marta
Dunque “una dimissione protetta”, ha detto Carbone, spiegando che a Santa Marta non è stato approntato un presidio particolare o una apposita stanza ma sono stati valutati tutti i “fabbisogni”, gli stessi di tutti i pazienti dimessi per polmonite. “Abbiamo valutato le necessità del Santo Padre, che sono normalmente il fabbisogno di ossigeno finché ne avrà bisogno”. Un’assistenza sanitaria che “la Direzione di Sanità e Igiene può offrire al Santo Padre tranquillamente a Santa Marta” con un servizio attivo 24 ore su 24 per qualsiasi emergenza. “Ci siamo preparati per accoglierlo a casa”.
I medici hanno poi risposto alle domande dei giornalisti a cominciare da quelle sulla voce del Papa, dopo le notizie circolate ieri su una difficoltà, da parte del Pontefice, a parlare. “Quando si ha una polmonite bilaterale, i polmoni sono stati danneggiati e anche i muscoli respiratori sono stati in difficoltà”, ha spiegato Alfieri. “Una delle prime cose che accadono è che si perde un po' la voce. È come quando per qualche motivo uno usa la voce troppo alta”. E come per tutti i pazienti giovani e anziani, ma soprattutto anziani, “ci vorrà del tempo affinché la voce torni quella di prima”. Già rispetto a dieci giorni fa, tuttavia, sono stati registrati “importanti miglioramenti” anche da questo punto di vista. “Sul recupero della parola è difficile poterlo dire, però guardando i miglioramenti speriamo in tempi brevi”, ha detto Carbone.
La ripresa del lavoro
Quanto alla ripresa dell’attività lavorativa, i due specialisti hanno spiegato che già in questi giorni di ricovero il Papa “ha sempre continuato a lavorare e lo continuerà a fare anche quando tornerà a Santa Marta”. Ora, però, “non potrà riprendere l'attività lavorativa immediatamente”: la raccomandazione è di “prendersi l'adeguato periodo di riposo e di convalescenza”. Per lo stesso motivo, viene sconsigliato di incontrare gruppi di persone o persone singole o assolvere a importanti impegni. Papa Francesco certamente lo farà ma “una volta che avrà terminato la convalescenza prescritta e si potranno registrare i miglioramenti clinici attesi”.
I medici non hanno dato tempistiche precise, né hanno parlato di particolari “paure” per questo periodo post-ricovero, a parte quelle di riacutizzazioni o nuove infezioni che sono le stesse di un qualsiasi paziente al mondo. In ogni caso, Alfieri - chiarendo che il Papa non ha mai avuto il Covid né che abbia il diabete - ha assicurato che “le infezioni più gravi si sono risolte: ci sono alcuni batteri che sono stati sconfitti, alcuni virus la cui carica virale si è ridotta. Alcuni miceti si sono ridotti nella loro presenza che però richiederanno tanto tempo, tanti mesi, per venire sconfitti. Quindi se la domanda è: ha ancora la polmonite bilaterale? La risposta è no. Se è completamente guarito da tutte le specie polimicrobiche: ci vorrà del tempo”.
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