Le immagini dei cardinali residenti a Roma uniti in preghiera a San Pietro per la salute del Papa hanno ricordato a tutti cos’è davvero la Chiesa: come da definizione di Francesco, dove «il mondo vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Dio». E così, sfidando il freddo romano, sono scesi in piazza a recitare il rosario non solo i cardinali con un incarico in Curia, ma anche chi è stato pensionato da tempo senza troppi complimenti. Ha fatto notizia la presenza a San Pietro dei cardinali Raymond Leo Burke e Gerhard Müller, autori di diverse osservazioni critiche in questi anni nei confronti di alcuni provvedimenti presi dal pontefice regnante.
Così come non è passato inosservato Giovanni Angelo Becciu, reduce da una discussa condanna in primo grado in Vaticano in un processo voluto dal papa stesso e su cui restano molti dubbi. Paradossalmente, però, questa bella dimostrazione di unità cum Petro et sub Petro ha finito per dare fastidio a qualcuno. C’è chi gli appiccica addosso l’etichetta di «anti Bergoglio» e per dare enfasi alla narrazione mette nel mazzo dei presenti anche il cardinale Robert Sarah (in realtà in Africa), scambiato per uno degli ultimi padri conciliari viventi, Francis Arinze. E poi c’è chi mette in relazione, senza alcuna prova, i rosari in piazza con presunte manovre pre-conclave di cui si continua a scrivere. Contro i cardinali «critici» è partito il processo alle intenzioni persino per un rosario nel tentativo di additarli come cospiratori mentre le cronache vaticane non fanno altro che riportare di corvi e complotti.Come se nel 2005 si fosse considerato un congiurato il
cardinale Carlo Maria Martini quando augurò di guarire presto a Giovanni Paolo
II pur avendo fatto per decenni il controcanto alla sua linea. E che dire del «cammino
verso il conclave» prima della morte di Wojtyła che anni dopo avrebbe ammesso
il cardinale Godfried Danneels?
Ad oggi, però, gli unici a tirare il papa per la giacchetta
in questi giorni di sofferenza, evocando scenari di dimissioni e intimando che
la Chiesa dopo di lui «non può tornare indietro» sono stati solo alcuni
cardinali di ben altro orientamento. L’accusa implicita di ipocrisia per la
preghiera in piazza ai cardinali Burke e Müller (e Becciu per altri versi) non
regge dal momento che, a differenza di molti altri, loro hanno sempre espresso
pubblicamente il malcontento quando lo hanno ritenuto necessario.
Non sorprende, però, perché racconta di una polarizzazione
che c’è in misura minore nella Chiesa, ma ben più maggiore negli occhi di chi
dovrebbe raccontarla senza pregiudizi ed etichette.
Nico Spuntoni
C'ho pianto! So bene quanto hanno sofferto questi prelati, e anch'io in questi anni, ma è il cuore che parla e alza le preghiere al Padre per il Papa, e tra le mie mura, recito il Santo Rosario.
RispondiEliminaLa preghiera e la carità anche per gli avversari: due cose basilari nel cristianesimo, che evidentemente gli esponenti della neochiesa, avendo smarrito il senso del cristianesimo, non riescono più a comprendere!!
RispondiEliminaArinze non è un padre conciliare. All'epoca era presbitero.
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