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giovedì 27 febbraio 2025

Spuntoni. "Se anche pregare per il papa malato diventa una colpa" - #papafrancesco

Anche con il Papa nelle condizioni sanitarie in cui è, il suo cerchio magico cerca di mettere zizzania.
QUI Nico Spuntoni su X: "Sul #rosario per il #Papa di Becciu, Burke and Müller: sicuri che i corvi siano tra i cardinali “critici”? @tempoweb"
Luigi C.

Nico Spuntoni, Il Tempo, 26-2-24

Se anche pregare per il papa malato diventa una colpa

Le immagini dei cardinali residenti a Roma uniti in preghiera a San Pietro per la salute del Papa hanno ricordato a tutti cos’è davvero la Chiesa: come da definizione di Francesco, dove «il mondo vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Dio». E così, sfidando il freddo romano, sono scesi in piazza a recitare il rosario non solo i cardinali con un incarico in Curia, ma anche chi è stato pensionato da tempo senza troppi complimenti. Ha fatto notizia la presenza a San Pietro dei cardinali Raymond Leo Burke e Gerhard Müller, autori di diverse osservazioni critiche in questi anni nei confronti di alcuni provvedimenti presi dal pontefice regnante.

Così come non è passato inosservato Giovanni Angelo Becciu, reduce da una discussa condanna in primo grado in Vaticano in un processo voluto dal papa stesso e su cui restano molti dubbi. Paradossalmente, però, questa bella dimostrazione di unità cum Petro et sub Petro ha finito per dare fastidio a qualcuno. C’è chi gli appiccica addosso l’etichetta di «anti Bergoglio» e per dare enfasi alla narrazione mette nel mazzo dei presenti anche il cardinale Robert Sarah (in realtà in Africa), scambiato per uno degli ultimi padri conciliari viventi, Francis Arinze. E poi c’è chi mette in relazione, senza alcuna prova, i rosari in piazza con presunte manovre pre-conclave di cui si continua a scrivere. Contro i cardinali «critici» è partito il processo alle intenzioni persino per un rosario nel tentativo di additarli come cospiratori mentre le cronache vaticane non fanno altro che riportare di corvi e complotti.

Come se nel 2005 si fosse considerato un congiurato il cardinale Carlo Maria Martini quando augurò di guarire presto a Giovanni Paolo II pur avendo fatto per decenni il controcanto alla sua linea. E che dire del «cammino verso il conclave» prima della morte di Wojtyła che anni dopo avrebbe ammesso il cardinale Godfried Danneels?

Ad oggi, però, gli unici a tirare il papa per la giacchetta in questi giorni di sofferenza, evocando scenari di dimissioni e intimando che la Chiesa dopo di lui «non può tornare indietro» sono stati solo alcuni cardinali di ben altro orientamento. L’accusa implicita di ipocrisia per la preghiera in piazza ai cardinali Burke e Müller (e Becciu per altri versi) non regge dal momento che, a differenza di molti altri, loro hanno sempre espresso pubblicamente il malcontento quando lo hanno ritenuto necessario.

Non sorprende, però, perché racconta di una polarizzazione che c’è in misura minore nella Chiesa, ma ben più maggiore negli occhi di chi dovrebbe raccontarla senza pregiudizi ed etichette.

Nico Spuntoni


3 commenti:

  1. C'ho pianto! So bene quanto hanno sofferto questi prelati, e anch'io in questi anni, ma è il cuore che parla e alza le preghiere al Padre per il Papa, e tra le mie mura, recito il Santo Rosario.

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  2. La preghiera e la carità anche per gli avversari: due cose basilari nel cristianesimo, che evidentemente gli esponenti della neochiesa, avendo smarrito il senso del cristianesimo, non riescono più a comprendere!!

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  3. Arinze non è un padre conciliare. All'epoca era presbitero.

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